ASCOLTA TUA MADRELE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA |
VERGINE MADRE
«Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se' a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate».
TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000
CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
Salve Regina,
Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
Angelo di Dio,
Eterno riposo.
“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)
Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II
O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II
AREA PERSONALE
Messaggi del 07/04/2010
Post n°3387 pubblicato il 07 Aprile 2010 da diglilaverita
Doveva decidere tra il marito e la bambina, tra la minaccia di far crescere la sua prima figlia senza padre e la possibilità di far nascere la sua seconda figlia con un cromosoma in più. Antonella, tre anni fa, ha scelto la vita. |
Post n°3386 pubblicato il 07 Aprile 2010 da diglilaverita
Non si placano le polemiche e gli attacchi su Benedetto XVI sulla pedofilia che riguarda solo una minoranza esigua del clero neanche nella Settimana Santa. Ma i laicisti e anticlericali vanno giù duro con i media. Ogni giorno da 130 Paesi del mondo tirano fuori un caso che riguarda il passato, magari degli anni 50, 60, e 70 e non perdono l'occasione per ridimensionare il ruolo notevole avuto da questo Papa nel combattere e contrastare la pedofilia di alcuni clerici. Per la verità, anche il suo predecessore Giovanni Paolo II, fece molto, ma i vaticanisti dei quotidiani protestanti di oltre oceano hanno la memoria corta. Dimenticano un documento scritto dal Prefetto Joseph Ratzinger e firmato da Giovanni Paolo II del 2002. Ha ragione il Presidente della onlus Meter don Fortunato di Noto di Avola (Ragusa) quando afferma che "la Chiesa non è la multinazione della pedofilia". Infatti basta parlare con esperti (psicologi, psichiatri, psicopedagogisti, docenti universitari che ci diranno tutti che la piaga della pedofilia è diffusa soprattutto in famiglia e spesso chi abusa di un bambino è un familiare o un viicno di casa. E cosi fanno i vaticanisti del Corriere, di Repubblica e de la Stampa il cui punto di riferimento sono editori ebrei. Tranquilli, non siamo mai stati antisemiti e non lo saremo adesso, pero' questa è la situazione. Nessuno riconosce a Benedetto XVI di avere parlato per primo di "sporcizia morale" dentro la Chiesa, di aver chiesto massimo rigore nella selezione dei candidati al sacerdozio e di accelerare l'iter della riduzione allo stato laicale di preti autori di crimini che gridano vendetta davanti a Dio. Ma allora cosa vogliono da questa Papa? Cosa deve fare oltre a destituire Vescovi che hanno coperto preti pedofili spostandoli da una parrocchia all'altra o una una Diocesi all'altra? Ha scritto un documento durissimo al clero d'Irlanda, per il clero australiano ha avuto parole forti e cosi per gli americani che sono scatenati nella loro richiesta di dimissioni o di ridimensionamento di Benedetto XVI. Ha chiesto perdono alle vittime, ha detto di provare profonda vergogna per le nefandezze di certi ecclesiatici. Una volta gli attacchi anticlericali riguardavano le crociate, l'Inquisizione, Giordano bruno, Galileo Galilei, il potere temporale, l'oscurantismo della Chiesa e la sua opposizione alla civiltà, alle libertà moderne e alla democrazia, il suo rigorismo morale, e, in particolare, la sua sessuofobia e il suo antifemminismo, la sua opposizione al progresso scientifico, la sua alleanza col potere politico ("il trono e l'altare") e con le classi dominanti, e la sua opposizione ai tentativi rivoluzionari volti a liberare le classi oppresse dal dominio e dallo sfruttamento. Oggi invece l'attacco è più subdolo. La sia ccusa particolarmente di essere infedele al vangelo e al suo spirito e di essere di impedimento al suo influsso sulle coscienze, di essere troppo rigida ed esigente in campo morale fino ad esssere inumana nelle sue leggi, a mancare di misericordia e di comprensione per la debolezza umana, per esempio, nel suo insegnamento sulla illiceità e nel suo rifiuto di ammettere i divorziati risposati ai sacramenti. E ora la sia attacca sul tema della pedofilia. Alla fine, laicisti e anticlericali, dopo queste pesanti critiche qualche risultato riescono ad ottenerlo. "Calunnia, calunnia, qualcosa resterà..." diceva François Marie Arouet, noto con lo pseudonimo Voltaire. Infatti oggi molti dubitano dell'esistenza di Dio, della sua bontà e della sua provvidenza; molti hanno difficoltà ad accettare l'atto di fede nel suo carattere soprannaturale e, soprattutto, l'accettazione della divinità di Cristo. Non solo la critica alla Chiesa che rende difficile a molti credenti e laici il fatto che essa è colei che porta agli uomini il messaggio e la grazia di Cristo. Da ultimo scopo di queste critiche feroci al Papa è costituita precisamente dalla critica alla religione, che ostacola il suo passaggio da una visione materialistica e non religiosa della vita a una visione religiosa. E abbiamo detto tutto. Forse abbiamo dimenticato di scrivere che l'origine di questi attacchi sta anche nel fatto che alcuni rabbini ebrei non vogliono nella maniera più assoluta che Papa Pacelli diventi beato, cosa a cui papa Benedetto XVi sta particolarmente a cuore per la grandezza e santità di Pio XII che aiutò personalmente moltissimi ebrei e diede disposizioni al clero, ai religiosi e alle religiose perchè facessero altrettanto. Oggi siamo consapevoli che l'uomo non ha più "un'anima naturaliter christiana" come diceva Tertulliano. Però i laicisti e anticlericali di casa nostra e di oltre oceano la smettano di lasciarsi influenzare dai maestri del sospetto (una volta Marx, Nietzsche e Freud) ma anche da molti pensatori contemporanei. La "ricetta" pastorale di Benedetto XVI a queste critiche vergognose e a questi attacchi in piena malafede che grondano odio e avversione e pregiudizi verso la Chiesa, non è un'apologetica del pensiero cristiano: da san Giustino a Origene a san Tommaso d'Aquino, a Pascal, a Bosset, a Blondel. Ma una fede autentica in Cristo "la Via, la Verità e la Vita" che renda credibile la testimonianza di molti cristiani. Il ruolo di Pietro ( Benedetto XVI) come capo degli Apostoli (Vescovi) è di sostenere i suoi "fratelli" e tutta la Chiesa nella fede. E poiché la fede non si conserva senza lotta, Benedetto XVI dovrà aiutare i fedeli nella lotta per vincere tutto quello che toglierebbe o diminuirebbe la loro fede. È l'esperienza delle prime comunità cristiane, che si riflette nel testo di Luca, ben consapevole della spiegazione che quella condizione storica di persecuzione, di tentazione, di lotta trova nelle parole di Cristo agli Apostoli e principalmente a Pietro. In quelle parole si trovano le componenti fondamentali della Missione petrina. Anzitutto quella di confermare i fratelli, con l'esposizione della fede, l'esortazione alla fede, tutti i provvedimenti occorrenti per lo sviluppo della fede. Quest'azione è rivolta a coloro che Gesù, parlando a Pietro, chiama "i tuoi fratelli": nel contesto, l'espressione si applica anzitutto agli altri Apostoli, ma non esclude un senso più vasto, esteso a tutti i membri della comunità cristiana (cf. At 1, 15). Essa suggerisce anche la finalità a cui deve mirare Pietro nella sua missione di confermatore e sostenitore della fede: la comunione fraterna in forza della fede. Ancora: Pietro - e come lui ogni suo successore e capo della Chiesa - ha la missione di incoraggiare i fedeli a porre tutta la loro fiducia nel Cristo e nella potenza della sua grazia, che Pietro ha personalmente sperimentato. È ciò che scrive Innocenzo III nella Lettera Apostolicae Sedis Primatus (12 novembre 1199) citando il testo di Luca 22, 32 e commentandolo così: "Il Signore insinua manifestamente che i successori di Pietro non devieranno mai, in nessun momento, dalla fede cattolica, ma piuttosto richiameranno gli altri e rafforzeranno anche gli esitanti" (Denz.-S. 775). Quel Papa medievale sentiva confermata dall'esperienza di un millennio la dichiarazione di Gesù a Simon Pietro. La missione affidata da Gesù a Pietro riguarda la Chiesa nella estensione dei secoli e delle generazioni umane. Quel mandato: "Conferma i tuoi fratelli", significa: insegna la fede in tutti i tempi, nelle diverse circostanze e fra tutte le molteplici difficoltà e contraddizioni che la predicazione della fede incontrerà nella storia; e insegnando, infondi coraggio ai fedeli; tu stesso hai sperimentato che la potenza della mia grazia è più grande della debolezza umana; diffondi dunque il messaggio della fede, proclama la sana dottrina, riunisci i "fratelli", riponendo la tua fiducia nella preghiera che ti ho promesso; in virtù della mia grazia, cerca di aprire alla accoglienza della fede coloro che non credono, e di confortare coloro che sono nel dubbio; questa è la tua missione, questa è la ragione del mandato che ti affido. Quelle parole dell'evangelista Luca (Lc 22, 31-33) Benedetto XVI sa molto bene che sono ben significative per tutti coloro che svolgono nella Chiesa il "munus Petrinum", perchè li richiama continuamente a quella sorta di paradosso originale che Cristo stesso ha posto in loro, con la certezza che nel loro ministero, come in quello di Pietro, opera la grazia speciale che sostiene la debolezza dell'uomo e gli permette di "confermare i fratelli": "Io ho pregato, - è la parola di Gesù a Pietro, che si ripercuote nei sempre umili e poveri suoi successori - ho pregato che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli" (Lc 22, 32). Prof. Alberto Giannino - Presidente Ass. culturale docenti cattolici (Adc) - www.imgpress.it -Isegnideitempi - |
Post n°3385 pubblicato il 07 Aprile 2010 da diglilaverita
La solennità di Pasqua è la festa fondamentale della nostra fede cattolica. San Paolo dice a proposito della risurrezione che se Cristo non è risorto, vana è nostra fede, siamo tuttora nei nostri peccati e quelli che si sono addormentati in Cristo sono periti. Se per questa vita solamente speriamo in Cristo, siamo più miserabili di tutti gli uomini. Ora però Cristo è risuscitato da morte, primizia di coloro che sono morti ( 1Cor.15,17-20). Dopo aver raccontato la vita prodigiosa di Gesù ( Dio lo unse di Spirito Santo e di fortezza e fece tanto bene ovunque passava), la sua ingiusta condanna e la sua dolorosa passione e morte, Pietro disse ad alta voce la grande buona novella per l’umanità intera, la lieta notizia per tutta l’eternità che cioè Iddio lo resuscitò il terzo giorno e fece che si rendesse visibile, certo non a tutto il popolo, ma ad alcuni che incaricò di rendere testimonianza a tutto ciò che hanno sperimentato. Quindi, coloro che hanno mangiato e bevuto con lui dopo che resuscitò da morte, devono portare a tutti questa lieta novella, devono testimoniare come Iddio l’ha costituito giudice dei vivi e dei morti. Pietro conclude dicendo che chiunque crede in lui riceve la remissione dei peccati, cioè la salvezza e la pace. Questa notizia della resurrezione di Cristo porta qualcosa di molto positivo, ecco perché i cristiani devono annunciarla a tutti coloro che essi vogliono veramente bene. Infatti, la remissione dei peccati che s’accompagna ad una grande pace è il più grande regalo che si possa offrire ad un amico. Altri regali sono buoni e necessari ma non bastano. Annunciamo ai nostri cari ciò che può salvarli, ciò che può dare loro più pace, più serenità e che non possono trovare altrove, cioè che Cristo è risorto e che chi crede in lui, chi ritorna a lui e si pente sinceramente dei suoi peccati riceve una pace profonda e duratura. La maggior parte dei nostri amici non hanno vera pace e non l’avranno mai finché non ritorneranno di tutto il cuore al loro creatore, a casa loro, a Dio Padre. Dare testimonianza è una bella cosa, è anche un dovere di amore come già abbiamo detto sopra. Però, attenzione. Non occorre dare una falsa testimonianza, non occorre testimoniare di ciò che non si sa! Bisogna farlo con tanta saggezza, con tanta delicatezza. Ecco ciò che ci insegna il Vangelo di Pasqua. I primi testimoni, gli apostoli, coloro che Gesù ha istituito come guida della comunità non annunciano ciò che non hanno verificato prima con certezza. Hanno sentito le parole di Maria Maddalena e vanno a vedere ciò che è accaduto prima di proclamarlo. Pietro va lentamente ma sicuramente, arriva, prende un po’ di tempo per verificare. Così la sua testimonianza sarà vera e ferma. Giovanni corse veloce, ma non entrò dentro. Egli aspettò Pietro, poi vide e credette. Ecco il processo saggio che seguirà la Chiesa nel testimoniare le visioni, le apparizioni e tutte le rivelazioni private nel corso della sua storia bimillenaria. La Chiesa non crede subito a qualunque persona che si dichiara veggente e dichiara di ricevere rivelazioni dal Signore o dalla Madonna o da qualche altro angelo! Essa segue la saggezza di Pietro: prende tutto il tempo necessario per mettere un po’ di luce, crea commissioni mediche e teologiche per non ingannarsi e non ingannare il popolo di Dio, per non dare una falsa testimonianza, per non affermare questo oggi e cambiarlo domani. Anche i semplici fedeli, farebbero bene ad imitare la saggezza di Giovanni. Può darsi che i fedeli laici corrano più velocemente dei loro sacerdoti e vescovi, può darsi che siano più spirituali delle loro guide, ma attenzione essi possono facilmente prendere l’errore per la verità, ingannarsi e ingannare in buna fede. Attenzione a non volere essere più cattolico del papa.... Ciò che dà la credibilità ad una testimonianza, non è l’eloquenza, né l’accanimento a convincere gli auditori, né l’imposizione della sua dottrina per forza, ma unicamente la coerenza della vita del testimone con il messaggio trasmesso. Ecco perché San Paolo diceva ai Colossesi: " Fratelli, se siete veramente risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dov’è Cristo, rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra." Ora, la maggior parte dei cristiani sono purtroppo solamente o principalmente attaccati alle cose della terra, al denaro, agli onori, alle loro comodità ed ambizioni, al sesso… San Paolo continua: "Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Ora noi cadiamo nella superbia, non aspettiamo di ricevere la nostra gloria da Dio stesso, non accettiamo di vivere nel nascondimento. Quando Cristo, nostra vita, sarà manifestato, allora anche noi appariremo con lui nella gloria. Se moriamo con Cristo, con lui risorgeremo, se soffriamo con lui, con lui gioiremo". Ecco perché la Chiesa prende in considerazione la vita del cosiddetto veggente e coloro che lo frequentano per decidere dell’autenticità o meno del messaggio. Ecco perché il mondo aspetta la coerenza e la bontà della nostra testimonianza per concludere della validità del cristianesimo e del suo messaggio di salvezza. - Don Marcello Stanzione - Pontifex - |
Post n°3384 pubblicato il 07 Aprile 2010 da diglilaverita
Nella Puglia del record di aborti (318 su 1.000 nati, contro i 241 della media nazionale), là dove la corsa all’interruzione di gravidanza vede come protagoniste soprattutto le minorenni e dove appena l’11% delle donne si rivolge a un consultorio prima della decisione di rinunciare al proprio bambino, già la prossima settimana arriveranno le prime confezioni del farmaco…Sarà Bari, la città capofila della Ru486. Nella Puglia del record di aborti (318 su 1.000 nati, contro i 241 della media nazionale), là dove la corsa all’interruzione di gravidanza vede come protagoniste soprattutto le minorenni e dove appena l’11% delle donne si rivolge a un consultorio prima della decisione di rinunciare al proprio bambino, già la prossima settimana arriveranno le prime confezioni del farmaco. Ci sarebbe già una lista di donne pronte a farne uso: dieci, sembra, che hanno già inoltrato richiesta alla prima Clinica Ostetrica del Policlinico. A dire che i timori più volte espressi circa la possibilità che il farmaco favorisse la pratica dell’aborto – se non addirittura la incrementasse – non erano infondati. Chi non rimane stupito, della notizia, sono soprattutto i ginecologi della città, che raccontano di un clima di confusione abbastanza diffuso, in cui da una parte spiccano alcuni medici desiderosi di "protagonismo" (pronti a promettere il prima possibile la pillola per dar lustro e visibilità alle proprie strutture ospedaliere), dall’altra i molti preoccupati per le modalità dell’impiego del farmaco: «Si teme che per evitare il ricovero le donne possano utilizzare la "scappatoia" delle dimissioni volontarie – spiega il direttore del Dipartimento materno-infantile dell’ospedale di Venere di Bari, Filippo Boscia –. In quel caso chi risponderà, nel caso di complicazioni post-abortive, saranno gli stessi medici che hanno prescritto il farmaco». Già, le "complicazioni". Che almeno una decina di donne pugliesi conoscono già bene, visto che in regione la pillola abortiva si è sperimentata a partire dal 2006 con un protocollo che prevedeva sì l’assunzione del primo farmaco in ospedale (il mifepristone), e del secondo a tre giorni di distanza (le prostaglandine, per favorire l’espulsione del feto), ma che poi permetteva alle pazienti di tornarsene a casa. E lì, effettivamente, di assistere al proprio aborto. «Ho seguito personalmente il caso di una 24enne di Bari che aveva preso parte alla sperimentazione della Ru486 – continua Boscia –. Si era rivolta a me per le gravi emorragie che, anche a mesi di distanza dall’aborto, non cessavano. Un decorso traumatico che l’aveva sconvolta, e non solo fisicamente. Aveva espulso il feto nel bagno di casa sua, e mi raccontò di essere svenuta per quella visione». Un caso emblematico anche per la scarsa informazione delle donne circa gli effetti collaterali della Ru486, tutt’altro che un aborto "facile", o "indolore": «Questa promessa può essere addirittura devastante in un regione come la nostra – dice Boscia –, dove così tante minorenni ricorrono all’interruzione di gravidanza e dove, oltre ai consultori, manca drammaticamente la presenza di servizi di accompagnamento psicologico nelle cliniche». Questi servizi, secondo quanto prescritto dalla stessa legge 194, dovrebbero aiutare le donne nella loro difficile scelta, scongiurarne l’esito, comprenderne le cause e prevenire l’aborto: «Ma la Regione, invece che muoversi su questo fronte – conclude Boscia – sceglie subito la Ru486». - di Viviana Daloiso - fattisentire. - |
Post n°3383 pubblicato il 07 Aprile 2010 da diglilaverita
"Penso che mai come oggi, la Chiesa sia vittima di un inqualificabile ed assurdo attacco mediatico": lo afferma il noto sociologo ed esperto di cose religiose, professor Massimo Introvigne. Professor Introvigne in che maniera spiega la campagna mediatica ai danni del Papa?: " esistono forze tradizionalmente ostili alla Chiesa cattolica, specie negli Usa, quelle stesse che hanno patito per i paletti posti ad Obama in tema di aborto o bietica ed oggi presentano il conto, gonfiando ed esagerando oltre misura la piaga della pedofilia. Sia ben chiaro, quando scoppiano queste grane, un pizzico di verità esiste sempre, ma avviene l' effetto panico. Molta gente della stampa, in mala fede, ingradisce volutamente le dimensioni della storia". A che cosa si deve?: " probabilmente al fatto che la linea chiara e ferma di questo Papa che su temi come aborto, vita, omosessualità, tiene la barra dritta e non fa sconti al modernismo o idee stravaganti, rende nervosi ed impazienti. Qualcuno vorrebbe mandarlo a casa, ma queste forze del male non ci riusciranno, perché la Chiesa é guidata da un grande Pontefice". Nella messa crismale il papa ha detto ai cattolici di ribellarsi davanti a leggi ingiuste che penalizzino la vita: " non ha detto nulla di nuovo, perfettamente in linea con il Magistero della Chiesa, non comprendo le reazioni tanto strane e furibonde, che cosa si attendevano dal Papa"?. Anche in Italia, un quotidiano nazionale ha intitolato a tutta pagina di stare attenti ai preti pedofili: " questo fa parte dello stile personale del direttore Feltri che batte ancora la grancassa sul caso Boffo e forse ritiene responsabili, a torto, i Vescovi del provvedimento disciplinare in suo danno. Certo, quella uscita poteva risparmiarsela ed ha creato malumore, probabilmente ha dispiaciuto anche il suo editore. Feltri ha piena libertà e non é controllabile, come del resto Facci a Libero. Insomma, in entrambi i casi gli editori non hanno alcuna colpa". Intanto nel Piemonte il leghista Cota ha mandato a casa l'abortista Bresso: " una scelta sensata e corretta. In Piemomente, ma anche in altre parti specie del nord, i cattolici hanno scelto la Lega e premiato la sua fedeltà ai valori di un cattolicesimo tradiazionale. Qualche vescovo o prete poco sintonizzato su questa lunghezza di onda se ne faccia una ragione. Sono certo che Cota,persona corretta, manterrà gli impegni assunti con gli elettori non cedendo su questioni fondamentali come il rispetto per la sacralità della vita, il no all' aborto, e fermezza verso ogni forma di apertura a forme pubbliche di riconoscimento dei gay. Insomma Cota, da galantumo qual é sa bene che i cattolici non possono essere traditi e che le promesse si mettono in pratica". Dunque lei parla di un clamore mediatico esagerato?: " certo, il Papa e la Chiesa cattolica oggi sono vittime di una autentica congiura organizzata e forse anche premeditata". - Bruno Volpe - Pontifex - |
Post n°3382 pubblicato il 07 Aprile 2010 da diglilaverita
La n/s quotidiana vita e la storia sociale del nostro Paese stanno "vivendo" un momento critico nel quale risalta una situazione sociale sempre più confusa, inconcepibile e di difficile "lettura" da parte della gente. 1.) Nel pseudo quadro di cambiamento, quale obiettivo la politica persegue su questo disagio grave ed urgente disagio sociale ? La politica, troppo spesso lontana dall’etica sociale e tutta intenzionata ad inutili sprechi di tempo e di litigiosità, ha dato risposte non esaurienti alle priorità che insistono nel nostro sistema sociale, quali : 1.) la promozione ed il supporto di politiche economico-sociali di sostegno alla famiglia, 2.) la difesa della vita nascente , 3.) la strisciante eutanasia, 4.) la valorizzazione dell’ente "famiglia" cellula della società, 5.) la carenza dei servizi sociali, che dovrebbero essere materializzati in strutture di prevenzione e non di sola parziale assistenza. Con coscienza critica le Istituzioni ( e lo diciamo da anni con documenti giacenti nelle sedi istituzionali e Parlamento italiano ed europeo ! ) devono incrementare lo sviluppo della giustizia sociale con maggiore attenzione verso i più svantaggiati della vita e fra questi anche "gli ultimi fra gli ultimi": i malati mentali, unitamente alle loro famiglie, i quali non hanno trovato una opportuna risposta alla loro situazione e sono finiti per rappresentare, dopo quella famosa legge 180 e " seguenti", un carico spesso insopportabile per parenti e società. Non parliamo, poi, della sicurezza dei cittadini ! 2.) Il disagio mentale continua a minacciare le nostre città! Spesso ed in presenza di determinate situazioni si "sentono facili dichiarazioni". E’ davvero troppo facile dire "che lo spirito della legge 180 è valido e lungimirante ancora oggi". La Comunità civile nel sensibilizzare le Istituzioni ai bisogni generali delle famiglie, in ogni tempo, deve rappresentare anche le necessità di quella "realtà di salute pubblica mentale" per la quale moltissime famiglie sono succubi e vittime specialmente nei loro figli giovani ed anche la società. Signor Presidente del Consiglio dei Ministri , forse non ha insegnato niente quanto è capitato a Lei ed al Santo Padre per "opera" di menti instabili o depresse, ma le testimonianze ai vari livelli non devono limitarsi ad attestazioni di sole parole, come stiamo sentendo, anche, in questi ultimi tempi! L’intervento ad operare per lo sviluppo integrale dell’uomo, passa anche attraverso questo comparto socio-sanitario che ha sempre il diritto urgente di risposte sia legislative che nel richiamo evangelico incentrato, anche, nella formazione delle coscienze e nella denuncia di ingiustizie contro i più deboli.
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INFO
LE LACRIME DI MARIA
MESSAGGIO PER L’ITALIA
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi
SAN GIUSEPPE PROTETTORE
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione
ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua
santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre
di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne
preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo
sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù
Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che
ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere
delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla
morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa
di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di
noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso,
possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna
beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.
Inviato da: diglilaverita
il 30/12/2016 alle 23:44
Inviato da: PAOLA11O
il 30/12/2016 alle 11:57
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il 27/12/2016 alle 13:29
Inviato da: gesu_risortoannunz1
il 22/12/2016 alle 18:10
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il 17/10/2016 alle 21:36