ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 27/04/2010

STUPRI A NEONATI SUL WEB NELL'INDIFFERNZA DEI MEDIA. DOVE SONO I TITOLONI IN PRIMA PAGINA?

Post n°3481 pubblicato il 27 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nessuna password per entrare, nessun filtro: l’orrore è sotto gli occhi di tutti e basta un clic per accedervi. E così scorrono migliaia di fotografie con bambini, persino con neonati, abusati da adulti che nemmeno sentono l’esigenza di coprirsi il volto e nascondere la propria identità.

 «Se vedeste queste immagini vi sollevereste tutti contro la pedofilia e la pedopornografia. Il problema grave è che nessuno vede ciò che accade, e i media tacciono», denuncia don Fortunato Di Noto - da venti anni impegnato in prima linea contro la piaga dell’abuso sui minori - in questa XIV "Giornata nazionale dei Bambini vittime della violenza, l’indifferenza e lo sfruttamento - Contro la pedofilia". Una Giornata istituita nel 1996 proprio dal sacerdote di Avola (Siracusa), fondatore di quella Associazione Meter che ha già dato la caccia a 200mila siti pedopornografici e prestato soccorso a 900 minori e famiglie. Su uno dei siti che i volontari hanno scoperto in questi giorni sono gli stessi pedofili a descrivere orgogliosamente l’eccezionalità dell’"offerta": il "debutto di un bimbo di 1 anno" è lì alla portata di tutti, almeno finché la Polizia postale e delle Comunicazioni e il Cncpo (Centro nazionale per il contrasto alla pedofilia online) non intervengono per porre fine allo scempio. Ma per un sito che viene oscurato altri dieci ne nascono e la lotta si fa incessante: «Noi denunciamo 600 siti al mese - racconta don Di Noto - ma per il pedofilo la vita è molto semplice, visto che l’accesso a centinaia di foto e video di piccoli stuprati è gratuito. Ancora la settimana scorsa abbiamo scoperto un servizio di free hosting (i siti che permettono di caricare gratuitamente e scambiarsi sul web i file, <+corsivo>ndr<+tondo>), con migliaia di immagini strazianti distribuite in gallerie da venti foto a pagina per 349 pagine... fate voi i calcoli. E tutto alla luce del sole, con i volti degli aguzzini in bella vista e centinaia di pedofili che scaricano questo materiale». Di che inorridire. Eppure alle denunce del sacerdote, diffuse puntualmente attraverso tutte le agenzie di stampa, risponde il silenzio pressoché assoluto dei media: «Impressiona che quasi nessun quotidiano riporti queste sconvolgenti notizie, che nessuno protesti e gridi allo scandalo. Davanti a quello che accade dovrebbe sollevarsi il mondo... Dove sono i titoloni in prima pagina?», commenta don Di Noto, che non si dà pace soprattutto per il ritmo con cui, grazie alla complice indifferenza dei media, prosegue in Italia e nel mondo la silenziosa mattanza di bambini: «In soli tre mesi abbiamo denunciato alla Polizia postale italiana e alle Polizie di altri Paesi 2.010 siti, luoghi in cui l’orrore viene declinato in tutte le forme e con la massima fantasia perversa». Bimbi in tenera età sono utilizzati per il "piacere raffinato" dei maniaci più esigenti in un portale delirante che nelle ultime due settimane ha richiamato 162.387 utenti, e di questi ben 40mila "clienti" della sezione più violenta. «È sacrosanto denunciare gli episodi di pedofilia quando avvengono da parte di un religioso, ma non è accettabile che tutto il resto del fenomeno, che ha dimensioni spaventose, passi invece sotto silenzio. Non posso non chiedermi perché ciò avvenga». Quasi inutile, in effetti, cercare in Internet le cifre e le statistiche della pedofilia nel mondo: ci si imbatte in centinaia di approfondimenti sul coinvolgimento - sia vero che presunto - di singoli sacerdoti, ma sui numeri della mattanza mondiale è silenzio o quasi. Eppure la piaga della pedofilia aumenta ogni anno a ritmi esponenziali e in particolare l’Italia risulta sempre ai primi posti nel turismo sessuale ai danni di bambini nei Paesi poveri. «Siamo consapevoli che la povertà condanna sempre più le fasce vulnerabili, e che fame, analfabetismo, indigenza e malattie favoriscono gli abusi sui minori - dichiara Di Noto - rendendo la loro vita già precaria un inferno. La violenza sui bambini è un peccato contro Dio e un grave reato che richiede azioni concrete affinché non accadano mai più atti così esecrabili». Non a caso la XIV Giornata ha per tema quest’anno "Povertà e minori, responsabilità condivise". Le celebrazioni cominciano oggi alle 10.30 ad Avola con la Messa celebrata dal vescovo di Noto Antonio Stagliano, e si estenderanno a tutta Italia con molteplici iniziative www.associazionemeter.org). Il momento più atteso alle 12, quando il Papa rivolgerà nel corso del Regina Coeli un "saluto speciale" in piazza San Pietro, dove sarà presente una delegazione Meter. Il 2 maggio ad Avola la Messa concelebrata da tutti i parroci della città chiuderà la "Giornata". Non il suo impegno per la civiltà.  - Lucia Bellaspiga - donboscoland -

 
 
 

QUANDO I MEDIA CHIAMANO "FETO" QUEL MINUSCOLO NEONATO PER MASCHERARE L'ORRORE

Post n°3480 pubblicato il 27 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Non ce l’ha fatta, ma ce l’ha messa tutta, il piccolo sopravvissuto a un aborto a ventidue settimane di gravidanza a Rossano Calabro: il primo giorno di vita – sabato – l’ha passato da solo, dimenticato da tutti, abbandonato in un angolo, avvolto in un fagottino da qualche parte nell’ospedale in cui era stato abortito, finché un prete, venuto la mattina dopo a pregare per lui, si è accorto che era ancora vivo e ha dato l’allarme, ma non è bastato a salvarlo. Ed è morto la notte stessa, in un altro ospedale dove era stato trasferito per tentare un salvataggio tardivo, ormai impossibile. Nel diffondere la notizia, ieri, i media hanno cercato di mascherare l’orrore usando un linguaggio surreale: si tratterebbe di un «errore» del personale sanitario che «non ha monitorato il feto dopo l’espulsione». Ma un essere umano lo chiamano "feto" finché sta nella pancia della sua mamma: una volta che ne viene fuori è un neonato. E poiché l’aborto a ventidue settimane è in sostanza un parto indotto, la verità è che sabato scorso è venuto al mondo un piccolissimo neonato fortemente prematuro, e nessuno si è accorto che era vivo perché non doveva esserlo: era "solo" un aborto. E invece avrebbero dovuto far di tutto per salvargli la vita, addirittura secondo quella stessa legge 194 invocata per abortirlo: se c’è possibilità di vita autonoma per il nascituro – si legge all’articolo 6 – la gravidanza si può interrompere solo se la madre è in «grave pericolo di vita» – si badi bene, solo in questo caso – e il medico deve «adottare ogni misura idonea» per salvare il figlio. Sostanzialmente, la legge dice che se una donna con una gravidanza avanzata rischia di morire, ma il figlio che ha in grembo ha qualche possibilità di sopravvivere, l’aborto è vietato e il medico la fa partorire per salvarle la vita, cercando di salvare pure il piccolo. Un parere recente del Comitato nazionale per la bioetica – che riguardava le cure riservate ai grandi prematuri, cioè ai nati molte settimane prima del termine naturale della gravidanza – invitava a una adeguata applicazione di questa parte della 194, ribadendone la forte indicazione per una salvaguardia della vita del nascituro, quando ce n’è la possibilità. Sembra però che l’aborto sia stato effettuato perché il piccolo era malformato: una pratica eugenetica, quindi, che non è consentita dalla legge ma che purtroppo pare essere la realtà della stragrande maggioranza degli aborti tardivi. Sicuramente bisognerà verificare con il massimo rigore se la legge è stata rispettata. Ma non è solo questo il punto che ci interessa: la gravità assoluta di quanto successo, se tutti i fatti fossero confermati, è che quando il piccolo è nato, a quanto pare, non l’hanno neppure guardato. L’hanno lasciato in un angolo, come un oggetto senza valore. Forse un minuscolo essere umano, pur abortito e malformato, non merita attenzione? Non a caso, ad accorgersi che era vivo è stata una persona che era andata a pregare per lui, e che voleva farlo accanto a lui: quel sacerdote era andato a pregare per un altro essere umano. Gli è andato vicino, lo ha guardato, e ha visto che era un proprio simile. Piccolissimo, ma esattamente come lui. Non è stato un clinico particolarmente abile a riconoscere i segni di vita del piccolo, ma un uomo che ne ha guardato un altro e che lo ha riconosciuto, così diverso e al tempo stesso così uguale. Non servono specialisti per "vedere" il prossimo, né leggi severe, o pareri pensosi: è sufficiente l’umana pietà, che forse è morta ieri notte, insieme a quel neonato. - Da un articolo di Assuntina Morresi - Avvenire -

 
 
 

ASSOCIAZIONE DUE MINUTI PER LA VITA: L'ABORTO E' SEMPRE UN OMICIDIO

Post n°3479 pubblicato il 27 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

L'Associazione Due minuti per la vita si unisce al giusto coro di condanne, provenienti da personalità politiche ed ecclesiastiche nei confronti dell’episodio verificatosi a Rossano, in provincia di Cosenza, dove – secondo quanto si apprende dagli organi di stampa – un neonato di ventidue settimane è stato lasciato agonizzante in ospedale per diverse ore, fino all’avvenuto decesso, in seguito ad un parto prematuro indotto al fine di provocare la morte del bambino malformato. Mentre si auspica il celere ed efficace intervento dell'autorità giudiziaria non si può omettere di ricordare la drammatica verità che l’aborto costituisce sempre un omicidio, anche quando la vittima è "invisibile" perché di pochi giorni o poche settimane. L’Associazione intende squarciare con forza il velo di ipocrisia che già viene steso sulla vicenda con l’unica preoccupazione di "verificare che la legge sia stata rispettata", attribuendo la gravità del gesto al fatto che il neonato sia stato lasciato morire su un tavolo di ospedale. Ma quale differenza intercorre tra un bambino ucciso nell’utero materno e un bambino, della stessa età, lasciato morire in un locale ospedaliero? La dignità di una persona dipende forse dal luogo in cui si trova? La gravità della vicenda non deve – a meno di non voler abbracciare un patetico strabismo perbenista – essere commisurata al luogo in cui è avvenuta ma deriva dal fatto abortivo in sé, considerato nella sua reale portata, che rappresenta un’uccisione cosciente e deliberata di una persona innocente ed indifesa. Uccisione, anche con intenti eugenetici, che nel nostro paese è resa lecita dal 1978, in seguito all’approvazione della legge 194. Se infatti, formalmente, la legge 194 prevede che «quando sussiste la possibilità di vita autonoma del feto […] il medico che esegue l'intervento deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto» (art. 7) è innegabile che quanto successo nel Cosentino non costituisce un fulmine a ciel sereno nel panorama italiano, in cui tutto lo spirito e l’ideologia della legge abortista – che in Italia ha già provocato oltre cinque milioni di bambini uccisi – è nel senso di un radicale odium vitae, laddove la madre diventa la detentrice di un vero e proprio potere di vita e di morte sulla creatura che vive dentro di lei. L’aborto è sempre un omicidio, indipendentemente dall’età gestazionale e dal luogo in cui avviene. Solo ripartendo da questa verità si potrà combattere e contrastare la «cultura della morte» che impera nel nostro paese da oltre trent’anni. Associazione Due minuti per la vita - Casella postale 299 – 10121 Torino - www.dueminutiperlavita.info -

 
 
 

CONSIDERAZIONI SUI MALEFICI: IL MEZZO OFFERTO AL DIAVOLO PERCHE' VI IMPRIMA LA SUA FORZA MALEFICA

Post n°3478 pubblicato il 27 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Altro argomento molto dibattuto ed attulmente oggetto di numerose dispute dottrinali è il "maleficio" e tutto quanto gravita intorno a questa perversa, demoniaca e ahimè reale pratica. Ne ho parlato molte volte sul sito ed anche nel mio libro "il Burattinaio" ma, come si conviene, ritengo opportuno di tanto in tanto aggiungere nuove considerazioni e pubblicare appunti o catechesi che reperisco su web accreditati o su testi cattolici regolarmente in commercio. In merito al maleficio, pricipalmente, riporto di seguito parte delle considerazioni fatte a tal proposito dal Mons. Bolobanic nel suo testo "Come riconoscere le trappole del Demonio". È il modo di fare più comune, derivante dalla volontà di nuocere alla persona attraverso il mezzo offerto al Diavolo perché vi imprima la sua forza malefica. Si usa materiale vario. Che Satana spesso imiti Dio si evidenzia nell'analogia dei sacramenti che hanno una materia sensibile (battesimo - acqua... ). Così viene usato il materiale della fattura con l'obbiettivo di nuocere. Un modo consiste nel far bere o mangiare alla vittima cibo o bevande in cui è stato mescolato il maleficio. Gli ingredienti che si usano possono essere: ossa di morti, sangue mestruale, polveri varie, spesso nere (bruciate), parti di animali (in particolare il cuore), erbe particolari... L'efficacia non dipende tanto dal materiale che viene usato quanto dalla volontà e dall'odio della persona che desidera fare del male all'altra mediante l'intervento diabolico. Esistono formule magiche segrete che recitano gli stregoni durante la preparazione dei disgustosi intrugli. La persona colpita manifesta vari disturbi. Soffre di un caratteristico mal di stomaco, guarisce solo dopo essersi liberata con molto vomito in cui si eliminano cose stranissime...Un altro modo si basa nel maleficiare oggetti appartenenti alla persona che si desidera danneggiare, ad esempio fotografie, indumenti... Inoltre si possono maleficiare figure che le rappresentino: bambole, animali, persino persone vive dello stesso sesso ed età. Il rituale consiste nel colpire il mezzo con gli stessi mali che si vogliono causare alla persona stabilita. Ad esempio, durante un rito satanico ad una bambola vengono infissi gli spilli intorno alla testa. La persona alla quale si pensa comincia ad avvertire fortissimi mal di testa. Altrimenti si configgono aghi, chiodi, coltelli, nelle parti del corpo della bambola rappresentante la persona che si vuole colpire. La povera vittima sente veramente i dolori in quei punti. La liberazione avviene quando si estraggono gli oggetti dalla bambola e termina il rito satanico. Esistono i malefici fatti in forma di legamento, spesso usati per nuocere al bambino nel grembo della madre. Si lega il materiale di trasferimento con cose come capelli e nastri colorati attorno le parti che vogliamo colpire. Lo scopo finale è di provocare le deformazioni di quelle parti e di impedire lo sviluppo normale. Frequentemente l'effetto può essere indirizzato nel senso dello sviluppo mentale del bambino, che potrebbe causare più tardi problemi nello studio, nel lavoro o nel comportamento normale. Spesso i malefici vengono sparsi attraverso oggetti strani che si trovano nei cuscini, nei materassi... che possono essere pezzi di legno o di ferro, grumi di sangue, ciocche di capelli strettamente annodate di una donna o di un bambino, nastri colorati e annodati, corde piene di nodi, ecc. Dopo aver aperto il cuscino o il materasso capita delle volte che gli oggetti non compaiano a prima vista. Se si asperge con l'acqua benedetta o si inserisce un'immagine benedetta della Madonna o un Crocifisso, appaiono all'improvviso le cose più strane. L'efficacia diabolica dei malefici delle volte può avere lo scopo di separare sposi, fidanzati o amici. Ho conosciuto tanti casi dove i fidanzati si volevano molto bene e all'improvviso si lasciavano senza una ragione. È successo che una ragazza si era innamorata del fidanzato della sua migliore amica. Per raggiungere il suo scopo ed avere il ragazzo andò da un mago che l'aiutò con la magia. Ovviamente, il matrimonio tra i due diventò una cosa terrificante. Non si accettavano tra di loro ma il marito non riusciva ad abbandonare la moglie. Vivevano insieme in un inferno. Capitano matrimoni senza amore tra gli sposi come conseguenza della volontà dei genitori o altri che per mezzo delle fatture hanno raggiunto l'obiettivo, risvegliandosi quando per il ritorno senza danni era troppo tardi. Questo inferno della vita lo può interrompere solamente il Sangue di Cristo. Solitamente la vittima non sa di essere stata colpita da un maleficio. Si tenta delle volte con l'inganno di portarla dal mago che fa le fatture. La vittima non deve necessariamente avere dei problemi personali e cercare "aiuto", ma l'altra maliziosamente odiandola ricorre allo stregone per farle del male attraverso la fattura e gli oggetti strani. Spesso lo stesso individuo, desiderando nuocere a qualcuno, pratica le fatture e prepara i malefici spinto dal proprio odio. Nel caso in cui i singoli vengono colpiti dall'azione malefica subendone le conseguenze, cercano la via d'uscita da quella situazione. Regolarmente il Maligno li riporta dai suoi servi stregoni che li sedurranno sotto la maschera della magia bianca che secondo loro toglie i malefici. In quel modo i maghi spillando soldi causano alle vittime mali ancora più grandi. Attraverso le loro pratiche occulte riescono a guarire temporaneamente qualcuno o far sì che il suo male passi alla moglie, ai figli, ai genitori, ai fratelli ecc. Questo male si manifesta anche come il persistente distacco dalla fede, l'incorreggibile stato del peccato, i frequenti incidenti stradali, le depressioni, le paure, i suicidi...Cosa dobbiamo fare con gli oggetti magici trovati o ricevuti? È necessario aspergerli con l'acqua benedetta e bruciarli fuori casa, all'aperto. Le ceneri, gli oggetti di ferro ed altri non combustibili, dopo essere passati in mezzo al fuoco, vanno buttati ove scorre l'acqua (ruscello, fiume, mare) o nel cassonetto per i rifiuti che si bruciano. Non bisogna farlo nel gabinetto della propria abitazione poiché potrebbe intasare le tubature causando l'allagamento della casa. Durante la bruciatura degli oggetti stregati è importante pregare ininterrottamente richiamando la protezione del santissimo Sangue di Cristo e, in fine, lavarsi le mani con l'acqua benedetta. Vorrei menzionare il fatto che in tutti i posti si possono trovare "persone molto pie", uomini e donne, che "regolarmente vediamo nelle chiese" e che in buona fede ritengono di eliminare i malefici, fatture e malocchio. Sono quegli individui che di solito, oltre la medaglietta ed il crocifisso danno ai colpiti qualche oggetto come "cornetti rossi", "denti del lupo" o qualche altro involto, consigliando loro di portarlo con sé come protezione. Sono cose che non hanno la negatività ricevuta nei riti magici che solitamente fanno i maghi, ma sono ugualmente collegati con Satana per via della superstizione. Anche questi oggetti bisogna bruciarli, ricorrendo invece ad un sacerdote. - Carlo Di Pietro - Pontifex -

 
 
 

ANTONIO SOCCI: I BAMBINI SALVATI DA GESU' ( E GALLI NON LO SA)

Post n°3477 pubblicato il 27 Aprile 2010 da diglilaverita
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A volte per la Chiesa sono più insidiose certe difese che gli attacchi che subisce. E’ il caso dell’editoriale di Ernesto Galli della Loggia, sul Corriere della sera di ieri. Galli sostiene che, a proposito della questione pedofilia e clero, la drastica opera di pulizia intrapresa da Benedetto XVI, "senza guardare in faccia a nessuno", deriverebbe da un adeguamento della Chiesa alla mentalità moderna dell’occidente laico che considera un male assoluto gli abusi dei pedofili. Dice: "la Chiesa ha finito per fare rapidamente proprio, senza riserve o scostamenti di sorta, il punto di vista affermatosi (peraltro recentemente e a fatica, ricordiamocelo) nella società laica occidentale". Galli aggiunge: "si tratta beninteso del punto di vista della società occidentale, non molto condiviso, come si sa, da altre società come quelle islamiche o afro asiatiche". Poi conclude che l’Occidente sarà scristianizzato, ma la Chiesa di Roma è sempre più "occidentale". Una tesi che sembra voler arruolare il Papa fra le file "laiche". Ma in base a cosa Galli ritiene che sia grazie alla mentalità laica moderna che si è cominciato a ritenere criminale l’abuso dell’infanzia? Non lo dice. Purtroppo per lui c’è chi sostiene con corposi argomenti il contrario. Infatti sullo stesso Corriere, il 19 aprile scorso, Vittorio Messori scriveva: "La pedofilia… è addirittura lodata e raccomandata da filosofi, come avvenne nell’ antica Grecia e com’è avvenuto nel Sessantotto europeo e americano". Messori intende dimostrare – mi sembra – che non è affatto l’occidente laico e moderno ad aver pronunciato la condanna unanime, senza appello, senza se e senza ma, della pedofilia. Lo scrittore cattolico cita intellettuali, testi, manifesti. Che si potranno discutere, ma sono la base concreta del suo ragionamento. Mentre Galli non fornisce documentazione di quanto afferma. Cosicché la sua tesi risulta infondata. Del resto – al di là delle discussioni filosofiche – è tristemente noto che nei costumi attuali delle società occidentali la pedofilia è diventata un fenomeno criminale molto vasto e forse in crescita. E’ difficile sostenere che questo Occidente si possa davvero presentare come maestro in fatto di condanna della pedofilia. Soprattutto è improbabile che possa impartire lezioni alla Chiesa, nella quale, stando a sociologi come Jenkins e Introvigne, la percentuale di pedofili – per quanto amplificata dai mass media – è microscopica e assai inferiore a quella mondana. Se il Papa ha intrapreso una lotta così drastica a questo oscuro fenomeno non è perché abbia aderito alla mentalità del mondo, come scrive Galli, ma – al contrario – è perché giudica intollerabile che ci siano sacerdoti (seppure rarissimi) che cadano in questi vizi oscuri e criminali che vengono dal mondo (dal mondo in senso giovanneo, come luogo del "principe delle tenebre"). Inoltre il papa giudica che la logica troppe volte seguita dal ceto ecclesiastico fino ad oggi (del coprire certi crimini per non svergognare la Chiesa) tradisca Gesù Cristo e la missione da lui affidata alla Chiesa, esponendo ai "lupi" gli agnelli, cioè i figli di Dio più piccoli e indifesi. Il Papa – diversamente da Galli – sa che proprio grazie all’irrompere del cristianesimo, per la prima volta nella storia, è diventato un tabù assoluto la violazione dell’infanzia. Nell’antichità, prima dell’arrivo del cristianesimo, era possibile qualsiasi perversione o abuso, fino a estremi criminali, anche sull’infanzia. Svetonio – per dire – racconta che Nerone, "oltre al commercio con ragazzi liberi e al concubinato con donne maritate… dopo aver fatto tagliare i testicoli al ragazzo Sporo, cercò anche di mutarlo in donna, e se lo fece condurre in pompa magna, come nelle cerimonie nuziali solenni, e lo considerò come moglie legittima". Al di là del "caso Nerone", è l’antichità in sé che è barbara e feroce. Pure l’antichità dei filosofi greci. Feroce con tutti i deboli, a cominciare dai bambini. Poi arriva Gesù di Nazaret ed è un ciclone che rivoluziona tutto. Perfino la sottile violenza psicologica sull’anima pura dei bambini è per lui un crimine intollerabile: "chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina e fosse gettato negli abissi del mare" (Mt. 18,6). Gesù va anche oltre: i bambini per lui costituiscono addirittura l’esempio da cui devono imparare i grandi e i sapienti. Sono i bambini i depositari della più vera e profonda sapienza. Sono loro – dice esplicitamente Gesù – i veri eredi del Suo Regno e chi segue Gesù deve "tornare come loro". Un giorno, in un villaggio, il Maestro si siede e chiede agli apostoli di cosa discutevano per la via. Loro sono imbarazzati perché – come certi ecclesiastici di oggi – si contendevano le poltrone pensando al "regno" da lui annunciato come a un regno mondano. Allora Gesù li fissa negli occhi e ribalta i loro cuori, rivoluzionando il mondo: "se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti". Quindi, "preso un bambino, lo pose in mezzo" e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini non entrerete nel regno dei cieli. Perché chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me" (Mt. 18, 2-5). E’ proprio l’irrompere del cristianesimo infatti che dà per la prima volta alla vita nascente, ai bambini uno "status" umano, anzi divino. Il solo caso in cui Gesù pronuncia parole di condanna (e di condanna tremenda: la macina al collo) è quello che riguarda chi scandalizza i piccoli. Perfino Mauro Pesce e Corrado Augias nel loro "Inchiesta su Gesù", pur così acido con la Chiesa, riconoscono che "non si può apprezzare la forza di queste parole (di Gesù, nda) se non si considera che i bambini, in una società contadina primitiva, erano nulla, erano non persone, proprio come i miserabili. Un bambino non aveva nemmeno diritto alla vita. Se suo padre non lo accettava come membro della famiglia, poteva benissimo gettarlo per la strada e farlo morire, oppure cederlo a qualcuno come schiavo". E’ letteralmente Gesù ad aver inventato l’infanzia, ad aver affermato cioè, una volta per sempre, che i bambini sono esseri umani e che sono sacri e inviolabili. Lo riconoscono anche i filosofi più laici. Richard Rorty – guru del neopragmatismo americano – in "Objectivity, relativism and Truth. Philosophical papers" osserva: "se si guarda a un bambino come a un essere umano, nonostante la mancanza di elementari relazioni sociali e culturali, questo è dovuto soltanto all’influenza della tradizione ebraico-cristiana e alla sua specifica concezione di persona umana". E’ con Gesù che si ribalta tutto e i piccoli o i malati o gli schiavi – che fino ad allora erano considerati oggetti da usare e abusare – diventano divini, quindi sacri e preziosi come il Figlio di Dio stesso che proprio in essi si è voluto identificare. Da qui l’atto d’accusa di Nietzsche: "Il cristianesimo ha preso le parti di tutto quanto è debole, abietto, malriuscito". E’ vero. Al contrario di quanto scrive Galli, se nel pensiero moderno ogni tanto fiorisce il seme dell’umanesimo è perché è la Chiesa che ce l’ha piantato. Dunque inconsapevolmente la stampa che attacca, contro la pedofilia, fa un’apologia del cristianesimo. Per questo il papa, nelle scorse settimane, non ha gridato al complotto, ma ha denunciato il peccato più ancora della stampa, ha pianto con le vittime e ha giudicato "una grazia" provvidenziale perfino questa aggressiva campagna di stampa. Perché pensa che Dio l’abbia permessa per purificare la sua Chiesa e farle ritrovare Gesù. Così l’umiltà del papa a Malta ha commosso le vittime e ha conquistato milioni di cuori. E’ la strana vittoria della debolezza. La "debolezza" della fede. - Lo Straniero - Il blog di Antonio Socci

 
 
 

FETO DI 22 SETTIMANE ANCORA IN VITA 20 ORE DOPO L'ABORTO

Post n°3476 pubblicato il 27 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

I giornali riportano la notizia così: "Ha cessato di vivere nella notte, intorno alle 3, il corpicino del piccolo di 22 settimane che era sopravvissuto ad un aborto terapeutico sabato nell’ospedale di Rossano (Cosenza)." Innanzitutto di fronte a questo fatto gravissimo ci viene doveroso precisare che a 22 settimane il bambino può sopravvivere autonomamente, come mostra questo caso; in secondo luogo che di terapeutico non c'è proprio nulla, visto che lo scopo è sopprimere una vita e non curarla. Che dire poi di fronte a un personale medico che non interviene per rianimare, e fa finta di nulla attendendo la morte? Purtroppo è la triste realtà, che solo a volte emerge nella cronaca. Ci resta la forza della preghiera per questa piccola vita persa, per la sua mamma e perché fatti come questi non si ripetano. E' proprio vero che la pratica dell'aborto ha reso moralmente accettabile ciò che prima sarebbe stato deprecabile. Ringraziamo il cappellano e quanti si sono prodigati per salvare il piccolo. Il cappellano dell’ospedale, si era recato a pregare sul feto, si è accorto che questi aveva ancora il cuore che batteva. Chiediamo che in tutto il territorio nazionale venga esteso quanto decretato dalla Regione Lombardia, nel gennaio 2008, n. 327, con l’"Atto di indirizzo per la attuazione della legge 194".Il Decreto afferma che "a 23 settimane di età gestazionale è possibile la vita autonoma del neonato" e stabilisce che "il termine per l’interruzione di gravidanza di cui all’articolo 6b non debba essere effettuata oltre la 22ª settimana +3 giorni, ad eccezione dei casi in cui non sussiste la possibilità di vita autonoma del feto". Ricordiamo che l'art. 6 della legge 194 consente l’interruzione volontaria della gravidanza, anche dopo i primi novanta giorni, purché ricorra una delle seguenti condizioni: a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna; b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna. I casi come quello che riportiamo evidenziano sempre più dubbi sul secondo comma. Ci piacerebbe poi che venissero effettuate le autopsie dopo il decesso dei piccoli e raccolti i dati che certificano se la diagnosi di malformazione sia stata confermata oppure no, in modo da fare una statistica che possa servire per stabilire quanto le diagnosi siano precise, e il margine reale di errore delle stesse. Ricordiamo poi che l'art.7 della legge 194, comma terzo, afferma: "Quando sussiste la possibilità di vita autonoma del feto, l'interruzione della gravidanza può essere praticata solo nel caso di cui alla lettera a) dell'articolo 6 e il medico che esegue l'intervento deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto". Ricordiamo che i più recenti dati scientifici indicano che la possibilità di vita autonoma del neonato migliora, tra la 22ª e la 24ª settimana, per ogni giorno di gravidanza.

Da La Repubblica - Cosenza - E' rimasto in vita per molte ore il feto di ventidue settimane sopravvissuto ad un interruzione di gravidanza praticata per una malformazione nell'ospedale di Rossano, in provincia di Cosenza. E la curia attacca: "Appare sconcertante l'arbitraria superficialità dei sanitari". Erano trascorse circa una ventina di ore dall'intervento praticato sabato mattina all'una circa sulla madre, una donna alla prima gravidanza, nel reparto di ostetricia, quando intorno alle 11.15 di ieri mattina, il cappellano dell'ospedale don Antonio Martello, si è accorto che il feto mostrava chiari segni di vita. Da qui l'allarme e la corsa per la vita in ambulanza, con un pediatra e un rianimatore, verso il reparto di neonatologia dell'ospedale di Cosenza dove il cuoricino del piccolo, dopo circa due giorni, ha cessato di battere. A Rossano, cittadina di circa 35 mila abitanti affacciata sullo Ionio, all'indomani della vicenda che ha scosso l'ambiente sanitario non si parla d'altro. E su tutta la vicenda grava un interrogativo: come è possibile che sia accaduto tutto questo? Se lo chiedono anche gli agenti del commissariato di polizia che, su disposizione della Procura, hanno già acquisito la cartella clinica e sentito il cappellano dell'ospedale e i medici che hanno effettuato l'intervento. In particolare si sta cercando di accertare se ci sono state negligenze, da parte del personale medico, che avrebbe dovuto accertarsi del decesso subito dopo l'interruzione di gravidanza. Sconcerto e incredulità anche tra i dottori. "La legge prevede l'aborto terapeutico - si lascia sfuggire uno dei sanitari che intende mantenere l'anonimato - ma nei casi in cui il feto dovesse rimanere in vita va almeno tenuto in una termoculla". Isegnideitempi -

 
 
 

CHE TRISTE L'OCCIDENTE CHE TRATTA I VECCHI COME MALATI TERMINALI. L'OLANDA EQUIPARA LA VECCHIAIA A UNA MALATTIA GRAVE

Post n°3475 pubblicato il 27 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Altro che "pace"! Sembra proprio che in Occidente l’umanità non sappia fare a meno di avere a che fare sempre con la morte. Siamo riusciti a liberarci dell’uccidere e del farci uccidere nelle guerre, dell’obbligo della leva; siamo riusciti ad assumere soltanto volontari nelle forze armate, ad eliminare con l’igiene e con i vaccini l’imperversare della morte nelle epidemie, a curare e guarire la maggior parte delle più gravi malattie, ma vogliamo che la morte, e il pensiero della morte, stia sempre in mezzo a noi. [....]

In Olanda è già in vigore la legge che permette l’eutanasia al malato grave che ne esprima la volontà; la proposta di permettere l’eutanasia a coloro che hanno compiuto i settanta anni, equiparando in pratica tale età ad una malattia grave, è purtroppo un’altra temibile prova della facilità con la quale gli uomini si abituano, una volta superato un "confine", a considerare normali i comportamenti della propria cultura senza più percepirne i significati. I costumi sociali si formano molto lentamente e l’idea che sia la società (lo Stato) ad avere il diritto di fermare la vita dell’individuo espellendolo dall’attività, viene da lontano. E’ implicita, infatti, nel concetto marxista del "lavoro" come unico scopo di vita, e nell’obbligo dell’età della pensione, un obbligo che spesso "uccide", quando non fisicamente, psichicamente e moralmente. Invece di prendere atto della rivoluzione che la nuova durata della vita ha portato con sé, lasciando libera la persona di svolgere la propria attività fin quando voglia e regolamentando in modo diverso tutto il sistema pensionistico, gli Stati esitano a compiere i passi indispensabili in questa direzione e addirittura l’Olanda sembra voler prendere il posto di Dio o della Natura, fissandola a settanta anni. Si dirà che c’è una raccolta popolare di firme a richiederlo, ma sappiamo tutti molto bene che il "popolo" da sé non sa e non può fare nulla: sono gli organizzatori veri quelli che contano, non quelli che appaiono. Sicuramente saranno proprio questi organizzatori, se non lo farà lo Stato olandese, a sottoporre la proposta di legge al Parlamento europeo. In quel caso tutti i cittadini d’Europa ne diventerebbero responsabili. L’idea che l’Europa sia ormai una civiltà in declino è molto diffusa. Forse è giunto il momento di riflettere seriamente su questa convinzione, cercando di guardare a noi stessi nel modo più oggettivo possibile. La prima prova di questo declino, la più certa, per quanto possa sembrare il contrario, è l’aver fissato gli indicatori dello "sviluppo" nel campo di una economia ristretta al mercato, alle merci, alle monete, un campo nel quale non rientra nessuna delle qualità che hanno caratterizzato per secoli la civiltà europea e che conduce a considerare "morti viventi" quelli che non producono. E’ un PIL in termini di "pensiero" quello di cui abbiamo bisogno e che forse siamo ancora in grado di recuperare. - Ida Magli - Isegnideitempi -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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