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Post N° 66

Post n°66 pubblicato il 10 Ottobre 2008 da doc_doc2007

10. 10. 2008

milano

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 12/10/08 alle 00:23 via WEB
Pare che tra uno sciopero e l'altro dello stesso comparto debbano passare 14 giorni, la stessa cosa vale per le pratiche di conciliazione (si tratterebbe di 10 giorni lavorativi, esclusi sabato e domenica). Ciò significa che il 30 rispetto al 17 era il primo giorno utile per la proclamazione (non a caso il precedente sciopero della scuola era stato indetto il 3 ottobre, 14 gg prima del 17). Per scioperare il 17 con i Cobas ma su piattaforme diverse, sarebbero stati comunque necessari 14 giorni per le pratiche di conciliazione e la proclamazione, il che significa che nell'attesa che CISL, UIL, Snals e Gilda concordassero sulla necessità dello sciopero, i tempi erano ormai scaduti per potersi aggregare al 17 ognuno con la sua piattaforma. Io farò entrambi gli scioperi, sperando che tanti/e altri/e come me si accollino questo sacrificio economico per una causa tanto urgente. Ora mii pare utilissimo preparare entrambi gli scioperi nelle scuole, parlando con tutti i colleghi. ciao Roberta
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 12/10/08 alle 00:24 via WEB
TRANQUILLI!!! chi si domanda se si > può aderire ad entrambi gli scioperi: si può, il diritto di sciopero > è un diritto costituzionale (art. 40 della Costituzione: "Il diritto > di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano."); > nei servizi pubblici le leggi che lo regolano sono molto > restrittive, ma la maggior parte delle restrizioni riguarda > soprattutto i soggetti che possono DICHIARARE lo sciopero, cioè i > soggetti sindacali, sebbene anche alcune categorie di lavoratori > subiscano limitazioni nel diritto di sciopero. > Il diritto di sciopero nei servizi pubblici è regolato dalla legge > 146/90, poi modificata dalla L. 83/2000 (per chi, come Antonino > Gullo, vuole i riferimenti normativi). Esistono poi protocolli di > applicazione della legge e codici di autoregolamentazione. Ora, la > materia è complicata e faccio un breve riassunto: > LIMITAZIONI PER I SOGGETTI SINDACALI > -I soggetti sindacali, prima di dichiarare lo sciopero, devono > seguire le procedure di raffreddamento e conciliazione, fallite le > quali possono proclamare lo sciopero, ma con un preavviso minimo di > 10 giorni. Una revoca di sciopero non può avere preavviso minore di > 4 giorni. > -I soggetti sindacali devono rispettare intervalli di tempo tra uno > sciopero ed un altro. Non è possibile lo sciopero a tempo > indeterminato, il massimo è lo sciopero di due giorni consecutivi. > -L'intervallo minimo tra due scioperi, indipendentemente da chi li > proclama, è di due giorni > -I soggetti sindacali possono proclamare gli scioperi brevi solo > alla prima ed all'ultima ora > LIMITAZIONI PER I LAVORATORI > -I lavoratori che sono destinati a fornire i servizi minimi non > possono scioperare. I servizi minimi sono: aprire e chiudere la > scuola, curare il bestiame (Istituti Agrari), manutenzione alle > caldaie, smaltire rifiuti tossici, pagare gli stipendi ai supplenti, > vigilanza di notte e mensa (educandati e convitti), svolgere gli > esami finali e gli scrutini. > -Accordi di Istituto stabiliscnoo i modi in cui il dirigente > scolastico individua il contingente di lavoratori destinati ai > servizi minimi. > FATTE SALVE LE LIMITAZIONI CHE HO CITATO, TUTTI I LAVORATORI POSSONO > FARE TUTTI GLI SCIOPERI CHE VENGONO LEGITTIMAMENTE PROCLAMATI. > IL LAVORATORE CHE VUOLE SCIOPERARE NON E' TENUTO A FARE PROPRIO > NULLA, TRANNE SCIOPERARE.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 12/10/08 alle 00:25 via WEB
Nascosti nel decreto sanità i tagli alle scuole... Spunta a sorpresa l'accorpamento degli istituti con meno di 50 alunni Colpite le isole e i paesi montani. Mercedes Bresso: "Solo in Piemonte 816 in meno" Nel decreto sanità i tagli alle scuole in un anno possono sparirne 4mila di SALVO INTRAVAIA Le scuole nelle piccole isole e nei piccoli comuni montani potrebbero sparire già dal prossimo anno. In poche settimane, infatti, le Regioni dovranno predisporre i Piani di dimensionamento della rete scolastica. Il diktat del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, alle autonomie locali arriva "nascosto" in un provvedimento che apparentemente non ha nulla a che vedere con la scuola: il decreto-legge 154 dal titolo "Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali" ha l'intero articolo 3 dedicato alla riduzione delle istituzioni scolastiche sottodimensionate. Il tutto in linea con il Piano che detta le regole per tagliare in un triennio 132mila posti. Per effettuare i poderosi tagli imposti dal collega dell'Economia, Giulio Tremonti, sulla scuola occorre mettere mano alla rete scolastica. Infatti, accorpare due scuole con meno di 500 alunni consente di tagliare almeno un posto di dirigente scolastico e uno di direttore dei servizi amministrativi (l'ex segretario). Per ridisegnare la mappa delle istituzioni scolastiche il decreto dà tempo alle Regioni fino al 30 novembre prossimo. Ma non solo. Le amministrazioni che dovessero risultare inadempienti, dopo appena 15 giorni, verranno "sollevate dall'incarico". E sono già partite le polemiche. A partire dall'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, Pd: "Hanno cominciato con le scuole sotto i 500 alunni, domani toccherà a quelle con meno di 300 finora coperte da deroga, per arrivare poi al taglio degli insegnanti di sostegno. Queste sono le bugie della Gelmini". Critico anche il presidente della regione Piemonte, Mercedes Bresso e l'assessore all'istruzione, Gianna Pentenero denunciano: "Così il governo ha deciso di tagliare 816 scuole solo in Piemonte". Gli fa eco l'assessore all'istruzione della regione Umbria Maria Prodi, preoccupata che così "la scuola sarà agonizzante, senza risorse, penalizzata da tagli imposti senza alcuna ragionevolezza". In tutto il territorio nazionale sono 4.200 i plessi con meno di 50 alunni. Rischiano di ritrovarsi senza scuola i bambini di tanti piccoli centri di montagna e delle piccole isole: Capri, Favignana e dell'arcipelago delle Eolie. Per chiarire meglio la questione è opportuno citare qualche dato. Il servizio scolastico statale, in Italia, è erogato da 10.760 istituzioni scolastiche che si articolano sul territorio in 41.862 scuola (plessi, sedi centrali e distaccate, succursali). Per ridurre la dotazione di dirigenti scolastici, dei segretari e del personale Ata basta smembrare e accorpare ad altri istituti le istituzioni scolastiche che, ai sensi di una norma del 1998, risultano sottodimensionate: con meno di 500 alunni. In tutta la Penisola, secondo i conti fatti da viale Trastevere, ce ne sarebbero quasi 2.600: il 24 per cento. La stessa norma consente ai soli istituti comprensivi (di scuola dell'infanzia, primaria e media) ubicati in piccole isole e zone di montagna di scendere fino a 300 alunni, ma non oltre. Attualmente, da Nord a Sud, ci sono sparse nei centri più arroccati o nelle isole più piccole del Paese oltre 600 istituzioni scolastiche con meno di 300 alunni, che le regioni dovrebbero cancellare. Per la verità, la stessa norma stabilisce che gli istituti con oltre 900 alunni andrebbero suddivisi in due (o in tre) per evitare situazioni di estrema complessità. Ma nel Piano della Gelmini degli oltre 2.600 istituti "over size" non si parla. (11 ottobre 2008) Ciao MT! Marta
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 12/10/08 alle 00:26 via WEB
DIFFONDETE: > sul sito del Quirinale scriviamo al Presidente della repubblica chiedendo di > non firmare il decreto Gelmini. > andate sul sito www.quirinale.it > cliccate su "la posta" > compilate il format e scrivete il vostro messaggio a Napolitano. > > FORZA!!! > la scuola siamo noi -
 
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