ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 20/04/2010

1200 GIOVANI PRESTANO LA LORO IMMAGINE PER COMPORRE QUELLA DEL PAPA

Post n°3446 pubblicato il 20 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Un dono a Benedetto XVI dagli organizzatori della GMG Madrid 2011

MADRID - Negli ultimi giorni, l'attività nel profilo della Giornata Mondiale della Gioventù su Facebook è stata febbrile. La proposta era semplice: inviare una foto personale per ottenere una composizione con un'immagine del Papa. Il giorno del compleanno del Pontefice, il 16 aprile, è stata pubblicata sulla pagina un'immagine di Benedetto XVI composta da 1.200 fotografie inviate dai giovani in meno di 48 ore. Il motto dell'iniziativa era "Dai il tuo volto per il Papa". La risposta degli utenti non si è fatta attendere, e l'indirizzo a cui inviare le immagini ha iniziato ad accumulare i messaggi dei giovani, in tutte le lingue. Ursa, Warren e Noniek hanno ricevuto sulla loro posta elettronica un'e-mail di risposta con un'unica parola: "¡Gracias!". Anche se lo spagnolo non è la loro lingua, perché parlano rispettivamente sloveno, inglese e indonesiano, hanno capito bene. "E' come vedere tutta la Chiesa con un solo sguardo", "Sono felice di dare il mio volto per il Papa", hanno commentato altri due giovani, Robin e Ignacio. E' stato un gesto dei giovani per il Papa nel giorno in cui compiva 83 anni, ha reso noto il Dipartimento per la Comunicazione della GMG. Da settimane, un laboratorio di Oviedo (Spagna) ha ricevuto un altro incarico molto particolare: imprimere su dei cappellini rossi un logo, quello della GMG di Madrid. Le prime persone a indossare il berretto sono stati i 50 giovani che hanno rappresentato la GMG madrilena alla celebrazione del XXV anniversario delle Giornate, il 25 marzo. Poco meno di una settimana dopo, il Mercoledì Santo, il Papa ha ricevuto il cappellino, che ha viaggiato da Madrid a Roma nella valigia di Paula Rodríguez, la persona che glielo ha consegnato. La sua missione non era facile, visto che doveva riuscire a consegnarlo personalmente al Pontefice. Paula lavora per la GMG nella sezione del Patrocinio. Il suo lavoro consiste nel far sì che imprese e privati finanzino i costi dell'evento ed è abituata a vedersi assegnare compiti difficili, ma questo era particolarmente impegnativo. La Domenica delle Palme, è riuscita a mettersi in prima fila, una cosa difficile in una celebrazione alla quale era accorsa gente dai cinque continenti. Dopo varie ore di attesa, ha visto il Papa avvicinarsi alla zona in cui si trovava. Vista la solennità dell'atto che il Pontefice stava presiedendo, ha deciso che sarebbe stato meglio consegnargli il cappellino in un altro momento. L'occasione si sarebbe presentata alcuni giorni dopo. Il Mercoledì Santo, Benedetto XVI ha celebrato l'Udienza generale con i pellegrini, di nuovo nella piazza. Paula ha provato nuovamente a sedersi in prima fila, e c'è riuscita. Ha avvicinato il Papa quando è passato e gli ha consegnato il cappellino mentre spiegava che era quello commemorativo della prossima GMG. "Ha preso il berretto, se l'è messo e mi ha guardato negli occhi come per dire 'Mi sta bene?'", ha ricordato emozionata. Dopo aver compiuto la sua missione, Paula ha espresso la sua gioia per ciò che le era appena successo: "E' stato molto affettuoso, è stato davvero un padre, emozionato come me". Per vedere l'immagine-regalo al Papa: http://www.jmj2011madrid.com. - Zenit -

 
 
 

CARI NONNI, ALLA LARGA DALL'OLANDA

Post n°3445 pubblicato il 20 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

«La vita è un diritto, non un dovere. Il suicidio per chi ha compiuto i 70 e ha deciso di morire, deve essere legalizzato». Marie José Grotenhuis, quotidiani vari, 14 aprile. Bastavano 40 mila firme, ne sono state raccolte 120 mila. E la proposta di legge che estende l’euta­nasia agli over 70 non ne­cessariamente ammalati approda al Parlamento o­landese, merito del movi­mento Nvve, nato nel 1973 attorno allo slogan 'diritto di morte'. In Olanda l’eu­tanasia, ma per i malati ter­minali, è legale dal 2002. I­da Magli ( Giornale ) è con­vinta che una legge del ge­nere servirà a « spingere centinaia di migliaia di cit­tadini a sentirsi e a ricono­scersi inutili » . Notizia e commento fanno venire in mente il racconto L’esame, scritto da Richard Mathe­son nel 1958. Narra la fine di Tom Parker, 80 anni, che vive con il figlio, la nuora e due nipoti. Parliamoci chiaro: è un gran peso. In­gombrante, incapace, inet­to. Ma per lui c’è l’esame di Stato, un test che misura a­bilità fisiche, mnemoniche e matematiche. Chi lo su­pera, dimostrando di esse­re efficiente, può conti­nuare a vivere. Gli altri so­no invitati a ripassare per l’iniezione. L’errore di Matheson? Aver ambienta­to L’esame nel 2003. Lieve­mente in anticipo. (T.G.) - Avvenire 15 aprile 2010 -  Isegnideitempi -

 
 
 

CHI VUOLE LA PEDOFILIA? ECCO GLI AMBIGUI PROCLAMI DI TANTI "CATTIVI MAESTRI"

Post n°3444 pubblicato il 20 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Jean-Jacques Rousseau (foto), che può essere considerato il profeta dell'educazione relativista e illuminista, ha cinque figli dalla sua compagna e, poiché questi sono figli reali e non astratti come l'Emilio, egli se ne libera rapidamente depositandoli, dopo ogni nascita, nell'ospizio dei trovatelli. Quest'uomo che crede nella assoluta bontà delle sensazioni e ignora la tendenza umana al piacere disordinato ed egoistico, a Venezia si compra per pochi franchi una bambina di dieci anni per allietare sessualmente le sue serate (1).

Dacia Maraini, sulla scia di filosofi illuministi che praticavano sesso anche con i figli, ha sostenuto che l'incesto è una pratica naturale (2).

Gerd Koenen (teorico del '68) scrive: “Negli asili infantili più radicali le attività sessuali divennero parte integrante dei giochi” (3).

Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, Jack Lang, futuro ministro francese, firmarono una petizione in cui si reclamava la legalizzazione dei rapporti sessuali coi minori (4).

Daniel Cohn-Bendit, capogruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, raccontò addirittura di avere sperimentato e favorito la pedofilia e il sesso coi minori a scuola, come insegnante. Poi, diventato europarlamentare, ha detto che si trattava di un'opera di fantasia. Ma anche fosse stata un'opera di fantasia, qual'era l'obiettivo? Certamente quest'opera non favorisce la condanna della pedofilia (5).

Oggi Aldo Busi, forse il più venduto autore omosessualista italiano, spesso ospite di programmi televisivi e radiofonici, candidato nelle liste radicali, scrive: “È probabile che nella mia omosessualità ci sia una forma di attrazione non verso i maschi, ma verso l'odio che mi suscitano tutti gli uomini, odio che il fare sesso con loro non fa che aumentare”. Dopo di che spiega che l'età per rapporti omosessuali che lui ritiene lecita è a partire dai tredici anni, in quanto a questa età un ragazzo, secondo lui, sarebbe adulto, e libero di decidere di avere rapporti con un altro uomo (Manuale per il perfetto papà, Mondadori) (6).

Nichi Vendola, oggi governatore della Puglia, in una intervista del 1985 a Repubblica affermava: “Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti, e trattarne con chi la sessualità l'ha vista sempre in funzione della famiglia” ( 7).

Il 27 ottobre 1998 i radicali organizzarono un convegno, nelle aule del Senato, la cui presentazione così recitava: "[...] essere pedofili [...] non può essere considerato un reato; la pedofilia [...] diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone" (8). Come dire che la pedofilia è lecita purché il bambino sia consenziente e la legge lo permetta...

L'internazionale dei gay e delle lesbiche (ILGA) ha collaborato politicamente e culturalmente con i pedofili americani (NAMBLA: North American Man-Boy Lovers Association) per dieci anni, prima di separarsi da questo movimento (9).

Il filosofo omosessualista Mario Mieli sosteneva la funzione redentiva della pedofilia (la sua opera è considerata la Bibbia dei Gay e a lui sono intitolati molti circoli gay). Nell'opera di Mieli vengono considerate esperienze redentive, da promuovere, la pedofilia, la necrofilia e la coprofagia (10).

Le associazioni omosessualiste (COC) fondate da Jef Last (pedofilo omosessuale e amico di André Gide) nei Paesi Bassi hanno voluto e ottenuto la depenalizzazione dei contatti sessuali con giovanetti al di sopra dei 12 anni. Nel 1990, infatti, erano stati depenalizzati, nei Paesi Bassi, i contatti sessuali (etero e omo) con individui sopra i 12 anni: la condizione era il consenso del giovane o della giovane e il nulla osta dei genitori (11).

Bibliografia:

1) cfr. Roberto Guiducci, La Storia di un contestatore sconfitto, pp. 1-68 (p. 32) in Jean-Jacques Rousseau, Le Confessioni, Introduzione di Roberto Guiducci, Traduzioni e note di Felice Filippini, Biblioteca Universale Rizzoli, aprile 2001, p.28.
2) Francesco Agnoli, Il Foglio, 26 maggio 2007
3) Ibidem
4) Ibidem
5) Ibidem
6) Ibidem
7) Ibidem
8) cfr http://www.qrd.org/qrd/orgs/NAMBLA/1993 . se.to.ilga
9) cfr Gianni Rossi Barilli, Il Movimento Gay in Italia, Feltrinelli, 1999, p.93.
10) cfr Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale, Feltrinelli, 2002, p. 255.
11) cfr G.J.M. van den Aardweg, Matrimonio omosessuale e affidamento a omosessuali, in Studi Cattolici. Mensile di studi e di attualità, anno XLII, n.449/50, 1998, p. 507
 - di Bruto Bruti - www.lottimista.com, 14 aprile 2010 - Isegnideitempi.

 
 
 

L'ILLUSIONE TECNOLOGICA: UNA NUVOLA DI CENERE E MEZZA EUROPA SI BLOCCA

Post n°3443 pubblicato il 20 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Chiudere gli spazi aerei è stata senz’altro cosa saggia viste le possibili conseguenze per la sicurezza, eppure tra noi tutti prevalgono generalmente incredulità e sgomento per un fatto che appare incomprensibile: come mai le nostre tecnologie così sofisticate, le nostre potenti e ramificate infrastrutture si dimostrano così vulnerabili? Del resto, su scala ben più ridotta, è una questione che si ripropone spesso: lo scorso dicembre l’eccessivo freddo provocò il blocco di quattro treni nel tunnel della Manica; in marzo 50 navi restarono bloccate tra i ghiacci del Mar Baltico; e anche in Italia episodi di treni bloccati dal ghiaccio o dall’eccessivo calore non sono rari. Per non parlare dell’incidente accaduto la scorsa settimana al treno in Val Venosta o del ciclico riproporsi di terremoti e alluvioni che in pochi istanti spazzano via vite e strutture. In questi casi è poi diventata usuale la caccia al responsabile e all’incompetente di turno. In realtà il problema non sta nella tecnologia e neanche, salvo alcuni casi, in chi la maneggia. Il problema sta piuttosto nella nostra concezione di natura che è andata sviluppandosi in coincidenza del grande progresso scientifico e tecnologico del ventesimo secolo. Siamo pervasi di uno strano senso di onnipotenza che ci dà l’illusione di poter governare la natura a nostro piacimento, fino a pensare di poter decidere il clima per decreto legge. Così ad esempio è diffusa l’idea che la natura sia sostanzialmente statica, che abbia un suo equilibrio normale. E solo fattori esterni, ad esempio l’intervento umano, possono provocare cambiamenti di questo equilibrio. L’equilibrio della natura viene così fatto coincidere con le medie e le probabilità, al punto che ogni discostamento dalla media genera allarme. È un errore di prospettiva che costò caro anche ad Adolf Hitler – un altro che di onnipotenza se ne intendeva – il quale attaccò la Russia perché i meteorologi del Terzo Reich, in base agli studi statistici del passato, gli avevano garantito che dopo due inverni freddi consecutivi sarebbe stato impossibile averne un terzo. E invece il 1941 fu l’anno più freddo del secolo e quell’inverno si rivelò particolarmente rigido oltre che in anticipo. Così la natura ricordò alla sua maniera che non è la probabilità a guidarla. Allo stesso modo terremoti e vulcani accadono perché la natura è dinamica, e la crosta terrestre è da sempre in continuo movimento. Un evento come quello di questi giorni può essere allora 'provvidenziale' perché ci ricorda che lo stesso sviluppo tecnologico ha la radice nel riconoscimento della superiore potenza della natura, le cui caratteristiche fondamentali sono l’unicità e la variabilità. Per questo nel corso dei millenni l’uomo, con la sua intelligenza, ha tentato di sviluppare dei sistemi di adattamento alle diverse condizioni climatiche e ambientali, a cominciare dal riparo: dalla grotta si è passati alla palafitta e via via lungo i millenni fino alle attuali abitazioni costruite con sistemi anti-sismici. Le nostre sofisticate infrastrutture tecnologiche sono utilissime in questa opera di adattamento, ma guai a dimenticare il nostro limite. Chi pensa, o induce a pensare, di poter «normalizzare» la natura e, più in generale, di poter controllare la realtà, prepara solo tragedie: non possiamo imprigionare i fiumi, fermare le coste, costruire sui vulcani e lungo le rive, far crescere città prevedendo solo asfalto e cemento, stabilizzare il clima e il livello dei mari, impedire terremoti ed eruzioni vulcaniche.
Accettare qualche giorno di disagio (e anche perdite economiche che vanno messe nel conto) per gli aerei costretti a terra è il primo passo per ritrovare la giusta prospettiva. Cioè, quella più aderente alla realtà. - Avvenire-  Isegnideitempi -

 
 
 

HAITI, UNA SUORA DISARMATA ARRIVA LA' DOVE I SOLDATI DELL'ONU NON PROVANO NEANCHE AD ANDARE

Post n°3442 pubblicato il 20 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il pagliaccio fa la seconda capriola sopra il cemento consumato del campo da pallacanestro, la parrucca di riccioli biondi rischia di cadere. Ma la piccola folla di bambini ancora non sa esattamente da che parte guardare. Più interessanti dei due clown che si stanno esibendo sono i fucili mitragliatori della sessantina di soldati brasiliani della Minustah in mimetica e giubbotto antiproiettile che affollano quest’area di Waf Jeremie, la più malfamata e la più falcidiata dal terremoto di tutte le baraccopoli di Port-au-Prince. I loro anfibi incutono soggezione. Gli occhiali a specchio suscitano desideri illegittimi. Alla televisione avete visto i grandi crolli del Centre Ville: la cattedrale, il palazzo presidenziale, la sede dell’Onu. Forse ricordate l’apocalisse di Leoganes, cittadina non grande che ha avuto il 98 per cento di edifici distrutti o inagibili. Ma a sollevare il numero delle vittime all’ordine delle centinaia di migliaia (230 mila l’aleatoria cifra ufficiale) sono stati gli invisibili sfasci negli slum. Dove i mattoni traforati si usano eccome, ma tenuti insieme con cemento di sabbia marina che si sfarina come niente e appoggiati al suolo senza fondamenta. Sono venuti giù, a pioggia o tutti insieme con la parete, e hanno ucciso astanti e abitanti.
A Waf Jeremie i caschi blu non entrano mai. Ci entra solo la polizia haitiana alla caccia di qualcuno dei quattromila criminali evasi dalle prigioni a causa del terremoto. Ogni volta sono sparatorie dove a rimetterci sono soprattutto passanti e bambini. Oggi i brasiliani sono qui per consegnare generi alimentari donati dal governo cinese: una pratica borsa di rafia con dentro quattro razioni di noodles (specie di tagliatelle di riso), quattro scodelle di plastica, un pacchetto di biscotti. Le donne (gli uomini non sono ammessi alle distribuzioni di generi alimentari, i mitra sono lì anche per evitare che se lo dimentichino) non sanno che da più di un’ora stanno facendo la coda per questa miseria. I brasiliani, che non sono stupidi, per pompare un po’ lo show hanno installato anche uno stand con un parrucchiere per uomo e una clinica dentistica volante. Fra due ali di caschi blu a mitra spianato arriva un pulmino con dentro una delegazione dell’ambasciata cinese. Scendono giù una decina di persone in camicia bianca e pantaloni beige. Non si capisce se sorridono o cosa, perché davanti alla bocca hanno quasi tutti la mascherina. Sorride invece, amaramente, suor Marcella Catozza, francescana di Busto Arsizio (nella foto che dobbbiamo al sito dell'ONLUS Key La che ne sostiene l'opera) che in questo posto svolge opera missionaria da cinque anni. Un volto mistico su un corpo brevilineo da lottatrice: «Domani la gente sarà molto agitata. Sperando che le cose non finiscano male stasera. Però la differenza tu l’hai vista, vero?». La differenza è che giusto poco fa, a duecento metri dal posto dove i cinesi hanno convocato la loro recita, 150 bambini hanno pasteggiato a riso e fagioli cucinati dai volontari haitiani dell’associazione Kay La di suor Marcella dopo una mattinata di scuola informale animata da un ragazzo francese, una giovane italiana e due suore americane. E non c’è stato bisogno nemmeno di un poliziotto scalcinato. Intanto sulla strada che va al molo che dà il nome al quartiere due suore spagnole e una volontaria americana stanno facendo visite pediatriche nell’ambulatorio di fortuna che suor Marcella ha riaperto con l’aiuto di Regione Lombardia sotto una tenda, essendo pericolante l’edificio che prima del terremoto l’ospitava, e mezzo chilometro più in là il dottor Fabio, un oncologo e consulente sanitario milanese, in un’altra tenda ambulatorio si occupa anche degli adulti. La sera torna a casa un po’ stralunato ripassando la lista dei casi statisticamente dominanti: infestazioni di parassiti intestinali, infezioni delle vie urinarie, patologie respiratorie, infezioni e micosi ginecologiche, malattie veneree: e pensare che le haitiane sono belle come dee, e i giovani uomini come dèi.

La professionalità dei missionari
A suor Marcella si devono anche le cinquanta tende che la Protezione civile italiana ha installato sul posto dopo aver ripulito l’area e posato ghiaia grossa per la prevenzione di allagamenti: in ognuna vivono due famiglie di terremotati scelti fra i più svantaggiati. Le due cucine da campo si devono ai militari italiani della Cavour e ai Vigili del Fuoco. E adesso gli ambulatori, la mensa e le attività educative per i bambini conosceranno giorni radiosi perché Avsi e Terre des Hommes, Ong presenti ad Haiti da prima del terremoto, li trasformeranno in interventi di salute pediatrica e di lotta alla malnutrizione infantile. Ogni giorno Marcella e gli altri volontari e missionarie stranieri entrano a Waf Jeremie senza neanche una pistoletta, perché la gente li conosce e si fida: da quando cinque anni fa la religiosa è venuta qui e ha cominciato a parlamentare coi capi delle bande, si è guadagnata la fiducia di tutti.
Parc Bobi e Place Fierté sono due delle centinaia di tendopoli sorte in Haiti per dare riparo a 1 milione e 300 mila senzatetto. La cifra aumenta ad ogni nuova scossa di terremoto e anche perché la distribuzione di aiuti attira i residenti delle zone più povere, anche se le loro dimore sono rimaste in piedi. Nonostante il fenomeno, unico nella storia del Terzo Mondo, di 500 mila persone che dopo il terremoto sono tornate nei distretti rurali dai quali erano emigrate in città (solo i khmer rossi in Cambogia finora erano riusciti a produrre una contro-migrazione, coi noti metodi).

Dieci anni di presenza
Le due tendopoli suddette si trovano a Cité Soleil, quartiere-comune della capitale che ha fatto la storia recente di Haiti: da lì venivano i famigerati Tonton Macoutes, sicari al servizio della dinastia dei despoti Duvalier, e ancora lì hanno dominato le Chimères, le bande armate al servizio del presidente populista Aristide, oggi esule in Sudafrica. L’ultima volta che in questi posti sono entrate truppe americane è stato nel 1994, quando Bill Clinton mandò i marines per restaurare l’allora popolarissimo Aristide, deposto dai militari. È successo nuovamente il 31 marzo 2010, quando il generale a tre stelle Visot è entrato con una dozzina dei suoi prodi prima nell’una e poi nell’altra tendopoli e ha chiesto di parlare con… Marino Contiero, logista di Avsi. La voce che l’associazione italiana tiene le chiavi della più tumultuosa bidonville della capitale deve essersi sparsa dopo che la Protezione civile italiana, la Regione Lombardia, l’Unicef e il Programma alimentare mondiale (Pam) si sono appoggiati su di essa per fare affluire tende, medicine, generi alimentari e materiale didattico che sono andati a chi più aveva bisogno. Pam e Unicef l’hanno scelta come partner di un progetto di quattro mesi per la lotta contro la malnutrizione infantile, nel corso del quale saranno distribuiti 413 quintali di alimenti. Avsi s’è costruita la sua credibilità e libertà di movimento a Cité Soleil in dieci anni di presenza con progetti rivolti ai giovani, dalla formazione professionale alla mediazione dei conflitti fra le bande che controllano e agitano allo stesso tempo il quartiere. Persino alcuni capibanda hanno deciso di cambiar vita, e oggi li si riconosce in mezzo al personale locale dei progetti.

«La nostra sicurezza sono le opere»
Visot, affabilissimo coi suoi tratti afro-ispanici, pone tantissime domande, e alla fine fa la sua offerta: «Visto che pagate 500 dollari alla settimana per l’acqua, sareste d’accordo se noi vi offrissimo di rifornire gratis i serbatoi a Parc Bobi?». Marino ha mangiato la foglia e sorride: la base del generale confina con quella tendopoli, gli americani hanno studiato di fare un gesto di buon vicinato accertandosi prima di tutte le possibili controindicazioni. Accetta la proposta con mille ringraziamenti e un solo appunto: «Per noi è meglio se non venite come avete fatto oggi, ad armi dispiegate. La nostra incolumità non è legata a un dispositivo di sicurezza, ma alle cose che facciamo con questa gente».

Vacanze di Pasqua nelle tendopoli
I volontari amici di suor Marcella e le dottoresse degli ambulatori di Avsi nelle tendopoli alloggiano, insieme ad altri volontari italiani e a religiose ispaniche, presso il seminario dei padri scalabriniani, quartiere Croix de Bouquet. Un’oasi di civiltà e di speranza circondata da un mare di bisogno, rovina e confusione. Qui tutti i giorni si vedono arrivare container dall’Italia e dagli Stati Uniti carichi di ogni genere di aiuti. Rapidamente vengono svuotati e altrettanto rapidamente il materiale raggiunge luoghi di bisogno effettivo come un proiettile che colpisce il bersaglio. Perché a reggere la barra qui è il padre Giuseppe Durante, 35 anni di missione 15 dei quali in Haiti. Tanti aiuti e tanti volontari affluiscono qui perché c’è la certezza che nulla verrà sprecato, grazie alla saggezza e al know-how dei missionari che sono presenti da una vita.

Le notti alla missione sono percorse dagli eccessi bronchitici e dalle corse al bagno di medici, infermiere e suore da ambulatorio: prendersi cura dei terremotati non è senza un prezzo. Chiedetelo a Raffaella Pingitore, a Clotilde Manzoni e a chi le ha incontrate. Attorno a un tavolo Carlo, giovane ingegnere romano, Piero, perito elettrotecnico della Bergamasca, e Filippo, suo ex collega catanese trapiantato a Milano, scherzano con Alessandro Caretti, logista dell’Associazione Protezione civile A2A, sullo sbrego che attraversa il suo polpaccio sinistro. Hanno rinunciato alle vacanze di Pasqua in famiglia per venire qua a installare pannelli solari del valore di 30 mila euro per sostituire l’antiquato impianto elettrico alimentato dai diesel. La ferita è solo l’ultima di una serie di disavventure: perquisizioni in aeroporto, notti dentro a un camion alla frontiera fra Haiti e Repubblica Dominicana, acrobazie tecniche per supplire alla mancanza di attrezzature in loco. Nel 2004 erano stati nello Sri Lanka post-tsunami a riparare impianti e linee elettriche nella zona tamil. Anche allora a subire i dispetti dei militari singalesi e a beccarsi la dissenteria. Nonostante questo nessuno rimpiange di essere andato là e poi di essere venuto qua. Perché gli italiani, quando vogliono, fanno così. - di Rodolfo Casadei - Tempi -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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