Creato da robertocass il 22/03/2011
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Messaggi di Ottobre 2018

 

Cosa abbiamo lasciato sulla Luna

Post n°154 pubblicato il 31 Ottobre 2018 da robertocass
 
Foto di robertocass

 

 

 

 

Nel 1969 Neil Armstrong fu il primo essere umano a mettere piede sulla Luna.

Prima di allora, sul nostro unico satellite naturale erano allunate solamente sonde di vario tipo, a cominciare da Luna 2, inviata dall’Unione Sovietica ben dieci anni prima della missione spaziale dell’Apollo 11.

Quella sonda sovietica è ancora sulla Luna: fa compagnia a molti altri relitti, lasciati dalle sei missioni del programma Apollo che portarono nel complesso 12 uomini sulla Luna, senza contare i resti delle innumerevoli sonde fatte precipitare dopo le loro ricognizioni orbitali e alcuni robot automatici.

Secondo le stime più accreditate, sulla superficie della Luna ci sono oggetti e detriti prodotti dall’umanità per una massa complessiva di 181,4 tonnellate.

I resti comprendono una settantina di veicoli spaziali, centinaia di piccoli oggetti e migliaia di frammenti e detriti.

I primi due uomini a camminare sulla superficie lunare, Neil Armstrong e Buzz Aldrin, lasciarono circa 100 oggetti diversi nel Mare della Tranquillità, il punto in cui allunarono con il modulo lunare dell’Apollo 11.

Un censimento completo degli oggetti rimasti sulla Luna è complicato da fare, ma grazie agli archivi della NASA e delle altre agenzie spaziali possiamo farci un’idea della grande varietà di oggetti che ci siamo lasciati alle spalle.

Alcuni anni fa, Megan Garber dell’Atlantic pubblicò un elenco parziale, ma che rende comunque bene l’idea, degli oggetti rimasti sul suolo lunare.

In molti casi non si tratta di rifiuti, ma di oggetti lasciati volutamente sulla Luna per segnare lo storico passaggio degli esseri umani su un corpo celeste diverso da quello che li ha da sempre ospitati.

In altri casi ancora, furono lasciati strumenti per effettuare rilevazioni e comprendere meglio le caratteristiche e le origini della Luna.

L’elenco è comunque interessante, sulla Luna ci sono:

•Oltre 70 veicoli spaziali tra moduli lunari, sonde e rover utilizzati per muoversi più velocemente sulla superficie della Luna.

•5 bandiere statunitensi su sei portate sulla Luna da altrettante missioni Apollo.

•2 palline da golf.

•12 paia di stivali.

•Un numero non quantificato di telecamere.

•Pellicole per cineprese.

•96 sacche contenenti urine, feci e vomito.

•Diverse macchine fotografiche con relativi accessori.

•Strumenti da lavoro come martelli, pale, pinze e rastrelli.

•Zaini.

•Coperte termiche.

•Strofinacci e fazzoletti originariamente inumiditi.

•Kit per igiene personale.

•Contenitori di cibo per viaggi spaziali.

•Una fotografia della famiglia dell’astronauta Charle Duke (Apollo 16).

•Una piuma di Baggin, il falco mascotte dall’Accademia dell’aviazione militare statunitense, usata per l’esperimento di caduta di un martello e di una piuma durante la missione Apollo 15.

•Una piccola scultura di alluminio in ricordo degli astronauti e dei cosmonauti morti durante i primi anni dell’era spaziale, lasciata sulla Luna dall’Apollo 15.

•Uno stemma della missione Apollo 1, che finì prematuramente a causa di un incidente che uccise tre astronauti.

•Un disco di silicio con messaggi di pace da 73 capi di stato lasciato sulla Luna dall’Apollo 11 (per l’Italia il messaggio fu scritto dall’allora presidente Giuseppe Saragat).

•Una spilla d’argento lasciata da Alan Bean durante la missione Apollo 12.

•Una medaglia in onore e in ricordo dei cosmonauti sovietici Vladimir Komarov e Yuri Gagarin, che fu il primo uomo nello Spazio.

•Un rametto d’ulivo in oro lasciato dagli astronauti dell’Apollo 11 in segno di pace.

 

Insomma 180 tonnellate di rifiuti o comunque oggetti che rimarranno sulla Luna sempre intatti e per sempre, non male e solo in 49 anni.

 

 
 
 

Ai confini del sistema solare

Post n°153 pubblicato il 12 Ottobre 2018 da robertocass
 
Foto di robertocass

 

 

 

 

Dopo un viaggio durato 41 anni ed ad una velocità di 15.000 km/s (sì avete letto bene 15000 km al secondo) anche la sonda Voyager 2, come già la sua gemella Voyager 1 nel 2013, sta per varcare i confini del Sistema Solare e si prepara a entrare nello spazio interstellare.

Adesso si trova a 17,7 miliardi di chilometri dalla Terra, una distanza 118 volte superiore a quella che separa il nostro pianeta dal Sole.

Lo rende noto la Nasa, che ha rilevato nei dati inviati dalla sonda un aumento dei livelli di raggi cosmici provenienti dall’esterno del Sistema Solare.

Il confine del nostro sistema planetario è segnato dal vento solare, un flusso di particelle cariche che sulla Terra disegnano spettacolari aurore polari e nello spazio plasmano un’invisibile bolla che ci separa dal resto dell’Universo.

Il vento solare è un flusso di radiazioni elettromagnetiche formato da particelle atomiche di protoni ed elettroni, che sfugge dalla corona solare e si irradia nello spazio in tutte in tutte le direzioni.

Quando arriva sulla Terra viaggia a una velocità media di 400 km al secondo.

Tale velocità aumenta fino a 900 km al secondo durante le tempeste solari che interferiscono con il campo magnetico terrestre e talvolta causano dei danni alle apparecchiature elettromagnetiche, in particolar modo dei satelliti artificiali in orbita intorno al nostro pianeta.

Il confine del sistema solare è proprio quella fascia dove il vento solare non riesce a penetrare nel vento interstellare ed è un confine fluttuante che si muove avanti e indietro come le onde del mare, a causa dell’attività ciclica del Sole con un minimo e un massimo ogni 11 anni circa.

Secondo gli scienziati della Nasa, Voyager 2 si trova proprio in corrispondenza di questa fascia e in base alle attuali teorie, al confine del nostro sistema planetario il vento solare rallenta fino ad arrestarsi, controbilanciato dalle radiazione emessa dalle altre stelle della galassia generando come un’onda d’urto.

Lanciate nel 1977, le sonde Voyager in 40 anni hanno visitato i 4 pianeti più esterni: Giove, Saturno, Urano e Nettuno e molte delle loro lune ed hanno dato una svolta notevole agli studi della moderna astronomia.

La sonda Voyager 2 si trova adesso proprio tra questi flutti, come dimostra l’eccesso di raggi cosmici captato dai suoi sistemi di bordo, ancora in funzione nonostante siano basati su un’elettronica vecchia di 40 anni.

Segnali analoghi a quelli registrati dalla gemella Voyager 1, quando nel 2013 si tuffò nello spazio interstellare.

Importante ricordare che a bordo delle due sonde si trova il "Voyager Golden Record", un disco in oro contenente suoni e immagini selezionate al fine di portare nello spazio le informazioni sulle diverse varietà di vita e cultura della Terra.

La sonda Voyager impiegherà 40.000 anni per arrivare nelle vicinanze di un'altra stella e i ricercatori sono consapevoli che le probabilità che il disco venga trovato sono estremamente remote, in rapporto alla vastità dello spazio interstellare.

Un suo possibile ritrovamento ad opera di una forma di vita aliena potrà avvenire soltanto in un futuro molto lontano.

Il suo lancio infatti venne visto come qualcosa di simbolico che non un tentativo reale di comunicare con forme di vita extraterrestri.

Ma grazie a questo enorme sforzo scientifico siamo arrivati a delle conoscenze che nessuno avrebbe mai potuto immaginare.

 

 
 
 

Alda Merini

Post n°152 pubblicato il 03 Ottobre 2018 da robertocass
 
Foto di robertocass

 

 

 

Alda Merini (1931-2009)

una donna dalla vita difficile e sofferta, internata più volte in ospedale psichiatrico per un forte disturbo bipolare.

Rivalutata solo in questi ultimi anni ed oggi considerata uno dei massimi scrittori italiani del novecento.

 

La sua poesia più famosa:

“Ho bisogno di sentimenti”

 

Io non ho bisogno di denaro.

Ho bisogno di sentimenti,

di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri,

di rose dette presenze,

di sogni che abitino gli alberi,

di canzoni che facciano danzare le statue,

di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti.

Ho bisogno di poesia,

questa magia che brucia la pesantezza delle parole,

che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

La mia poesia è alacre come il fuoco

trascorre tra le mie dita come un rosario

Non prego perché sono un poeta della sventura

che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,

sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,

sono il poeta che canta e non trova parole

sono la paglia arida sopra cui batte il suono,

sono la ninnanànna che fa piangere i figli,

sono la vanagloria che si lascia cadere,

il manto di metallo di una lunga preghiera

del passato cordoglio che non vede la luce.

 

I suoi aforismi e frasi più famose:

 

"A volte l’anima muore e muore di fronte a un dolore, a una mancanza d’amore e soprattutto quando viene sospettata d’inganno.”

 

“C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età.                                     

Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare.”

 

“Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del piacere, per cibarsi dei sogni.”

 

“Quelle come me guardano avanti, anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.”

 

“La cosa più superba è la notte quando cadono gli ultimi spaventi e l’anima si getta all’avventura.”

 

“Dio mio, spiegami amore come si fa ad amare la carne senza baciarne l’anima.”

 

“La pistola che ho puntato alla tempia si chiama Poesia.”

 

“Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie.I matti son simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo.

I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita.”

 

“Non mettermi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo, a chi non sa dire grazie, a chi non sa accorgersi più di un tramonto.

Chiudo gli occhi, mi scosto un passo.Sono altro. Sono altrove.”

 

“Io sono con te in ogni maledetto istante che ci vuole dividere e non ci riesce."

 

"Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra.

Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita."

 

 
 
 
 
 

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