Creato da 82val82 il 23/05/2006
Sono convinta che troppo spesso ci dimentichiamo dei momenti belli che viviamo. Troppo spesso il tempo sbiadisce i ricordi, la mente li sporca con frasi o gesti che avremmo voluto fare, dire, ricevere o ascolare. Per questo scrivo. Per ricordare i veri ricordi.

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Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 30 Maggio 2006 da 82val82

Non avevo nessuna chiamata sull'altra linea, solo la fretta di rivestirmi. Infilo le calze, i jeans, le scarpe e la maglietta. Sbatto l'asciugamano, lo libero con cura dalla sabbia. lo spiego e lo sbatto nello zaino. Con me non ho il cambio per passare la notte fuori quindi di fretta mi allontano dalla spiaggia ed entro in uno dei negozi del lungo mare, un completo intimo, spazzolino, dentrifricio, una spazzola. Non mi serve altro. Per pigiama posso usare una sua maglietta.

Torno frenetica alla moto, slego il catenaccio infilo il casco il giubbotto e l'accendo. Un rombo del motore e parto. Lo so, è una follia, non so neppure come reagirai nel rivedendomi. I miei capelli non sono più biondi come l'ultima volta che ci siamo visti. Sono castani. Mi hai visto così solo in una foto che ti avevo mandato. Sfreccio veloce tra le vie e riprendo l'autostrada. Imbocco l'A14 a tutta velocità mentre la mia mente torna veloce, forse troppo al nostro primo incontro.

I miei capelli lunghi, scioli sulle spalle, la pelle leggermente sudata, mi appoggio al bancone e richiamo l'attenzione di Felipe, il mio barista.
prendo sempre il solito concentrato di frutta in quel locale, è troppo buono.
E la tua voce che profonda commenta ironica . Lui ti guarda con aria interrogativa non ti conosce, mi volto verso di te, il tuo accento così diverso da quello milanese, quella strafottenza che solo i romani possono avere nel tono della voce. Ti squadro e non sei bello, ci sono un mare di ragazzi più belli di te eppure qualcosa in te attira la mia attenzione, forse i capelli corvini, forse gli occhi nocciola, forse i tuoi lineamenti marcati, forse il tuo sguardo furbo. Non lo so. Ma ci ritroviamo a parlare. Tu che sei capitato per caso in questo locale.

Sorseggio il mio cocktail e ci sediamo a parlare su un divanetto, alcune mie amiche mi vedono ferma e mi guardano stranite. Faccio finta di nulla. Mi racconti solo che sei salito a trovare tua sorella, che domenica riparti per Roma. E io guardo i tuoi occhi mentre parli, le tue labbra mentre sorridi appena, il tuo pizzetto ben curato. Io parlo e gesticolo. Forse la cosa che mi ha colpito di te la tua sicurezza e a fine serata ti domando che avresti fatto la sera successiva. Tu, quasi arrogante mi dici che saresti uscito con me. Mi sorprendi. Non sei decisamente come gli altri. Ci scambiamo il numero di cellulare. Salgo con le mie amiche e tu mi segui. Fuori dal locale fumiamo una sigaretta insieme. Ti auguro la buona notte mentre le mie amiche e i miei amici si fermano qualche mentro più il là. Loro non mi hanno mai visto dare tanta confidenza. Ma con te è così facile. Mi avvicino per darti i tre bacini di congedo e tu ricambi poggiando per la prima volta le tue mani sui miei fianchi. Quel tocco che ora rimpiango, quel tocco che al solo pensarci mi vengono i brividi. E tu non ci provi neppure a baciarmi. Ecco cosa mi è piaciuto di te.

Raggiungo quasi di corsa le mie amiche, sento il tuo sguardo accompagnare ogni mio passo. Ora non dico loro nulla, non voglio che tu carpisca neppure una parola. Mi volto un solo istante prima di svoltare l'angolo e tu sei lì fermo a guardarmi sicuro di te, non distogli lo sguardo. Ti sorrido e sparisco dalla tua vista.

 
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