Creato da reportagedinozze0 il 24/02/2014

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Ivana Città Aperta e il nemico è il suo tumore

Post n°15 pubblicato il 18 Marzo 2014 da reportagedinozze0
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Quando mi sono accorta di avere un tumore all’utero non ci ho pensato molto, mi hanno detto di fare una semplice operazione, cioè togliere utero annessi e connessi e non ci sarebbero stati più problemi. Ok sembrava semplice, pensai: “Sono stata fortunata, facciamo questa operazione.” Il risultato dell’esame istologico invece diceva che il tumore era un po’ più grave e si sarebbero dovuti togliere i linfonodi per vedere se fossero stati attaccati dalla malattia. Ok, un intervento di routine, facciamo anche questa. Mi sveglio dall’operazione e va tutto male, l’intestino non si sblocca e dopo una settimana di sofferenza , anche a causa dei medici incapaci e presuntuosi, torno in urgenza in sala operatoria per stenosi intestinale. Ho perso molto peso, sono a 42 chili, ma piano piano torno alla normalità. L’oncologo mi dice: “ Bene signora Lei è guarita” Sono felice, non ho problemi e torno al lavoro prima del previsto, la vita scorre normale, tra problemi economici gravi, lavoro, figli, casa, insomma vita quotidiana. Un anno dopo sto di nuovo male, non capisco cosa non vada. Non riesco a mangiare, sono sempre gonfia e con mal di pancia perenne. Blocco intestinale mi dicono al pronto soccorso, vediamo se si sblocca da solo, ma dopo 20 giorni di digiuno forzato, sondino naso- gastrico (che non auguro a nessuno) decidono di operare. Questa volta tolgono la valvola ileo-cecale e svariati metri di intestino: era di nuovo il tumore. Dopo l’operazione è partita la chemioterapia, inizia il bello. Dopo sei cicli di chemio, ho perso completamente i capelli, ciglia, sopracciglia, peli superflui, autostima, chili, ma risalgo la china, perché sembra che il tumore non sia scomparso. Menomale, dopo tanta sofferenza (chi ci è passato sa di cosa parlo) posso ricominciare. Nel periodo, diciamo libero da malattia ho dovuto fare un intervento al cuore che è stato danneggiato dalla chemio, ed un altro al polmone, perché gli oncologi hanno visto una macchia e hanno pensato che fosse una metastasi. Per fortuna non lo era. Festa grande in sala operatoria! Passano otto mesi e il tumore si manifesta di nuovo con un altro blocco intestinale. A questo punto cosa fare? Bisogna intervenire di nuovo. Hanno tolto altri metri di intestino e il sigma, ma il tumore non si è potuto togliere tutto per cui facciamo altra chemioterapia, 4 cicli e vediamo. Sono arrivata a 38 chili, non riesco a guardarmi allo specchio, oltre la cicatrice che attraversa tutta la pancia, ma di cui non mi interessa nulla, sono uno scheletro con la pelle cadente, sembro uscita da un campo di concentramento, comunque stoicamente ricomincio la chemio. La chemio non fa quasi nessun effetto, allora? Cosa facciamo? Facciamo la radioterapia. Quest’ultima riduce il tumore, ma gli effetti collaterali si vedono dopo un po’ di mesi: una bella trombosi alla gamba, ho la gamba gonfissima e non riesco a camminare. Per questo c’è la cura, faccio ancora oggi la puntura quotidiana di anticoagulante, lunedì la fatidica PET-TAC di controllo e vediamo come va. Nel frattempo ho perso anche il lavoro, la mia azienda ha chiuso ed io dopo la cassa integrazione sono in mobilità fino a giugno di quest’anno. Tutta questa storia non è tanto per raccontare la mia sfortuna o il mio rapporto con la malattia, ma il rapporto con me stessa. Io non ho mai smesso di volermi bene, tengo ancora al mio aspetto, non esco se non sono truccata, cerco di curare al meglio il mio abbigliamento anche se sono giù di tono, metto sempre lo smalto sulle unghie, curo più di prima i miei capelli e tutti quelli che mi vedono non crederebbero mai alle mie disavventure, perché la mia voglia di apparire normale è molto forte, non gradirei gli sguardi di compassione delle persone perché per me il non curarsi esteticamente e lasciarsi andare è come morire prima del tempo. Sarebbe per me motivo di orgoglio se questo mio racconto potesse spronare persone che si trovano nella mia stessa situazione a “non mollare mai” ma cercare di essere normali nonostante tutto! NEVER GIVE UP

 
 
 
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