ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 28/04/2010

SAN LUIGI GRIGNON DI MONTFORT E LA "SCORCIATOIA" PER LA SANTITA' DEI SACERDOTI DEL TERZO MILLENNIO

Post n°3486 pubblicato il 28 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Una “scorciatoia” per la santità dei sacerdoti del terzo millennio: “San Luigi Maria Grignion de Montfort ci mostra come conoscere, amare e servire Nostro Signore avendo Maria come nostra Madre, modello e guida” - La testimonianza del Card. Ivan Dias
Il “Trattato sulla vera devozione a Maria”, scritto da San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716) agli inizi del 1700, sebbene sia indirizzato a tutti i cristiani in generale, può essere applicato in maniera particolare ai sacerdoti, perché essi “siano santi” secondo il desiderio espresso da Papa Giovanni Paolo II, e siano sacerdoti “secondo il Sacro Cuore di Gesù”. Una testimonianza sull’importanza del “Trattato” nella sua vita sacerdotale, è stata presentata dal Card. Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, intervenuto il 24 maggio a Dublino, al Seminario sul tema “La Nuova Evangelizzazione: sacerdoti e laici. La grande sfida del nuovo millennio”.
Il Card. Dias ha confidato che nel piccolo volume provvidenzialmente acquistato in una libreria di Bombay, conobbe il segreto che San Luigi Maria Grignion de Montfort rivelava, “una scorciatoia per la santità”: “il segreto è Maria, il capolavoro della creazione di Dio. Luigi de Montfort ci mostra come conoscere, amare e servire nostro Signore con Maria come nostra Madre, Modello e Guida. Questo libro è un tesoro inestimabile”. Nel Trattato, la cui lettura è stata raccomandata da molti Pontefici, San Luigi Maria Grignion de Montfort “presenta una vivida immagine della Beata Vergine Maria che è molto rilevante nel suo rapporto con i sacerdoti”. Il Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli si è quindi soffermato sulle tre principali dimensioni della vocazione sacerdotale: una chiamata alla santità, una chiamata al servizio, una chiamata al combattimento spirituale. “San Luigi Maria ci insegna come Maria possa ricoprire un ruolo essenziale in ognuna di esse” ha detto il Cardinale. La santità consiste nell’amare Dio sopra ogni cosa con tutto il nostro cuore, la nostra anima e la nostra mente. Per raggiungere questo obiettivo, Grignion de Montfort invita a consacrarsi completamente a Gesù attraverso Maria, in una “schiavitù d’amore”. Una schiavitù che certamente non degrada la persona umana, ma nobilita e innalza la dignità umana.
La Vergine Maria costituisce un esempio da seguire: “Ella si è consegnata totalmente a Dio come sua creatura senza tenere nulla per se stessa. La sua intera esistenza è stata rivolta unicamente a Dio. In questo modo la Beata Vergine Maria insegna a noi sacerdoti a guardarci dal metterci su un piedistallo o a prendere per noi stessi la gloria dovuta solamente a Dio. Un sacerdote deve costantemente ricordare a se stesso che la sua vocazione sacerdotale è un libero dono di Dio, dato non per meriti personali, talenti o traguardi raggiunti, ma per la sua santificazione e per costruire il popolo di Dio”. Riguardo al tema dell’umile servizio dell’amore che caratterizza la vocazione sacerdotale, il Card. Dias ha ricordato che alla scuola di spiritualità di Monfort, “un sacerdote che consacra se stesso come schiavo dell’amore non può mai considerare come sua proprietà personale alcuna cosa che possiede: la sua posizione e i suoi talenti, i suoi beni materiali, le persone affidate alle sue cure pastorali. Ogni cosa viene data a lui solo per essere amministrata”. Quando l’Arcangelo Gabriele si allontanò da Maria dopo l’Annunciazione, Maria non si compiacque delle nuova dignità di cui era stata investita, di essere la Madre di Dio, “ma andò in fretta ad aiutare sua cugina Elisabetta che, in età avanzata, aspettava un bambino”. Alle nozze di Cana, mentre tutti festeggiavano durante il banchetto, Maria si accorse delle giare di vino che erano vuote e convinse Gesù a compiere il suo primo miracolo. “Per Maria, essere creatura del Signore significa uscire e incontrare le necessità degli altri, e continua a fare questo anche oggi, dal suo trono in cielo. Maria ci insegna… a mettere il nostro tempo e i nostri talenti al servizio di Dio e del prossimo”. Il Cardinale quindi ha citato alcuni episodi evangelici della vita di Cristo, legati al servizio, che costituiscono un valido esempio per lo svolgimento del ministero sacerdotale.
La terza considerazione del Card. Dias legata alla vocazione sacerdotale, ha riguardato il combattimento spirituale. La lotta contro il male ha avuto inizio nel giardino dell’Eden, all’inizio della storia umana. Già allora Dio volle che Maria entrasse in scena e vi rimanesse fino alla fine dei tempi. Negli oltre duemila anni della storia della Chiesa, il combattimento tra le forze del bene e quelle del male si è svolto con intensità variabile, nella Chiesa, in generale, e negli individui. I Santi, in particolare, hanno sperimentato questo scontro più pienamente, con persecuzioni, sofferenze, difficoltà di vario genere. “Molte persone, compresi i sacerdoti, preferiscono vivere una vita mediocre per non essere assillati da Lucifero e dai suoi demoni - ha affermato il Card. Dias -. De Montfort capì molto presto questa battaglia, e lui stesso ebbe molto a soffrire per le astuzie del Maligno”. L’antidoto a tutte le tentazioni del Maligno (ricchezza, successo, potere) è la povertà di spirito, che significa distacco da tutto quello che ci allontana da Dio, e soprattutto l’umiltà, che intenerisce il cuore di Dio e lo fa guardare giù verso i poveri e gli umili. E’ proprio ciò che de Montfort propone nella consacrazione a Gesù attraverso Maria. Il Card. Dias ha quindi ricordato le apparizioni della Vergine a Santa Caterina Labouré ed il significato della Medaglia Miracolosa, in cui la Vergine è raffigurata nell’atto di schiacciare con il piede la testa del serpente, il diavolo. “La più grande umiliazione di Lucifero - ha affermato il Cardinale - è di essere schiacciato dalla Beata Vergine Maria, un essere puramente umano appartenente ad una categoria inferiore a quella degli angeli: Lei lo ha schiacciato non solo perché è la Madre di Dio, ma a motivo della sua umiltà, che è il colpo di martello con cui ha schiacciato l’incallito orgoglio di Lucifero”. Il Card. Dias ha concluso il suo intervento ricordando che nei tempi in cui viviamo la sublime chiamata al sacerdozio richiede di essere “uomini di Dio e uomini per gli altri”, e “nel Trattato sulla vera devozione a Maria abbiamo un segreto che può aiutare noi preti a portare avanti in modo efficace queste spinte della nostra vocazione sacerdotale, in modo che siano ben accette agli occhi di Dio. Il segreto è Maria, attraverso cui San Luigi Maria Grignion de Montfort ci chiama a consacrarci come schiavi dell’amore di Gesù”. (S.L.) (Agenzia Fides 26/5/2007; righe 69, parole 1034) - atempodiblob -

 
 
 

IL CODICE RATZINGER

Post n°3485 pubblicato il 28 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Adesso anche gli intellettuali di razza (?!?) ne sparano di grosse. Sarà che l’effetto pedofilia, come tutte le varie deviazioni sessuali, mangia il cervello. Lo si è visto con il povero e grande Nietzsche, e la tradizione continua. Anche Galli della Loggia, nell’articolo sul Corriere della Sera del 26 aprile 2010, si cimenta in acrobazie di grande portata, immaginando un «Codice Ratzinger», e quindi una sua svolta «laica». Credo che altri osservatori, più acuti e competenti, potranno rispondere con avvedutezza e profondità. Reagisco con queste brevi osservazioni.
1. Dove si trova questo grande mutamento nella società nei confronti dei pedofili? Guardiamo all’atteggiamento nei confronti di Elton John o di Michael Jackson, o alla benevolenza libertaria nei confronti del partito dei pedofili. Il mutamento è solo nei confronti dei preti pedofili, ma solo e perché sono preti. Questo fa scandalo. La gogna mediatica è solo per questa ragione. E basta. Non è disgusto per quel male che la Chiesa ha sempre e comunque condannato, con tutte le altre mancanze nell’uso della sessualità.
2. Ho davanti ai miei occhi la vicenda del povero Enzo Tortora. Morì di crepacuore per il “servizio” fattogli da tanti giornalisti, calati come avvoltoi sulle accuse. E senza il grande coraggio del mea culpa poi. E sì che parlano delle «lacrime di coccodrillo» del Papa. Viene proprio da dire «Da che pulpito (laico) viene la predica» che, comunque, di lacrime non ne versa.
3. Si è aperta la stagione della «scuola del Papa»: tutti vogliono insegnargli il mestiere, addirittura si dice che (finalmente) «mentre su ogni altro uso della sessualità o pratiche connesse essa (la Chiesa) ha adottato, e tuttora adotta, un suo proprio metro di giudizio, più o meno diverso rispetto a quello comunemente accettato, in questo caso (la pedofilia – ndr) vediamo invece che si conforma al punto di vista della società». Grazie dei consigli, ma, con tutta franchezza, non ne abbiamo bisogno. Non ci interessa questo abbraccio mortale e soffocante che vorrebbe solo una Chiesa silenziosa e custode del museo della religiosità o crocerossina della società. Facciamo nostro quanto il Papa ha detto recentemente: «la Chiesa ha, in quanto istituzione, il diritto di esprimersi pubblicamente. (...) Essa rispetta la libertà di tutti di pensarla diversamente e desidera anche che venga rispettato il suo diritto di libertà d’espressione. La Chiesa è depositaria dell’insegnamento, del messaggio religioso ricevuto da Gesù Cristo. (...) Avendo per obiettivo il bene comune, la Chiesa non reclama altro che la libertà di poter proporre tale messaggio, senza imporlo, nel rispetto della libertà delle coscienze». Non abbiamo bisogno del permesso o del consenso di nessuno per dire la verità e le verità che ci premono. Tanto meno di tutti quei maestri (e non sono pochi, purtroppo) che, dopo avere sposato idee assassine, si fanno miti agnelli senza alcuna ombra di rimorso. - Mangiarotti Don Gabriele - CulturaCattolica -

 
 
 

L'ABORTO CHOC CHE NESSUNO RACCONTA: I BAMBINI RESTANO IN VITA ABBANDONATI PER PARECCHIE ORE

Post n°3484 pubblicato il 28 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il piccolo è rimasto in vita due giorni. Succede spesso se l’interruzione avviene oltre la metà della gravidanza. In questi casi i neonati vengono lasciati morire senza assistenza

Il cappellano del nosocomio di Rossano, in provincia di Cosenza, sabato scorso aveva saputo che la mattina presto era stato eseguito un aborto terapeutico nel suo ospedale, e verso le 12, dopo aver celebrato la messa e aver fatto il giro dei malati nelle corsie, si è avviato nella sala operatoria dove era avvenuta l’interruzione di gravidanza, per pregare per un’altra anima mai venuta al mondo. Il prete si è avvicinato al tavolo di metallo dove, in un fagottino di tela bianca, era stato deposto il feto di 22 settimane abortito da oltre quatto ore… e con orrore ha notato un movimento. Quando ha scostato il telo ha potuto constatare che il feto non solo non era morto, ma era ancora vivo, respirava e si muoveva, nonostante il cordone ombelicale non legato, il tempo trascorso dall’uscita dall’utero materno, e il freddo dell’aria condizionata, sempre accesa in sala operatoria. Fatta la drammatica scoperta il cappellano ha chiesto aiuto, ha protestato per la mancanza di cure e di assistenza e quindi il piccolo bambino abortito è stato infilato in un’incubatrice di Neonatologia nell’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza dove ha smesso di respirare ben due giorni dopo, lunedì mattina. La Procura ha aperto un’inchiesta e l’opinione pubblica griderà allo scandalo e all’orrore per questo caso. Ma è necessario sapere che casi del genere succedono di frequente. Proprio così. Una gravidanza regolare dura quaranta settimane, per cui se un feto viene abortito oltre la metà delle settimane di gestazione, ma spesso anche prima, è molto probabile che nasca vivo. Anzi molto spesso nasce vivo. In sala operatoria il medico abortista consegna il feto abortito, a cui non viene legato il cordone ombelicale per accelerarne la morte, né viene riservata alcun tipo di assistenza, ad un’infermiera che lo avvolge in un fagotto di garze, appunto, e lo pone su un tavolino lì vicino, mentre le attenzioni di tutti i presenti si concentrano nuovamente sulla donna adulta e viva, che ha appena partorito, spesso in anestesia, mentre il feto appena nato viene abbandonato in solitudine al suo destino, che è appunto quello di essere stato abortito. Nessuno dell’équipe medica e infermieristica operativa e in nessun modo ha l’autorizzazione, il compito, e la facoltà di sopprimere il feto nato vivo, né di accelerare la sua fine, per cui si attende, lasciandolo senza assistenza medica né assistenza terapeutica, che la vita, o la morte, faccia il suo «naturale» decorso. Molte volte, come nel caso di Cosenza, un feto, anche se malformato, può resistere in vita anche diverse ore, con grande disagio ed imbarazzo del personale infermieristico che non può interrompere il servizio, né rendere agibile la sala operatoria per un altro intervento, prima che tutto il precedente sia compiuto e che la procedura sanitaria successiva sia terminata e certificata. Non c’è nemmeno una norma o legge che impegni il personale sanitario a monitorare il feto che nasce vivo, o a praticare su di lui alcunché, anche perché il medico che interrompe la gravidanza è abilitato appunto all’esecuzione dell’aborto, e quindi alla eliminazione definitiva del feto stesso. Coloro che parleranno di questo caso come «caso raro», mentono o non conoscono, o non hanno mai frequentato le sale ginecologiche né le sale operatorie, in genere allestite per la salvaguardia e la tutela della vita umana, ma talvolta adibite a scopi opposti. Fortunatamente le molte madri mancate non conoscono queste storie dolorose, non conoscono nemmeno il sesso del proprio bambino, non vengono a conoscenza e non sanno quasi mai se il loro figlio abortito abbia respirato, vagito, o mosso gli arti in attesa della fredda morte, vissuta in completa solitudine e abbandono terapeutico, anzi nessuna di loro si pone proprio il problema, mai reso pubblico e tanto crudele da sembrare inverosimile tanto da invocare la strage degli innocenti.
In proposito mi vengono solo in mente i versi del poeta francese Guillaume Apollinaire il quale, scrivendo delle madri rinunciatarie, recitava: «Mettono bruscamente al mondo dei bambini, che hanno appena il tempo di morire». Ecco, alcuni di loro, i più sfortunati certamente, hanno «abbastanza» tempo di morire…- di Melania Rizzoli - Medico- apostolidellareginadellapace
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COMMENTO AL MESSAGGIO DA MEDJUGORJE DEL 25 APRILE DI PADRE LIVIO DI RADIO MARIA

Post n°3483 pubblicato il 28 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Cari figli, in questo tempo quando in modo particolare pregate e chiedete la mia intercessione, vi invito figlioli, pregate perché attraverso le vostre preghiere possa aiutare quanti più cuori possibili ad aprirsi ai miei messaggi. Pregate per le mie intenzioni. Io sono con voi e intercedo presso mio Figlio per ciascuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

Questo messaggio, come ci ha spiegato la veggente Marjia Pavlovic, getta un po' di luce anche in questo mese di Maggio che ci attende. Maggio è il mese di Maria, basti pensare a Fatima il 13 Maggio, poi la tradizione della Chiesa in questo mese è straordinaria, il mese dei fiori, il mese dei fioretti, è il mese del Santo Rosario. La Madonna in questo mese, come vedete dal messaggio, ci invita in poche parole ad una mobilitazione. Cioè la Madonna in questo mese vuole aiutare quanti più cuori possibili ad aprirsi ai Suoi messaggi. Questa è l'intenzione della Madonna. Quindi ci sono, diciamo così, tante persone che hanno risposto alla chiamata e tanti cuori, tante persone che sono ancora in attesa della chiamata e comunque sono dei cuori per i quali la Madonna, che ha un Cuore di Madre e per la Quale tutti sono i Suoi figli, ha in mente di chiedere particolari grazie affinché anch'essi si aprano alla Grazia della chiamata, la chiamata alla conversione, la chiamata alla Fede, la chiamata alla Santità. Per attuare però questo Suo programma, e cioè di aiutare quanti più cuori possibili ad aprirsi ai Suoi messaggi, voi sapete che il messaggio fondamentale di Medjugorje è quello della Conversione, vuole che La aiutiamo, cioè in poche parole, la Madonna invita tutti noi ad aiutarLa ad aprire più cuori possibili in questo mese di Maggio. Quindi, come possiamo aiutare la Madonna, cari amici, ad aprire più cuori possibili? Come fa la Madonna ad aprire i cuori? Intercede presso Suo Figlio, chiede le grazie della Conversione, allora La Madonna invita tutti noi ad aiutarLa con le nostre preghiere. Evidentemente, cari amici, il mese di Maggio è il mese nel quale deve essere recitata soprattutto la preghiera del Santo Rosario, deve essere ripresa con grande forza e personalmente e nelle nostre famiglie. Quindi, vorrei proprio concretizzare questo appello della Madonna ad aiutarla ad aprire i nostri cuori ai Suoi messaggi, vorrei concretizzare invitando tutti voi e anche me stesso ovviamente, a riprendere con fervore la recita personale del Santo Rosario, sia personalmente sia anche nelle famiglie. Spegniamo almeno per una mezz'ora nelle nostre case la televisione. Recitiamo il Santo Rosario che, oltre ad essere una fonte di Grazia per la famiglia - perché la Madonna ci ha detto che se oggi molte famiglie si rompono, si sfasciano, è perché non si prega, insieme, infatti chi è colui che cerca di sfasciare le famiglie? E' il Diavolo! E' il nemico, il divisore! Colui che semina la zizzania, che aizza gli uni contro gli altri, che mette gli sposi l'un contro l'altro, che mette i figli contro i genitori - è un grande esorcismo. Perché è un grande esorcismo? Perché pregando il Rosario la Madonna viene in quella famiglia, mette le radici in quella famiglia, protegge quella famiglia e quindi, cari amici, recitando il Rosario in famiglia, prima di tutto facciamo un bene per noi, perché la Madonna ci benedice, intercede per noi e poi la Madonna presenta questo Rosario a Gesù perché dia Grazie di Conversione, perché i Suoi messaggi arrivino anche ai cuori più lontani. Questo è dunque il grande programma che la Madonna vuole attuare in questo Mese Mariano, nel quale chiede la nostra mobilitazione. Credetemi, noi aiutiamo la Madonna a convertire le persone, ad allargare il raggio di coloro che rispondono alla chiamata, ma credete, cari amici, aiutando la Madonna aiutiamo soprattutto noi stessi. A parte il fatto che si prova una grande gioia a far qualcosa per Lei, dopo tutto quello che Lei fa per noi, ma soprattutto siamo noi i primi beneficiari delle preghiere per la conversione degli altri. Cioè, i primi beneficiari delle preghiere per gli altri siamo noi stessi, perché ci riempiamo di Grazia. Ecco dunque il programma di questo mese di Maggio, così come la Madonna ce lo presenta. Come vedete, cari amici, La Madonna dà molta importanza ai Suoi messaggi, una volta ha detto "state attenti a non prenderli per abitudine, state attenti a non attenderli con curiosità, tutte le mie parole sono preziose".

C’E’ SEMPRE UNA VIA D’USCITA: L’ABBANDONO "Il Signore, mettendovi alla prova, vi ama. Quando siete nelle preoccupazioni, offrite sempre al Signore tutto e non dovete preoccuparvi di nulla" (messaggio dell’ 11 ottobre 1984). Tante volte, quando noi abbiamo guardato alla situazione in cui eravamo, ci siamo trovati come in una strada senza uscita. Ma poi abbiamo visto che c’è un’uscita, che c’è per noi un atteggiamento nuovo da imparare: l’abbandono. Alcune volte abbiamo ricevuto il messaggio proprio trovandoci in una situazione difficile: "Perché vi preoccupate? Voi pregate, digiunate: Io guido le cose". Dobbiamo imparare da una parte a pregare, a digiunare e dall’altra ad abbandonare tutto al Signore, tutte le difficoltà perché il Signore sa tutto. E così riceviamo la pace, la pace più profonda che il Signore ci vuol dare, la pace per abbandono, come ha domandato nel Vangelo di Matteo 6, 24-34. La Madonna ce l’ha detto tante volte che Egli sa, conosce la nostra via e ci vuole bene. (Padre Slavko Barbaric).

Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it

 

 
 
 

LA CAMPAGNA DEI MEDIA OSTILI AL PAPA SI E' ATTENUATA, SI SONO RESI CONTO DELLA SATURAZIONE DELLA GENTE

Post n°3482 pubblicato il 28 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il professor Massimo Introvigne é certamente uno dei maggiori studiosi dei fenomeni religiosi ed anche un autorevole sociologo, degno di stima ed attenzione. Con lui discutiamo della recente campagna di aggressione nei confronti del Papa e della Chiesa cattolica in genere. Professor Introvigne si ha la sensazione che questo linciaggio sia in calo: " effettivamente é così. Del resto queste ondate sono studiate a tavolino e rispondono ad una precisa logica di gettare fango. Non possono durare mai a lungo non escludo che tra poco e nel tempo torneranno alla carica, con fatti vecchi ed arcaici. Ma poiché costoro sono sapienti e astuti nella tecnica della comunicazione, si sono resi conto che si stava raggiungendo l 'effetto saturazione nella opinione pubblica che alla fine si stanca di sentire sempre le stesse cose. Poi accade che nel mondo cattolico, più si attacca il papa e la Chiesa e maggiormente lo si compatta e dunque hanno deciso di abbassare i toni". Vede qualche pecca nella comunicazione della Chiesa?: " credo che abbia scelto la strategia giusta e me ne sono accorto ultimamente a Malta. Vero, la visita del papa si é svolta in un contesto largamente cattolico, ma personalmente ho sperimentato e visto il calore della gente attorno al Papa, segno chiaro che i veri cattolici hanno capito la strumentalità degli attacchi. I casi di pedofilia ci sono stati, una cosa grave e deplorevole. Ma spesso sono stati ingigantiti oltre misura e con prove e fatti antichi, difficilmente riscontrabili e documentabili. Parlare male della Chiesa fa cassetta e produce aumento delle copie, maggiori ascolti delle solite trasmissioni avvelenate contro la Chiesa, fa parte del gioco". Anche il cardinale Bertone non é stato esente da velenosi e prevenuti attacchi: " qui si é raggiunto e superato ogni limite di decenza e di onestà intellettuale. Qualche bello spirito, ha utilizzato una clip di Bertone, un frammento del suo discorso per linciarlo. Non hanno compreso e forse non hanno voluto, che il cardinale si riferiva esclusivamente al mondo ecclesiastico e non a tutti, ma faceva comodo lanciare una nuova campagna di diffamazione e discredito. Bertone avava ragione da avendere, é stato volutamente mistificato il suo pensiero". Le organizzazioni gay?: " quelle non mancano mai quando ci sta da sparare sulla chiesa e fanno il loro mestiere, perché la Chiesa con la sua fermezza dottrinale scompagina i loro ruoli. Fosse per loro, oggi avremmo tutto il primo mondo infestato di unioni gay liberalizzate e lecite. Fortunatamente non é così. Poi bisogna ragionare sul disegno di legge in tema di omofobia e risponde al disegno populista di trasformare in ortodossia quella che é eterodossia, cioé non normalità. Qualcuno vi ravvisa anche un profilo di incostituzionalità. Ma chi la pensa diversamente é aggredito, messo al bando e censurato, con una intolleranza senza pari". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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