ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 17/12/2009

VIENI BAMBINO GESU', FAI DEL NOSTRO CUORE LA TUA CULLA!

Post n°2806 pubblicato il 17 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Novena di Natale del Venerabile Don Giustino Maria Russolillo

1. O Divin Verbo e Figliuolo di Dio Padre, Ti credo e Ti adoro, Tu che sei un solo Dio con il Padre e con lo Spirito Santo! Ti credo e Ti adoro nel mistero della Tua Incarnazione, per volontà del Padre e opera dello Spirito Santo nella nostra SS. Vergine Maria, Madre di Dio. Spero e aspetto, sospiro e affretto con i desideri il Tuo Natale tra noi, per vederTi nella braccia di Maria, o Gesù, per abbracciarTi e possederTi nel mio cuore!
2. O Divino Signore, o dolce vita mia! Il Divino Spirito Santo e la Vergine Maria Immacolata, mi facciano comprendere, in una luce superiore, la purificazione anche esterna che Tu desideri, le disposizioni interne di cui più Ti compiaci e le opere di grazia Tua, sicchè venendo possa trovare le Tue compiacenze nella mente e negli stessi sensi, fantasia e sentimento, e restare a vivere in me!
3. O divino Signore e dolce vita mia Gesù! Per la volontà del Padre sei venuto a noi e vuoi venire a me! O Volontà Divina che sei tutta amore, io Ti adoro e Ti ringrazio! E in un esercizio eroico di ubbidienza di Maria SS. e San Giuseppe a questa volontà del Padre, manifestata in un editto umano, Tu sei venuto! Ti abbraccio, o santa ubbidienza! Tu sola porti Gesù cristo a me, tu sola porti me stesso a Gesù!
4. O Divino Signore e dolce vita mia Gesù! Con questa ubbidienza hai allontanato dalla loro casa, paese e regione Maria SS. e san Giuseppe, per farmi comprendere che vuoi trovarmi del tutto purificato da ogni attacco dalla terra e vivente come forestiero nel mondo! E ora vieni in me col Tuo Amore, che mi fa abbracciare tutto il mondo, tutte le anime e tutte le creature, come cosa tutta mia, perché tutto è il mistico corpo Tuo, e Tu ti degni darTi tutto a me!
5. O Divino amore e dolce vita mia, Gesù! Tu sei venuto nell'adempimento delle promesse divine, o Fedeltà infinita, e delle divine Profezie, o Verità infinita, e la verità Tu vuoi trovare nella mia mente e la fedeltà nel mio cuore; Tu stesso, conoscendo quel nulla e peccato che sono, mi offri la verità nella fede e la fedeltà Tua nella carità. O verità e fedeltà divine, venite, restate e trionfate in me, perché possa piacere a Gesù!
6. O Divino Signore e dolce vita mia Gesù! Tu sei venuto nell'umiltà di Maria, l'Ancella del Signore, nella purezza di Maria, la sola Immacolata, nella carità di Maria la Vergine Madre! O mio Signore, come vorrei un'umiltà infinita per attrarTi in me, una purezza infinita per accoglierTi in me, una carità infinita per unirTi a me per sempre! Opera Tu col dono del Santo Spirito questo prodigio di santificazione in me e in tutti per Te stesso, o Gesù!
7. O divino Signore e dolce vita mia Gesù! Tu sei venuto in mezzo all'incomprensione e al divieto degli uomini, anche di quelli che pure dicevano di stare ad aspettarTi. Poiché non Ti conobbero in quelle apparenze, in quei modi e in quei mezzi che Tu scegliesti, tanto contrari ai loro pensieri, desideri e criteri! O Sapienza Infinita, opera Tu stesso in me quella mentalità che più sia conforme a Te, affinché mi trovi sempre festante ad accoglierTi, o Gesù!
8. O Divino Signore e dolce vita mia Gesù! Tu sei venuto nella più dura povertà effettiva! Che m'insegni e che mi riveli con questa durissima povertà del Tuo Natale e poi di tutta la vita, sino al Calvario? Vuoi essere Tu solo tutto il mio tesoro di ogni bene naturale e soprannaturale, fisico e morale, materiale e intellettuale! E Tu vuoi che anche l'anima mia e ogni altra anima sia tutto il Tu tesoro! Come il Cuore della Vergine Madre Tua Maria! Così sia!
9. O Divino Signore e dolce vita mia Gesù! Tu sei venuto nel silenzio, nell'oscurità, nel freddo della notte! Che m'insegni e che mi riveli con questa notte lunga e gelata, in quella grotta mal riparata? O mio Signore, prendimi per mano Tu, conducimi e portami, perché da solo non sarei capace di entrare nella notte dei sensi e dello spirito, abitare in quella grotta natale, e pure per grazie Tua voglio a ogni costo piacere a Te, o Gesù!
10. Dammi il Tuo natale, o Divin Signore Gesù e dolce vita mia, il natale del Tu o puro amore! Dallo a tutte le anime, a ogni parrocchia, collegio e missione, il natale del Tuo puro amore! Dallo a ogni famiglia, a ogni comunità, a ogni associazione e anima. Nuova vita nel soprannaturale, nuova vita col Tuo Santo Spirito a gloria del Padre! O Divino Signore, dolce vita dell'anima, a Te nel più alto dei cieli questa gloria del puro amore, agli uomini in terra pace del Tuo puro amore! Amen! - (G. Russolillo, Devozionale, Napoli, 1949)

Fonte: dongiustino.com - A tempo di blog -

 

 
 
 

"NATALE CON GLI ANGELI" A SALERNO

Post n°2805 pubblicato il 17 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Lunedì 21 dicembre l’associazione " il caffè dell’artista" mi ha invitato alle ore 17,30 presso il presidio militare- circolo ufficiali in via san Benedetto n. 6 a tenere una conferenza, aperta a tutti, sugli spiriti celesti. Il Natale ogni anno ritorna puntualmente il 25 dicembre e ogni volta segnala la sua presenza servendosi di situazioni e circostanze diverse. Come Gabriele portò l’annuncio a Maria e gli angeli avvisarono San Giuseppe e i pastori, così ciascuno viene raggiunto da un messaggio, da un segno, capace di risvegliare l’attenzione su Cristo che nasce. Nella storia della salvezza, Dio da sempre si serve degli angeli come suoi particolari messaggeri. La funzione di messaggero degli angeli sembrava terminare con la venuta dell’Inviato di Dio, colui che non solamente reca la parola di Dio, ma che è la parola Incarnata di Dio stesso, Gesù Cristo. San Paolo lo sottolinea con forza a diverse riprese affermando che gli angeli non sono più ora che i testimoni dell’incarnazione di Cristo (1Tm 3, 16; 5, 21). Questi è oramai l’unico mediatore, il solo ministro della nuova alleanza, e gli angeli non sono altro che i servitori di Cristo. L’evento dell’incarnazione, affermato nella nuova fede cristiana, sta per sconvolgere l’angelologia ebraica tradizionale, riportandola in secondo piano e proponendo al credente un nuovo rapporto nei confronti della trascendenza di Dio. La distanza vissuta dolorosamente tra Dio e gli uomini, distanza che era in parte "addolcita" dal ministero degli angeli, è oramai abolita in Cristo. Dio è uomo, viene nella carne in Gesù di Nazareth. La fede cristiana propone dunque un altro tipo di trascendenza di Dio ed un’altra relazione a questa trascendenza. Questa è una trascendenza d’umiltà e di abbandono, nella gloria della croce di Gesù. Ed il credente è rinviato incessantemente al lavoro del mondo, nel servizio della giustizia e della fraternità, nella prospettiva escatologica d’un regno futuro. L’angelologia tradizionale è allora completamente sconvolta, a tal punto che un pensatore come il filosofo islamista H. Corbin ha potuto dire che la fede nell’incarnazione del Verbo annunciava la fine dell’angelologia presso i seguaci di Cristo. In realtà le cose sono più complesse. Il pensiero cristiano affermerà con forza, contro tutte le gnosi, l’unica mediazione di Cristo e contesterà il potere degli angeli (Rm 8, 39) che sono totalmente sottomessi a Cristo (Col 1, 16; 2, 15). Ma allo stesso tempo, la pietà cristiana e la teologia patristica assumeranno l’eredità dell’angelologia tradizionale ebraica ed inventeranno una nuova presenza degli angeli presso gli uomini. I Padri, poggiandosi sui dati tradizionali, stanno per "mettere in scena" un’epopea angelica centrata sull’evento dell’incarnazione. Dio s’incarna per la salvezza dell’umanità, ma anche per venire in aiuto agli angeli preposti all’amministrazione terrestre ma che si sono però scoraggiati perché non sanno più cosa fare per sbarrare le forze del male. Origene, Gregorio di Nissa e Giovanni Crisostomo stanno per sviluppare questo tema pessimistico d’un mondo sull’orlo dell’implosione, al momento dell’incarnazione. E se Dio s’incarna, è per venire in aiuto dei suoi angeli che sono ridotti all’impotenza dalle forze del male (Eusebio di Cesarea, Dem Ev. IV, 10; PG. 22, col. 278d. Origene, Hom. in Lc 12. Giovanni Crisostomo, Hom. in Ep 1, PG. LXII, col. 16). Anche gli angeli della terra accolgono con gioia la venuta del Salvatore. Ma gli angeli del cielo accompagnano anche il Dio che s’incarna e lo servono come Signore. Essi formano presso Gesù un servizio d’assistenza celeste, come lo testimonia l’angelo che viene a confortare Gesù nella sua agonia nell’orto degli Olivi in Lc 22, 43. i testi evangelici testimoniano questo servizio dell’incarnazione e lungo tutta la vita di Gesù, gli angeli appaiono come i ministri ed i servitori di Cristo nel compimento della sua opera. Gregorio di Nazianzio chiama gli angeli degli "iniziati" (mustides) dell’incarnazione. Con Origene e Basilio di Cesarea, i Padri parleranno anche d’una annunciazione agli angeli, precedente l’annunciazione fatta a Maria (Origene, Hom. in Lc 12. Gregorio di Nissa, Hom. Asc., PG. XLVI, col. 693°). Così, anche dopo la venuta di Cristo, e contro il parere dei Padri più antichi, che affermavano la fine della mediazione degli angeli, questi stanno per ritrovare un ruolo di messaggeri delle rivelazioni divine, e Dionigi l’Areopagita ( a cui si ispira Dante) si compiacerà nel sottolineare questo ruolo. Ma il contenuto del messaggio è cambiato: oramai gli angeli annunciano il mistero di Cristo. E se si vuol render conto più esattamente della tradizione cristiana, bisogna dire che il ruolo di mediazione degli angeli è finito e che essi diventano i ministri dell’unico mediatore che è Cristo. Oramai gli uomini hanno accesso a Dio, tramite Cristo, senza la mediazione degli angeli, ma questi sono ancora degli assistenti di Cristo e degli intercessori degli uomini presso Cristo. Una tale messa in scena può lasciarci sognatori. Nondimeno, questa drammaturgia immaginaria, oltre al fatto che mira a recuperare i dati tradizionali dell’angelologia, svela una verità profonda sull’incontro tra la trascendenza di Dio e la pochezza dell’uomo nell’evento unico dell’incarnazione. Che gli angeli si mettano al servizio dell’umanità di Cristo (da ciò i Padri dedurranno che la natura umana è stata soprelevata al di sopra della natura angelica), non dice prima di tutto la nobiltà dell’uomo, ma l’umiltà di Dio. Gli angeli sono sconcertati e meravigliati dall’incarnazione, dicono alcuni testi patristici. E’ rivelato agli angeli un altro Dio diverso da quel Dio in maestà che essi conoscevano. Questo Dio non viene più nella potenza e la gloria, ma nella kenosi, l’abbassamento e l’umiltà, e la sua rivelazione si compirà nella morte ignominiosa di Gesù sulla croce. E si potrebbe facilmente mostrare che, in molti testi scritturistici dove si parla degli angeli, interviene questa meraviglia degli angeli, meraviglia che fa eco alla meraviglia degli uomini. La missione degli angeli si ferma così sulla soglia dell’ultima rivelazione di cui essi non possono essere i messaggeri, poiché è Dio che la realizza diventando un uomo ed assumendo l’umiltà della carne. Questa rivelazione, gli angeli stessi ne sono stupefatti e come interdetti, poiché è a parlare esattamente inaudita: Dio è quell’uomo umiliato, disprezzato e crocifisso. Davanti ad una tale rivelazione, gli angeli non possono che essere stupefatti e diventare come muti, come gli stessi uomini rimarranno increduli davanti ad un tale gesto d’amore di Dio. Tutt’al più gli angeli potranno incessantemente ripetere quello che hanno visto e sentito, come i primi discepoli a loro volta lo faranno. Poiché di quel Dio là, imprevedibile e sconcertante, non si può dire nulla. In una muta adorazione, l’uomo e l’angelo tacciono. Dio ha dato il suo ultimo messaggio, il messaggio perfetto che dice che la parola che si fa carne, la parola che vale come atto, la parola che è Dio stesso. Non vi è più nulla da dire, e gli angeli tacciono quando la parola si fa carne e che la carne diventa parola. Al di là di ogni discorso e di ogni messaggio, è ancora l’arte che tradurrà al meglio quello sconvolgimento operato dall’evento dell’incarnazione, aprendo nuove vie agli angeli in mezzo agli uomini. A Padova, nella Cappella degli Scrovegni, si può vedere una natività di Giotto. La vergine è distesa sul suo letto, guardando il bambino che una donna le presenta. San Giuseppe è seduto ai piedi del letto, immerso in una profonda meditazione. L’asino ed il bue, le pecore sono là, che circondano la sacra famiglia. Un po’ in disparte, a destra, i pastori sono giunti ed offrono il loro omaggio silenzioso al bambino. Nella parte superiore del quadro, un po’ come fregio , passa un corteo di angeli, apparentemente pressati l’un l’altro. Passando al di sopra della madre e del bambino, ogni angelo s’inchina profondamente, con le mani giunte, e scompare immergendosi nell’angolo superiore destro del quadro. Una strana pace emana da questo quadro. Il mondo si è come fermato, fissato in una stupefacente stabilità. Una volta per tutte, il centro del mondo è là, nella figura di quella madre che guarda suo figlio. In quello sguardo amoroso, tutte le parole tacciono, definitivamente. Il Verbo di Dio è diventato carne, ed in quella carne, tutto è detto, fino alla fine del mondo. Anche gli angeli messaggeri hanno finito il loro lavoro. Un’ultima volta, essi sfilano davanti al bambino, s’inchinano profondamente e scompaiono. L’opera che essi annunciavano è realizzata, la storia è finita, aperta sull’infinito, il regno di Dio è là, in mezzo a noi, ed esso è diventato nostro compito. Una volta per tutte, tutto è detto, quello che è stato già detto e che sarà ripetuto fino alla fine del mondo. E’ detto, definitivamente, che Dio è il cuore del mondo, e che i suoi messaggeri l’annunceranno fino alla fine del mondo agli uomini di buona volontà. E’ detto che quei messaggeri non sono che l’irradiazione luminosa di Dio oltre che allo stesso tempo la prefigurazione dell’uomo futuro, quell’uomo che è già là, nello sguardo amoroso della madre. Quei messaggeri sono stati inviati e sono venuti, ed ora sono chiamati a cancellarsi, a scomparire davanti alla realizzazione di Dio nella carne dell’uomo, davanti allo Spirito diventato carne, che annuncia e chiama la realizzazione dell’uomo in Dio, la spiritualizzazione della carne. Alla nascita del Messia Dio riceve una particolare gloria in cielo, e sulla terra per gli uomini inizia l’opera della redenzione. L’angelico inno proclama che grazie alla venuta del Messia i due mondi, divino e umano, si sono avvicinati. Il cielo si è aperto e nella persona del Messia è avvenuta la sua unificazione con la terra. Tale unione dà a Dio gloria e pace e felicità agli uomini. - Don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

IL SANTO PADRE E LA NATURA: TORNARE A CREDERE NELL'UOMO PER SALVARE IL CREATO

Post n°2804 pubblicato il 17 Dicembre 2009 da diglilaverita
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Per ben due volte negli ultimi giorni Papa Benedetto XVI è tornato sui temi della salvaguardia dell’ambiente: lo ha fatto col messaggio all’apertura del vertice climatico di Copenhagen, auspicando che i lavori possano aiutare «ad individuare azioni rispettose della creazione e promotrici di uno sviluppo solidale, fondato sulla dignità della persona umana e orientato al bene comune». Lo ha fatto più ampiamente l’altro ieri, nel messaggio per la XLIII Giornata Mondiale della Pace, per la quale il Papa ha scelto il titolo: Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato . Ma questi interventi richiamano e approfondiscono quanto aveva già esposto con chiarezza nell’Enciclica Caritas in Veritate. E vale la pena notare, come sottolinea lo stesso Pontefice, che l’importanza della "coscienza ecologica" era già stata rimarcata dai suoi predecessori a più riprese. Quali sono quindi i punti salienti di questo magistero della Chiesa sul versante ecologico? Il punto chiave è il riferimento all’ambiente naturale come "creato": «nella natura il credente riconosce il meraviglioso risultato dell'intervento creativo di Dio, che l'uomo può responsabilmente utilizzare per soddisfare i suoi legittimi bisogni - materiali e immateriali - nel rispetto degli intrinseci equilibri del creato stesso. Se tale visione viene meno, l'uomo finisce o per considerare la natura un tabù intoccabile o, al contrario, per abusarne. Ambedue questi atteggiamenti non sono conformi alla visione cristiana della natura, frutto della creazione di Dio». Non si tratta però di un invito solo per i cristiani, ma di un contributo efficace all’impegno di tutti per un mondo più vivibile; ciò è ribadito dal fatto che il concetto di creazione non sminuisce il valore dell’uomo, anzi lo esalta come destinatario e responsabile di un bene così grande: «Ritenere il creato come dono di Dio all’umanità ci aiuta a comprendere la vocazione e il valore dell’uomo». L’idea di creazione è dunque il principale carattere di originalità della posizione della Chiesa; ed è anche un elemento di demarcazione rispetto a tanto ecologismo figlio di una cultura scettica e panteista. Invece di esaurire le nostre relazioni con l’ambiente in un indistinto attivismo, il Papa parla di una "reciprocità" nell’azione genuinamente ambientalista: «nel prenderci cura del creato, noi constatiamo che Dio, tramite il creato, si prende cura di noi». Inoltre mette in guardia da ogni tendenza ad assolutizzare la natura o "a ritenerla più importante della stessa persona", ignorando la fondamentale differenza ontologica e di valore tra la persona umana e gli altri viventi. Ribadisce perciò la perplessità della Chiesa verso le posizioni ispirate "all’ecocentrismo e al biocentrismo" mettendo in guardia dall’inclinazione verso un «nuovo panteismo con accenti neopagani che fanno derivare dalla sola natura, intesa in senso puramente naturalistico, la salvezza per l’uomo». L’accento sul creato si rivela peraltro il più adeguato a dare fondamento anche alle attività di conoscenza e studio dell’ambiente e ad ogni azione di tutela e di risanamento che non sia puramente volontaristica o dimostrativa. Che quella di Benedetto non resti una pura affermazione di principi lo si nota anche dagli accenti realistici e dalle valutazioni critiche verso un certo modo di considerare l’ambiente; arrivando a denunciare «l’attuale ritmo di sfruttamento (che) mette seriamente in pericolo la disponibilità di alcune risorse naturali»; e a parlare di «degrado ambientale (che) è spesso il risultato della mancanza di progetti politici lungimiranti o del perseguimento di miopi interessi economici». Un intervento, quello per la giornata della Pace, che apre interessanti prospettive nella linea, già indicata nell’enciclica, di un’autentica "ecologia umana" e a partire dall’urgenza di un serio lavoro educativo: «Il degrado della natura è, infatti, strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana, per cui quando l’ecologia umana è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio». Tra le prospettive aperte basterà citare l’importanza della solidarietà inter e intra generazionale, che spinge a una particolare attenzione verso le condizioni future del Pianeta e chiama in causa soprattutto "la responsabilità storica dei Paesi industrializzati". Altro contributo propositivo è l’invito a incentivare una ricerca e sviluppo che si metta a servizio dell’uomo, nella consapevolezza che "la tecnica non è mai solo tecnica" ma espressione dell’uomo, dei suoi desideri, delle sue idealità. Infine, l’urgenza di una nuova mentalità che "induca tutti ad adottare nuovi stili di vita". Ma anche qui la proposta è in positivo e non secondo la logica delle pura rinuncia e del "meno è bello". Una logica che può arrivare a scelte come quella di Mathis Wackernagel, californiano presidente del Global Footprint Network, che dalla ribalta internazionale di Copenhagen ha dichiarato: «per limitare l’impatto ambientale della sua famiglia ho rinunciato a mettere al mondo un secondo figlio: è quello che fa aumentare di più il nostro peso sull’ecosistema». Gli stili di vita cui allude Benedetto XVI sono quelli «nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti». Forse in queste concitate giornate del summit, pochi delegati nella capitale danese avranno trovato il tempo per considerare queste riflessioni. Tuttavia i prossimi dibattiti ambientali, se vorranno uscire dalla sterile contrapposizione ideologica, potranno trovare qui dei punti solidi da cui ripartire. - Mario Gargantini - -ilsussidiario -

 
 
 

QUANDO LA CENSURA E' PURO AMORE. INTERNET, LA PORTA DELL'ABISSO

Post n°2803 pubblicato il 17 Dicembre 2009 da diglilaverita
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"E scopriamo che l’habitat che ci creiamo noi stessi ha le sue cicatrici; ferite che stanno ad indicare che qualcosa non è a posto. Anche qui nelle nostre vite personali e nelle nostre comunità possiamo incontrare un veleno che minaccia di corrodere ciò che è buono, riplasmare ciò che siamo e distorcere lo scopo per il quale siamo stati creati. L’abuso di alcool e di droghe, l’esaltazione della violenza e il degrado sessuale, presentati spesso dalla televisione e da internet come divertimento. Mi domando come potrebbe uno che fosse posto faccia a faccia con persone che soffrono realmente violenza e sfruttamento sessuale spiegare che queste tragedie, riprodotte in forma virtuale, sono da considerare semplicemente come "divertimento". Vi è anche qualcosa di sinistro che sgorga dal fatto che libertà e tolleranza sono così spesso separate dalla verità. Questo è alimentato dall’idea, oggi ampiamente diffusa, che non vi sia una verità assoluta a guidare le nostre vite. Il relativismo, dando valore in pratica indiscriminatamente a tutto, ha reso l’"esperienza" importante più di tutto. In realtà, le esperienze, staccate da ogni considerazione di ciò che è buono o vero, possono condurre non ad una genuina libertà, bensì ad una confusione morale o intellettuale, ad un indebolimento dei principi, alla perdita dell’autostima e persino alla disperazione. La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze, per quanto utili molti di tali eventi possano essere". È una ricerca del vero, del bene e del bello. Proprio per tale fine compiamo le nostre scelte, esercitiamo la nostra libertà e in questo, cioè nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità e gioia. Non lasciatevi ingannare da quanti vedono in voi semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità. Cristo offre di più! Anzi, offre tutto! Solo lui, che è la Verità, può essere la Via e pertanto anche la Vita. Così la "via" che gli Apostoli recarono sino ai confini della terra è la vita in Cristo. È la vita della Chiesa. E l’ingresso in questa vita, nella via cristiana, è il Battesimo. Nel giorno del Battesimo Dio vi ha introdotto nella sua santità (cfr 2 Pt 1,4). Siete stati adottati quali figli e figlie del Padre e siete stati incorporati in Cristo. Siete divenuti abitazione del suo Spirito (cfr 1 Cor 6,19). Il Battesimo non è un compimento né una ricompensa: è una grazia, è opera di Dio. Perciò, verso la fine del rito del Battesimo, il sacerdote si è rivolto ai vostri genitori e ai partecipanti, e chiamandovi per nome ha detto: "Sei diventato nuova creatura" (Rito del Battesimo, 99)". Benedetto XVI, Discorso ai giovani, sul molo di Barangaroo, Sydney, 12 luglio 2008

No alla censura. Un grido s'alza fiero a destra, a sinistra, al centro. Globalizzazione del diritto di espressione e altre amenità del genere post-sessantottino. Colpisce l'attenzione spasmodica per la rete registrata in queste ore. Eppure qualcosa non quadra. Internet sembra esser diventato un totem di libertà, inattaccabile. E' la rivoluzione moderna che ha dilaniato frontiere e ha fatto del mondo un fazzoletto, ci si dice. Vero, ma si dimentica troppo in fretta che, comunque, di realtà virtuale si tratta. E che non vì è distinzione, il Web abbatte ogni frontiera, comprese quelle del lecito e dell'illecito. Ne parlava ieri il Papa, circa la legge naturale e la sua figlia più nobile, l'equità che resiste alla "tirannia del principe" e difende la vita, il matrimonio, la giustizia. Ma già scriveva Blaise Pascal: "È vero che ci sono leggi naturali, ma la ragione corrotta ha tutto corrotto". Se crollano le frontiere dell'equità, della sacralità della vita e della persona umana, allora le conseguenze sono tragiche. Su adulti, ragazzi e bambini. Perchè non si può parlare di regole? Perchè si sbatte subito in faccia la parola censura a tagliar corto ogni discussione? Il caso del ferimento di Berlusconi è solo un piccolo squarcio a mostrare quel che si deposita nella rete. Si inscenano proteste e indignazioni per la mercificazione del corpo della donna e si tace della pornografia a portata di mouse che avvelena occhi, mente e cuore di milioni di persone. E di ragazzi. E di bambini. Nessuno che prenda di peso questa situazione tragica. Chiunque, in questo istante, può accendersi il computer, e con due clic entrare nel letame avvelenato della pornografia più estrema. Sono detestabili e pericolosi gli incitamenti all'odio e alla morte dei politici come di qualunque persona. Ma di questa finestra costantemente aperta sulla pornografia, capace di azzerare la purezza e di graffiare l'anima con conseguenze irreparabili, di questo non se ne parla. Facebook e i social network che fanno delle persone dei pupazzi cangianti abito ad ogni occasione sono già un macigno sul cuore. La loro subdola perversione è invasiva, stordisce le personalità, cancella la capacità di relazione, trasforma in ipocriti permanenti i frequentatori. E poco importa che prelati alti e bassi abbiano un aperto un loro profilo. Pensiamo ai giovani indifesi che vivono appesi alla propria pagina, al blog, alla catena di amici, all'espressione della faccetta che risponderà alla propria foto o al proprio soliloquio, come pesci muti impigliati nelle maglie di una rete che stringe sino a soffocare. Ma soprattutto pensiamo ai giovani, ai bambini mandati al macello della pornografia gratuita. Che ne sarà di loro, dei loro sentimenti, dei loro amori, delle loro famiglie, dei loro figli? Che ne sarà se la fonte dei loro sguardi, dei loro pensieri sarà avvelenata da immagini demoniache che uccidono, accidenti se uccidono, la gioia, la semplicità, la spontaneità. "Il degrado sessuale, presentato spesso dalla televisione e da internet come divertimento. Mi domando come potrebbe uno che fosse posto faccia a faccia con persone che soffrono realmente violenza e sfruttamento sessuale spiegare che queste tragedie, riprodotte in forma virtuale, sono da considerare semplicemente come "divertimento"" (Benedetto XVI, Discorso ai giovani, sul molo di Barangaroo, Sydney, 12 luglio 2008). Censura? Sarebbe ancora poco. Sarebbero da polverizzare siti e industrie che vi sono dietro, commercio assassino di anime e corpi. Ma nessuno dirà mai una parola, l'indignazione un tanto al chilo è riservata all'istante modaiolo. E non è indignazione, è anch'essa un ibrido virtuale. Statene certi, nessuna regola vera arriverà mai, nessuna censura, e la morte continuerà ad essere a disposizione di tutti. Come le sigarette che impacchettano tatuate di teschi e di avvisi da raggelare. Ti vendono la morte, ma ti avvertono che potresti morire. Come i siti pornografici che ti invitano a non entrare se non sei maggiorenne. E con questo ecco pronto il disclaimer, declinata ogni responsabilità, della tua reale sorte non importa a nessuno. Importano i denari, come i trenta che costò la vita dell'Autore della Vita. Il Papa, con le parole che pronunciò a Sydney, ci indica il cammino per difenderci, anzi, molto di più, per vivere pienamente nella "ricerca del vero, del bene e del bello". E così compiere "le nostre scelte", esercitando "la nostra libertà e in questo, cioè nella verità, nel bene e nel bello", trovare "felicità e gioia". Ed il cammino, ci disse il Papa, non può che essere battesimale, alle radici della nostra elezione, della Vita vera. "Cristo offre di più! Anzi, offre tutto! Solo lui, che è la Verità, può essere la Via e pertanto anche la Vita. Così la "via" che gli Apostoli recarono sino ai confini della terra è la vita in Cristo. È la vita della Chiesa. E l’ingresso in questa vita, nella via cristiana, è il Battesimo". Il Battesimo al centro del combattimento, la Grazia da gestare in noi attraverso la Chiesa, in un cammino serio di conversione che conduca alla fede adulta. Essa è la fonte della nostra gioia, e quella dei nostri figli.Infatti "Nel giorno del Battesimo Dio vi ha introdotto nella sua santità (cfr 2 Pt 1,4). Siete stati adottati quali figli e figlie del Padre e siete stati incorporati in Cristo. Siete divenuti abitazione del suo Spirito (cfr 1 Cor 6,19). Il Battesimo non è un compimento né una ricompensa: è una grazia, è opera di Dio". Per questo è necessario un luogo dove questa Grazia possa crescere e dar frutto, e con esso vita e gioia vera. Non possiamo abbandonare i nostri figli dinnanzi ad uno schermo gravido di veleno. Non possiamo farlo neanche noi adulti. Occorre aggrapparci a Cristo, camminare con Lui nella Chiesa, e non aver paura. Difendere la santità donataci è l'unica possibilità di vita che ci è data. Altrimenti è morte certa. Non ci resta che attrezzarci, che autocensurarci, e lottare, combattere la buona battaglia della fede. E chiedere aiuto alla moglie, al marito, ai genitori, alla Chiesa, alla comunità di fratelli che cammina con noi. Essere fedeli all'ascolto dela parola e assidui ai sacramenti. E chiedere al Signore lo zelo per la Sua casa, perchè non diventi una spelonca di ladri. Occorre rovesciare i tavoli dei cambiavalute, pulire e ripulire,senza paura. E vietare, sì vietare anche se sembra che ormai ovunque sia vietato vietare. Proibire per amore, strappare dalla rete avvelenata, a volte con santa violenza. Difendere i nostri figli dal drago che irrompe, silenzioso, tra le nostre mura. Accettando guerre in famiglia, ribellioni e bombe atomiche. E aiutare a usare internet con sapienza, perdendo le ore accanto alle persone amate. Basta un istante, un minuto e la frittata è fatta. E questo è amore vero, serio e adulto che impone, a volte, censure senza sconti, lucchetti e sentinelle armate alle porte dell'abisso. - Antonello Iapicca Pbro - I Segni dei Tempi -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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