ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 07/04/2010

RINUNCIA AL MARITO MA NON ALLA FIGLIA DOWN

Post n°3387 pubblicato il 07 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Doveva decidere tra il mari­to e la bambina, tra la mi­naccia di far crescere la sua prima figlia senza padre e la pos­sibilità di far nascere la sua secon­da figlia con un cromosoma in più. Antonella, tre anni fa, ha scelto la vita.

Quella di Antonella e della sua fa­miglia (i nomi sono tutti di fanta­sia perché c’è una causa giudizia­ria in corso che coinvolge minori, ndr) è una di quelle storie che ge­nerano un nodo in gola e fanno stringere i pugni per la rabbia, ma poi sciolgono la tensione in un pianto commosso davanti a tanto amore e a tanta solidarietà. Tutto comincia poco più di tre anni fa, in un paesino della provincia di Sira­cusa, in una famiglia di professio­nisti innamorati del loro lavoro e della loro vita. Antonella, 41 anni, medico e con una figlia di quasi due anni, scopre di aspettare un altro bambino. Il marito gioisce, ma l’avverte: «Ora bisogna fare l’amniocentesi». Una sottolinea­tura che ha il sapore del comando, ma Antonella lo asseconda, per la­sciarlo tranquillo, come era già successo con Letizia, la prima bambina. È lui che va a ritirare il ri­sultato dell’esame, è lui che arriva a casa tremante e nel corridoio di­ce alla moglie che il figlio che stan­no aspettando ha la sindrome di Down. Lei gli chiede: «È maschio o femmina?». «Femmina», risponde lui, paralizzato dalla paura. E lei piange, si ac­carezza il ventre e co­mincia a baciare il foglio del referto. «Solo in quel momento mi sono resa conto che la cosa più importante era la vita di quella bambina», si commuove ancora Antonella. Ma il marito non ci vede più, ac­cecato dalla paura per la sindrome di Down, per i problemi che si pre­senteranno, per il dramma di ave­re una figlia imperfetta. «Abbiamo parlato per 72 ore filate, senza dor­mire – racconta Antonella –. L’ab­biamo detto alla mia famiglia e al­la sua. Le reazioni sono state mol­to diverse. Ma io avevo già deciso. Lui mi ha accusato di averlo tradi­to. Era incredibile constatare co­me il suo amore infinito negli 88 giorni che erano intercorsi tra il te­st di gravidanza e l’esito dell’am­niocentesi si fosse trasformato in paura infinita. La bimba si muo­veva nelle nostre notti insonni e lui gridava: “Non la voglio sentire”». Finché, il giorno del secondo com­pleanno della prima figlia, lui esce di casa e non torna più. Niente e nessuno è in grado di fargli cam­biare idea. Chiede il divorzio. Le sorelle di Antonella, un’amica suora delle carmelitane scalze, gli amici dell’Azione cattolica ab­bracciano quella mamma afflitta, ma mai disperata, e condividono con lei ogni momento di quella gravidanza difficile. «In quei mesi ho sperimentato uno stato di gra­zia particolare, che il Signore mi ha voluto donare. Non avrei saputo dove prendere quella forza per an­dare avanti», confida. Nel caldo maggio di tre anni fa, Maria Tere­sa viene alla luce, bruna, bella, for­te, malgrado tutto, malgrado quel cromosoma in più. Viene battez­zata, caso eccezionale, nel mona­stero delle carmelitane dall’arci­vescovo di Siracusa del tempo, Giuseppe Costanzo. «Io lo cono­scevo dai tempi in cui ero impe­gnata nell’Azione cattolica dioce­sana – spiega Antonella –. Mi è sta­to molto vicino durante la gravi­danza. Mi disse: “Buttati”. E io lo feci. Una volta, era in visita nel mio paese e mi venne a trovare a casa. Lo accolsi sulle scale e mi baciò il pancione».
Adesso Maria Teresa ha quasi tre anni, porta il cognome del papà, che però non ha mai voluto guar­darla in faccia. Frequenta l’asilo e quando la gente la vede così bella, vivace, dai tratti orientali, dice: «Ma è questa la bambina che non do­veva nascere?». La sua sola pre­senza e la sua carica di allegria val­gono più di mille discorsi sulla di­fesa della vita. Nelle notti insonni della gravidanza, passate davanti al computer a navigare su Pianeta­down, Antonella ha fatto amicizia con Marilena Acquistapace, la mamma di Cristina, la giovane donna con la trisomia 21 che quat­tro anni fa è stata consacrata al­l’Ordo Virginum. «Ho sentito par­lare Cristina e sono rimasta allibi­ta. È una specie di miracolo – dice Antonella, che l’ha invitata a tene­re un incontro nel Siracusano qual­che settimana fa – La cosa che mi ha colpito di più è la sua ironia. Cri­stina mi ha detto che il suo sogno è andare in Mongolia, dove deve assolutamente farsi una foto con gli abitanti del posto. Così – sono le sue parole – si vedranno i mon­goli veri e quelli falsi».
E, guardando Cristina, per Anto­nella è naturale pensare a come sarà la sua Maria Teresa da grande, quando saprà parlare, quando sarà consapevole del suo handicap, quando vorrà sapere chi è suo pa­dre. Tanti punti interrogativi che nascondono però una certezza: la capacità della figlia più grande di fare breccia nel cuore del papà. Le­tizia ha cinque anni e incontra il padre due volte alla settimana. «Io confido sul fatto che Letizia lo met­terà con le spalle al muro – sorride la mamma –. Non fa che ripetergli che Maria Teresa è bella, non è brutta. Spero che prima o poi an­che lui vorrà conoscerla». - di Alessandra Turrisi - miradouro -

 
 
 

IL PREGIUDIZIO, L'ODIO PRECONCETTO E LA MALAFEDE VERSO LA CHIESA DI BENEDETTO XVI .

Post n°3386 pubblicato il 07 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Non si placano le polemiche e gli attacchi su Benedetto XVI sulla pedofilia che riguarda solo una minoranza esigua del clero neanche nella Settimana Santa. Ma i laicisti e anticlericali vanno giù duro con i media. Ogni giorno da 130 Paesi del mondo tirano fuori un caso che riguarda il passato, magari degli anni 50, 60, e 70 e non perdono l'occasione per ridimensionare il ruolo notevole avuto da questo Papa nel combattere e contrastare la pedofilia di alcuni clerici. Per la verità, anche il suo predecessore Giovanni Paolo II, fece molto, ma i vaticanisti dei quotidiani protestanti di oltre oceano hanno la memoria corta. Dimenticano un documento scritto dal Prefetto Joseph Ratzinger e firmato da Giovanni Paolo II del 2002. Ha ragione il Presidente della onlus Meter don Fortunato di Noto di Avola (Ragusa) quando afferma che "la Chiesa non è la multinazione della pedofilia". Infatti basta parlare con esperti (psicologi, psichiatri, psicopedagogisti, docenti universitari che ci diranno tutti che la piaga della pedofilia è diffusa soprattutto in famiglia e spesso chi abusa di un bambino è un familiare o un viicno di casa. E cosi fanno i vaticanisti del Corriere, di Repubblica e de la Stampa il cui punto di riferimento sono editori ebrei. Tranquilli, non siamo mai stati antisemiti e non lo saremo adesso, pero' questa è la situazione. Nessuno riconosce a Benedetto XVI di avere parlato per primo di "sporcizia morale" dentro la Chiesa, di aver chiesto massimo rigore nella selezione dei candidati al sacerdozio e di accelerare l'iter della riduzione allo stato laicale di preti autori di crimini che gridano vendetta davanti a Dio. Ma allora cosa vogliono da questa Papa? Cosa deve fare oltre a destituire Vescovi che hanno coperto preti pedofili spostandoli da una parrocchia all'altra o una una Diocesi all'altra? Ha scritto un documento durissimo al clero d'Irlanda, per il clero australiano ha avuto parole forti e cosi per gli americani che sono scatenati nella loro richiesta di dimissioni o di ridimensionamento di Benedetto XVI. Ha chiesto perdono alle vittime, ha detto di provare profonda vergogna per le nefandezze di certi ecclesiatici. Una volta gli attacchi anticlericali riguardavano le crociate, l'Inquisizione, Giordano bruno, Galileo Galilei, il potere temporale, l'oscurantismo della Chiesa e la sua opposizione alla civiltà, alle libertà moderne e alla democrazia, il suo rigorismo morale, e, in particolare, la sua sessuofobia e il suo antifemminismo, la sua opposizione al progresso scientifico, la sua alleanza col potere politico ("il trono e l'altare") e con le classi dominanti, e la sua opposizione ai tentativi rivoluzionari volti a liberare le classi oppresse dal dominio e dallo sfruttamento. Oggi invece l'attacco è più subdolo. La sia ccusa particolarmente di essere infedele al vangelo e al suo spirito e di essere di impedimento al suo influsso sulle coscienze, di essere troppo rigida ed esigente in campo morale fino ad esssere inumana nelle sue leggi, a mancare di misericordia e di comprensione per la debolezza umana, per esempio, nel suo insegnamento sulla illiceità e nel suo rifiuto di ammettere i divorziati risposati ai sacramenti. E ora la sia attacca sul tema della pedofilia. Alla fine, laicisti e anticlericali, dopo queste pesanti critiche qualche risultato riescono ad ottenerlo. "Calunnia, calunnia, qualcosa resterà..." diceva François Marie Arouet, noto con lo pseudonimo Voltaire. Infatti oggi molti dubitano dell'esistenza di Dio, della sua bontà e della sua provvidenza; molti hanno difficoltà ad accettare l'atto di fede nel suo carattere soprannaturale e, soprattutto, l'accettazione della divinità di Cristo. Non solo la critica alla Chiesa che rende difficile a molti credenti e laici il fatto che essa è colei che porta agli uomini il messaggio e la grazia di Cristo. Da ultimo scopo di queste critiche feroci al Papa è costituita precisamente dalla critica alla religione, che ostacola il suo passaggio da una visione materialistica e non religiosa della vita a una visione religiosa. E abbiamo detto tutto. Forse abbiamo dimenticato di scrivere che l'origine di questi attacchi sta anche nel fatto che alcuni rabbini ebrei non vogliono nella maniera più assoluta che Papa Pacelli diventi beato, cosa a cui papa Benedetto XVi sta particolarmente a cuore per la grandezza e santità di Pio XII che aiutò personalmente moltissimi ebrei e diede disposizioni al clero, ai religiosi e alle religiose perchè facessero altrettanto. Oggi siamo consapevoli che l'uomo non ha più "un'anima naturaliter christiana" come diceva Tertulliano. Però i laicisti e anticlericali di casa nostra e di oltre oceano la smettano di lasciarsi influenzare dai maestri del sospetto (una volta Marx, Nietzsche e Freud) ma anche da molti pensatori contemporanei. La "ricetta" pastorale di Benedetto XVI a queste critiche vergognose e a questi attacchi in piena malafede che grondano odio e avversione e pregiudizi verso la Chiesa, non è un'apologetica del pensiero cristiano: da san Giustino a Origene a san Tommaso d'Aquino, a Pascal, a Bosset, a Blondel. Ma una fede autentica in Cristo "la Via, la Verità e la Vita" che renda credibile la testimonianza di molti cristiani. Il ruolo di Pietro ( Benedetto XVI) come capo degli Apostoli (Vescovi) è di sostenere i suoi "fratelli" e tutta la Chiesa nella fede. E poiché la fede non si conserva senza lotta, Benedetto XVI dovrà aiutare i fedeli nella lotta per vincere tutto quello che toglierebbe o diminuirebbe la loro fede. È l'esperienza delle prime comunità cristiane, che si riflette nel testo di Luca, ben consapevole della spiegazione che quella condizione storica di persecuzione, di tentazione, di lotta trova nelle parole di Cristo agli Apostoli e principalmente a Pietro. In quelle parole si trovano le componenti fondamentali della Missione petrina. Anzitutto quella di confermare i fratelli, con l'esposizione della fede, l'esortazione alla fede, tutti i provvedimenti occorrenti per lo sviluppo della fede. Quest'azione è rivolta a coloro che Gesù, parlando a Pietro, chiama "i tuoi fratelli": nel contesto, l'espressione si applica anzitutto agli altri Apostoli, ma non esclude un senso più vasto, esteso a tutti i membri della comunità cristiana (cf. At 1, 15). Essa suggerisce anche la finalità a cui deve mirare Pietro nella sua missione di confermatore e sostenitore della fede: la comunione fraterna in forza della fede. Ancora: Pietro - e come lui ogni suo successore e capo della Chiesa - ha la missione di incoraggiare i fedeli a porre tutta la loro fiducia nel Cristo e nella potenza della sua grazia, che Pietro ha personalmente sperimentato. È ciò che scrive Innocenzo III nella Lettera Apostolicae Sedis Primatus (12 novembre 1199) citando il testo di Luca 22, 32 e commentandolo così: "Il Signore insinua manifestamente che i successori di Pietro non devieranno mai, in nessun momento, dalla fede cattolica, ma piuttosto richiameranno gli altri e rafforzeranno anche gli esitanti" (Denz.-S. 775). Quel Papa medievale sentiva confermata dall'esperienza di un millennio la dichiarazione di Gesù a Simon Pietro. La missione affidata da Gesù a Pietro riguarda la Chiesa nella estensione dei secoli e delle generazioni umane. Quel mandato: "Conferma i tuoi fratelli", significa: insegna la fede in tutti i tempi, nelle diverse circostanze e fra tutte le molteplici difficoltà e contraddizioni che la predicazione della fede incontrerà nella storia; e insegnando, infondi coraggio ai fedeli; tu stesso hai sperimentato che la potenza della mia grazia è più grande della debolezza umana; diffondi dunque il messaggio della fede, proclama la sana dottrina, riunisci i "fratelli", riponendo la tua fiducia nella preghiera che ti ho promesso; in virtù della mia grazia, cerca di aprire alla accoglienza della fede coloro che non credono, e di confortare coloro che sono nel dubbio; questa è la tua missione, questa è la ragione del mandato che ti affido. Quelle parole dell'evangelista Luca (Lc 22, 31-33) Benedetto XVI sa molto bene che sono ben significative per tutti coloro che svolgono nella Chiesa il "munus Petrinum", perchè li richiama continuamente a quella sorta di paradosso originale che Cristo stesso ha posto in loro, con la certezza che nel loro ministero, come in quello di Pietro, opera la grazia speciale che sostiene la debolezza dell'uomo e gli permette di "confermare i fratelli": "Io ho pregato, - è la parola di Gesù a Pietro, che si ripercuote nei sempre umili e poveri suoi successori - ho pregato che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli" (Lc 22, 32). Prof. Alberto Giannino - Presidente Ass. culturale docenti cattolici (Adc) - www.imgpress.it -Isegnideitempi -

 
 
 

LA PASQUA NELLA NOSTRA VITA CRISTIANA

Post n°3385 pubblicato il 07 Aprile 2010 da diglilaverita
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La solennità di Pasqua è la festa fondamentale della nostra fede cattolica. San Paolo dice a proposito della risurrezione che se Cristo non è risorto, vana è nostra fede, siamo tuttora nei nostri peccati e quelli che si sono addormentati in Cristo sono periti. Se per questa vita solamente speriamo in Cristo, siamo più miserabili di tutti gli uomini. Ora però Cristo è risuscitato da morte, primizia di coloro che sono morti ( 1Cor.15,17-20). Dopo aver raccontato la vita prodigiosa di Gesù ( Dio lo unse di Spirito Santo e di fortezza e fece tanto bene ovunque passava), la sua ingiusta condanna e la sua dolorosa passione e morte, Pietro disse ad alta voce la grande buona novella per l’umanità intera, la lieta notizia per tutta l’eternità che cioè Iddio lo resuscitò il terzo giorno e fece che si rendesse visibile, certo non a tutto il popolo, ma ad alcuni che incaricò di rendere testimonianza a tutto ciò che hanno sperimentato. Quindi, coloro che hanno mangiato e bevuto con lui dopo che resuscitò da morte, devono portare a tutti questa lieta novella, devono testimoniare come Iddio l’ha costituito giudice dei vivi e dei morti. Pietro conclude dicendo che chiunque crede in lui riceve la remissione dei peccati, cioè la salvezza e la pace. Questa notizia della resurrezione di Cristo porta qualcosa di molto positivo, ecco perché i cristiani devono annunciarla a tutti coloro che essi vogliono veramente bene. Infatti, la remissione dei peccati che s’accompagna ad una grande pace è il più grande regalo che si possa offrire ad un amico. Altri regali sono buoni e necessari ma non bastano. Annunciamo ai nostri cari ciò che può salvarli, ciò che può dare loro più pace, più serenità e che non possono trovare altrove, cioè che Cristo è risorto e che chi crede in lui, chi ritorna a lui e si pente sinceramente dei suoi peccati riceve una pace profonda e duratura. La maggior parte dei nostri amici non hanno vera pace e non l’avranno mai finché non ritorneranno di tutto il cuore al loro creatore, a casa loro, a Dio Padre. Dare testimonianza è una bella cosa, è anche un dovere di amore come già abbiamo detto sopra. Però, attenzione. Non occorre dare una falsa testimonianza, non occorre testimoniare di ciò che non si sa! Bisogna farlo con tanta saggezza, con tanta delicatezza. Ecco ciò che ci insegna il Vangelo di Pasqua. I primi testimoni, gli apostoli, coloro che Gesù ha istituito come guida della comunità non annunciano ciò che non hanno verificato prima con certezza. Hanno sentito le parole di Maria Maddalena e vanno a vedere ciò che è accaduto prima di proclamarlo. Pietro va lentamente ma sicuramente, arriva, prende un po’ di tempo per verificare. Così la sua testimonianza sarà vera e ferma. Giovanni corse veloce, ma non entrò dentro. Egli aspettò Pietro, poi vide e credette. Ecco il processo saggio che seguirà la Chiesa nel testimoniare le visioni, le apparizioni e tutte le rivelazioni private nel corso della sua storia bimillenaria. La Chiesa non crede subito a qualunque persona che si dichiara veggente e dichiara di ricevere rivelazioni dal Signore o dalla Madonna o da qualche altro angelo! Essa segue la saggezza di Pietro: prende tutto il tempo necessario per mettere un po’ di luce, crea commissioni mediche e teologiche per non ingannarsi e non ingannare il popolo di Dio, per non dare una falsa testimonianza, per non affermare questo oggi e cambiarlo domani. Anche i semplici fedeli, farebbero bene ad imitare la saggezza di Giovanni. Può darsi che i fedeli laici corrano più velocemente dei loro sacerdoti e vescovi, può darsi che siano più spirituali delle loro guide, ma attenzione essi possono facilmente prendere l’errore per la verità, ingannarsi e ingannare in buna fede. Attenzione a non volere essere più cattolico del papa.... Ciò che dà la credibilità ad una testimonianza, non è l’eloquenza, né l’accanimento a convincere gli auditori, né l’imposizione della sua dottrina per forza, ma unicamente la coerenza della vita del testimone con il messaggio trasmesso. Ecco perché San Paolo diceva ai Colossesi: " Fratelli, se siete veramente risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dov’è Cristo, rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra." Ora, la maggior parte dei cristiani sono purtroppo solamente o principalmente attaccati alle cose della terra, al denaro, agli onori, alle loro comodità ed ambizioni, al sesso… San Paolo continua: "Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Ora noi cadiamo nella superbia, non aspettiamo di ricevere la nostra gloria da Dio stesso, non accettiamo di vivere nel nascondimento. Quando Cristo, nostra vita, sarà manifestato, allora anche noi appariremo con lui nella gloria. Se moriamo con Cristo, con lui risorgeremo, se soffriamo con lui, con lui gioiremo". Ecco perché la Chiesa prende in considerazione la vita del cosiddetto veggente e coloro che lo frequentano per decidere dell’autenticità o meno del messaggio. Ecco perché il mondo aspetta la coerenza e la bontà della nostra testimonianza per concludere della validità del cristianesimo e del suo messaggio di salvezza. - Don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

LA RU486 PARTE DALLA PUGLIA? IN QUESTA REGIONE C'E' GIA' IL RECORD DI ABORTI

Post n°3384 pubblicato il 07 Aprile 2010 da diglilaverita
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Nella Puglia del record di aborti (318 su 1.000 nati, contro i 241 della media nazionale), là dove la corsa all’interruzione di gravidanza vede come protagoniste soprattutto le minorenni e dove appena l’11% delle donne si rivolge a un consultorio prima della decisione di rinunciare al proprio bambino, già la prossima settimana arriveranno le prime confezioni del farmaco…Sarà Bari, la città capofila della Ru486. Nella Puglia del record di aborti (318 su 1.000 nati, contro i 241 della media nazionale), là dove la corsa all’interruzione di gravidanza vede come protagoniste soprattutto le minorenni e dove appena l’11% delle donne si rivolge a un consultorio prima della decisione di rinunciare al proprio bambino, già la prossima settimana arriveranno le prime confezioni del farmaco. Ci sarebbe già una lista di donne pronte a farne uso: dieci, sembra, che hanno già inoltrato richiesta alla prima Clinica Ostetrica del Policlinico. A dire che i timori più volte espressi circa la possibilità che il farmaco favorisse la pratica dell’aborto – se non addirittura la incrementasse – non erano infondati. Chi non rimane stupito, della notizia, sono soprattutto i ginecologi della città, che raccontano di un clima di confusione abbastanza diffuso, in cui da una parte spiccano alcuni medici desiderosi di "protagonismo" (pronti a promettere il prima possibile la pillola per dar lustro e visibilità alle proprie strutture ospedaliere), dall’altra i molti preoccupati per le modalità dell’impiego del farmaco: «Si teme che per evitare il ricovero le donne possano utilizzare la "scappatoia" delle dimissioni volontarie – spiega il direttore del Dipartimento materno-infantile dell’ospedale di Venere di Bari, Filippo Boscia –. In quel caso chi risponderà, nel caso di complicazioni post-abortive, saranno gli stessi medici che hanno prescritto il farmaco». Già, le "complicazioni". Che almeno una decina di donne pugliesi conoscono già bene, visto che in regione la pillola abortiva si è sperimentata a partire dal 2006 con un protocollo che prevedeva sì l’assunzione del primo farmaco in ospedale (il mifepristone), e del secondo a tre giorni di distanza (le prostaglandine, per favorire l’espulsione del feto), ma che poi permetteva alle pazienti di tornarsene a casa. E lì, effettivamente, di assistere al proprio aborto. «Ho seguito personalmente il caso di una 24enne di Bari che aveva preso parte alla sperimentazione della Ru486 – continua Boscia –. Si era rivolta a me per le gravi emorragie che, anche a mesi di distanza dall’aborto, non cessavano. Un decorso traumatico che l’aveva sconvolta, e non solo fisicamente. Aveva espulso il feto nel bagno di casa sua, e mi raccontò di essere svenuta per quella visione». Un caso emblematico anche per la scarsa informazione delle donne circa gli effetti collaterali della Ru486, tutt’altro che un aborto "facile", o "indolore": «Questa promessa può essere addirittura devastante in un regione come la nostra – dice Boscia –, dove così tante minorenni ricorrono all’interruzione di gravidanza e dove, oltre ai consultori, manca drammaticamente la presenza di servizi di accompagnamento psicologico nelle cliniche». Questi servizi, secondo quanto prescritto dalla stessa legge 194, dovrebbero aiutare le donne nella loro difficile scelta, scongiurarne l’esito, comprenderne le cause e prevenire l’aborto: «Ma la Regione, invece che muoversi su questo fronte – conclude Boscia – sceglie subito la Ru486». - di Viviana Daloiso - fattisentire. -

 
 
 

BENEDETTO XVI INFASTIDISCE CHI VORREBBE CHE EUTANASIA, OMOSESSUALITA' FOSSERO CONSIDERATE "COSE NORMALI"

Post n°3383 pubblicato il 07 Aprile 2010 da diglilaverita
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"Penso che mai come oggi, la Chiesa sia vittima di un inqualificabile ed assurdo attacco mediatico": lo afferma il noto sociologo ed esperto di cose religiose, professor Massimo Introvigne. Professor Introvigne in che maniera spiega la campagna mediatica ai danni del Papa?: " esistono forze tradizionalmente ostili alla Chiesa cattolica, specie negli Usa, quelle stesse che hanno patito per i paletti posti ad Obama in tema di aborto o bietica ed oggi presentano il conto, gonfiando ed esagerando oltre misura la piaga della pedofilia. Sia ben chiaro, quando scoppiano queste grane, un pizzico di verità esiste sempre, ma avviene l' effetto panico. Molta gente della stampa, in mala fede, ingradisce volutamente le dimensioni della storia". A che cosa si deve?: " probabilmente al fatto che la linea chiara e ferma di questo Papa che su temi come aborto, vita, omosessualità, tiene la barra dritta e non fa sconti al modernismo o idee stravaganti, rende nervosi ed impazienti. Qualcuno vorrebbe mandarlo a casa, ma queste forze del male non ci riusciranno, perché la Chiesa é guidata da un grande Pontefice". Nella messa crismale il papa ha detto ai cattolici di ribellarsi davanti a leggi ingiuste che penalizzino la vita: " non ha detto nulla di nuovo, perfettamente in linea con il Magistero della Chiesa, non comprendo le reazioni tanto strane e furibonde, che cosa si attendevano dal Papa"?. Anche in Italia, un quotidiano nazionale ha intitolato a tutta pagina di stare attenti ai preti pedofili: " questo fa parte dello stile personale del direttore Feltri che batte ancora la grancassa sul caso Boffo e forse ritiene responsabili, a torto, i Vescovi del provvedimento disciplinare in suo danno. Certo, quella uscita poteva risparmiarsela ed ha creato malumore, probabilmente ha dispiaciuto anche il suo editore. Feltri ha piena libertà e non é controllabile, come del resto Facci a Libero. Insomma, in entrambi i casi gli editori non hanno alcuna colpa". Intanto nel Piemonte il leghista Cota ha mandato a casa l'abortista Bresso: " una scelta sensata e corretta. In Piemomente, ma anche in altre parti specie del nord, i cattolici hanno scelto la Lega e premiato la sua fedeltà ai valori di un cattolicesimo tradiazionale. Qualche vescovo o prete poco sintonizzato su questa lunghezza di onda se ne faccia una ragione. Sono certo che Cota,persona corretta, manterrà gli impegni assunti con gli elettori non cedendo su questioni fondamentali come il rispetto per la sacralità della vita, il no all' aborto, e fermezza verso ogni forma di apertura a forme pubbliche di riconoscimento dei gay. Insomma Cota, da galantumo qual é sa bene che i cattolici non possono essere traditi e che le promesse si mettono in pratica". Dunque lei parla di un clamore mediatico esagerato?: " certo, il Papa e la Chiesa cattolica oggi sono vittime di una autentica congiura organizzata e forse anche premeditata". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

LA LEGGE SULL'HANDICAP MENTALE NECESSITA DI RIFORMA: APPELLO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Post n°3382 pubblicato il 07 Aprile 2010 da diglilaverita
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La n/s quotidiana vita e la storia sociale del nostro Paese stanno "vivendo" un momento critico nel quale risalta una situazione sociale sempre più confusa, inconcepibile e di difficile "lettura" da parte della gente. 1.) Nel pseudo quadro di cambiamento, quale obiettivo la politica persegue su questo disagio grave ed urgente disagio sociale ? La politica, troppo spesso lontana dall’etica sociale e tutta intenzionata ad inutili sprechi di tempo e di litigiosità, ha dato risposte non esaurienti alle priorità che insistono nel nostro sistema sociale, quali : 1.) la promozione ed il supporto di politiche economico-sociali di sostegno alla famiglia, 2.) la difesa della vita nascente , 3.) la strisciante eutanasia, 4.) la valorizzazione dell’ente "famiglia" cellula della società, 5.) la carenza dei servizi sociali, che dovrebbero essere materializzati in strutture di prevenzione e non di sola parziale assistenza. Con coscienza critica le Istituzioni ( e lo diciamo da anni con documenti giacenti nelle sedi istituzionali e Parlamento italiano ed europeo ! ) devono incrementare lo sviluppo della giustizia sociale con maggiore attenzione verso i più svantaggiati della vita e fra questi anche "gli ultimi fra gli ultimi": i malati mentali, unitamente alle loro famiglie, i quali non hanno trovato una opportuna risposta alla loro situazione e sono finiti per rappresentare, dopo quella famosa legge 180 e " seguenti", un carico spesso insopportabile per parenti e società. Non parliamo, poi, della sicurezza dei cittadini ! 2.) Il disagio mentale continua a minacciare le nostre città! Spesso ed in presenza di determinate situazioni si "sentono facili dichiarazioni". E’ davvero troppo facile dire "che lo spirito della legge 180 è valido e lungimirante ancora oggi". La Comunità civile nel sensibilizzare le Istituzioni ai bisogni generali delle famiglie, in ogni tempo, deve rappresentare anche le necessità di quella "realtà di salute pubblica mentale" per la quale moltissime famiglie sono succubi e vittime specialmente nei loro figli giovani ed anche la società. Signor Presidente del Consiglio dei Ministri , forse non ha insegnato niente quanto è capitato a Lei ed al Santo Padre per "opera" di menti instabili o depresse, ma le testimonianze ai vari livelli non devono limitarsi ad attestazioni di sole parole, come stiamo sentendo, anche, in questi ultimi tempi! L’intervento ad operare per lo sviluppo integrale dell’uomo, passa anche attraverso questo comparto socio-sanitario che ha sempre il diritto urgente di risposte sia legislative che nel richiamo evangelico incentrato, anche, nella formazione delle coscienze e nella denuncia di ingiustizie contro i più deboli.
3.) Cosa bisogna fare!
Interpretando le famiglie dei disabili e l’opinione pubblica, ci domandiamo e chiediamo risposte :
a). dove sono coloro che blaterano e sono latitanti da un "problema" che dura da ben 32 anni ?
b). cosa hanno fatto di costruttivo in difesa dei "malati"?, forse, "Convegni", "Simposi","Giornate di lotte alle stigme sociali",o costituire"Osservatori per la tutela della salute mentale", "famiglie di riserva per sostenere le famiglie d’origine", o solo parole, che non risolvono la "situazione" di chi è nel tunnel dell’handicap mentale?.
1.) Alcuni vorrebbero abolire la legge 180 e seguenti e riaprire i "manicomi".
2.) Altri affermano che i valori della 180 sono veri , validi e vanno verificati nella pratica.
a.) Per il primo concetto siamo contrari.
Nel capitolo "Le istituzioni della violenza" nel libro "L’istituzione negata" del 1985 Franco Basaglia l’ispiratore della legge 180 scriveva "Negli ospedali psichiatrici è d’uso ammassare i pazienti in grandi stanzoni da dove nessuno poteva uscire , nemmeno per andare al gabinetto". Infatti quanto avveniva negli ex-ospedali psichiatrici, sulle reali condizioni dei degenti, anche con camice di forza, di esseri umani legati con legacci ai letti, di volti distrutti dai psicofarmaci o dall’elettroshock, delle condizioni igienico-sanitarie disumane, sulla rispondenza delle strutture e dei servizi per quanto stabiliva le legge o se era corretta l’applicazione delle risorse finanziarie : non se ne conosce la verità e non si è ricercata ! Queste sono state alcune delle continue violazioni dei diritti umani che avvenivano all’interno di quelle strutture psichiatriche ( es.Cogoleto, Ge-Quarto, S.Maria della Pietà, Collegno ecc.) e quegli atti di inciviltà richiedevano e richiedono tutt’ora misure di giustizia come abbiamo sottolineato nelle n/s petizioni giacenti in Parlamento, rivolte per iscritto il 17 dicembre 2005 al Presidente della Camera dei Deputati dell’epoca Onorevole Pierferdinando Casini, ma che non hanno ricevuto risposte!.
A proposito, Onorevole Casini, perché il Testo Unificato Burani-Procaccini sulla malattia mentale è stato misteriosamente bloccato" nell’aprile 2005 ? Ci può dare una risposta che da tempo Le chiediamo?
b.) Per il secondo concetto siamo contrari.
Forse i sostenitori non vogliono nessun ricovero o ospedalizzazione pensando di curare il "malato" con la buona parola in alberghi a 5 stelle, o favorire l’interesse del lucro, il business privato o cooperativistico, negando la cronicità psichiatrica. Ma il Basaglia ha sempre detto che il "malato va curato e non segregato". Noi siamo d’accordo su questa analisi, perché il malato-persona deve essere garantito nei suoi diritti di cittadino come recitano gli artt.2-3-32 della Costituzione Italiana; la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea negli artt.1-2-3, dal Trattato di Lisbona art.2, dalla Costituzione Europea che combatte l’emarginazione sociale, necessità che sosteniamo da ben 14 anni richiedendo a gran voce "servizi specifici in materia di salute mentale cure e strutture adeguate" nelle n/s Petizioni al Parlamento Italiano ed Europeo.!
La legge 180 ha inteso eliminare i "manicomi", ma non ha previsto strutture alternative ed adeguate, non ha previsto organizzazione dei servizi perché non vi è stata una serena valutazione dei limiti terapeutici attuati nell’epoca, stabilendo che la malattia mentale è un problema sociale ed il "malato" viene assimilato all’emarginato, all’handicappato, all’anziano non autosufficiente. Gli stessi psicofarmaci non sono più demonizzati, le espressioni di " lineati di mente" (libro 3°titolo 1 Capo 1 sezione III° paragrafo 6 del Codice Penale) ed "infermi di mente (rubrica dell’art.716 del Codice Penale) sono soppresse ed ai sensi dell’art.10 legge 180 il "malato" si trasforma in persona da assistere . Poi la legge 180 , carente del Regolamento d’Applicazione , è stata reintrodotta in toto nella legge 833 con tutte le lacune che da ben 32anni lasciano l’assistenza psichiatrica in balia di ambiguità. Su una realtà così sconvolgente , cioè la discarica dei malati mentali ( i 25.000 nel 1978 ricoverati negli ospedali psichiatrici) per far posto all’umanizzazione dei "manicomi", alla lotta alla psicomanicolazione , alla cultura dell’autonomia dei pazienti, all’uso di percorsi terapeutici e riabilitativi che consentono il reinserimento sociale del "malato", ci domandiamo e domandiamo : quali risultati qualitativi sono stati raggiunti? L’analisi di quella legge è troppo lunga e la famiglia è rimasta sola e con essa la società!
4.) Cosa proponiamo ?
E’ necessaria una legge-quadro di riordino dell’assistenza psichiatrica e consentire le Regioni :
a.) l’autorizzazione al trattamento sanitario obbligatorio anche in assenza del consenso del paziente , almeno in determinate condizioni;
b.) la realizzazione di strutture territoriali di riabilitazione di lunga durata per i casi più difficili da riabilitare, onde evitare che sulle famiglie gravino un carico insostenibile di disagio, costi e pericoli;
c.) la prevenzione dei disturbi di comportamento e di psicopatie in età evolutiva non è stata ancora affrontata, "attenzione" riconosciuta urgente dalla Risoluzione del Parlamento Europeo [n.2006/2058 (INI)];
d.) l’eventuale costituzione di un Fondo Speciale Economico DOPODINOI ( da noi lungamente auspicato nelle n/s Petizioni ) giusta preoccupazione delle famiglie. Inoltre sostegni economici alle stesse sulle cui "spalle" gravano l’assistenza ai congiunti "malati";
e.) la possibile attivazione della ricerca scientifico-farmacologica sulle malattie mentali;
f.) aggiornamento degli assegni di assistenza, perché con euro 256,67 al mese consentono solo di sopravivere ;
g.) deducibilità del reddito complessivo agli effetti IRPEF delle spese socio-alberghiere , specie di quanti provengono dagli ex-ospedali psichiatrici;
h.) riforma Ospedali Psichiatrici Giudiziari;
i.) proibizione della terapia elettroconvulsionante e braccialetto elettronico;
l.) aumento posti letto da 15 a 30 negli Enti Ospedalieri.;
m.) riqualificazione Operatori Sanitari ( Medici ed Infermieri);
n.) nelle strutture residenziali esistenti , spazio verde esterno.
"Suggerimenti" che in parte avevo proposto al Governo Berlusconi il 17 aprile 2005 nella Sala Verde di Palazzo Chigi durante la "Giornata per la depressione" e che riconfermo essere urgenti e necessari.
Per maggior informazioni vedere il sito internet : http://digilander.libero.it/cristianiperservire
Ancora oggi, ripeto, non sono state note le motivazioni che hanno determinato la "fermata" dall’aprile 2005 della 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati del Testo Unificato Burani-Procaccini nel quale vi era abbinata la Petizione n.23 di "Cristiani per servire".
Necessita, ripeto, una legge-quadro nazionale di riforma dell’assistenza psichiatrica.
L’aspetto sanitario è importante, ma quello sociale è essenziale, in quanto sarà opportuno concedere sostegni economici alle famiglie sulle quali grava, ripeto, l’assistenza dei "malati" ed importante, lo diciamo da molti anni, è il Fondo Economico Speciale "Dopodinoi", "cruccio delle famiglie dei disabili psico-fisici.
5.) Cosa bisogna fare.
A n/s umile parere l’Ente Pubblico che dovrebbe porre in essere la legge-quadro nazionale sul riordino dell’assistenza psichiatrica in Italia è la Regione, più vicina alle esigenze della gente, come segue :
1.) ogni Regione dovrebbe censire i "soggetti" interessati all’assistenza, per poi offrire strutture idonee sia per accogliere i "malati" e sia per la terapia;
2.) secondo il principio di sussidiarietà dovrebbero essere coinvolti gli Enti Locali territoriali presenti nelle singole Regioni, cioè la Provincia ed il Comune che non dovrebbero mai essere assenti;
3.) si è indicata la Regione solo per motivi di funzionamento, in quanto né le Provincie né i Comuni sono in grado di svolgere un compito così delicato;
4.) il coinvolgimento si formalizza a livello economico, sociale, assistenziale e decisionale;
5.) al primo posto vanno indicate le cure terapeutiche, affidate a specialisti di comprovata esperienza, coadiuvati da personale ausiliario;
6.) la Regione deve programmare la creazione di strutture di accoglienza degne della persona-malata nel rispetto della sua dignità. Quindi nessuna delega a strutture alternative per la funzione di cura ed assistenza. L’eventuale delega a strutture private deve sottostare al controllo degli organismi di tutela.
Nel difficile processo di riorganizzazione, un ruolo molto importante potrebbe svolgere la famiglia, la quale dovrebbe impegnarsi a fornire al congiunto-bisognoso tutti quei mezzi che giovano alla sua salute.
Infine nello sforzo di aiutare gli handicappati psichici non può essere assente la comunità ecclesiale, sia diocesana che parrocchiale.
6.) Cosa deve fare la politica.
A mio sommesso avviso non sono più ammissibili le affermazioni di rispetto della Dottrina Sociale della Chiesa, come spesso viene declamato dalla politica, senza una coerente azione di sostegno, di presenza, di solidarietà, di stimolo, di un’economia solidaristica. La pseudo conclamata solidarietà è difficile da capire se si usano definizioni semplicistiche o risposte sbrigative. Se si esce dalle sterili considerazioni per entrare nel campo della realtà allora, forse, nel cittadino rinasce la fiducia e non più il timore di perdere quei diritti che fanno parte dell’etica civile, cioè il rispetto della dignità della persona che una progressione, anche di norme giuridiche, tentano di cancellare, perché l’esempio che viene dalla politica ci induce ad essere più egocentrici e meno altruistici, spettatori polemici o quanto meno passivi. Noi abbiamo sempre "visto" nella carenza di strutture, diagnosi e cure la quasi certezza che, forse, solo ragioni ideologiche più che sanitarie non hanno saputo far decollare una soluzione legislativa di riordino di questo comparto sanitario, finendo per devolvere questa "patata bollente" alle Regioni e saranno fortunati coloro, ripeto, che usufruiranno presto della celerità nella legiferazione per selezionare le necessità che il mondo della sofferenza psico-fisica si trascina da troppo tempo. Una parola di riconoscenza và data ai benemeriti Istituti Religiosi Cattolici quali l’Opera di don Orione , don Guanella, Fatebenefratelli ed altri per la generosa ospitalità peraltro essenziale e concessa da tempi remoti e data la scarsità di ricettività pubblica. Ed altra citazione di gratitudine và data in particolare ai NAS dei Carabinieri, che con profonda professionalità e dedizione tesa ad una azione di maggiore garanzia umanitaria e giuridica, sorvegliano le strutture e l’andamento gestionale nei centri ove sono ospitati anziani e disabili psico-fisici.
7.) La "situazione" vista dall’Europa.
Nelle conclusioni riguardanti il sistema psichiatrico in Italia, il Commissario Europeo per i diritti umani Gil-Robles nel Rapporto 17 giugno al Governo ed al Parlamento Italiano raccomandò vivamente : a.) Richiedere il parere di un medico psichiatra prima di qualsiasi internamento obbligatorio (TSO),
b.) Aumentare i posti offerti nelle strutture e negli ospedali psichiatrici , in particolare per i malati cronici di lunga durata,
c.) Accertarsi che il mantenimento dei malati detenuti negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari non sia legato alla mancanza di posti disponibili all’esterno.
8) Cosa può fare la Chiesa Cattolica.
L’espressione della Chiesa Cattolica verso la salute e verso tutti gli ammalati, specie quelli psichici, attesta sempre il suo impegno ad affrontare i diversi aspetti e le diverse problematiche attinenti questo diritto umano, valore etico che merita speciale attenzione, soprattutto, verso le persone svantaggiate, i poveri, i portatori di handicap psico-fisici ed tutte quelle persone con malattie croniche che hanno il diritto alla salute. Da secoli e sempre in "prima linea" l’uomo in situazione di sofferenza ha trovato nella Sede Apostolica, nella Chiesa, nei Suoi Vescovi una attenta risposta cristiana, un crescente spirito di servizio con l’intento di scuotere le coscienze al rispetto della dignità dell’uomo malato . I nuovi e recenti scenari nel campo della salute mentale, costituendo "una vera emergenza socio-sanitaria", ripeto, hanno indotto senza mezzi termini il Santo Padre Benedetto XVI° con finalità etica e pastorale ad ulteriormente denunciare, "che il disagio psichico è una grave situazione mondiale , che investe sopratutto i Paesi occidentali ", invitando al rispetto della dignità dell’uomo, uno dei pilastri dell’antropologia umana, dove "risultano carenti , insufficienti od in stato di disfacimento i servizi".
Vorrei ricordare una frase molto significativa . "Nel mondo che cambia il Vangelo non muta", vale a dire non si spegnerà mai una luce di speranza evangelica ( Benedetto XVI°Convegno Ecclesiale di Verona 19 ottobre 2006). Ancora grazie e di cuore, Santo Padre, da noi tutti e dalla famiglia italiana, perché i malati, specie quelli mentali che Lei benevolmente "difende", sono ancora dimenticati e defraudati dallo Stato sociale! Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri, in questo momento vi è una situazione irrisolta, quella del "budget del ricoverato" molto delicata, importante e grave per la salute dei cittadini in quanto logiche di convenienza dettate da una "invenzione economica"("risparmiare" sulla pelle del malcapitato), se vera, tende ad abbandonare al loro destino malati gravi.
Non ci vogliono rispondere malgrado reiterati appelli e Petizioni giacenti nelle due Camere Legislative !
Ancor più drammatica e gravissima, se questa "azione" viene operata su anziani disabili in fase terminale di vita, dimettendoli anzi tempo dalle strutture nosocomiali senza una adeguata protezione alternativa tanto che si finisce con l’aggravare il loro precario stato di salute. Questa è autentica eutanasia mascherata! "fuori" dalle leggi dello Stato Italiano! Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri, ci vuole far conoscere, con sollecita urgenza la verità su questo "budget del ricoverato" visto che le Istituzioni tacciono? Non spenga, inoltre, quella luce di speranza per la riforma dell’assistenza psichiatrica! Rivolgo il mio deferente e cordiale saluto, mentre La ringrazio per una cortese risposta che riflette le attese delle famiglie e dell’opinione pubblica italiana.! 
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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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