Il 2013, pur non essendo un anno bisestile, si preannuncia “funesto” almeno per tutti gli invalidi civili al 100% titolari di pensione di invalidità. Nella Circolare n. 149 del 28 dicembre 2012, intitolata “Rivalutazione delle pensioni per l’anno 2013”, si nasconde infatti una presa di posizione dell’Istituto in merito ai limiti di reddito da considerare per attribuire o meno il diritto all’assegno in questione: dal 2013 la soglia non si riferirà più al reddito personale del soggetto ma a quello coniugale. Così facendo, questa previsione mette a repentaglio le pensioni di tutti quegli invalidi “colpevoli” di essere sposati e che per tale ragione presentano entrate cumulate maggiori.“È un atto gravissimo” commenta Pietro Barbieri, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH), “INPS si sostituisce al Parlamento, assume decisioni politiche, incidendo sulla vita delle persone, revocando pensioni di 270 euro al mese”.E proprio a 275,87 euro mensili ammonterebbe la pensione pagata agli invalidi civili al 100% dal 1 gennaio 2013, come si legge nella citata circolare. Ma inquadriamo meglio la questione. La “decisione” dell’INPS è da ricondursi alla sentenza n. 4677/2011 della Corte di Cassazione, la quale si è pronunciata proprio sul tema del limite reddituale per il riconoscimento della pensione di inabilità agli invalidi civili assoluti. Al riguardo, i giudici sostennero che ai fini dell’accertamento della sussistenza del requisito reddituale per l’assegnazione della pensione, assumesse “rilievo non solamente il reddito personale dell’invalido, ma anche quello (eventuale) del coniuge del medesimo”. Di conseguenza se l’importo di detti redditi complessivamente considerati supera la soglia prevista, il beneficio va negato.
Ora va considerato il reddito coniugale, non quello personale
Il 2013, pur non essendo un anno bisestile, si preannuncia “funesto” almeno per tutti gli invalidi civili al 100% titolari di pensione di invalidità. Nella Circolare n. 149 del 28 dicembre 2012, intitolata “Rivalutazione delle pensioni per l’anno 2013”, si nasconde infatti una presa di posizione dell’Istituto in merito ai limiti di reddito da considerare per attribuire o meno il diritto all’assegno in questione: dal 2013 la soglia non si riferirà più al reddito personale del soggetto ma a quello coniugale. Così facendo, questa previsione mette a repentaglio le pensioni di tutti quegli invalidi “colpevoli” di essere sposati e che per tale ragione presentano entrate cumulate maggiori.“È un atto gravissimo” commenta Pietro Barbieri, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH), “INPS si sostituisce al Parlamento, assume decisioni politiche, incidendo sulla vita delle persone, revocando pensioni di 270 euro al mese”.E proprio a 275,87 euro mensili ammonterebbe la pensione pagata agli invalidi civili al 100% dal 1 gennaio 2013, come si legge nella citata circolare. Ma inquadriamo meglio la questione. La “decisione” dell’INPS è da ricondursi alla sentenza n. 4677/2011 della Corte di Cassazione, la quale si è pronunciata proprio sul tema del limite reddituale per il riconoscimento della pensione di inabilità agli invalidi civili assoluti. Al riguardo, i giudici sostennero che ai fini dell’accertamento della sussistenza del requisito reddituale per l’assegnazione della pensione, assumesse “rilievo non solamente il reddito personale dell’invalido, ma anche quello (eventuale) del coniuge del medesimo”. Di conseguenza se l’importo di detti redditi complessivamente considerati supera la soglia prevista, il beneficio va negato.