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DIRITTO COSTITUZIONALE : DOTTORE RAPHAEL MOSCHEN

Post n°74 pubblicato il 11 Ottobre 2008 da raphaelmoschen
 
Foto di raphaelmoschen

DIRITTO COSTITUZIONALE

21.09.’04 Prof. Loiodice

L’attività del giurista consiste nell’interpretazione.

Il diritto non coincide con l’etica, ma è sensibile a questa; il positivismo ha tentato di distaccare il diritto dalla morale. Il diritto fa giustizia, la giustizia è un concetto morale; bisogna perciò vivere la realtà giuridica con senso etico.

Il diritto è il mondo, la realtà, vista sotto un particolare punto di vista.

La biblioteca giuridica è la concettualizzazione scritta di qualcosa che vive e cambia

Il diritto non vive da solo.

Vi è la tendenza a collocare il diritto dalla parte del proprio interesse.

Ogni azione ha una dimensione equilibrata e una eccessiva.

La società è in movimento

Il suo compito è modificare la realtà, farla crescere.

Cicerone disse "I giuristi ragionano in catene", ma queste catene sono elastiche: bisogna però rendersi conto dei limiti e rispettarli.

La strada dell’interpretazione va trovata con l’esperienza

Ti accorgi dell’importanza del diritto quando questo viene a mancare (come l’aria).

L’ordinamento giuridico è un corpo sociale organizzato (comunità organizzata) – oppure – secondo "Kelsen", è un sistema normativo unitario – oppure – secondo "Santi Romano", è un istituzione (i francesi sono prevalentemente istituzionalisti).

Le norme sono il prodotto dell’attività dei giuristi

L’ordinamento giuridico è fatto di tre momenti: 1) momento comunitario: le persone; 2) momento organizzativo: la materialità; 3) momento normativo: non è materializzabile, è il giurista che lo tira fuori, non è scritto.

Le norme sono dei "riflettori" che illuminano l’episodio.

La disposizione è il testo scritto di qualsiasi atto normativo, una formula letteraria, un enunciato, è l’articolo. Non è altro che la formalizzazione esterna di una "volontà normativa". Il giurista deve cogliere questa volontà normativa e desumere la norma.

La norma è una regola che si desume dalla disposizione; può coincidere e non con il testo scritto. Essa si desume dalla disposizione messa a confronto con tutte le altre disposizioni concernenti lo stesso caso, e con la costituzione.

Atto normativo è sinonimo di fonte del diritto.

Sono fonti del diritto atti o fatti idonei a produrre diritto o norme

La norma si trae dalla sua fonte (la disposizione), purchè essa sia vigente nel momento storico. Essa è il risultato della conoscenza di tutte le disposizioni applicabili ad un determinato caso.

Nel passaggio conoscitivo dalla disposizione alla norma c’è: ricerca delle disposizioni (testo normativo); ricerca della vigenza delle disposizioni; conoscenza preliminare (lettura); conoscenza approfondita (il senso della disposizione); collocazione della disposizione tra le altre disposizioni (conoscenza finale).

22.09.’04 Prof. Loiodice

Ogni volta che c’è un ordinamento giuridico, c’è un gruppo di persone organizzato secondo norme. Ubi societas ibi ius.

ORDINAMENTO GIURIDICO = DIRITTO OGGETTIVO (norma agendi)

L’interpretazione ha bisogno di termini specifici: tutto il lavoro è giocato sulle parole.

Status = complessi di diritti collegati a una qualità della persona (es. status di cittadino, di genitore)

Il principio "UNIQUIQUE SUM" (a ciascuno il suo) ha 2 interpretazioni.

in senso restrittivo

Ha un senso distributivo e applica una giustizia di tipo distributivo; arricchisce il concetto statico: ad ognuno il suo non solo nell’essere ma anche nel divenire. È giusto dare quello che uno non ha e che gli consenta di crescere e sopravvivere (concetto dinamico).

, applica una giustizia commutativa: attribuisce un minimo che non può essere tolto (concetto statico).

Lo stato interviene quando l’uomo non ha i mezzi per crescere

(es. borse di studio…) come

dice l’art.3 della Costituzione. È un concetto ideale e come tale deve confrontarsi ed essere filtrato dalla storia e dalla natura degli uomini. Se il diritto dovesse imporre la distribuzione delle ricchezze in maniera uguale, questa uguaglianza sparirebbe subito, perché ci sono persone più attive e altre più passive, chi fa fruttare e chi no.

Il diritto può divenire strumento di un’ideologia se conquista la maggioranza.

Il giurista deve tener conto di precetti che tendono alla giustizia, ma non sono giustizia poiché il diritto stesso tende alla giustizia. Esso passa attraverso una serie di decisioni che danno una certezza, il diritto dà certezza. Noi abbiamo bisogno di essere certi delle conseguenze giuridiche delle nostre azioni (se uno ruba viene arrestato).

La giustizia è al di sopra della nostra natura

Gli abusi si compiono facendo del diritto un insieme di parole.

Il diritto sono parole che hanno un senso nel rapporto tra i soggetti. L’interpretazione parte dalle parole.

La costituzione ci dà il vantaggio della sensibilità del giurista davanti alla legge

Il diritto si avvale della forza

Il giurista è peritus peritorum (esperto tra gli esperti).

I diritti soggettivi sono la prima parte della Costituzione (Art.13… … …)

I DIRITTI sono situazioni giuridicamente soggettive di vantaggio

I DOVERI sono situazioni giuridicamente soggettive di svantaggio.

Gli atti che provengono da un’organizzazione sono espressione di un POTERE

I componenti di un’organizzazione non devono MAI comportarsi come se fossero dei privati. L’atto di un’organizzazione segue un percorso: un procedimento amministrativo..

Gli atti che provengono da una comunità sono espressione di un DIRITTO SOGGETTIVO

Il diritto è in perenne movimento e non lo si può "fotografare". Il compito del giurista non è quello di inseguire una realtà, ma consiste nella sua sensibilità nel riuscire ad adattare l’universalità del diritto alla particolarità dell’episodio attuale. Non si può fare del diritto una perenne attualità. L’attualità non è l’occasione migliore per studiare il diritto.

27.09.’04 Prof. Giocoli Nacci

L’organizzazione dello Stato tende ad assicurare la libertà dei cittadini: essa concerne gli organi che detengono il potere.

Il diritto costituzionale si è arricchito delle fonti del diritto (o normative). Lo studio delle fonti è affidato all’insegnamento del diritto costituzionale.

"Fonte normativa è tutto ciò che introduce un nuovo diritto": tale definizione è generale, imprecisa ed incompleta. Le fonti hanno diverse specificazioni: vi sono atti che creano diritto ma non sono fonti, poiché non integrano l’ordinamento giuridico (es. contratti, testamenti… …); essi creano diritti soggettivi, non diritti della collettività.

Una sentenza non è fonte di diritto

Le fonti normative invece, sono atti o fatti che integrano l’ordinamento giuridico con riferimenti a gruppi di persone, o a collettività.

Esse si distinguono in: fonti di cognizione, di produzione e sulla produzione.

Secondo due interpretazioni differenti la fonte di cognizione può essere: 1) atto o fatto che contiene la disposizione normativa; 2) strumento che divulga la disposizione (es. la gazzetta ufficiale); in realtà la prima interpretazione è forse più rispondente alla realtà in quanto la gazzetta non produce la legge, ma la divulga.

Seguendo le due interpretazioni precedenti la fonte di produzione può essere intesa rispettivamente come: 1) ente o organo che emana la legge (es. parlamento); 2) la legge.

La fonte sulla produzione è all’unanimità riconosciuta come un concetto eminentemente costituzionalistico: essa è tutti quegli atti che attribuiscono il potere normativo (prima fra tutti la Costituzione), come le disposizioni generali che antecedono il I libro del codice civile.

poiché si riferisce al particolare; riguarda solo i soggetti del processo.
.

: non far andare un handicappato a scuola è un’ingiustizia non solo morale, ma anche giuridica; la Costituzione italiana racchiude molteplici concetti etici e morali., così le parole divengono realtà.
, è una qualità di Dio.
. Essi hanno una vigenza: devono essere vigenti nel momento storico.
.
. Il diritto è realtà, esperienza.
. Il giurista ha il compito di rendere leggibile questo movimento.
.
 
 
 
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