ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 18/04/2010

VOGLIONO IL VATICANO MODELLO ONU PER "DEMOCRATIZZARE" LA CHIESA

Post n°3434 pubblicato il 18 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Dietro gli attacchi dei liberal americani e italiani al Soglio pontificio si cela un piano più ampio. “Democratizzare” la Chiesa per fermare un pontificato «fondamentalista»

Altro che le dimissioni di Benedetto XVI. Quanti stanno mediaticamente cavalcando gli scandali pedofili riguardanti sacerdoti cattolici mirano molto più in alto: nientemeno che alla riforma della Chiesa. Lo dimostra il programma della più importante delle iniziative di mobilitazione di cui finora si abbia notizia e lo conferma il contenuto di editoriali e commenti apparsi di qua e di là dell’Atlantico. Bernie McDaid e Olan Horne sono due vittime di abusi pedofili da parte di sacerdoti americani che hanno preso parte a uno storico incontro con Benedetto XVI durante il suo viaggio pastorale negli Stati Uniti dell’aprile 2008. Era la prima volta che un incontro del genere avveniva, per di più su richiesta del Papa. D’intesa con “gruppi riformatori in tutto il mondo”, i due hanno indetto per il prossimo 31 ottobre il “Day of Reformation”, un’adunata internazionale che vorrebbe portare in piazza San Pietro a Roma 50 mila persone sulla base di una piattaforma di quattro punti che va ben al di là della questione degli abusi sessuali: «1) Regolari audit da parte di enti indipendenti relativamente alle politiche e alle procedure di diocesi ed altri enti ecclesiastici per la prevenzione degli abusi e la gestione dei casi di abuso quando essi si verificano. 2) Attività di relazione con le vittime, compresi sostegno spirituale, pastorale e relativo alla salute mentale. 3) Efficaci programmi di screening per seminaristi, sacerdoti e vescovi, incluse opportunità rafforzate per la partecipazione del laicato alla selezione dei vescovi. 4) Partecipazione da parte dei sopravvissuti agli abusi sessuali a tutte le istituzioni che decidono le politiche della Chiesa». Una Chiesa che si facesse monitorare dalla Commissione per i diritti umani dell’Onu, o dall’ufficio allargato del garante della privacy non sarebbe più la Chiesa che si conosce da qualche secolo; e il conferimento di facoltà di natura episcopale o cardinalizia a vittime di abusi sessuali appare una forma di indennizzo davvero stravagante. A meno che dietro non ci sia quella che gli americani definirebbero una “political agenda”, ovvero un programma politico (in senso lato). Ipotesi avvalorata dall’altra richiesta di partecipazione del laicato alla scelta dei vescovi (storica richiesta dei gruppi ecclesiali progressisti). Il Reformation Day sembra dunque in sintonia con quanto scritto da James Carroll sul Boston Globe nel commento “Rescuing Catholicism”, “Salvare il cattolicesimo”, in cui si legge che «Benedetto XVI ha denunciato i preti predatori con la dovuta severità, ma non può credibilmente punire i vescovi che hanno permesso tutto questo perché egli è uno di loro» e perché «è stato il capo dei fondamentalisti». I quali hanno sabotato il Concilio Vaticano II, «un passo verso la democratizzazione della Chiesa cattolica». La quale sarebbe poi un ritorno alle vere tradizioni cristiane, perché «in passato i vescovi erano eletti dalle Chiese locali, e agendo insieme in Concili generali esercitavano la suprema autorità cattolica. Tutto questo è cambiato nel secolo XIX». Per cui «il dominio papale è un fenomeno moderno». Balle per chi conosce un po’ la storia della Chiesa d’Occidente, spacciate per verità da Carroll, ex prete che ha gettato la tonaca nel lontano 1973 per diventare romanziere, autore teatrale e giornalista. La chiusa del suo commento è illuminante: «Il problema è la struttura, il che significa che la questione non sono le dimissioni del Papa». L’obiettivo dei cattolici liberal e pro-choice americani è lo stesso della manifestazione del 31 ottobre: trasformare la Chiesa in una federazione di Chiese nazionali, le più illuminate delle quali sarebbero rette in forma democratica. Sono le stesse tesi che, in modo più felpato, Giancarlo Zizola ha articolato su Repubblica. Prima, in un pezzo di commemorazione di Giovanni Paolo II a cinque anni dalla scomparsa, ha spiegato che completare gli «avvii di riforma» del suo pontificato sarebbe la cosa giusta, ma è «difficile che si comprenda, nell’attuale psicosi dello stato d’assedio». Qualche giorno dopo ha ammonito che «il rischio di questa crisi, aperta da un colpo di audacia del papa che ha rotto dall’alto il sistema omertoso sui preti pedofili, è di far incassare alle forze involutive nella Chiesa una spinta ulteriore verso l’arroccamento entro i bastioni, privi persino di feritoie», mentre il suo aspetto positivo è che ha rianimato la «contestazione degli attuali assetti nelle relazioni fra clero e popolo dei fedeli» e gli «appelli per lo sblocco dei processi di riforma a favore di un modello di Chiesa “di comunione”». La quale Chiesa di comunione non è molto differente da quella democratizzata auspicata da Carroll, come si evince dalla prosa di Zizola: «È vero che la Chiesa “non è una democrazia”. Ma è anche vero che, essendo “comunione”, la Chiesa è più di una democrazia, ma non meno. E che “alla Chiesa senza l’opinione pubblica qualcosa farebbe difetto”, diceva Pio XII». Intanto nel mondo anglosassone, da dove è partita l’offensiva contro Benedetto XVI, si manifestano i primi ripensamenti. Rowan Williams, primate anglicano d’Inghilterra che aveva dichiarato che la Chiesa cattolica irlandese aveva perduto tutta la sua credibilità, ha chiesto scusa telefonando all’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin ed esprimendogli «profondo dispiacere e rincrescimento» per le sue dichiarazioni. La pubblicizzatissima petizione del leader gay Peter Tatchell al primo ministro britannico perché manifesti l’opposizione del governo alle dottrine morali cattoliche e «il suo disaccordo sul ruolo del papa nella copertura degli abusi sessuali ai danni di minori da parte del clero cattolico» alla vigilia della visita di Benedetto XVI nel Regno Unito, ha finora raccolto solo 12.301 firme ed è soltanto la dodicesima più firmata fra le petizioni a Gordon Brown.

Il Wsj smonta lo scoop del Nyt

La reazione più interessante è arrivata dagli Usa, dove il Wall Street Journal ha criticato la campagna del New York Times contro Benedetto XVI contestando la ricostruzione fasulla del caso Murphy fatta dal quotidiano liberal, che ha preso per buono quanto andava dicendogli Jeff Anderson, avvocato che ha ottenuto finora 60 milioni di dollari di indennizzi in cause contro la Chiesa cattolica. «È difficile pensare a qualcuno con un più grande interesse finanziario nel promuovere l’immagine di una Chiesa che non prende misure contro i preti abusatori e di un Benedetto XVI personalmente colpevole», scrive William McGurn. Che suggerisce infine ai colleghi «un po’ di scetticismo sulla ricostruzione dei fatti da parte di un avvocato che fa i milioni con questo genere di cause».  - di  Rodolfo Casadei - Tempi -

 
 
 

IL PONTEFICE SBARCA A MALTA SULLE ORME DI SAN PAOLO

Post n°3433 pubblicato il 18 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Benedetto XVI torna a denunciare con forza - nel suo viaggio a Malta - le "tante minacce alla sacralita' della vita umana, alla dignita' del matrimonio e della famiglia" nel mondo di oggi e soprattutto in Europa. "I nostri contemporanei non hanno forse bisogno - si e' chiesto dopo la visita alla grotta di San Paolo a Rabat - di essere costantemente richiamati alla grandezza della nostra dignita' di figli di Dio e alla vocazione sublime che abbiamo ricevuto in Cristo? Non ha forse bisogno la societa' di riappropriarsi e di difendere quelle verita' morali fondamentali che sono alla base dell'autentica liberta' e del genuino progresso?". Anche in serata, dunque, come nel pomeriggio nel discorso all'aeroporto di Luqa, Benedetto XVI sottolinea il ruolo di baluardo cattolico che Malta puo' avere in Europa a difesa della vita e della famiglia. "L'arrivo di San Paolo a Malta - rileva - non era programmato. Come sappiamo, si stava recando a Roma quando sopraggiunse un violento temporale e la sua nave fu scaraventata su quest'isola". Secondo Ratzinger, "i marinai possono tracciare una rotta, ma Dio, nella sua sapienza e provvidenza, dispiega il proprio itinerario. La parola del Vangelo, ha tutt'oggi il potere di irrompere nelle nostre vite e di cambiarne il corso". "Oggi - scandisce il Pontefice - lo stesso Vangelo che Paolo predico' continua a esortare il popolo di queste isole alla conversione, ad una nuova vita e ad un futuro di speranza". "Da questo luogo santo dove la predicazione apostolica si diffuse per prima in queste isole, invito ciascuno di voi - ripete il Papa dopo aver risalito con passo assai spedito la lunga e ripida scala dalla Grotta al Santuario, tanto che autorita' e vescovi sembravano in difficolta' nello stargli dietro - a far propria la sfida esaltante della nuova evangelizzazione. Vivete la vostra fede in maniera ancor piu' piena assieme ai membri delle vostre famiglie, ai vostri amici, nei vostri quartieri, nei luoghi di lavoro e nell'intero tessuto della societa' maltese. In modo particolare esorto genitori, insegnanti e catechisti a parlare agli altri del vostro stesso incontro vivo con Gesu' risorto, specialmente ai giovani che sono il futuro di Malta". "Il naufragio di Paolo e la sua sosta per tre mesi a Malta - osserva il Pontefice teologo - hanno lasciato un segno indelebile nella storia del vostro Paese. Le sue parole ai compagni prima di giungere a Malta sono ricordate per noi negli Atti degli Apostoli e sono state un tema speciale nella vostra preparazione alla mia visita e nel contesto originale sono un invito al coraggio di fronte all'ignoto e alla fiducia incrollabile nella misteriosa provvidenza di Dio. I naufraghi, infatti, furono calorosamente accolti dalla gente di Malta, a seguito dell'esempio dato da San Paolo. Nel piano di Dio, San Paolo divenne percio' il vostro padre nella fede cristiana. Grazie alla sua presenza tra voi, il Vangelo di Gesu' Cristo si radico' saldamente e porto' molto frutto non soltanto nella vita degli individui, delle famiglie e delle comunita', ma anche nella formazione dell'identita' nazionale di Malta, come pure nella sua vibrante e particolare cultura". "Cari fratelli e sorelle - continua il Papa -, il mio pellegrinaggio a Malta e' iniziato con un momento di preghiera silenziosa nella grotta di san Paolo, che per primo porto' la fede in queste isole. Sono venuto sulle orme di quegli innumerevoli pellegrini lungo i secoli, che in questo santo luogo hanno pregato, affidando se stessi, le loro famiglie e la prosperita' di questa Nazione all'intercessione dell'Apostolo dei Gentili", le cui "fatiche apostoliche" portarono "una ricca messe nella generazione di predicatori che seguirono le sue orme". Da parte sua, Benedetto XVI rende dunque omaggio "al gran numero di sacerdoti e religiosi che imitarono il suo zelo missionario lasciando Malta per andare a portare il Vangelo in lidi lontani". "Sono lieto di aver avuto l'opportunita' di incontrarne oggi cosi' tanti in questa Chiesa di San Paolo, e di incoraggiarli nella loro vocazione piena di sfide e spesso eroica. Cari missionari - conclude quindi il Pontefice -, ringrazio ciascuno di voi, a nome di tutta la Chiesa, per la vostra testimonianza al Signore Risorto e per le vite spese al servizio degli altri. La vostra presenza ed attivita' in cosi' tanti Paesi del mondo fa onore alla vostra Patria e testimonia la spinta evangelica innestata nella Chiesa a Malta. Preghiamo il Signore affinche' susciti ancor piu' uomini e donne, che continuino la nobile missione di proclamare il Vangelo e di operare per il progresso del Regno di Dio in ogni terra e in tutti i popoli". Un bagno di folla oltre le attese ed un solo fuori programma, la benedizione, fuori dal palazzo presidenziale, di sei bambini malati terminali, hanno segnato la prima giornata della visita di Benedetto XVI a Malta, secondo quanto riferito dal direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in un briefing presso il Centro stampa di Floriana. ''Il Papa e' stato accolto ovunque da grandi folle - ha riferito il portavoce vaticano -, sente il calore, l'accoglienza e l'amicizia della nazione''. Poca polizia nelle strade - ha proseguito padre Lombardi -, ''contrariamente a quanto avviene in altri Paesi'', ''una presenza festosa e ordinata, spontanea ma senza eccessi''. ''Amichevole'' e' stata anche - ha raccontato - l'atmosfera dell'incontro con il presidente George Abela, durante il quale si e' parlato di immigrazione, ''ma senza toccare questioni controverse'', di valori cristiani e politica mediterranea, del ruolo di Malta nel Mediterraneo e nell'Ue. Molte le autorita' presenti alla visita nella grotta di San Paolo, nel corso della quale e' stato cantato un inno di fedelta' al Papa composto da San Giorgio Perca, recentemente canonizzato. Sul libro d'oro dei visitatori illustri, Benedetto XVI ha scritto: ''In questo luogo santo, che ha conosciuto i passi di San Paolo pellegrino, io prego perche' come lui possiamo servire il Signore risorto nella pace e nella gioia''. - Petrus -

 
 
 

GLI UFO: VEICOLI DALL'INFERNO?

Post n°3432 pubblicato il 18 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Da quando alla fine degli anni quaranta del Novecento sono stati fatti i primi avvistamenti nei cieli di strani oggetti volanti si sono moltiplicate le pubblicazioni di libri, riviste, documentari, filmati e programmi televisivi di approfondimento e informazione. Si parla di decine di migliaia di osservazioni, alcune delle quali palesemente false, altre che non trovano nessuna spiegazione logica, tuttavia effettivamente si materializzano in maniera repentina velivoli di aspetto metallico o luminoso che si muovono velocemente e che lasciano gravi turbamenti negli spettatori. Come se non bastasse sono numerosi i casi in cui uomini e donne affermano di essere stati rapiti da strani esseri provenienti da altri pianeti o, molto più verosimilmente, da altre dimensioni. Addirittura alcuni di essi sono vittime di esperimenti e manipolazioni gravi che arrivano fino alla fecondazione eterologa di entità non umane. Purtroppo oggi è molto facile, soprattutto per le nuove generazioni, rimanere colpiti ed incuriositi da simili esperienze. Ma quello su cui riflettere attentamente è l’attenzione che danno a questi fenomeni alcuni gruppi di potere, quali la massoneria e le sette esoteriche, tramite ben note case editrici e produzioni di trasmissioni televisive. Il pericolo per le anime è grande perché molto spesso insieme alle tematiche di approfondimento ufologiche si accompagnano vere e proprie esperienze di tipo spiritico o, come vengono chiamate in ambiente “new age”, di tipo medianico. Sono noti infatti i gruppi che ricevono messaggi medianici da entità che dicono di provenire dallo spazio. Una di queste entità medianiche è chiamata Ashtan Sheran, sedicente comandante della “flotta spaziale interplanetaria”. Essa si manifestò per la prima volta mediante un certo Van Tessel che affermò addirittura di aver viaggiato su una delle astronavi che orbiterebbero attorno alla Terra. Non vorrei entrare nei dettagli dei messaggi di questi spiriti, che rientrano nella tipologia di molti altri riportati da gruppi di challening new age, ma vorrei solo far notare l’inquietante nome del “comandante alieno” che ricorda in modo chiaro quello di Astaroth, uno dei demoni della cultura ebraica che, secondo una tradizione non canonica, spinse Caino ad uccidere Abele. Altre volte sono diverse entità che si manifestano, come nel caso emblematico accaduto negli anni settanta ad  un americano di nome Brian Scott, che in seguito ad un rapimento, venne sottoposto a sedute di ipnosi per cercare di capire la natura della sua esperienza. In quell’occasione, oltre a messaggi di un’entità sconosciuta, avvennero fenomeni che di solito si osservano in casi di infestazione, come poltergeist, combustioni spontanee e apparizioni di forme umane vaporose. Alcuni dubbi sulla veridicità di racconti e di ricordi di alcune persone possono naturalmente sorgere, ma alcune di queste esperienze hanno una somiglianza straordinaria con manifestazioni di tipo preternaturale maligno, quindi demoniaco. Inoltre bisogna considerare che sono numerose, riguardano un periodo di tempo prolungato e colpiscono persone di ogni nazionalità che non sono a conoscenza l’una delle altre. Alcuni gruppi new age  affermano che gli UFO sono dei veri mezzi di trasporto utilizzati dagli angeli. Molto noto a questo proposito il libro “Angeli in astronave”. Ancora più pericolosa è la commistione di tematiche religiose e di apparizioni mariane con argomenti ufologici e di chiaro significato esoterico come nel caso del famoso “contattista” Giorgio Bongiovanni. Nel difficile discernimento che i fedeli devono affrontare in questi casi che possono sicuramente trarre in inganno anime fragili ci vengono in aiuto delle persone illuminate dalla grazia divina, come ad esempio Maria Simma. Nel testo più importante della carismatica svizzera – “Fateci uscire da qui!!” – alcune anime del Purgatorio hanno parlato sia degli UFO che della vita extraterrestre. Le affermazioni di Simma non lasciano spazio a dubbi: «un amico mi chiese recentemente di domandare alle anime del Purgatorio se esiste una vita intelligente su altri pianeti. L’anima rispose: “no”. Non c’è dunque vita intelligente su altri pianeti. Ma ciò NON vuol dire che tutti quegli avvistamenti e quelle storie di rapimenti non siano vere. Non è nelle intenzioni di così tante persone mentire su questo argomento, ma c’è un’altra spiegazione. Se nell’universo non ci sono altre forme di vita intelligente, e qui vorrei aggiungere che chiunque con una profonda conoscenza e fede  nelle Sacre Scritture concluderebbe allo stesso modo, tutti quegli avvistamenti sono opera di satana». In maniera intelligente poi Maria Simma spiega la logica che sta dietro questi fenomeni. «Satana vorrebbe che fossimo molto curiosi: quale modo migliore ci potrebbe essere, infatti, per condurci fuori strada se non quello di farci rincorrere delle piccole creature verdi nel vuoto dello spazio? La curiosità ha ucciso più di un semplice gatto. E tutti quei film e quegli spettacoli televisivi sulle civiltà extraterrestri possono facilmente far deviare i ragazzi». L’argomento extraterrestri è contenuto anche nei numerosi messaggi della Vergine Maria alla veggente Veronica Lueken di Bayside, negli Stati Uniti. Premetto che tali apparizioni e messaggi purtroppo non sono stati approvati dal Vescovo locale, ma a mio avviso sono degne di attenzione, per due motivi principali, che poi sono le ragioni che la Chiesa prende in considerazione di solito per approvare questo tipo di culto. La prima è la condotta morale dalla veggente: Veronica era madre di cinque figli, è stata sempre fedele alla Santa Chiesa Cattolica, ha vissuto sempre con semplicità senza arricchirsi e i messaggi che ha rivelato sono stati sempre coerenti con l’insegnamento della Chiesa. Il secondo elemento che viene preso in considerazione è il frutto che tali apparizioni hanno portato: numerose conversioni e fervore nell’apostolato, tali da creare diversi movimenti per la promozione del culto della Madonna. Il problema principale è stato il contenuto apocalittico ed escatologico dei messaggi, soprattutto in quegli anni (era il 1968) nei quali i cosiddetti “profeti di sventura” erano guardati con sospetto da certa gerarchia. Ma andiamo ad analizzare alcuni dei messaggi che riguardano l’argomento “UFO”.
«Molti dischi volanti sono ora sopra di noi. Essi sono i mezzi di trasporto dell’inferno. Vengono da satana. Questi oggetti chiamati UFO non provengono da un altro pianeta ma è satana ad inviarli per far credere all’esistenza di altri esseri viventi sugli altri pianeti». (Messaggio del 29 dicembre 1973).
«Gli UFO sono manifestazioni dell’inferno. Sono creati nella mente di certuni dai demoni che sono capaci, a causa del grande potere sulla Terra, di controllare gli elementi e la natura». (Messaggio del 1 febbraio 1978).
«E ve lo ripeto, figli miei: i vostri UFO non sono sconosciuti al vostro Dio, perché provengono da satana. Essi sono uno dei falsi miracoli degli ultimi giorni…». (Messaggio del 27 maggio 1978).
In questi messaggi Maria Santissima afferma con chiarezza in che cosa consistono queste manifestazioni e ribadisce più volte che l’idea dell’esistenza della vita su altri pianeti è falsa. E’ interessante notare che nel messaggio del 1973 viene affermato che questi veicoli possono consistere in materializzazioni visibili da tutti, potenzialmente in grado quindi di ingannare un grande numero di persone. Nel messaggio del  febbraio 1978, invece, la Madonna ci avverte della possibilità dell’influsso demoniaco nella mente di alcuni uomini. Insomma, questi messaggi ricevuti da Veronica Lueken sono coerenti sia con le risposte date dalle anime del Purgatorio a Maria Simma, sia con il contenuto di numerose rivelazioni, a partire da Fatima e La Salette, che ci mettono in guardia dallo scatenamento del male specialmente nel periodo della fine dei tempi. - Enrico De Dominicis - Pontifex -

 
 
 

SE UN PADRE E' COLPEVOLE ABOLIAMO LA FAMIGLIA?

Post n°3431 pubblicato il 18 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nikolaus Lobkowicz è una delle personalità di spicco del mondo intellettuale mitteleuropeo, e soprattutto una delle figure più appassionate a rendere presente la Chiesa nel mondo della cultura e della politica. Proprio per questo, gli abbiamo chiesto di commentare l'attuale attacco mass mediologico (e non solo) perpretrato contro Papa Benedetto XVI e il Vaticano.

La gravità dello scandalo della pedofilia tra le fila del clero cattolico è fuori discussione ed è stata riconosciuta in più occasioni da Benedetto XVI, che ha parlato di «vergogna» e ha invitato alla «penitenza». Altrettanto chiara è però la strumentalità di una campagna mediatica di dimensioni planetarie senza precedenti. Qual è il suo fine?

Come giustamente sottolinea, è necessario distinguere tra gli eventi scandalosi e l'eccitazione dei mass media. Inoltre, è più giusto parlare di abusi sessuali sui giovani piuttosto che di pedofilia. Quest'ultima è un'aberrazione sessuale, mentre i casi in questione hanno molte forme diverse e probabilmente anche molte cause diverse. L'agitazione su questi atti esecrabili non è del pubblico in generale, ma è principalmente indotta da due caratteristiche dell'informazione: in primo luogo i mass media, che per loro stessa natura sono molto interessati a vendere notizie; e in secondo luogo molti giornalisti si considerano critici eletti dal Weltgeist per giudicare qualsiasi cosa succeda nel mondo. A volte sono tentato di domandare a quelli che si stanno occupando dei casi in questione: «Ora, per favore, ditemi quando è stata l'ultima volta che Voi vi siete comportati come porci?». Non avendo il timore di poter essere contraddetti pubblicamente, è facile immaginare che cederanno alla tentazione di fare di un'inezia una montagna. Ovviamente i casi in questione non sono inezie, ma se si considera il numero di episodi simili collegati a parenti stretti - genitori, zii, amici di famiglia - l'attuale cronaca dei mass media dell'intera vicenda è completamente sproporzionata.

Gli attacchi di cui è fatto oggetto il Papa sulla pedofilia sono simili a quelli che la Chiesa ha ricevuto in altri momenti: prima ci sono state le battaglie del modernismo contro Pio X, poi l'offensiva contro Pio XII per il suo comportamento durante l'ultimo conflitto mondiale e infine quella contro Paolo VI per l'Humanae vitae. La Chiesa deve ciclicamente attraversare un periodo di Passione, come Cristo?

Io posso rispondere solo in merito alla situazione tedesca. Da un lato, in quanto cristiani, dobbiamo essere sempre pronti a rispondere alle calunnie e alle persecuzioni; dopo tutto Cristo lo ha predicato e certamente non pensava soltanto al periodo dei martiri prima della svolta costantiniana. Dall'altro lato, i tedeschi erano così entusiasti che il Papa fosse uno di loro che dall'elezione del cardinale Joseph Ratzinger sono sempre rimasto in attesa di un contraccolpo. Il fatto che questo non sia avvenuto con Giovanni Paolo II è abbastanza insolito, probabilmente dovuto allo straordinario carisma dello scomparso Karol Wojtyla. Il carisma di Benedetto XVI è diverso: prima di tutto è uno dei maggiori teologi cattolici del nostro tempo - un carisma che, in quest'epoca così superficiale - non è certo facilmente apprezzabile.

Dietro gli attacchi al pontefice ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo?

Certamente, anche questo. Viviamo in un'epoca in cui le persone odiano che gli venga ricordato quanto vivano nel peccato. Nel caso di Giovanni Paolo II si tendeva a guardare oltre e perdonarglielo, alla stregua di un piccolo capriccio di un uomo molto carismatico.

Ieri il Vaticano ha pubblicato sul suo sito internet che, con decisione inappellabile, il Papa può ridurre allo stato laicale il prete pedofilo, mentre un vescovo ha l'obbligo di denuncia alla magistratura solo se previsto dalle leggi dello Stato. Si tratta di linee guida già introdotte nel 2003, ma rese pubbliche per la prima volta. Un passo nella giusta direzione?

È senza dubbio un'adeguata risposta in caso di abuso sui minori e i più giovani. A me però sembra importante rimarcare che il compito del vescovo di informare le autorità secolari rimanga ben circoscritto solo ad alcuni casi. Se si creasse la condi- zione in cui un vescovo dovesse denunciare per forza alla magistratura ogni atto commesso da un suo sacerdote contrario alle leggi di un determinato paese, si potrebbero creare situazioni molto problematiche. Immaginate laddove è considerato un crimine opporsi al governo o, come in Cina, avere più di due figli. Non ci vuole molto per comprendere la delicatezza di simili situazioni. E ancora, cosa dire riguardo al dovere di un sacerdote di osservare il segreto della confessione? Il padre confessore dovrebbe negare l'assoluzione fino al momento in cui il peccatore non si fosse auto denunciato? Ma anche il quel caso il confessore sarebbe legato al segreto.

Questo Papa può essere avvertito come un capro espiatorio?

Come capro espiatorio di cosa? Sì, forse un capro espiatorio per il messaggio scomodo della Chiesa. Ogni volta sono sorpreso dell'odio con cui questa viene attaccata. Molti pensano: «non vogliamo che ci siano ricordate le parti scomode del messaggio cristiano. Amiamo quelli che lo diluiscono».

La grande caratura culturale e filosofica di Benedetto XVI può cambiare - così come il papato di Giovanni Paolo II - la natura della Chiesa. Può essere questa la motivazione dell'attacco nei suoi confronti?

No, io non credo che l'elevata qualità intellettuale di Benedetto XVI sia la ragione di questi attacchi. Per quanto questo sia un attacco e non primariamente una conseguenza della cultura dei nostri mass media, è un attacco diretto alla Chiesa nel suo complesso. C'è un numero di persone che sarebbero felici di sopprimerla così come fecero i regimi comunisti. Come ho già detto, Cristo ci ha avvisato...

Fin dalla sua elezione, si è intentato un processo all'ultraconservatorismo di Benedetto XVI, ripreso di continuo dai mass media. Ma un Papa può essere altra cosa che conservatore?.

Credo che sia assolutamente insensato descrivere Benedetto XVI come un conservatore. È da etichettare come tale colui che si oppone alle pericolose derive - per l'intera umanità! - del nostro tempo? L'opposizione progressista/conservatore si applica alla politica, certamente non alla Chiesa.

C'è cristianofobia nel Sud del mondo - dove i cristiani vengono anche bruciati e crocifissi - e c'è un crescente atteggiamento anticattolico nel Nord del mondo. Gli uomini di Chiesa ne sono spaventati, ma la comunità cristiana in questa precisa fase storica sembra incapace di reagire con la forza e lucidità necessaria.
A cosa vuole alludere dicendo questo? Io non vedo in Europa una crescita della cristianofobia, ma solo l'ossessivo atteggiamento di un gruppo ristretto. E la potenza dei mass media che li seguono - obbedendo al loro, sfortunato, "dovere di informazione". Detto questo, non mi pare che la comunità cristiana sia spaventata. Piuttosto, visto che parliamo di pedofilia, direi che è imbarazzata. Per carità, a ragion veduta, visto che per un considerevole arco di tempo non è stata capace di gestire il caso dei preti pedofili nella giusta maniera. Non vi è dubbio che alcune persone si stiano oggi allontanando dalla Chiesa, ma sono gli stessi che già da tempo erano, per qualche ragione, propensi ad abbandonarla. In Germania, c'è una crescente attenzione ai casi di pedofilia perpetrati nelle scuole private: che nulla hanno a che fare con la Chiesa. Recentemente, ho pensato di scrivere un articolo su un quotidiano a favore dell'abolizione di tutti i padri, gli zii e gli amici di famiglia, visto che una piccola parte di questi si sono macchiati di violenze e seduzioni sui bambini. Il modo in cui i mass media affrontano l'argomento è assurdo: la Chiesa ha ignorato poche dozzine di casi, mentre vengono tenuti segreti la maggior parte dei casi che quasi quotidianamente si discutono in tribunale. Sottolineare questo non significa sottostimare lo scandalo che colpisce la Chiesa; piuttosto tendere a ricordare alle persone le reali proporzioni della vicenda. In Germania c'è una crescente attenzione al fatto che il problema non è il prete pedofilo, bensì il modo in cui le autorità ecclesiastiche hanno gestito la situazione. Quest'ultimi hanno trasferito dei sacerdoti in altri luoghi invece di - da un lato - prevenire ogni possibile altro contatto con i bambini, e dall'altro, informare le autorità competenti. Per come la vedo io la vera natura del problema è che il Vaticano ha cercato di affrontare la situazione secondo la legge canonica e non secondo quella dello Stato. L'abuso sessuale di un ragazzino è un crimine, non soltanto un peccato. Per essere chiari: è un peccato molto grave secondo l'ordine secolare. Se un prete si macchiasse di omicidio, le autorità ecclesiastiche certamente non tenterebbero di prevenire la sua condanna al carcere. Almeno lo spero...

Un alto prelato italiano mi raccontava di recente che alcuni sacerdoti sono stati insultati mentre camminavano per strada; che altri - specie in Nord Europa - sono visti con sospetto e ci pensano due volte prima di accostarsi a un bambino, anche solo per dire una parola, perché bloccati dagli sguardi delle madri. Come potrà un giovane superare tutti questi ostacoli e decidere di dedicarsi alla vita attiva in seno alla Chiesa? Quest'ultima, teme un'ulteriore emorragia delle vocazioni. Soprattutto in Occidente. Come arginare e ridare fiducia?

Il caso di cui mi parla può accadere, certo, così come accade che qualcuno sputi a degli immigrati di colore solo perché alcuni di loro hanno rubato qualcosa. In Germania, comunque, ci sono molte manifestazioni di solidarietà verso quegli istituti cattolici dove sono accaduti gli abusi. Alcuni ex allievi di una di queste scuole hanno pubblicato un discorso nel quale si dicevano felici sia dei loro convitti che dei loro insegnanti cattolici, e che mai avevano notato nulla di tutto quello che veniva descritto dai media. Il mio figliolo più grande ha passato un certo numero di anni in un convitto benedettino che oggi è sospettato di due o tre casi di pedofilia. Ebbene, lui adorava quella scuola e non si è mai accorto di nulla di tutto ciò che è stato descritto dai giornali.

Questa campagna è nata all'estero ed è tuttora combattuta soprattutto all'estero. L'epicentro sono gli Usa, con un'appendice importante in Germania, Gran Bretagna, Austria. Il Washington Post ha chiesto le dimissioni del pontefice. Der Spiegel scrive di lui come della «fallita missione di Jospeh Ratzinger». Fatta eccezione per gli ambienti strettamente eccelsiastici, fra i laici solo in Francia si è creato un movimento di intellettuali in difesa del Papa. Nel resto di Europa solo qualche voce isolata. Come giudica questo silenzio?

È noto che giornali e settimanali come Der Spiegel e il Washington Post esagerino le notizie per stimolare le vendite. Fanno soldi rimestando nel torbido e creando notizie sensazionali. Altri quotidiani sono stati molto più cauti sulla vicenda, soprattutto dopo che è emerso che in molte scuole affatto cattoliche succedeva la stessa cosa. Accuse del tenore «È fallita la missione di Joseph Ratzinger» sono semplicemente ridicole. È come se un presidente fosse invitato a dimettersi perché il numero degli omicidi nel proprio paese fosse passato dall'1 al 2 percento. Mi ripeto: il problema non sono gli abusi sessuali ma il modo in cui l'autorità ecclesiastica ha gestito l'intera vicenda. Hanno capito certamente troppo tardi che certi crimini non possono essere affrontati e risolti solo in camera caritatis, ma devono essere perseguiti anche secondo le leggi dello Stato. Molto interessante sarà capire come e in che modo l'agitazione presente inciderà sul Codex iuris canonici. In alcuni casi, la Chiesa - che è comunque parte del mondo secolare - non potrà e non vorrà evitare di consegnare i suoi peccatori alle autorità civili. Dopo tutto, i sacerdoti non sono solo membri della Chiesa, ma anche cittadini o quantomeno abitanti dello stato secolare. - di Luisa Arezzo - miradouro -

 
 
 

DAGLI AMICI MI GUARDI IDDIO CHE DAI NEMICI MI GUARDO IO!!!

Post n°3430 pubblicato il 18 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io". E' quanto deve aver pensato padre Raniero Cantalamessa, il popolare frate cappuccino, predicatore della Casa pontificia, dopo le stizzite dichiarazioni che i "fratelli maggiori" ebrei hanno rilasciato dopo la sua predica del Giovedì Santo in San Giovanni in Laterano. Ma cosa ha detto di così terribile il mite Cantalamessa?
Ecco il passo incriminato del suo sermone: "Per una rara coincidenza, quest'anno la nostra Pasqua cade nelle stessa settimana della Pasqua ebraica che ne è l'antenata e la matrice dentro cui si è formata. Questo ci spinge a rivolgere un pensiero ai fratelli ebrei. Essi sanno per esperienza cosa significa essere vittime della violenza collettiva e anche per questo sono pronti a riconoscerne i sintomi ricorrenti". Il predicatore ha quindi letto una parte di una lettera ricevuta da un amico ebreo, che scrive: "Sto seguendo con disgusto l'attacco violento e concentrico contro la Chiesa, il Papa e tutti i fedeli da parte del mondo intero. L'uso dello stereotipo, il passaggio dalla responsabilità e colpa personale a quella collettiva mi ricordano gli aspetti più vergognosi dell'antisemitismo. Desidero pertanto esprimere a lei personalmente, al Papa e a tutta la Chiesa la mia solidarietà di ebreo del dialogo e di tutti coloro che nel mondo ebraico (e sono molti) condividono questi sentimenti di fratellanza". Questo concetto, espresso dall'amico ebreo del frate cappuccino, era stato del resto più volte prefigurato da illustri commentatori, nella loro critica al laicismo feroce delle élite intellettuali dell'Occidente. "L'anticattolicesimo è l'antisemitismo degli intellettuali", sosteneva già nel 1950 il grande storico americano Peter Viereck. Concetto ripreso, in un'intervista di pochissimi anni orsono da Philip Jenkins, illustre studioso americano delle religioni :"I demagoghi ce l'hanno con gli ebrei, gli uomini di cultura con i cattolici". Dello stesso Jenkins è la definizione dell'anticattolicesimo come de "l'ultimo pregiudizio accettabile". Bene, di fronte a questa innocua affermazione di padre Cantalamessa, i rappresentanti delle comunità ebraiche si sono scatenati:
Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha dichiarato il giorno dopo : "Con un minimo di ironia potrei dire che, visto che oggi è il Venerdì Santo, quando la Chiesa prega il Signore che illumini i nostri cuori perché riconosciamo Gesù, anche noi preghiamo il Signore perché illumini i loro cuori. " E Amos Luzzatto, presidente delle comunità ebraiche italiane: "Siccome l'antisemitismo è considerato una ideologia e un'azione incivile ed esecrabile, si cerca di trovare analogie con esso in qualsiasi polemica scomoda. Ma questo "gioco" va rifiutato. Perché scorretto. Sbagliato. Ingiusto. Esecrabile". Il Consiglio Ebraico della Germania è stato ancora più duro: "Il sermone di Cantalamessa è stato insolente, osceno e offensivo nei riguardi delle vittime degli abusi e delle vittime dell'Olocausto. " E il centro Simon Wiesenthal: "Queste affermazioni ingiuriose sono state fatte in presenza del papa e il papa stesso deve chiedere scusa". Ed Elian Steimberg, vice-presidente dell'associazione "Superstiti dell'Olocausto e loro discendenti": "Padre Cantalamessa si dovrebbe vergognare".
Ecco, io credo che a doversi vergognare sono proprio coloro che hanno rilasciato queste dichiarazioni piene di superbia stizzita. Del resto cosa saranno mai gli attacchi alla Chiesa, che al di là della giusta indignazione per la pedofilia di alcuni esponenti del clero, cercano di strumentalizzare queste vergognose vicende per colpire il papa, come fa "Der Spiegel", che ne chiede le dimissioni, o il "New York Times", che per colpire il pontefice non si preoccupa di dare ascolto alle presunte rivelazioni dell'ex arcivescovo di Milwaukee, che rubava i soldi della sua diocesi per pagare il silenzio del suo ex amante? Cosa saranno mai di così importante, visto che Tullia Zevi, ex presidente delle Comunità ebraiche, le definisce, in un'intervista al "Corriere", "libertà di parola, libertà di critica, democrazia". Ovviamente, la libertà di parola vale per tutti, ma non per padre Cantalamessa, e tanto meno per quegli storici che si azzardano a ritoccare una sola cifra del genocido ebraico. Morale: per chi tocca gli ebrei o la loro memoria, linciaggio morale e leggi liberticide, per chi getta calunnie sul pontefice, elogio della libertà di critica. Ma per quale motivo gli ebrei sono così suscettibili e sempre pronti a dare addosso ai cattolici? E' inutile che la gerarchia continui a insistere con i "fratelli maggiori" e altre menate retoriche. Finchè ci sarà di mezzo quell'uomo morto in croce duemila anni fa, di cui pochi giorni orsono abbiamo festeggiato la Resurrezione, i cattolici si troveranno di fronte alla nemmeno tanto nascosta ostilità ebraica, come del resto a quella dei musulmani. La croce continua ad essere "scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani", come diceva l'apostolo Paolo. Quello che io intendo criticare - lo si sarà capito - è proprio l'atteggiamento postconciliare arrendevole e masochista nei confronti di musulmani ed ebrei, atteggiamento che ha raggiunto il suo culmine nel ventisettennio wojtiliano. Ma se riguardo al rapporto con i musulmani qualcuno comincia a mettere in discussione questa arrendevolezza, sugli ebrei - anche a causa della "religione civile della Shoah" - questa presa di coscienza sembra ancora più ardua. Sia chiaro, a scanso di equivoci, che non auspico alcuna guerra di religione o alcuna crociata. Vorrei solo che le gerarchie non fossero così arrendevoli (anche nel caso di Cantalamessa sono corse subito a scusarsi con i "fratelli maggiori") e così poco propense a sottolineare le differenze tra le grandi religioni monoteiste. La principale di queste differenze si chiama Gesù Cristo, su cui si fonda la fede cristiana, e che ebrei musulmani non riconoscono (il Talmud, tra l'altro, è pieno di parole di disprezzo e di storie diffamatorie su Gesù e la Madonna). Occultare le differenze, come è stato fatto negli ultimi decenni in nome di un dialogo troppo spinto (e, lo vediamo, poco produttivo), non solo rischia di diffondere il relativismo religioso tra i fedeli (come in parte è accaduto), ma ci rende anche disarmati di fronte a sentimenti ostili che da parte islamica, ebraica e protestante continuano ad essere manifesti. - di Martino Mora - miradouro -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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