Creato da lauro_58 il 10/11/2006

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A volte ho vinto, molto più spesso ho perso. Cammino tra le strade della speranza senza ripari. E se inizia a piovere, mi fermo e guardo attorno. Poi alzo il bavero del cappotto, accendo una bionda e ricomincio a camminare.

 

 

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Una serata trasgressva!

Post n°94 pubblicato il 05 Ottobre 2007 da lauro_58
 

Nulla di nuovo in casa, la serata probabilmente non avrebbe riservato nulla che non fosse già stato vissuto la sera prima, e quella prima ancora, ma forse ...
Ultimamente vivevamo il nostro rapporto nell’indifferenza più completa, ostinata e perdurante.
Una sorta di decadenza che aveva radici lontane e nessuna giustificazione apparente.
Era il menage di una coppia ormai abituata a stare insieme che non aveva più voglie, neppure quella di lasciarsi, tantomeno quella di cercarsi.
Fino a qualche mese fà ci abbandonavamo almeno ai piaceri della carne, poi neanche più quelli.
Per me i primi tempi l’astinenza assunse le proporzioni di una condanna alla mia virilità, poi pensai che invece avrebbe potuto ravvivare la passione ed il desiderio.
Così passavo le serate ad aspettare un’atteggeggiamento di compiacenza, che sò una gamba accavallata sapientemente in modo da lasciar vedere la coscia, una scollatura generosa, una risposta allusiva, un profumo provocante.
E mi impegnavo in ammiccamenti, sguardi languidi e complimenti non facendo mai il primo passo, lasciando a lei la ricerca del momento giusto.
Che non c’è stato mai fino a stasera.

Prima l’ho ammirata mentre indaffarata davanti ai fornelli sfoggiava una inadeguata quanto conturbante sottoveste color rubino, da cui si poteva apprezzare il contorno dello slip e salendo più su il rigonfiamento prodotto dai capezzoli ... divini i suoi capezzoli, sempre pronti a svettare verso l’alto al minimo contatto.
Poi mentre mangiavamo, in preda ad un’eccitazione turgida, dolorosa e prorompente ho soddisfatto gli occhi sbriciando sotto il tavolino facendo cadere ad arte il tovagliolo, ed ho potuto ammirare le sue splendide cosce leggermente aperte e generosamente scoperte.
Infine ho ripetutamente ammirato la grazia con cui, strusciando con il collo del piede della gamba accavallata massaggiava il polpaccio dell’altra, mentre eravamo seduti sul divano di fronte la televisione.
Segnali … poteva essere la serata giusta.
La conferma venne dalle sue parole.
“Io vado di là”.
Non  un perentorio <<Io sono stanca vado di là>> oppure <<Io vado a letto>> ma un’ammicante, generico ed invitante <<Io vado di là>>.
Ma certo,  voleva dire che andava in camera da letto ad aspettarmi, che avrei dovuto attendere giusto il tempo necessario affinchè si fosse lascivamente coricata per poi donarsi a me.
Aspettai un po’, decisi che dieci minuti potevano andare bene per non fare la figura dell’ allupato.

Quando entrai in camera lei era sdraiata, gli occhiali appoggiati sul naso e stava leggendo.
Una gamba distesa, coperta dal lenzuolo insieme a parte del corpo, l’altra piegata e scoperta.
Con lo sguardo percorsi tutta la gamba scoperta, dal piede fino alla coscia dove la sottoveste cominciava a coprire.
Mi sorprese, credevo non stesse leggendo, ed iniziai a rovistare nel comodino facendo finta di cercare qualcosa, aspettando un segno di incoraggiamento.
Un’attimo prima di desistere dalle mie bellicose intenzioni ed uscire frustrato e bastonato dalla stanza, eccolo il segnale tanto desiderato!!
Un slip nero di pizzo, buttato lì ai piedi del letto come fosse un fazzoletto dimenticato apposta per attirare l’attenzione.
Non serviva, ma l’eccitazione di pensarla senza slip sotto la sottoveste arrivava fino alle tempie che pulsavano prepotenti.
Mi avvicinai con fare distratto ed afferrate le mutandine le portai alla faccia annusandole e baciandole platealmente per farmi notare.
Mi sentivo un po’ coglione, ma dovevo giocare bene le mie carte se volevo vincere la posta in palio.
<<Ti mantieni sempre giovane e profumata, cara>> dissi avvolgendo quelle parole in un bramoso sospito.
Lei smise di leggere, prima abbassò il libro poi con un dito anche gli occhiali sul naso, guardò gli slip poi guardò me.
<<Devo pensare che ti riferisca a me, giusto ?>>
<<Certo cara, ed a chi altrimenti ?>>
<<Non lo sò visto che non ti sei accorto che quelle non sono le mie mutandine, ma quelle di tua figlia .>>

Una serata trasgressiva è un riflessodigitale di
Lauro

 
 
 
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