Creato da RoHarLu il 01/01/2012
L'Infinito Gioco di Ciò che Sempre È [Vita].
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Noi siamo Bellezza. Dio è Bellezza, la Creazione è Bellezza. Questo Pianeta è Bellezza, il Creatore è Bellezza.
La bellezza è amore, coinvolgimento. Estasi silenziosa.
La bellezza è quella esperienza che fa rimanere senza fiato, seppur la sua descrizione possa a volte recare gioia a chi decanta e a chi intende. Si rimane senza parole, si usa dire.
E chissà, forse è questa la ragione, una delle tante magari, ma certamente tra le principali, per la quale quelli che vengono chiamati “saggi” amano legarsi al silenzio.
Amore è un termine in questa dimensione – che stiamo salutando - molto abusato, e, per questo, a tratti svalutato. Ed è per tale motivo che, spesso, si compie una vera impresa a parlarne, e a correre i relativi rischi.
Tutti ne abbiamo una conoscenza sempre molto propria, personale, perché, nella quasi totalità dei casi, riservata a quella specifica vibrazione, e porzione di corpi e campi, con le quali solitamente ci immedesimiamo.
Ma chi lo prova verso quanti più esseri possibile, verso quanta parte di creazione possibile, o chi ama l’intera creazione, perché sente di esserne parte, o di essere uno e solo con essa, è lì che già non trova più parole, ma solo l’essere, o, al più, il coinvolgimento.
Questo è il tempo dell’amore su questo pianeta, ed è in quello splendore che chi ama l’amore, e l’impercettibilità dell’esistenza, vuole immergersi. E, in tal modo, partecipare all’armonica realizzazione.
È il tempo dei Maestri. Ed è il tempo di stare con i maestri.
Luce con Luce. Perché quell’apertura incondizionata, quella disponibilità perentoria, quella comprensione infinita, quando provate, diventano l’unica vera e concepibile realtà da inquisire.
Per questo si rimane perplessi di fronte ad altre dissonanti e contrastanti selezioni. Non perché non si riconoscano le distinte sovranità, o le illimitate libertà, che, però, non possono esattamente coesistere con un universo condiviso. O che, perlomeno, non tutti riescono a sostenere. Perché non si può non morire alla morte dell’altro che altri non è che se stessi. Perché non ci si può non affliggere per l’altrui oppressione, e non ci si può non straziare per l’altrui angoscia.
Ma, come si diceva, è tempo per altro ormai.
Per magnificare, acclamare, glorificare la bellezza del creatore. Che tutti insieme siamo.
E che tutti rappresentiamo. Soprattutto nei confronti di chiunque altro.
E questo, nella reminiscenza di ciò che è la nostra intrinseca natura, è bene sempre rammentarlo.
Con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia,
un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].
Marius L. -Namasté!
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