Creato da lauro_58 il 10/11/2006

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A volte ho vinto, molto più spesso ho perso. Cammino tra le strade della speranza senza ripari. E se inizia a piovere, mi fermo e guardo attorno. Poi alzo il bavero del cappotto, accendo una bionda e ricomincio a camminare.

 

 

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Quasi come a casa (5)

Post n°319 pubblicato il 24 Aprile 2013 da lauro_58

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"Appena il tempo di stupirsi” la voce dell’affabulatore ci sorprende con un tono trionfale, svegliandoci da quell’ipnotica visione “quello necessario per un fremito d’incredulità, giusto il giusto per sorprendersi. Che vi avevo detto! Guardatevi gente, avete gli occhi sgranati e la bocca aperta con il miglior stupore stampato in faccia. E non importa che il trucco lo avete visto fare migliaia di volte, siete sorpresi perché qui non c’è trucco signori e signore e non sono io a dirlo per carità, ci sono le vostre facce che parlano per me e anche le vostre meraviglie, il vostro stupore. Ma ora si parte e che il viaggio abbia inizio!”

Non so che valore dare a quelle parole, forse mi sono lasciato coinvolgere troppo dall’abilità oratoria del tipo, ma che l’affabulatore ce l’abbia con il pubblico intero mi delude visto quello che ha detto sottovoce accostandosi a me all’entrata. Eppure sembra guardi in platea ora qui, ora là e quindi nulla e nessuno in particolare. Poi si fa avanti fino a guadagnare il bordo del palco, proprio di fronte a me, mentre dietro il mago continua a folleggiare manipolando quel corpo di donna in evoluzioni incredibili, piegandola e sollevandola in modo talmente improponibile che penso nulla possa stupirmi più di ciò che già vedo. E invece il giocoliere di parole ci riesce ancora una volta. “Che il viaggio abbia inizio, ho appena detto! Come pure che l’inganno è estraneo a questo proscenio. E per dimostrarvi che non sono avvezzo alle bugie, chiamerò uno di voi  per continuare lo spettacolo, anzi per raddoppiarlo visto che al fare del mago, il prescelto farà altrettanto. Diventandone il sosia imitatore nelle cose di illusione e via dicendo, pur essendo estraneo, e ribadisco estraneo, a certe pratiche.”  Poi con un gesto deciso ma deferente, così confidenziale da risultare quasi affettuoso, allunga un braccio verso di me e ci orienta anche lo sguardo, in modo non possa equivocare sulle sue intenzioni. Poi dice “Si torna a casa”  sistemando quella frase tra un sorriso ed un gesto ripetuto della mano come per dire
“andiamo”.

continua...

 
 
 
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