Creato da lauro_58 il 10/11/2006

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A volte ho vinto, molto più spesso ho perso. Cammino tra le strade della speranza senza ripari. E se inizia a piovere, mi fermo e guardo attorno. Poi alzo il bavero del cappotto, accendo una bionda e ricomincio a camminare.

 

 

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Son solo racconti ... cos'altro !

Post n°122 pubblicato il 18 Gennaio 2008 da lauro_58
 
Foto di lauro_58

Merlino era mago di corte e consigliere di re Artù. Si diceva che potesse viaggiare nel tempo, ma era un druido, un sacerdote insomma.
Viveva fra i celti che popolavano la Gallia ed la Britannia, praticava la magia nei boschi a contatto con la natura e, si dice, avesse molti poteri soprannaturali, tra cui anche quello di vedere nel futuro e rendersi invisibile.
Ma anche i maghi hanno la luna storta, ed oggi Merlino era intrattabile e dispettoso. Ai margini del bosco aspettava Semola che tardava ad arrivare, e quell’ape che gli ronzava attorno attirata dai fiori di prato, cominciava a dargli veramente fastidio.
Con un’impercettibile mossa della fida bacchetta rubò le ali all’ape, che si ritrovò di colpo a precipitare proprio lì, dove i fiori nascono assieme all’erba. A vederli dal basso sembravano alberi ed i sassi invece macigni; questa era la prospettiva dell’ape adesso, che rintronata dal tonfo rimase un po’ sdraiata con la peluria arruffata almeno quanto la sua agitazione.


La fiaba prosegue, non stò quì a narrarla, prendendo lo spunto da qualcosa di noto. Poi svolge girando di colpo, scantona e sorpende (od almeno ci prova), in modo che possa la storia pensata, nei giorni traversi infarciti di bassa, portar ciò che deve … una sana ventata.
Può essere fiaba o racconto narrante e trarre lo spunto dal mondo corrente. Usando il linguaggio che uso e che vivo, scegliendo che so un bel sostantivo!
Prendiamone uno, per esempio … nessuno.

A scuola arrivava sempre con la bidella, che era sua zia.
Sempre, anche quel giorno, che non aveva nulla di speciale se non per lui.
L ’uscita quel giorno lo vide primo, nessuno fù più veloce.
Ma lì rimase ad aspettare, a guardarsi attorno e non vedere nessuno.
Uno sbirro gli venne incontro. “Non viene nessuno a prenderti bambino ?”
”Si” rispose lui con il petto pieno d’orgoglio “Oggi viene mio padre a prendermi !”
”Ma sei sicuro, la campana è suonata da un po’ ed io non vedo nessuno.”
”Si sono sicuro, ci ho messo un sacco a convincerlo, oggi viene … sono sicuro.”
Il tempo di  sentirsi dire dallo sbirro che non verrà più nessuno, e sentirsi poi domandare se c’è nessuno di cui conosce il numero telefonico, e se c'è nessuno che conosca ed abiti vicino.
Il tempo di considerare che forse la sera sarebbe stata strigliata, perché pretendere che un padre salti il lavoro per una semplice uscita da scuola è da ritenersi un capriccio, anche se era una promessa.
Il tempo per intuire che nessuno ha anche altri significati oltre a quello di nessuno, ed ecco affacciarsi la bidella … cioè la zia.
Lo chiama ad alta voce, con voce severa.
Lo sbirro domanda “Lo conosce signora ? Nessuno è venuto a prenderlo!"
"Si è mio nipote. Come nessuno è venuto a prenderlo! Lo aspettavo dentro come tutti i giorni per portarlo in mensa, ma non è venuto."
"Era quì fuori signora, ad aspettare il padre, e mi ha detto di non conoscere nessuno nei paraggi."
Lei lo rimprovera "Perchè non hai detto al signore che c'ero io ad aspettarti ? Senti stasera quando lo dico a tuo padre!"
"Perchè aspettavo papà" disse sottovoce il ragazzo quasi vergognandosi per la trascurabilità del concetto.
Imparò in fretta però il significato di quel sostantivo!
1) Diffidare dei nessuno, non arrivano mai e sono la prima strada verso il niente.
2) Chiedere il meno possibile ed imparare a vivere a prescindere da ovvietà comuni come il papà fuori la scuola per esempio.
3) Non sempre la presenza degli sbirri basta a risolvere la situazione in modo confortevole.


Ma son solo fiabe o racconti cos’altro; son magici intrecci di storie e parole che narrano cose ma mirano ad altro, e scrivo tutto ed anche il contrario.
Vuoi tù un destino per l’ape e Merlino ? .... mi spreco, lo rimo!

Rubate le ali al piccolo insetto, le scambia con fili per fare un voletto. Ma chi poi li tiene non bada al baratto, se tirano troppo lui spezza ed è fatto.
Precipita il mago ma il botto è più forte, nessuno può nulla nemmeno il tarpato; manforte darebbe se fosse un po’ alato.


Il magico intreccio è ora compiuto; un’ultima cosa imparò quel ragazzo. Son lettere il prosa ma legger non guasta.

4) Di belle parole ne è pieno il mondo, ma se il niente le segue, cosa poi vuoi che resta!

Son solo racconti ... cos'altro! è un riflessodigitale di Lauro.

 
 
 
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