Creato da lauro_58 il 10/11/2006

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A volte ho vinto, molto più spesso ho perso. Cammino tra le strade della speranza senza ripari. E se inizia a piovere, mi fermo e guardo attorno. Poi alzo il bavero del cappotto, accendo una bionda e ricomincio a camminare.

 

 

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Nujho

Post n°187 pubblicato il 29 Giugno 2009 da lauro_58

               Nujho

Dove lo avevano portato faceva freddo.
I fiochi bagliori di piccole torce accese qua e la non erano abbastanza forti da rischiarare quel luogo, così era il buio a farla da padrone!
Non sapeva dove fosse, ne dove mettere i piedi; quel luogo puzzava e poi faceva un freddo boia.
Sembrava che il sangue dovesse congelare da un momento all’altro!
Provò a rannicchiarsi sedendosi, per scaldarsi e pensare.
Niente, non gli riusciva nemmeno di piangere; una specie di angoscia mista a paura lo bloccava.
Cominciò a dondolare ed a mugolare, cercando di ricordare qualcosa.
Un uomo, le urla di una bambina, tanta nebbia (o forse era fumo) ed una pioggia di fuoco; rapidi flashback a cui era difficile dare un senso.
Si sentiva strano per questo, perché era come se una forza a lui estranea trattenesse le sue emozioni e filtrasse i ricordi.
Rimase così, riuscendo alla fine persino ad addormentarsi.

Quando il portone si spalancò, la luce lo investì svegliandolo. Provò ad aprire gli occhi ma il chiarore era troppo intenso; nascose la testa fra le braccia.
Si ritrovò a pensare all’ uomo che lo aveva fatto entrare nel rifugio.
La prassi vietava l’intrusione di estranei, specie quelli provenienti dal settore est, ma nessuno avrebbe potuto rifiutare ospitalità ad un bambino di dodici anni che aveva appena visto il padre e la sorellina morire per mano di quelle macchine infernali, forse per questo era li … o forse no.
Perché quello che stava pensando, malgrado gli sforzi, prima non lo aveva ricordato?
Non ebbe il tempo di riflettere.
Sei sveglio?” gli disse qualcuno facendo seguire a quelle parole un colpetto sulla sua guancia.
Il tono era amichevole, il bambino si fece coraggio ed aprì gli occhi.
Davanti a lui c’era un viso giovane, trenta anni circa, lineamenti simmetrici e dei limpidi occhi azzurri. “Sei sveglio?” ripetè l’uomo.
.” rispose lui tirandosi su.
Mi chiamo Lester. Tu? »
Io sono Nujho. Grazie per avermi salvato.”
Se sei ancora vivo figliolo, lo devi solo a te stesso.” rispose l’uomo con fare da fratello maggiore. Si accese una sigaretta, inspirò una boccata di fumo e gli sorrise.
Mi avete fatto entrare e ciò mi ha salvato. Grazie per questo allora.”
Di niente. Piuttosto, è vero che vieni dal settore est?”
Sì, devo fare rapporto?”
Se per adesso non te la senti lascia stare, ma lo devi fare prima o poi. Lo sai no?”

Per quelli del settore est della città era così da quando la lotta con i Curatori era iniziata. A nessuno era consentito  entrare nei rifugi della città dai tredici anni in su. Il rapporto comunque era obbligatorio e doveva anche essere dettagliato e convincente, altrimenti si veniva rispediti indietro.
Da dove poteva iniziare? In fondo, la storia non era molto lunga e poi provava un senso di nausea al pensiero di raccontare tutto proprio adesso.
Non c’era il minimo rispetto per quelli che avevano perso la vita davanti ai suoi occhi!
Un rapporto?
Era tutto ciò che di loro sarebbe rimasto?

Nujho fece un grosso respiro e cominciò a raccontare, stupendosi di come ora riusciva a ricordare chiaramente tutto.
Ci hanno attaccati verso le quattro del mattino. Sono entrati distruggendo il muro di cinta in direzione nord-ovest, con dei bazooka credo, poi hanno cominciato a lanciare le bombe segugio.
Devono aver disattivato i sistemi di allarme perché le sirene non hanno suonato. Però le sentinelle sono riuscite ad avvisarci. Quando sono arrivati dove mi trovavo io, erano le quattro e quaranta. Hanno lanciato i fumogeni, e poi hanno iniziato a sparare a raffica. Abbiamo risposto al fuoco, senza risultati. La mia sorellina ha lanciato anche una granata ad ultrasuoni, ma non è servito a molto. Loro hanno risposto con le bombe segugio ed hanno ucciso tutti, uno dopo l’altro
.”
Lester spense la sigaretta in terra, la scostò con la punta della scarpa e scosse la testa.
Ucciso tutti, uno dopo l’altro? E allora tu … come hai fatti a salvarti?
Come... come ho fatto?

Quella domanda lo metteva a disagio ... perché? E perché ora ricordava e prima no?
I Curatori, suo padre che moriva in un corpo a corpo micidiale con uno di loro per proteggerli, sua sorella affogata nel suo stesso sangue, le persone intorno a lui che cadevano in terra una dopo l’altra. Ricordava la paura, il cuore impazzito, la certezza di non potersi salvare e quella maledetta puzza di carne bruciata.
Ma c’era dell’altro … c’era lui ancora vivo, c’era questo fatto a cui non sapeva dare una spiegazione. Come fosse riuscito a sopravvivere era semplice eppure così difficile da dire … non lo sapeva!
Allora, vuoi rispondere? Come hai fatto a fuggire?
Un fremito lo scosse profondamente, poi un flash e l’attenzione si spostò dai ricordi ai gesti che non riusciva piu a governare.
Si alzò in piedi, lo sguardo era diventato inespressivo; piazzò i suoi occhi neri in quelli azzurri dell’uomo. Rimasero fermi a fissarsi.
Lester! Il settore est … è stato attaccato da pochi minuti il settore est!!” gridò una sentinella irrompendo nel rifugio.
Mi ha mentito!” disse con tono tanto sorpreso quanto  minaccioso.
Un bagliore improvviso e Lester non esisteva più.
Nujho si volse verso il nuovo arrivato, squadrandolo con occhi gelidi.
Sei … sei uno di loro!” balbettò terrorizzato.
Furono le sue ultime parole, seguirono le bombe segugio.
Quando il bambino cadde in terra sbattendo le palme delle mani sul pavimento sporco di sangue, nessuno era rimasto vivo.
Tossiva, provava dolore ed una specie di angoscia mista a paura lo bloccava.
Suo padre, sua sorella erano morti entrambi per mano dei Curatori; questi erano i ricordi originali. Dovevano far posto ad altri altrettanto drammatici; il software del chip impiantato in testa ne formulò di nuovi.
Ancora quel profondo fremito prima che gli occhi ritornassero espressivi.
Iniziò a correre ma non sapeva bene per quale ragione; si ricordava solo il suo nome, Nujho.
Doveva raggiungere il rifugio più vicino e pregare che lo lasciassero entrare.

Nujho è un riflessodigitale di Lauro

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Commenti al Post:
dreaming_cri
dreaming_cri il 06/07/09 alle 09:29 via WEB
neppure l'innocenza è tale?? :-O
 
 
lauro_58
lauro_58 il 06/07/09 alle 16:07 via WEB
E' solo un passaggio di un racconto di fantascenza Cri ... però magari in futuro l'innocenza non ci sarà più. Un bacione cara. Lauro
 
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