Malvagità ParadossaE sono solo agli inizi..... |
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Nickname: Il_capo_dei_cattivi
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A volte sogno che un giorno, invecchiando, mi ritroverò con una pipa spenta in bocca, seduto a leggere all’ombra di una pianta, nel cortile di una grande casa in collina: non troppo lontano da piccole orde rumorose di nipoti e pronipoti e non troppo preoccupato dall’ incontinenza prostatica.
In quei giorni, nessun piccione o rondine, cinciallegra o pettirosso, pterodattilo o conuro della Patagonia in rapido transito aereo, mi bombarderà, e con buona probabilità non sarò neppure troppo rincoglionito dall’ incalzare dell’Alzheimer. Aato attere gonia biancosegreta che nasconde qualche buon aloclico,gura con tutti gli equipaggi delle astronai vrò una piccola cantina segreta dove nascondere qualche buon alcolico, un cane un po’ stitico e dal carattere pacato ed almeno un paio di calzini in buono stato.
Se proprio dovrò avere dei denti posticci in bocca vorrei che non fossero troppo bianchi, o non mi impedissero di addentare una carota cruda e, seppur malato cronico di ipercolesterolemia o di qualche altra inutile malattia lipidica, vorrei non biasimare od invidiare intimamente nessuno che si ciba di caramelle, cioccolatini e salami di cinghiale al mio cospetto.
Finita la lettura avrò in programma una passeggiata mano nella mano con chi amo, ed anche se la passeggiata sarà sufficientemente corta da evitarmi di soccombere ad una mezza ischemia, sarà piacevole tanto quanto lo era fare l’amore insieme.
A cena i nipoti più giovani mi sfotteranno pubblicamente indispettiti per il risucchio ed i gorgheggi che emetterò involontariamente mentre sorbisco il pasto. Io li sfotterò un po’ meno decidendo di dimezzare istantaneamente gli importi destinati alla loro eredità e devolvendo una fette significativa dei miei averi alla clinica di Cesare Ragazzi che mi trapianterà un ciuffo alla Elvis, mai avuto neanche a vent’anni.
Farò disperare il figlio più giovane che avrò, raccontando alla sua futura moglie alcuni deliranti e imbarazzanti aneddoti della sua infanzia. Farò disperare il mio medico aggiungendo una palata di sale ad ogni pietanza.
Avrò le macchie sulla pelle delle mani, qualche pelo della barba fuori posto, gli occhiali un po’ più spessi, rughe da sorriso, la sciatica ed i reumatismi (magari anche la pubalgia), lo sguardo ebete e sereno.
Avrò idee arcaiche e l’alito fetido, sarò spendaccione, pancione, impotente, bonario, sonnolento ed eccessivamente loquace.
Sparando dei lapilli giganteschi dalla bocca durante le conversazioni, spaccerò cautela e ponderatezza come se fossero perle di saggezza e filosofia, ma in cuor mio mi pentirò dei peccati che non ho avuto il tempo od il coraggio di commettere.
Forse assomiglierò a mio padre e questo non mi sembrerà affatto male.