ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 28/01/2012

LA MERAVIGLIA DI UN SORRISO DI UN BAMBINO

Post n°6650 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Storia di un padre che racconta la rivoluzione dei bambini

 Il 5 febbraio in tutta Italia si celebra la “Giornate Nazionale per la vita”, indetta dalla Conferenza episcopale italiana. Incontri, conferenze, celebrazioni varie sono programmate un po’ ovunque.

In vista di questa celebrazione, le Edizioni Paoline hanno preparato due pubblicazioni: “La camera vuota. Riflessi di una vita interrotta”, di Maria Elena Sacchini e “La meravigla di un sorriso - Il mio primo anno da papà” di Roberto Allegri.

Il primo libro è il drammatico racconto-confessione di una madre di due bambine, che, rimasta nuovamente incinta, sceglie, lucidamente e d’accordo con il marito, l’aborto. E poi, essendo cattolica, viene presa da terribili rimorsi e scrive questo libro in forma di lettera alle due figlie, cercando un riscatto.

Il secondo “La meraviglia di un sorriso”, è il diario di un papà quarantenne, sposato da otto anni, che pensava ormai di non avere figli e invece arriva, inatteso, il bimbo, Francesco, ed è la rivoluzione. Un libro pieno di gioia, di felicità, di meraviglia, di stupore per la vita, per la nuova vita che è come un vento impetuoso che sconvolge tutto. “Si dice” scrive Roberto Allegri nel suo libro “che avere un bambino cambia la vita. Non è vero, non la cambia. La stravolge, la rivolta, la trasforma, la abbatte completamente per riedificarla.”

Roberto Allegri è un giornalista e un solido scrittore avendo alle spalle una trentina di libri, dalle tematiche più varie. L’obiettivo di questo suo nuovo libro è quello, dichiarato nel sottotitolo, di raccontare la sua esperienza vissuta nel corso del “primo anno da papà”. Un libro da cronista. Niente ideologie, insegnamenti. Allegri non sale in cattedra, non scrive un manuale per genitori. Raccoglie e ferma sulla carta emozioni, riflessioni, pensieri, eventi secondo un calendario che è tracciato dal vivere del piccolo Francesco.

Le cose di ogni giorno, gli avvenimenti normali come il caldo, il freddo, la neve, la pioggia, il lavoro, l’incontro di una persona, una festa, una passeggiata a cavallo, un lungo viaggio in macchina per lavoro, insomma la vita quotidiana costituiscono la trama, il tessuto del libro, ma non sono più cose “normali”, “banali”, “usuali”, sono diventate “eventi”, proprio per la presenza della nuova vita, “perché” scrive Roberto Allegri “la nascita di un bambino non può accadere senza provocare domande e scatenare pensieri sulla vita, sul futuro, sulla morte, persino su Dio stesso.”.

E poichè Roberto ha un suo personale e accattivante modo di scrivere, il libro colpisce anche per la forza e l’immediatezza delle immagini, per la poesia da cui tutta la narrazione è pervasa, per il candore delle emozioni e dei sentimenti, e coinvolge, affascina, come fosse un romanzo.

Come è nata l’idea di questo libro?

Il mio mestiere è scrivere. E come ogni scrittore sento prepotente la necessità di comunicare, di dividere con gli altri le emozioni che provo. Se fossi un pittore, avrei dipinto un quadro. Se fossi un musicista avrei composto una pagina di musica. Invece scrivo e ho sempre con me un notes sul quale segno pensieri e impressioni. Con la nascita di Francesco i pensieri e le impressioni si sono moltiplicati all’ennesima potenza. E alla fine avevo un materiale tale che poteva diventare un libro. E l’ho realizzato.

Qual è il concetto “portante” di questo tuo lavoro?

<<La meraviglia, la gioia, lo stupore. Ogni gesto, ogni sguardo, ogni suono che riguarda il bambino ha un valore incredibile. Vedi una potente energia che si sta realizzando, che ogni giorno conquista qualche cosa. Ma c’è anche un altro pensiero. Se ti soffermi a meditare sul fatto che quell’esserino è una persona, un figlio di Dio, che è stato concepito non solo dall’amore dei suoi genitori, ma anche dall’intervento diretto e personale di Dio, che ha creato l’anima immortale facendolo diventare un essere eterno a propria immagine e somiglianza, allora ti senti svenire. Sono pensieri che tolgono il fiato, che fanno venire i brividi e nello stesso tempo però che danno una forza spaventosa che spinge a impegnarsi fino alla morte per aiutare il bambino a crescere.>>

E’ bello, quindi, essere papà.

<<E’ soprattutto tremendamente faticoso, stressante. Non si dorme, si mangia a spizzichi. E’ veramente una fatica terribile. La vita viene sconvolta, gli orari saltano. Devi mantenere gli impegni di lavoro, ma farli coincidere con una miriade di imprevisti provocati dal bambino. Ma sono sacrifici che esaltano, che temprano, che forgiano, perché questo esserino sprigiona un’energia spaventosa e ti accorgi di riuscire a condurre un’esistenza che prima ritenevi impossibile. E fai anche un’altra straordinaria scoperta. Ti accorgi di avere delle energie, delle forze e una capacità di resistenza e di ripresa misteriose, inspiegabili, che prima non c’erano. E’ come se, ora, ci fosse qualcuno accanto che ti aiuta. E ti viene in mente che l’altro “papà” del bambino non ti abbandona mai>>.

Quali sono i momenti più indimenticabili di questo tuo primo anno da papà?

<<Verrebbe da dire le tappe fondamentali della crescita, quando ha detto “papà” per la prima volta o quando ha mangiato o camminato da solo. Ma in realtà, i momenti che si sono impressi a fuoco nella mia memoria sono quelli più intimi. Ad esempio quando Francesco mi guarda in cerca della mia approvazione o quando allunga la manina, mentre dorme, per toccare la mia. Allora mi sento un gigante e avverto tutto il peso della protezione e della responsabilità.>>

Pensi che un’esperienza così straordinaria meriti di essere ripetuta?

<<Esperienze del genere non si possono “ripetere” perché sono uniche. Casomai ce ne saranno altre, completamente diverse ed uniche a loro volta. A me è già accaduto. Quando Francesco aveva un anno e sei mesi è arrivata Emma. E tutto è cominciato da capo. Ma non è stata una ripetizione. Tutto è stato nuovo, vissuto con uno stato d’animo differente proprio perché la personalità di Emma è diversa. E perciò tutto ciò che la coinvolge è irrepetibile. 

- di Paul De Maeyer - Zenit -

 
 
 

PER MARIO MONTI LA MASSONERIA E' COSA SCONOSCIUTA. BISOGNA URGENTEMENTE AGGIORNARLO!!!

Post n°6649 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La notizia è di qualche giorno, ma non può essere invecchiata.

“Confesso che è una mia lacuna, che non so cosa sia” risponde il Soccorritore dell’Italia in crisi politica e in emergenza finanziaria, a una domanda rivoltagli da Lucia Annunziata sulla massoneria. “So di non essere massone”. E soggiunge: “ Non so come valutare i massoni, come accorgermi che uno è massone”.

Un autentico membro della setta, proibita dalla Chiesa ai suoi fedeli, non se la sarebbe cavata altrimenti. A suo tempo, la P2 fu dichiarata deviata, e la massoneria ufficiale ha più volte rivendicato il suo buon nome, arrivando a protestare d’essere sempre stata vicina alla Religione e persino alla Chiesa, talvolta ingrata; tuttavia l’appartenenza alla loggia ha conservato un che di sospetto, di consorteria per scopi reconditi e dell’alta finanza. Nell’aria circolano accuse in tal senso, provenienti da varie parti, all’indirizzo dello stesso Monti. Sicché gli è convenuto fare lo gnorri. E quelle battute dell’intervista hanno un vago sapore di copione prestabilito.

Egli ha detto bene affermando che, per uno estraneo al giro dei grembiulini iniziatici, è difficile individuare l’affiliato. La setta è segreta per sua natura, per costituzione. E inutilmente la si vorrebbe spacciare per una società alla luce del sole, mostrando la sua faccia esterna. Però che egli sia ignaro dell’essenza e degli scopi di tale associazione (qualsiasi sodalizio deve averne) appare incredibile. Ed è tanto più stupefacente in quanto il professore, navigato nelle acque dei consessi economici e politici europei, mostra d’essere cattolico; la domenica, si reca alla messa con la sua legittima consorte. Possibile che egli ignori la storia della Chiesa in lotta contro le organizzazioni di liberi pensatori, che con le loro mene sotterranee ottennero di vessarla e minacciarla, per non parlare delle scomuniche fulminate ai suoi figli entrati nelle logge? Possibile che gli sia sfuggito lo smascheramento, messo in atto dai Pontefici, della massoneria dalle sembianze filantropiche?

Domande retoriche. Per quanto si sia voluto, specie ultimamente, imbrogliare le cose, l’esistenza storica delle sette segrete è arcinota, la logica impone che esse non possano essere scomparse, e la massoneria ne costituisce l’esempio eminente. Il libro di storia delle medie parla delle vendite dei carbonari. La cospirazione politica, dietro il paravento di banchi e ceste di carbone, veniva da un filone di cospirazioni; quella dei patrioti ne era soltanto un aspetto grossolano e particolare. Il filone proseguiva con un vasto organismo occultato e potente, forte della maggior forza conferitagli dalla segretezza. Poiché la malizia sta nel mondo, perché non dovrebbe avvalersi dei mezzi illeciti? Queste cose i Papi le dissero a chiare lettere.

Ma il professore dei professori si professa candido, non senza un pizzico d’ironia. Circa il subodorare la presenza di un frammassone, di seguito dichiara: “È una cosa che per una persona abbastanza banale e concreta risulta un po’ evanescente”.

Siccome Gelli e la P2 vennero giudicati una sciagura per lo Stato, anche un ingenuo, uno sprovveduto, dovrebbe stare almeno in guardia verso un’altra P2, sempre possibile. Viceversa, l’olimpico Mario (per la verità, un tantino umbratile dopo gli ultimi avvenimenti) sdogana la massoneria come una cosa dalla manifestazione impalpabile, una cosa di leggenda, priva di consistenza.

In questo modo, se egli non vi ha niente a che fare, tuttavia le ha reso un bel servizio.

- di Piero Nicola - www.riscossacristiana.it -

 
 
 

SHOAH: LEGGERE LE LETTERE DI DUE GIOVANI RAGAZZE PER CONSERVARE LA MEMORIA

Post n°6648 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Due giovani ragazze – una tedesca e una olandese, piene di sogni e di speranze e un prete brianzolo, diventato missionario. Che cos’hanno in comune tre esistenze tanto diverse e lontane? Hanno in comune un incubo, quello della Shoah che ha piagato l’Europa e oscurato la Storia intera, hanno in comune l’umanità profonda e la fede. Ieri si è celebrata la Giornata della Memoria e, tra le tante commemorazioni, discorsi, documenti, testimonianze che sono stati prodotti per questa ricorrenza fondamentale, ci piace ricordare tre persone e i libri che le raccontano.

Giorgio Bernardelli, per le edizioni del PIME (Pontificio Istituto Missioni estere) , ha scritto una biografia di padre Lido Mencarini, missionario coraggioso tra i giovani di una parrocchia della Brianza negli anni difficili della Seconda guerra mondiale. E poi servitore fedele della diocesi di Hong Kong per quasi sessant’anni. Il libro ricostruisce la lunga vita di padre Lido, riportando alla luce anche il suo eroismo nascosto che si manifestò nel rifugio offerto agli ebrei in fuga verso la Svizzera e ai renitenti alla leva negli anni tra 1943 e il 1945. Nella “Rosa Bianca” di Inge Scholl (Itaca Editore) viene ricostruita la vicenda del movimento di resistenza tedesco al nazismo denominato appunto “Rosa bianca”, costituito in massima parte da studenti che hanno pagato con la vita l’opposizione alla follia nazista. I fratelli Hans e Sophie Scholl diedero vita al movimento e furono giustiziati il 22 febbraio 1943. Attraverso il racconto della sorella Inge, di amici e di testimoni delle loro ultime ore, emerge una passione per la vita e per la verità che nemmeno il terrore del regime riuscì a soffocare. Dalle testimonianze raccolte da Inge in parte ha attinto il regista Marc Rothemund per il commovente film “Sophie Scholl. Gli ultimi giorni”.

Una delle testimonianze più commoventi e profonde della tragedia dei campi di sterminio e della temperie culturale e sociale che la generò è quella che emerge dalle pagine del diario di Esther (detta Etty) Hillesum. Etty era nata il 15 gennaio 1914 a Middelburg, in Olanda, da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica. Viveva ad Amsterdam e qui studiò e si laureò, seguendo le sue passioni, tra arte, letteratura, teologia. Quando iniziò a scrivere il diario, nel 1941, Etty aveva 27 anni. «Le minacce e il terrore crescono di giorno in giorno – annotava –. M’innalzo intorno la preghiera come un muro oscuro che offra riparo, mi ritiro nella preghiera come nella cella di un convento, ne esco fuori più “raccolta”, concentrata e forte». Sembrano i pensieri di una mistica. Poco tempo dopo, i tedeschi cominciarono i rastrellamenti degli ebrei olandesi. Per evitarle l’internamento a Westerbork (campo di smistamento dove transitavano gli ebrei catturati prima di essere deportati in Polonia), alcuni amici le trovarono un impiego di dattilografa al Consiglio Ebraico (questi organismi erano posti sotto la responsabilità dei membri più importanti delle comunità israelite sparse in Europa, ma in realtà furono creati ad arte dai nazisti nei territori occupati per gestire meglio e con l’inganno il ‘problema’ ebraico). Ma a Westerbork si recò qualche settimana dopo di sua spontanea volontà, per aiutare i malati nelle baracche dell’ospedale. A nulla valsero le pressioni degli amici per farla nascondere. Il 7 settembre 1943 arrivò l’ordine di deportazione, per lei e tutta la sua famiglia, ad Auschwitz, dove morì nello spazio di qualche settimana.

Bisognerebbe davvero leggerle e rileggerle, queste storie.Bisognerebbe leggere e rileggere il diario della Hillesum, che in Italia è stato pubblicato dalla casa editrice Adelphi. Nonostante il cupo orizzonte contro il quale si stagliavano le parole di Etty, da esse emana una luce, una forza, un coraggio contagiosi, illuminati dalla fede, che non appare consolatoria , ma la ragione ultima di tutte le cose, quella che rende ogni esperienza stupefacente e non permette che il male abbia l’ultima parola.

- korazym.org - Caterina Maniaci -  

 
 
 

GENITORI OGGI: I PROBLEMI DELLE NUOVE FAMIGLIE ALLARGATE

Post n°6647 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La famiglia ha subìto trasformazioni estese nell’ultimo mezzo secolo, passando da un modello “nucleare” tradizionalmente “chiuso”, ad una ampia, variamente intesa e soprattutto in continuo cambiamento. Alla famiglia triadica genitori-figli si sono affiancate famiglie monogenitoriali composte da un solo genitore con un figlio, raramente due: le nuove forme familiari raggiungono ormai cifre altissime. Si aggiungono poi famiglie ricostituite non coniugate, famiglie omosessuali, famiglie composte da amici, da fratelli e da single.
 
Il “terzo genitore”.

Da un punto di vista statistico, secondo l’Istat sono circa mezzo milione le famiglie “allargate” in Italia, intendendo con questo termine coppie in cui almeno uno dei due partner ha alle spalle un precedente matrimonio o una separazione. Quanto ai risvolti di tipo psico-pedagogico, la famiglia allargata instaura una serie di relazioni multiple che vanno ad aggiungersi a quelle biologiche: rapporto fra nuovo partner e figli del precedente, rapporto tra figli di precedente e di nuova unione, rapporto fra attuale coppia ed ex coniuge (o partner), rapporto dell’adulto e dei propri figli con i genitori del nuovo partner…). Il coesistere di genitori biologici e genitori “sociali” pone anche delicati problemi di ordine giuridico, in merito alle responsabilità (ma anche alla tutela) dei secondi. Alcuni trovano giusto stabilire a carico del “terzo genitore” doveri nei confronti del minore convivente, e legittima – anzi meritoria – la richiesta di tutela da parte di uomini e donne che hanno assunto comunque funzioni genitoriali, a volte stabilendo rapporti di grande affetto con bambini e ragazzi; altri temono che una equiparazione giuridica porti al rischio che la figura del padre biologico si offuschi di fronte a quella del padre sociale.

Nuovi padri e madri.

Il cambiamento della famiglia ha portato con sé il cambiamento dei suoi componenti. I genitori si sono trasformati entrambi, ma la figura paterna vive una realtà del tutto nuova: può esprimere la sua sensibilità, la sua tenerezza, le sue emozioni nei confronti dei figli. Anche la dimensione meno autoritaria e più comprensiva ed empatica con la quale il padre vive il rapporto con i figli costituisce una novità importante. Nuova è pure l’elasticità di ruoli, intesa come intercambiabilità, fra padre e madre. Altri caratteri di novità si riscontrano nei genitori di oggi: probabilmente anche a causa della ridotta natalità e dell’allungamento dell’età media del primo parto si osserva un forte aumento di comportamenti apprensivi nei riguardi dei figli. Genitori iper-ansiosi, a fine di bene naturalmente, che talvolta superano i limiti fisiologici di controllo e protezione ed entrano di diritto nella patologia: e le attenzioni eccessive dei genitori possono pregiudicare un corretto sviluppo dei figli.

Figli “bamboccioni”.

Eccoli qua: ragazzoni che a 35 anni non intendono lasciare la casa dei genitori. Non solo e non sempre per obiettive difficoltà lavorative, ma spesso perché a casa di papà e mamma si trovano benissimo, godono di tutti gli agi e non è richiesta loro alcuna assunzione di responsabilità. I figli sono troppo legati ai genitori, ma i genitori non lo sono da meno, abdicando così a quel compito di spingere i figli fuori della famiglia, verso l’autonomia e l’indipendenza: oggi sono spesso gli stessi genitori a farsi complici o fautori di una prolungata convivenza con i figli, figli che, in questo modo non crescono mai.

I genitori del “sì”.

Per secoli i genitori hanno affrontato lo “scontro” con i figli, passaggio doloroso eppure necessario: quel conflitto era come un prolungato rito di passaggio, segnava l’abbandono di uno stato e il trasferirsi in un altro, più adulto, più maturo. Oggi in molte famiglie i rapporti verticali sono stati sostituiti da rapporti orizzontali, il padre-amico ha sostituito non solo il padre autoritario, ma anche il padre autorevole, il padre della regola. Lo scontro generazionale non ha più ragion d’essere, il conflitto si è quietato in una pace tuttavia sospetta, perché troppo “comoda”: evita stress, evita il conflitto. Ma se non c’è ostacolo, alterità, non c’è formazione.

Separazione e bi-genitorialità.

C’è un momento della vita nel quale l’essere genitore subisce un doloroso, brutale contraccolpo: il momento della separazione e dell’affidamento dei figli. La tipologia di procedimento scelta in prevalenza per la separazione è quella consensuale, ma dietro ad essa, spesso, non c’è un vero accordo.
Quanto all’affidamento dei figli, la legge non distingue più, come in passato, tra genitore affidatario e quello con “diritto di visita”, adottando la soluzione di affidamento condiviso laddove possibile. Non può esserci, infatti, automatismo nella applicazione, ed è necessaria la valutazione discrezionale del giudice con riferimento all’interesse del minore.
Quella della separazione è una fase che investe come un cataclisma la vita della coppia e, quel che è peggio, dei figli: dovrebbe indurre a recuperare le proprie risorse positive, attivare la parte migliore di sé, far emergere senso di responsabilità verso i figli, maturità, correttezza… In realtà, è facile che avvenga esattamente il contrario e che emergano delusione, rancore, dolore, frustrazione, senso di vuoto, timore del futuro, paura per il rapporto con i figli… Tutto questo scatena spesso una conflittualità esasperata che ricade sui figli. Ma nulla dovrebbe giustificare un conflitto che strumentalizza i figli e ne fa insieme partigiani e vittime. Due sono i genitori, nel bene e nel male. Due devono continuare ad essere anche nel momento della separazione. Per sottolineare questo principio, si sono elaborati il termine e il concetto di “bi-genitorialità”: padre e madre sono egualmente indispensabili al corretto sviluppo dei figli, al loro equilibrio armonioso. Fin dalla nascita si richiede la presenza di entrambi, con ruoli e funzioni complementari e talora elastici.

Alcune conclusioni.

I genitori di oggi sono sommersi da messaggi, stimolati, guidati, allettati… eppure, o forse proprio per questo, appaiono insicuri, disorientati, desiderosi di punti di riferimento, di occasioni di confronto, poiché queste molteplici informazioni sono spesso contraddittorie. Una maggiore sensibilità nei confronti dell’infanzia e una più diffusa conoscenza dei meccanismi psicologici e pedagogici, attraverso forme di divulgazione mediatica, hanno fatto sì che caratteri, compiti, ruoli e funzioni dei genitori siano di continuo sotto la lente. Con un doppio esito: rendere padre e madre più attenti, consapevoli e partecipi, ma anche ingenerare in essi il dubbio, lo sconcerto, il timore di sbagliare, la quotidiana necessità di fare delle scelte, molto spesso da soli.

- notedipastoralegiovanile.it -

 
 
 

CONSIGLIO D'EUROPA: L'EUTANASIA DEVE ESSERE SEMPRE VIETATA

Post n°6646 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

A Strasburgo importante vittoria per la difesa della vita in Europa

Il Centro Europeo per la Legge e Giustizia (ECLJ) ha salutato con favore l'approvazione da parte dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa (PACE) di una risoluzione, che respinge l’eutanasia. La risoluzione ribadisce il principio secondo cui "l'eutanasia, nel senso dell'uccisione intenzionale per azione, per omissione, o per presunto beneficio di un essere umano, deve essere sempre proibita”.

E' la prima volta, negli ultimi decenni, che l'eutanasia viene respinta in maniera così chiara da un'istituzione politica europea.

Questa risoluzione arriva un anno dopo la sentenza della Corte Europea, secondo la quale non c'è un diritto al suicidio assistito o all'eutanasia nella Convenzione europea.

“E' una nuova vittoria importante per la vita e la dignità umana”, ha affermato il direttore dell'ECLJ, Grégor Puppinck, e potrebbe avere un impatto diretto sulla formulazione del giudizio della Corte Europea in merito al divieto del suicidio assistito in Germania.

Mercoledì 25 gennaio 2012, l'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa (PACE) ha adottato la seguente risoluzione. "L'eutanasia, nel senso dell'uccisione intenzionale per azione, per omissione, o per presunto beneficio di un essere umano, deve essere sempre proibita”.

Lo scopo della risoluzione (n°1859/2012), intitolata “La protezione dei diritti umani e della dignità tenendo in considerazione le volontà espresse in precedenza dai pazienti”, è di definire i principi che devono guidare la pratica dei cosiddetti “testamenti biologici” o “trattamenti anticipati di fine vita” in Europa.

I “testamenti biologici” e i “trattamenti anticipati di fine vita” sono finalizzati a consentire al paziente di esprimere in anticipo la sua volontà riguardo ad un intervento medico o trattamenti particolari, nel caso in cui non fossero in grado di esprimerla al momento dell'intervento. Tali direttive possono essere applicate ad esempio quando c'è un dubbio sulla necessità o l'opportunità di rianimare un paziente o di continuare ad usare mezzi straordinari per mantenerlo in vita. In tali situazioni, le loro volontà espresse in precedenza dovrebbero essere prese in considerazione.

Essendo i “testamenti biologici” e  i “trattamenti anticipati di fine vita” oggetto di possibili abusi, favorevoli all'introduzione dell'eutanasia o del suicidio assistito nella legislazione, la PACE ha creato un elenco di principi che devono disciplinare questa pratica nei 47 Stati membri del Consiglio d'Europa.

La lista è basata sui principi elaborati in documenti approvati precedentemente dal Consiglio d'Europa, fra cui la Convenzione sui Diritti dell'Uomo e la Biomedicina (più conosciuta come Convenzione di Oviedo), nella quale la maggior parte degli Stati membri vengono vincolati giuridicamente. A causa delle crescenti preoccupazioni circa un eventuale introduzione dell'eutanasia, l'Assemblea ha ritenuto che fosse necessario richiamare esplicitamente il principio di base, cioè che l'uccisione intenzionale deve essere sempre proibita. La proibizione dell'eutanasia è anche una regola fondamentale della deontologia medica.

Questo spiega perché il primo principio enunciato dalla risoluzione è il netto divieto dell'eutanasia. Poi viene la lista dei principi e delle linee guida. Un altro principio positivo, introdotto dal deputato italiano Luca Volonté dice che “in caso di dubbio, la decisione deve essere sempre a favore della vita e a favore del prolungamento della vita” (§ 7.8.).

Per il dottor Grégor Puppinck, direttore dell'ECLJ, “questa risoluzione è una chiara indicazione che una maggioranza crescente di europei si oppone all'eutanasia. I numerosi abusi che si verificano nei Paesi che consentono l'eutanasia sono allarmanti e costituiscono violazioni dei veri diritti umani. E' significativo che l'eutanasia debba essere sempre proibita. Il piccolo numero di Stati europei che autorizzano l'eutanasia dovrebbero rivedere la loro legislazione secondo i principi stabiliti dalla PACE”.

Anche se la risoluzione non è legalmente vincolante per gli Stati membri, essa è destinata ad esercitare una reale influenza sul processo legislativo e giudiziario, in particolare sulla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.

Per quanto riguardo il processo legislativo, l'Assemblea “raccomanda che il Comitato dei Ministri [i 47 ambasciatori nazionali a Strasburgo] ponga la risoluzione all'attenzione degli Stati membri, con la richiesta di attuazione”.

Per quanto riguarda il processo giudiziario, tale risoluzione avrà un impatto sulle valutazioni della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, in particolare sulla discussione in merito al caso Koch versus Germania. Nel caso in questione, la Corte è chiamata a decidere se il divieto di “suicidio assistito” in Germania rispetta sì o no la Convenzione. Il caso riguarda la richiesta avanzata da un cittadino tedesco, Ulrich Koch, il quale si oppone al rifiuto delle autorità tedesche di concedere alla sua “fu moglie” l’autorizzazione ad acquisire una dose letale per poter commettere suicidio. La risoluzione della PACE potrebbe avere un impatto importante sul caso.

Solo un anno fa, il 20 gennaio 2011, la Corte europea ha emesso un'altra sentenza (Haas versus Svizzera) sul suicidio assistito. Pur ammettendo una sorta di diritto al suicidio, la Corte ha negato l'esistenza di un diritto al suicidio assistito derivante dalla Convenzione Europea e garantito dallo Stato. Ma contrariamente a ciò che ha fatto adesso la PACE, la Corte non aveva stabilito ancora che il suicidio assistito o l'eutanasia è di per sé una violazione del diritto alla vita garantito dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.

Come ha sottolineato Luca Volonté, presidente del Gruppo PPE del PACE, “l'anno scorso abbiamo ottenuto una grande vittoria con l'affermazione del diritto dei medici all'obiezione di coscienza; oggi abbiamo combattuto una giusta battaglia e abbiamo vinto, grazie a Dio, contro una vera e propria tirannia ideologica della cultura della morte (...); oggi l'eutanasia è completamente messa al bando dalla PACE”.
- Zenit -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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