RUSCELLI

31. MEDICO


MEDICO La malattia è il mezzo con cui l’organismo si libera dell’estraneo. Noi siamo anche il medico, che deve vigilare su sé stesso. Ma non osserviamoci troppo e non ricaviamo conclusioni troppo rapide da quello che ci accade. In ogni malattia ci sono molti giorni in cui il medico non può fare altro che attendere. E questo è quello che noi, in quanto siamo noi il nostro medico, anzitutto dobbiamo fare. [Da R.M. RILKE Lettera del 12 agosto 1904 “Lettere a un giovane poeta” ]PIERO> Purtroppo.. spesso siamo più bravi a fare i pazienti anziché i dottori di noi stessi… saper aspettare è un arte. La scuola è la vita. Spesso pensiamo di aver i colori in mano e vogliamo dipingere, subito, senza esserci procurati tele e pennelli… ma dipingere è trovare attenzione e amore…. Prepararsi… e ciò richiede tempo, attesa…. Come nella “cura”….. malati di vita e amore…. Lo scoprono sulla loro pelle…. E ancor di più accettare la necessità dell’attesa… tutto è attesa… necessaria anche per incontrarsi… poiché come ben diceva Walt Whitman “se è tardi a trovarmi, insisti, se non ci sono più in un posto, cerca in un altro, perché io son fermo da qualche parte ad aspettare te”….. l’attesa è in certo qual modo “movimento”…. Non è stasi…. È attenzione e rispetto e fede e fiducia, a volte delusione, altre no….. sono un pessimo medico e un buon paziente…… ma capisco bene, sulla mia pelle, che prima accolgo l’attesa, prima comincio, da “medico” , a curare le mie ferite d’amore, di senso, aprendo il cuore all’infinita possibilità… perché, usando le parole di Josè Samarago “ dovrebbe bastar questo, dire di uno come si chiama e aspettare il resto della vita per sapere chi è, se mai lo sapremo, perché essere non significa essere stato, essere stato non significa sarà”…… e nell’attesa… attendo…!!!Rilke docet....!!!! / Lenteris> necessità dell’attesa… tutto è attesa… perfino quando ti sembra di aver raggiunto una meta, di essere arrivato. Al traguardo puoi scoprire che in realtà quel luogo non era altro che un ponte che ti avrebbe portato altrove... Per questo come dici benissimo te, l’attesa è “movimento”…. Non è stasi…. È attenzione e rispetto e fede e fiducia e le ferite d’amore o della vita in genere non sono che i segni che l'aratro ha lasciato per la semina...SPERSADIILLUSIONI> chiedersi del perchè qualcosa ci succede, sarebbe già un buon passo avanti. E' come aver già preso mille medicine, Il medico di se stessi e colui che non si accusa, che non si incolpa nè per questo nè per quello, ma impara e cambia. Il cambiamento fà si che anche le tensioni della malattia si dissolvano insieme a noi. La Malattia nonè altro che il pietrificarsi delle nostre colpe che ci sentiamo e che accumuliamo nella nostra cantina interna. / Lenteris> Non accusarsi ma imparare e cambiare. Questa è la via per la guarigione