Adolfo Rebecchini

Il silenzio di Giuseppe


I Vangeli non riportano neppure una parola detta da Giuseppe, ma solo quello ...che “fece”, sempre in fiduciosa obbedienza alla volontà di Dio. Già al momento della sua “annunciazione”, Giuseppe non parlò, ma semplicemente “fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore” (Mt 1,24). Per tutta la vita continuò poi a svolgere “azioni” secondo il progetto del Signore e sempre avvolte dal silenzio. Nei Vangeli non leggiamo sue parole né quando con Maria andò da Nazaret a Betlemme per il censimento, né quando nacque il Bambino, né alla circoncisione e alla presentazione di Gesù al tempio, né in occasione della fuga in Egitto, né al ritorno in Galilea, né nel quieto svolgimento della vita familiare e del suo lavoro di carpentiere a Nazaret, né durante lo smarrimento e successivo ritrovamento di Gesù dodicenne, né dopo. Scrisse di lui Giovanni Paolo II: "In pochi ma significativi tratti gli evangelisti lo descrivono come custode premuroso di Gesù, sposo attento e fedele, che esercita l'autorità familiare in un costante atteggiamento di servizio. Null'altro di lui ci raccontano le Sacre Scritture, ma in questo silenzio è racchiuso lo stile stesso della sua missione: un’esistenza vissuta nel grigiore della quotidianità, ma con una sicura fede nella Provvidenza." In questo silenzio di Giuseppe, possiamo capire meglio la definizione che dà di lui il Vangelo di Matteo: era uomo “GIUSTO” (Mt 1,19). Giuseppe è uomo giusto perché, nel suo silenzio, è sempre in ascolto del Signore e pronto ad obbedire ad ogni Suo comando. È uomo giusto perché, nel suo silenzio, non fa obiezioni a Dio ma agisce con fede incondizionata. È uomo giusto perché, nel suo silenzio, è sempre immerso nella contemplazione del mistero: la Parola fatta carne in quel Bambino, poi Adolescente, infine Uomo, di cui Dio lo aveva chiamato ad essere padre putativo. Con il suo silenzio, Giuseppe sintetizza mirabilmente vita attiva e contemplativa.“Nel silenzio e nell’abbandono confidente sta la vostra forza” (Is 30,15)S.Giuseppe ha vissuto fino in fondo questa verità. Mettiamoci dunque alla sua scuola e cerchiamo di imitare quel raccoglimento, quella calma, quella fiducia, quell’ascolto, quell’obbedienza, quell’unione al Signore. Per intercessione di S.Giuseppe, chiediamo il dono del silenzio perché, come dice S. Bernardo, "il silenzio è nostro custode e la nostra forza risiede in lui; il silenzio è il fondamento della vita spirituale, per mezzo di esso si acquisisce la giustizia e la virtù: parlate poco con gli uomini e sperate molto in Dio". La via della santità passa per il silenzio.(Patrizia Galluccio)