Adolfo Rebecchini

La chiesa del grembiule


“Forse a qualcuno può sembrare un’espressione irriverente, e l’accostamento della stola col grembiule può suggerire il sospetto di un piccolo sacrilegio.Si, perché di solito, la stola richiama l’armadio della sacrestia dove, con tutti gli altri paramenti sacri, profumata d’incenso, fa bella mostra di sé, con la sua seta e i suoi ricami.… Il grembiule, invece, ben che vada, se non proprio gli accessori di un lavatoio, richiama la credenza della cucina, dove, intriso di intingoli e chiazzato di macchie, è sempre a portata di mano della buona massaia.… Eppure è l’unico paramento sacerdotale registrato nel Vangelo.Il quale Vangelo, per la messa solenne celebrata da Gesù nella notte del giovedì santo, non parla né di casule né di amitti, né di stole né di piviali. Parla solo di un panno rozzo che il Maestro si cinse ai fianchi con un gesto squisitamente sacerdotale.… La cosa più importante, comunque, non è introdurre il “grembiule” nell’armadio dei “paramenti sacri”, ma comprendere che la stola e il grembiule sono quasi il diritto e il rovescio di un unico simbolo sacerdotale. Anzi, meglio ancora, sono come l’altezza la larghezza di un unico panno di servizio: il servizio reso a Dio e quello offerto al prossimo.‹‹Allora Gesù si alzò da tavola, depose le vesti, si cinse un asciugatoio e si mise a servire››. Ecco la Chiesa del Grembiule. È una fotografia bellissima della Chiesa.…Che poi, mettersi il grembiule vuol dire soffrire, lavare i piedi alla gente, al mondo.(don Tonino Bello)