Creato da rosvict il 27/05/2008

ALEX RADIS SANDRO 33

::.CERCARE DI VEDERE IL MONDO E LA REALTA CHE VIVIAMO E IL SENSO DEL NOSTRO ESSERE-ESISTERE...ALLA LUCE DI UNA DIMENZIONE NON NOTTURNA...MA QUARTA..DIO-AMORE...LUCE E SENSO DI OGNI COSA.....

 

« ***È PRIMAVERA---LASCIAM...---VORREI VIVERE COSI--- »

LA BAMBINA E L'ONDA-----FAVOLA SUL TEMPO CHE STIAMO VIVENDO, NON PAURA; MA SPERANZA***

Post n°47 pubblicato il 13 Aprile 2009 da rosvict

La bambina amava sedersi di fronte al mare. lo andava a trovare tutte le sere. Parlavano, a modo loro, come due che si conoscono e aspettano da sempre. Lei preferiva tacere, dondolata dalla risacca ascoltava la sua voce: una cantilena. Onde lievi, di tanto in tanto, arrivavano fino ai piedi della bambina e li accarezzavano. Il mare le raccontava di terre lontane bagnate dalle sue acque, di uomini che parlavano lingue simili a venti, di navi innumerevoli, di naviganti un giorno partiti e non ancora approdati, di viaggi circolari, di rotte perdute, di naufragi, di un'isola sottamarina. Quest'ultima era la storia che la bambina preferiva; l'aveva sentita mille volte e mille ancora l'avrebbe ascoltata. C'era un vulcano sommerso, da qualche parte dell'oceano, che eruttava senza tregua un magma di coralli, conchiglie e perle. Certe notti frammenti di lava marina risalivano a galla, vincendo la gravità. E la superficie del mare si accendeva attraversata da un fremito di luce. Quando la bambina ascoltava quella storia, una nostalgia dolcissima si alsava come un'onda nel suo cuore; avrebbe voluto abbracciare il mare, contenere in se la sua infinità. Ma lei era solo una creatura minuta, un niente di fronte all'immenso, un niente amorevole e fiducioso che a lui si abbandonava, aprendogli il cuore, raccontando quello che ad altri non avrebbe mai detto: i suoi sogni, i suoi timori, il bisogno d'amore. Il mare la rassicurava, cullava i suoi pensieri, infondeva speranza e pace. Una sera sedevano l'una di fronte all'altro, esenza dirsi niente, guardandosi soltanto, come genitore e figlio, come due innamorati che ormai tutto di se sanno,quando l'acqua inizio dalla riva a ritirarsi in modo anormale. La bambina guardava stupita. L'acqua si allontanava sempre di più verso il mare, lasciando dietro di se una larga battigia e al tempo stesso si alsava, inarcandosi di metro in metro, in un equilibrio impossibile e perfetto. Il rumore del mare mutò: la cantilena divenne fragore crescente. Un'onda maestosa, sorta sensa una ragione, prendeva forma davanti ai suoi occhi. La sommita spumeggiava bianchissima, sembrava al suo interno ribollissero vapori arcani destatisi da un lungo sopore. Il cielo e il mare si fecero scuri, su di essi spiccava la cresta nivea. L'onda comincio a muoversi, magnifica e ineludibile, verso la riva. La bambina ammutolita, non riusciva a pensare più a niente. Quando l'onda arrivò a pochi metri da lei, l'orrizzonte si oscuro del tutto. Dovette alzare la testa per scorgere la sommita di quella massa spaventosa d'acqua. Non sarebbe stata capace di dire quanti metri era alta. Ormai non aveva importanza. Tra un'attimo si sarebbe infranta sul suo corpo minuscolo e l'avrebbe risucchiata in fondo al mar. Un rombo cubo proveniente dal basso, dal centro della terra o dagli abissi dell'oceano, sembrava annunciare l'imminente esplosione. Invece, d'un tratto, sulla riva, scese il silensio. L'onda rimase ferma, in bilico, per qualche secondo. La bambina trattenne il respiro col naso all'insù, gli occhi fissi sulla schiuma che era diventata una nuvola gigantesca. Dalla cresta si staccarono alcune gocce spumose che scesero danzando e andarono a posarsi sui suoi capelli, come perle. Allora lei apri le braccia, le palme delle mani rivolte verso l'alto. Una dopo l'altra, altre gocce si staccarono dalla sommità dell'onda, sempre più numerose, leggere, bianchissime, luminose. Nevicava, Sulla bambina a braccia aperte. Sul quel lembo che non è più terra e non è ancora mare, dove ogni impronta d'uomo scompare. Erano fiocchi di luce. Il cielo risplendeva del suo fulgore. Erano perle di neve. La sabbia scomparve sotto un manto di avorio. Poi l'onda cominciò a calare, ritirandosi verso il grembo del mare. Le ultime cocce indugiarono e poi caddero al suolo. Si sciolsero. Sulla sabbia, sulle mani, sul suo volto. Lei sorrideva, non aveva più paura, non aveva più nostalgia. C'erano solo una bambina e il mare. Azzuro verde. Io l'ho vista. In sogno. E non smetto più di sognare.***

 
 
 
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