ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 24/12/2009

PREGHIERA DI GIOVANNI PAOLO II: BAMBINO GESU'

Post n°2834 pubblicato il 24 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!
accarezza il malato e l'anziano!
Spingi gli uomini a deporre le armi
e a stringersi in un
universale abbraccio di pace!
Invita i popoli, misericordioso Gesù,
ad abbattere i muri creati
dalla miseria e dalla disoccupazione,
dall'ignoranza e dall'indifferenza,
dalla discriminazione e dall'intolleranza.
Sei Tu, Divino Bambino di Betlemme,
che ci salvi liberandoci dal peccato.
Sei Tu il vero e unico Salvatore,
che l'umanità spesso cerca a tentoni.
Dio della Pace, dono di pace all'intera umanità,
vieni a vivere nel cuore di ogni uomo
e di ogni famiglia.
Sii Tu la nostra pace e la nostra gioia! Amen.

 Giovanni Paolo II

 
 
 

DIO VIENE NEL MONDO DISARMATO PER VINCERE SENZA VIOLENZA. CHI NON ACCOGLIE GESU' COME UN BAMBINO NON ANDRA' IN CIELO

Post n°2833 pubblicato il 24 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"A Natale, Dio viene senza armi, senza la forza, non vuole conquistarci dall'esterno: si fa bambino inerme per vincere la violenza, la superbia, la brama di potere dell'uomo". Lo ha detto il Papa nell'Udienza Generale del Mercoled’. "E' davvero diventato l'Emanuele, Dio con noi: in quel bambino - ha aggiunto a braccio - Dio e' diventato cosi' prossimo che possiamo dargli del tu, in un rapporto di profondo affetto cosi' come facciamo con un neonato". "Il desiderio, che tutti portiamo nel cuore, e' che la prossima festa del Natale ci doni, in mezzo all'attivita' frenetica dei nostri giorni, serena e profonda gioia per farci toccare con mano la bonta' del nostro Dio e infonderci nuovo coraggio", ha proseguito il Pontefice nella catechesi dedicata all'origine e al significato di questa festa. "L'anno liturgico della Chiesa non si e' sviluppato inizialmente partendo dalla nascita di Cristo, ma dalla fede nella sua risurrezione", ha ricordato Benedetto XVI. Percio', "la festa piu' antica della cristianita' non e' il Natale, ma e' la Pasqua: la risurrezione di Cristo fonda la fede cristiana, e' alla base dell'annuncio del Vangelo e fa nascere la Chiesa". "Essere cristiani - quindi - significa vivere in maniera pasquale, facendoci coinvolgere nel dinamismo che e' originato dal Battesimo e che porta a morire al peccato per vivere con Dio". Il primo ad "affermare con chiarezza" che Gesu' nacque il 25 dicembre, ha osservato Benedetto XVI, e' stato Ippolito di Roma, nel suo commento al Libro del profeta Daniele, scritto verso il 204. La coincidenza di questa data con la festa della Dedicazione del Tempio di Gerusalemme, istituita da Giuda Maccabeo nel 164 avanti Cristo, per molti esegeti significa che "con Gesu', apparso come luce di Dio nella notte, si realizza veramente la consacrazione del tempio, l'Avvento di Dio su questa terra". Sempre per restare in tema, il Papa ha poi rilevato che San Francesco d'Assisi ha rilanciato e non inventato il presepe, usanza che e' molto piu' antica. "Grazie a San Francesco - ha rimarcato Ratzinger -, il popolo cristiano ha potuto percepire che a Natale Dio e' davvero diventato il Dio-con-noi, dal quale non ci separa alcuna barriera e alcuna lontananza". "La scoperta che Dio si rivela nelle tenere membra del Bambino Gesu': e' questo che la fede viva e l'amore di Francesco per l'umanita' di Cristo hanno trasmesso alla festa cristiana del Natale". Dalla "particolare devozione" di Francesco al "mistero dell'Incarnazione" ebbe origine la famosa celebrazione del Natale a Greccio, che "probabilmente - ha osservato il Papa - fu ispirata a San Francesco dal suo pellegrinaggio in Terra Santa e dal presepe di Santa Maria Maggiore". Cio' che animava il poverello di Assisi, ha commentato Benedetto XVI, "era il desiderio di sperimentare in maniera concreta, viva e attuale l'umile grandezza dell'evento della nascita del Bambino Gesu' e di comunicarne la gioia a tutti". "Chi non accoglie Gesu' con cuore di bambino - ha ammonito Benedetto XVI - non puo' entrare nel regno dei cieli: questo e' quanto Francesco ha voluto ricordare alla cristianita' del suo tempo e di tutti tempi, fino ad oggi". "Non dobbiamo dimenticare che il titolo piu' grande di Gesu' Cristo e' proprio quello di Figlio, Figlio di Dio", ha tenuto a precisare Papa Ratzinger, secondo il quale "la dignita' divina viene indicata con un termine, che prolunga il riferimento all'umile condizione della mangiatoia di Betlemme, pur corrispondendo in maniera unica alla sua divinita', che e' la divinita' del Figlio". Questo "particolare approccio al Natale", per il Pontefice, "ha offerto alla fede cristiana una nuova dimensione", perche' "con San Francesco e il suo presepe venivano messi in evidenza l'amore inerme di Dio, la sua umilta' e la sua benignita', che nell'Incarnazione del Verbo si manifesta agli uomini per insegnare un nuovo modo di vivere e di amare". Di qui la preghiera di Benedetto XVI affinche' "il Padre conceda al nostro cuore quella semplicita' che riconosce nel Bambino il Signore, proprio come fece Francesco a Greccio". "E' questo l'augurio - ha concluso rivolto ai circa 8.000 fedeli presenti nell'Aula Nervi - che formulo con affetto a tutti voi, alle vostre famiglie e a quanti vi sono cari. Buon Natale a voi tutti!". - Petrus -

 
 
 

SCUOLA: IL NATALE "SCOMODO" DI CERTI INSEGNANTI

Post n°2832 pubblicato il 24 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Occorre aggiornare l’elenco dei nemici del (Santo) Natale e, per quanto paradossale ciò possa apparire, collocare al primo posto dell’immaginaria relativa graduatoria la libertà d’insegnamento, secondo la vulgata di uno sparuto gruppo di suoi maldestri titolari. Dice infatti la cronaca che, nella città di Cremona, un maestro, evidentemente insensibile agl’imperativi del risparmio energetico, ha tentato di sostituire le festa di Gesù Bambino con una non meglio precisata “Festa delle luci”, mentre a Cagliari due maestre, meno creative, ma altrettanto sensibili ai dettami del multiculturalismo, si sono limitate ad impedire alle scolaresche di partecipare ad una festa di Natale organizzata in collaborazione con altre scuole del quartiere nonché, par di capire, con alcuni rappresentanti dell’amministrazione comunale. L’intento dichiarato è stato, nei due casi, quello di non arrecare disagio agli alunni appartenenti ad altre religioni, e per legittimare la decisione si è invocato il principio della libertà d’insegnamento. In entrambe le circostanze, insieme agli alunni, ai docenti, agli organizzatori e all’incolpevole Gesù Bambino, assurgono al ruolo di protagonisti i due dirigenti scolastici, ma con stili diversi e quasi contrapposti. Quello padano, al corrente di quanto andava maturando in una classe del suo istituto, è prontamente intervenuto a vietare l’incongrua iniziativa; la dirigente cagliaritana, dopo avere confessato che niente sapeva della decisione presa dalle maestre, le ha giustificate, considerando la loro iniziativa come espressione della libertà d’insegnamento e dell’autonomia didattica garantite dalla legge. Chi ne avesse la voglia potrebbe trovare, nel guazzabuglio di norme che regolamentano la nostra scuola, e nelle prassi consolidate, argomenti a difesa di tutti e due i dirigenti oppure a condanna, con pari plausibilità, almeno sul piano formale. E questo non ci pare problema di poco conto, se consideriamo che dentro questo mondo scolastico dagli assetti funzionali così incerti e contraddittori vanno i nostri figli, ad apprendervi, tra le altre cose, l’educazione alla cittadinanza e al rispetto delle regole, che, come si sa, abbisognano di una cornice di principi e di criteri stabile e precisa. Non è dato sapere se l’operato dei due dirigenti o quello di uno solo dei due (quale?), formerà oggetto di verifica ispettiva né quali ne saranno le risultanze, e nemmeno se l’operato dei docenti sarà anch’esso sottoposto ad analoga indagine. Nel frattempo, leggeremo sui giornali una dichiarazione del ministro più o meno indignata o perplessa e quelle, ovviamente bipartite, di due pedagogisti, i quali esprimeranno sui due casi giudizi di opposto tenore. E intanto qualcuno, volendo chiarire le cose, salirà in cattedra a spiegare che la questione rientra fra gli eventi resi possibili dal pluralismo delle società complesse, rinfocolando incertezze e confusione. Ma la confusione invade anche la didattica, quando tra i percorsi dell’educazione interculturale figura il divieto di partecipare ad un’esperienza capace di far conoscere aspetti significativi di una religione diversa dalla propria. Andava semmai favorita e organizzata, a completamento del percorso formativo, un’esperienza inversa tesa a far conoscere ai nativi la religione dei migranti. Si dice che la contraddizione sia la morte del filosofo, ma le cose non vanno meglio quando a contraddirsi è l’insegnante, giacché ne va di mezzo l’efficacia dell’azione educativa. C’è da chiedersi inoltre se, su un passaggio così importante come quello della censura nei riguardi della tradizione natalizia nostrana, profondamente radicata nella mente e nel cuore dei nostri bambini, si sia aperto il confronto, imprescindibile, con le famiglie degli alunni, anch’esse titolari di doveri e di diritti nel campo dell’educazione, e se la decisione delle maestre facesse riferimento a qualche documento interno avente per oggetto la programmazione educativa.
Se avevano tralasciato questi passaggi, qualcuno, il dirigente della scuola, doveva richiamarli e rammentarglielo, posto che la libertà d’insegnamento non è un privilegio concesso per sollevare i docenti dalla fatica del dialogo e del confronto all’interno della comunità scolastica, ma la condizione indispensabile per poter operare nel miglior modo possibile nell’esclusivo interesse dell’allievo. - Gabriele Uras - ilsussidiario -

 
 
 

PSICOFARMACI PER BAMBINI. UNA MODA PERICOLOSA

Post n°2831 pubblicato il 24 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Undici milioni di prescrizioni di antidepressivi e 2,5 milioni di antipsicotici ai giovani ogni anno. Le prescrizioni di psicofarmaci sono in continuo aumento in Occidente e tale aumento sembra non avere sempre una giustificazione clinica. Il cambiamento di paradigma culturale ha molto a che vedere con gli interessi dell'industria farmaceutica…
 
Undici milioni di prescrizioni di antidepressivi e 2,5 milioni di antipsicotici ai giovani ogni anno. Negli Stati Uniti la probabilità per un bambino o una bambina orfani di assumere farmaci è sedici volte superiore alla media. E una visita dallo psichiatra su cinque da parte di una persona giovane si conclude con una ricetta di un antipsicotico. Sono i dati raccolti dal nostro gruppo di lavoro; la federazione che ho l'onore di presiedere è preoccupata per l'allarmante aumento delle prescrizioni di psicofarmaci ai bambini, soprattutto negli Stati Uniti. Tuttavia, l'aumento incessante di tali prescrizioni si osserva in tutti i Paesi del cosiddetto mondo occidentale (300% in più negli ultimi dieci anni). La percentuale dei giovani che prendono uno o più farmaci per il trattamento di problemi di comportamento è del 9% negli Stati Uniti, del 6% in Gran Bretagna e del 3% in Australia. Non si spiegano le differenze che ci possono essere fra un bambino o un giovane australiano e uno nordamericano... Ci si può chiedere se questo tasso di prescrizioni sia giustificato dall'evidenza delle prove cliniche, se tali farmaci siano sicuri ed efficaci, o se sia realmente necessaria la polimedicazione. Sarebbe interessante capire perché c'è una maggiore incidenza di depressioni negli Stati Uniti e in altri paesi ricchi rispetto ai paesi poveri o se i medici che prescrivono di routine gli psicofarmaci seguono i mandati etici e scientifici della medicina basata sull'evidenza. Le diagnosi di iperattività o di disturbi del comportamento sono frequentemente associate alla prescrizione di antipsicotici, per cui possiamo dedurre che questi farmaci si utilizzano per controllare irritabilità e aggressività e si aggiungono agli stimolanti che paradossalmente si prescrivono contro l'iperattività. Gli studi sull'uso di antipsicotici nei bambini sono pieni di serie limitazioni metodologiche, che includono campioni troppo piccoli, test aperti o scarsa evidenza. In molte occasioni la necessaria "cecità" nelle prove cliniche (né il medico né il piccolo paziente o i suoi genitori sanno se prende un farmaco o un placebo) non si applica o è molto difficile da mettere in pratica. Vediamo alcune spiegazioni dell'aumento delle diagnosi e delle prescrizioni. L'infanzia e il passaggio alla vita adulta in Occidente sono drasticamente cambiati per molte ragioni ben note alla comunità cattolica: la crisi della famiglia estesa, l'aumento dei divorzi e delle famiglie monoparentali, l'incentrarsi più sull'individuo e meno sulle relazioni interpersonali, sulla famiglia o sulla comunità, i cambiamenti di vita dovuti alla secolarizzazione, al materialismo e al consumismo.
La depressione, l'ansia e le condotte aggressive sono quindi in aumento in Occidente. I comportamenti dei bambini devono essere intesi come un riflesso del loro contesto di vita. L'aumento dei problemi emozionali e di comportamento in bambini e adolescenti ha la sua genesi in una società iperstimolata, dove le immagini dei mezzi di comunicazione saturano il desiderio di sazietà, di felicità e di beni materiali della persona, offrendole aspettative irreali. Quelli che non si adeguano agli standard di comportamento e di controllo definiti dai genitori, dalle scuole e dai governi, si trasformano in "problemi" che si devono risolvere. E la risposta automatica è molto spesso la prescrizione di un farmaco. Il distress del bambino si riduce a una "alterazione biochimica". Man mano che si realizzano sempre più diagnosi e che sempre più pazienti e personale medico si sentono a proprio agio rispondendo con la medicalizzazione, l'alterazione medica diviene strutturale e definisce secondo la propria convenienza la situazione di "normalità" di un comportamento infantile. La medicalizzazione fa aumentare l'influenza degli "esperti" che prescrivono farmaci e, nello stesso tempo, si consolida nella cultura dominante. E le diagnosi possibili sono sempre di più; si è passati da 50 a 400 dal primo Diagnostic and Statistical Manual della American Psychiatric Association.
Purtroppo questa situazione rende molto difficili o impossibili altre terapie o approcci che potrebbero a loro volta recare benessere ai bambini, alle loro famiglie e alla società. È giusto interrogarsi anche sul ruolo svolto in questo campo dal desiderio di lucro dell'industria. Molti studi clinici sono finanziati dall'industria farmaceutica. Ed esiste una correlazione diretta fra il finanziamento dello studio e i suoi risultati. I centri accademici e le agenzie governative, come pure il discredito pubblico, l'autocontrollo o le sentenze giudiziarie, sono un freno solo parziale alle pratiche abusive di una certa industria. È molto difficile che l'informazione sui farmaci non sia influenzata, in qualche modo, dall'industria che li vende. Per esempio, l'American Psychiatric Association ha ricevuto nel 2006 un terzo del proprio finanziamento (62,5 milioni di dollari) dall'industria farmaceutica ("New York Times", 7/12/2008). Discernere fra buona scienza (che esiste) e buon marketing (che a sua volta esiste) non è sempre facile. Possiamo di conseguenza affermare che le prescrizioni di psicofarmaci sono in continuo aumento in Occidente, che tale aumento sembra non avere sempre una giustificazione clinica, che il cambiamento di paradigma culturale ha molto a che vedere con ciò e che gli interessi dell'industria farmaceutica spiegano in parte questo aumento. I dati con cui lavoriamo nella Fiamc non sono infallibili; alla loro base c'è, comunque, un lavoro molto completo, fatto in buona fede e tenendo conto della medicina basata sull'evidenza. Non siamo per principio contro l'uso dei psicofarmaci nei bambini; in alcune occasioni sono necessari. Siamo però contrari al loro abuso o uso non corretto. Noi medici dobbiamo pensare sempre ad altre possibilità prima di prescrivere un farmaco a un bambino. Per questo, come si legge nei nostri statuti, collaboriamo allo sviluppo della professione medica e promuoviamo la salute e il lavoro sociale, specialmente nei nostri involontari piccoli pazienti. - José María Simón Castellví - L'Osservatore Romano -

 
 
 

IL NATALE E' IL BACIO DI DIO

Post n°2830 pubblicato il 24 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Ad un tratto, in fondo a destra, dove vi è la mangiatoia, ho visto Maria. Con mia sorpresa stava pulendo il sedere di Gesù Bambino e sistemandolo in fasce... L'umiltà è la condizione essenziale per far sì che il Natale di Dio si perpetui nei secoli. E la mancanza di umiltà può provocare l’aborto di Dio: se Maria infatti avesse rinunciato all'umiltà mentre attendeva Gesù… Non è possibile che Dio non sia umile. Non vi sarebbe Dio.

      Vi racconto una storia, una storia vera che ho vissuto quando stavo a Betlemme…

Un giorno decisi di andare a Betlemme partendo a piedi dalla zona in cui stavo. Salutai come al solito Abu Hanna che sostava al cancello e poi mi incamminai da solo. Giunto a Betlemme, dopo un’oretta di cammino, mi inoltrai per vie e viuzze che solitamente non facevo, attratto dal desiderio di sbirciare dentro le case per scorgervi lo scorrere della vita quotidiana. Vidi ben poco… Giunto nei pressi della grotta, mi trovai davanti il solito gruppo di americani che ne ostruiva l’entrata. Conoscendo bene il luogo, entrai dall’altra parte, evitando di incrociare gli occhi severi del sacrestano armeno, quello gobbo. Mi metto in fondo, in ginocchio, cercando di non ascoltare quello che la guida stava dicendo. Ad un tratto un turista chiede: Quanti giorni Gesù è rimasto qui? La risposta della guida non mi convinse. Ma in me nacque il desiderio di rivivere quegli attimi di 2000 anni fa…
Mi immaginai Giuseppe che arrivava con un secchio d’acqua, i pastori alle prese con le pecore, le donne che chiacchieravano tra loro, i bambini che giocavano a nascondino… Ad un tratto, in fondo a destra, dove vi è la mangiatoia, ho visto Maria. Con mia sorpresa stava pulendo il sedere di Gesù Bambino e sistemandolo in fasce. Non credevo ai miei occhi, eppure era proprio così. In quel momento ho pensato: solo un Dio umile poteva abbassarsi a tanto! Umile a tal punto da venir trattato come tutti i bambini di questo mondo. E Maria… altro che donna da altari! Era alle prese con pannolini e “pappe”, come ogni mamma. È proprio vero: la grandiosità dell’amore di Dio si coniuga nel tempo della debolezza.
In quel momento mi venne in mente un passo di Dostoevskij. Ivan Karamazov, parlando con Alesa, evoca la leggenda di san Giuliano Lo Spedaliere. Scrive così: «Un passante, affamato e intirizzito, venne un giorno a supplicarlo di riscaldarlo; il santo si sdraiò su di lui, lo prese tra le braccia e si mise ad inalare il fiato nella bocca purulenta di quell’infelice, infettata da un’orribile malattia». Pensai che bisogna essere immensamente grandi per respirare così, per stare “bocca a bocca” con i poveri. Bisogna essere Dio. Quanto dovrebbe commuovermi la certezza che la bocca di Dio sia eternamente attaccata alla mia purulenza, alla mia povertà, alla mia storia fatta sì di gioie ma anche di paure e solitudini. Pensai che il Natale è il bacio di Dio…
Preso da tali pensieri mi misi in ascolto dei personaggi che vedevo e che mi osservavano…
Maria mi disse: l’umiltà l’ho appresa e conservata frequentando Dio. Abbiamo a che fare con un Dio umile, un Dio che ha l’umiltà come spina dorsale. L’umiltà è l’aspetto più radicale dell’amore, è l’impalcatura di Dio, umile a tal punto da farsi bambino ed essere trattato come tutti i bambini che vengono alla luce. Ha pianto anche Lui nascendo: e penso abbia pianto anche Dio per amore come piange una persona quando fa l’esperienza di amare a tal punto da non poter contenere l’amore. Sì, perché si può amare fino al punto che ti fa male…
Tra me e me pensai: L’umiltà è la condizione essenziale per far sì che il Natale di Dio si perpetui nei secoli. E la mancanza di umiltà può provocare l’aborto di Dio: se Maria infatti avesse rinunciato all’umiltà mentre attendeva Gesù… Non è possibile che Dio non sia umile. Non vi sarebbe Dio. Se Dio non fosse umile come potremmo avere in noi il desiderio di Dio? Abbiamo a che fare con un Dio ricco dell’umile amore, quindi con un Dio povero. Dio è quell’essere che pronuncia un “Ti amo” incondizionato, un “Ti amo” disposto ad essere rifiutato e rimandato al mittente come se fosse una lettera che non avresti mai voluto ricevere perché ti rivela a te stesso. Non basta essere amati: abbiamo bisogno di essere amati di un amore incondizionato, di un amore che è “per sempre” e “a tutti i costi”. Per questo nel Natale Dio mette a rischio se stesso divenendo vulnerabile. Tale vulnerabilità, segno dell’amore incondizionato di Dio, si rivelerà completamente sulla croce quando la lancia del Longino, colpendo il cuore di Cristo, trafiggerà Dio stesso.
Poco dopo Giuseppe mi disse: sai… è tutta una questione di promesse. Non parlo solo delle promesse fatte ai miei padri in cui si sperava la terra promessa o una discendenza o la liberazione dalla schiavitù. Parlo della promessa che Dio ha fatto a se stesso: essere amore per sempre. Questa è la promessa di Dio all’uomo. Con questa certezza nel cuore ho accolto Maria e il bambino che attendeva: ho voluto con l’aiuto dell’angelo mantenere la mia promessa sicuro che Dio non viene meno alle promesse che fa.
Tra me e me pensai: Come cambierebbe la mia vita e come cambierebbe il mondo se vivessimo ogni attimo con la certezza che Dio mantiene le sue promesse. Gesù è la promessa di Dio Padre. Celebrare il Natale significa festeggiare il fatto che Dio ha mantenuto la sua promessa. Abbiamo a che fare con un Dio fedele, un Dio che a tutti i costi mantiene le sue promesse. D’altra parte l’amore vero non è forse una questione di promesse? …Non è forse uno scambio di fedeltà?
Ma forse Natale è anche il giorno in cui fare la propria promessa a Dio… Sì, dico a te che ti lasci andare perché sei stato tradito, dico a te che stai attendendo l’avverarsi di una promessa che stenta a realizzarsi perché c’è di mezzo l’egoismo, dico a te che la sera ti addormenti con il cuore che piange per le promesse non mantenute e ora ti ritrovi solo o sola. Inizia tu… a mantenere le tue promesse, quelle vere ovvero quelle che non solo ti permettono di amare ma che ti fanno diventare amore. Mantieni le tue promesse anche a costo di versare sangue: non è forse questo che Cristo ha fatto?
Vuoi nascere davvero a vita nuova? Vuoi festeggiare il tuo Natale? Non tradire le persone che ti sono care, non tradire te stesso, non tradire Dio. Dio pur di non tradire ha accettato di essere tradito. Per questo Dio vive: l’amore promesso e mantenuto è fonte di continua vita nuova. A Natale Dio dice a te: «Non temere: io ho mantenuto la mia promessa».
Poi i pastori si intromisero nei miei pensieri e mi dissero: dobbiamo imparare ad essere seri come un bambino che sogna. Noi pastori abbiamo sognato a lungo, abbiamo sperato, abbiamo atteso coltivando la speranza che si avveri la promessa di Dio. E non siamo stati delusi. Che cosa sarebbe accaduto di noi se avessimo chiuso i canali della speranza? Staremo vagabondando nel buio perché rinunciare a sperare significa disperare, e quando si dispera si diventa ciechi. Allora neanche la stella più luminosa serve. È la speranza che accende le stelle.
Anche questa volta tra me e me pensai: forse dobbiamo ricominciare a credere ai sogni. Come Giuseppe, come Maria, come questi pastori. Mi chiedo: è il Natale che genera la speranza o è la speranza che genera il Natale? Ambedue. Senza speranza non può esservi Natale e il Natale, stesso, ovvero la venuta di Cristo in mezzo a noi, è motivo di speranza. Chi frequenta solo le leggi del cosmo e della materia impara a ragionare, ma chi frequenta Dio ovvero la legge dell’amore impara a sperare perché giungere a conoscere Dio, il vero Dio, significa ricevere speranza, ricevere i sogni. Non è la scienza che redime l’uomo: l’uomo viene redento mediante l’amore. Chi vive senza sogni vive le doglie della vita ma partorisce solo vento. Nella speranza la sofferenza vera, che sia scelta o subita, se accettata genera vita.
Anche la grotta volle parlare… La grotta mi disse: non ho altro da offrire se non la mia povertà, la mia nudità, la mia precarietà, il mio niente… D’altra parte se fossi stata piena di oggetti, di ricchezze, di persone… non vi sarebbe stato spazio per Gesù e anch’io avrei dovuto dire “Non vi è più posto”. È nel vuoto che Cristo nasce. 
Tra me e me pensai: il tutto può essere accolto solo dal nulla… Natale è solo memoria o è memoriale? È solo nostalgico ricordo o è realtà che ancora una volta accade? La grotta oggi sono io, ma… sono abitato da cosa, da chi? Se non faccio tabula rasa non posso essere abitato da Dio. Se non mi svuoto di tutto ciò che rende la mia grotta inabitabile, non posso essere abitato da Dio e, tutto sommato, neanche da me stesso perché è Dio che rivela l’uomo all’uomo, è Dio che mi fa abitare presso di me. É possibile essere il luogo in cui il Natale si perpetua attraverso un cammino interiore, fatto di purificazione dei desideri e liberazione dalle menzogne segrete. Solo così saremo capaci di Dio.
A questo punto… dopo questi incontri inattesi e dopo aver visto Maria terminare di sistemare i pannolini del suo Gesù, non mi rimase altro che stare in silenzio attendendo che la cagnara dei turisti finisse. Poi tornai poi a casa, in taxi questa volta per pochi shekel, con il cugino di Abu Elias e con un’idea ben chiara: Dio, che è Dio, è umile, mantiene le sue promesse, dona speranza, abita in noi, ma… è condizionato dal sì dell’uomo. È un paradosso: Dio è povero senza di me, senza di te. Dio mendica il nostro amore, il nostro sì. Dio è un mendicante.
Se è così, il miglior regalo che tu puoi farti a Natale è il tuo sì all’amore incondizionato: è la presupposto perché il Natale si avveri ancora. E non aspettare domani… perché i mendicanti non sempre ci sono lungo la strada. - donboscoland -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 26
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Dicembre 2009 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 
 

ARTICOLI DI FEDE MOLTO BELLI

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963