Creato da g.difilippo_1964 il 29/03/2010
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LA STORIA SI RIPETE

Post n°4 pubblicato il 03 Marzo 2015 da g.difilippo_1964
 
Foto di g.difilippo_1964

 

Ci risiamo!
Ancora una volta, come mi era stato detto tempo fa (quando ero ancora un giovane studente) da un mio professore, la storia si ripete!
In questi ultimi mesi, travagliati e pieni di tensione, mi sembra di star rivivendo diverse epoche storiche ed esattamente:

1 il lungo periodo delle crociate;
2 il periodo buio della storia Cristiana, quello della Santa Inquisizione;
3 il periodo del Nazismo e dell'antisemitismo;
4 il periodo della guerra fredda tra U.S.A. e la vecchia U.R.S.S.

È terrificante pensare che, a causa dell'imbecillità umana, questi momenti neri della storia si stiano ripetendo; eppure è quello che sta accadendo oggi.
Non ha nessuna importanza sapere chi o quando, la cosa che più conta è che l'uomo non dialoga più con i suoi simili, non esiste più nessun rispetto per le ideologie degli altri. Le civiltà, anziché confrontarsi tra di loro, preferiscono imporre le proprie idee con l'uso della forza; e questa è una regressione alquanto evidente.
Le numerose notizie che si apprendono dai telegiornali, dai giornali radio, dai quotidiani e dal tam tam incessante dei social network sembrano quasi voler confermare quest'ipotesi: l'essere umano, anziché evolversi sta facendo enormi passi indietro.

L'odio continua ad avanzare imperterrito, portando uomini di diverse etnie, credi religiosi e culturali, a combattere. La barbaria sembra essere tornata e, questa volta, molto più pesantemente rispetto alle epoche storiche passate. Più pesantemente, non tanto perché le azioni che si compiono sono più atroci, rispetto a quelle compiute nel passato, ma piuttosto per l'uso che di esse se ne fa. Ho ancora davanti gli occhi le atroci immagini: delle decapitazioni, trasmesse via web dagli estremisti dell'ISIS; di quel povero pilota Giordano, arso vivo all'interno di una gabbia; di numerosi cittadini Nigeriani trucidati, barbaramente, colpevoli solo di professare una religione diversa da quella dei loro aguzzini; di migliaia e migliaia di uomini, donne e bambini, che fuggono terrorizzati dai loro paesi, cercando un luogo più sicuro e, molto spesso, trovando la morte mentre attraversano il deserto o mentre, all'interno di bache inadatte e strapiene, affrontano le intemperie del mare aperto. Rabbrividisco al pensiero che, queste immagini vengano trasmesse allo scopo di effettuare un'ignobile propaganda di reclutamento, ma rabbrividisco ancor di più al pensiero che qualcuno le utilizzi anche allo scopo di ricavare degli utili.
Del resto, nel mondo distorto e senza cuore in cui viviamo, quel mondo che ha perso ogni ideale, che ha imperniato nel capitalismo ogni fondamento delle nostre società, quel mondo nel quale è più facile gettare il cibo in esubero piuttosto che darlo a chi ne ha bisogno, quel mondo nel quale è più facile diffondere una brutta notizia piuttosto che una buona, questo tipo d'immagini fa odiens; e questo conta di più rispetto all'oscenità che un filmato del genere rappresenta. Non c'è più rispetto della vita umana, ne da parte di coloro che compiono queste barbare azioni, ne da parte di coloro che, di queste barbare azioni, ne fanno fonte di guadagno.

Mi dispiace dirlo ma, continuando così, non vedo alcuna via di salvezza per il genere umano.
È impossibile e, soprattutto, impensabile che l'uomo non sappia imparare dai propri errori ed è altrettanto impensabile che non sappia, dopo tanti casi simili verificatisi durante i secoli, riconoscere i campanelli d'allarme che minano la pace, la libertà e la democrazia mondiale.

Basta pensare:

1) a ciò che è accaduto a Mosul il 16 gennaio 2015, dove le milizie Jihadiste hanno dato alle fiamme migliaia di libri, dopo l'assalto alla biblioteca centrale. Le immagini di quei volumi che venivano bruciati, hanno sicuramente riportato alla mente il 10 maggio 1933 quando in pieno regime nazista, nell'Opernplatz berlinese avvenne il più grande rogo, nel qual vennero bruciati i libri considerati dai nazisti "contrari allo spirito tedesco".
2) Alle incessanti persecuzioni operate dai miliziani nei confronti di: minoranze religiose, tra cui quella Cristiana; tutti coloro che vengono reputati diversi, per il modo di pensare o per le loro tendenze sessuali; riportano alla memoria le leggi razziali imposte durante il periodo nazista.
3) Alle continue barbare esecuzioni: uomini, donne e bambini arsi vivi, come il pilota Giordano; sgozzati e successivamente decapitati come se fossero delle bestie; ci riportano alla mente sia gli anni neri della Santa Inquisizione, quando la Chiesa puniva con la morte sul rogo tutti coloro che si macchiavano di gravi reati; come la Stregoneria e l'eresia. E anche gli anni della dominazione nazista, quando ebrei, gay e chiunque andasse contro l'ideologia nazista veniva sterminato, nei forni crematori, nelle camere a gas (quando andava loro bene) o consegnati nelle mani di scienziati pazzi che effettuavano sperimenti, rinnegando la loro dignità umana e declassandoli al livello di animali.
4) E in fine, ma non per ultimo, l'Imam che durante una lezione ha spiegato ai suoi studenti che la Terra "è ferma e non si muove", contrariamente a quanto ha affermato Galileo Galilei. Per spiegare la sua teoria, l'imam ha quindi preso un bicchiere di acqua e ha detto: "Prima di tutto, dove siamo ora? Andiamo all'aeroporto di Sharjah per raggiungere la Cina in aereo". Il religioso ha poi chiesto ai suoi studenti di concentrarsi: "Questa è la Terra. Se dite che ruota, se noi lasciamo l'aeroporto di Sharjah su un volo internazionale per la Cina, la Terra ruota giusto? Quindi se l'aereo si trova in aria, la Cina non verrà verso di esso? Se, invece, la Terra ruota nell'altra direzione, l'aereo non raggiungerà la Cina. Perché anche la Cina sta ruotando come ruota l'aereo."

per ribadire, come dicevamo all'inizio, che "La storia si ripete" e che "l'umanità sta passando un grave periodo di involuzione" rischiando, in questo modo, di andare incontro all'estinzione della specie.".

Un caloroso abbraccio
Giuseppe Di Filippo

 

 
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Un modo d'affrontare la crisi

Post n°3 pubblicato il 12 Maggio 2014 da g.difilippo_1964

 

Salve a tutti amici che seguite il mio blog.

 

Sono stato lontano per un po' di tempo, cause tecniche che non sto qui a spiegarvi, mi prolungherei troppo e non ho alcuna intenzione di annoiarvi con paroloni tecnici che, restando in confidenza, non ho capito nemmeno io.

Oggi voglio raccontarvi una storia.

Tranquilli, non si tratta di una storiella come quelle che si raccontano ai bambini. Non c'è nessun “C'era una volta” o “Vissero felici e contenti”.

La storia che ho intenzione di raccontarvi è una storia vera. La storia di una famiglia come tante e che, purtroppo, come tante in questo periodo accusa i sintomi di una crisi assurda voluta da uomini di potere, senza alcuno scrupolo di coscienza, e che sta riducendo la popolazione mondiale alla fame.

La storia di una famiglia che, nonostante le difficoltà, le apprensioni, la povertà, cerca in tutti i modi di mantenere una propria dignità, senza dover pesare troppo su una civiltà che, ormai, ha raggiunto il fondo del baratro.

Una famiglia che, ripeto, a causa della crisi, della mancanza di un lavoro sicuro, dell'incertezza del domani ha perso tutto, ma che, nonostante tutto, continua a lottare a testa alta, con le proprie forze, forte della certezza di poter rimanere unita.

Prima che tutto avesse inizio, alla fine del 2008, questa famiglia la si poteva considerare benestante. Certo non era straricca, ma riusciva ad andare avanti con il lavoro del solo capo famiglia. La moglie era stata lasciata a casa dopo la fine della maternità, lavorava presso una cooperativa e, altra magagna della società in cui viviamo, avendo una bambina piccola i capi della cooperativa pensarono bene di lasciarla definitivamente a casa onde evitare assenze da lavoro, del tutto ingiustificata come pensata, a causa dell'allattamente o di altre questioni legate alla bimba. Nonostante tutto, i 2.500 euro che il capo famiglia, che per questioni di anonimato chiameremo Luca, erano più che sufficienti per continuare un'esistenza dignitosa. Nel 2008, i primi spiragli della crisi si fecero sentire. I generi alimentari iniziarono ad avere un netto rialzo e, cosa più grave, le cooperative (Luca era anch'egli un lavoratore precario, pur essendo da sette anni stabile in un'impresa) iniziarono a ritardare i pagamenti. Prima di alcuni giorni, poi dai giorni si passò alle settimane ed infine mesi, fino a quando a Maggio del 2009, accumulati 6 mesi di stipendi non pagati, Luca ed i suoi colleghi decisero di scioperare d'innanzi all'azienda nella quale prestavano servizio.

Da questo sciopero si venne a scoprire che, la colpa dei ritardi nei pagamenti non era dovuta, come si pensava, alla mala organizzazione delle cooperative, ma piuttosto alla mala gestione dell'impresa che dava lavoro e al suo titolare, il quale si era indebbitato, non si sa come visto che il lavoro c'era e le commesse erano numerose, di 20.000.000. di eruo.

La manifestazione di protesta continuò per mesi e grazie ad essa venne a galla anche che, l'imprenditore del quale, per motivi dei privasy non faccio il nome, aveva l'intenzione di liquidare l'azienda e scappare all'estero senza pagare gli operai. I dipendenti delle coopertive, i più scoperti e meno tutelati, continuarono a protestare bloccando i cancelli anche delle aziende subappaltatrici che davano lavoro all'impresa, ottenendo solo cariche da parte delle forze dell'ordine e promesse vane di pagamenti mai ottenuti.

Alla fine l'azienda venne messa in stato di fallimento ma, ancora oggi, non si parla di ottenere alcun rimborso, pur essendo riusciti ad entrare come privilegiati nella procedura fallimentare.

Senza lavoro e senza le entrate spettanti, la famiglia andò avanti con quel che era riuscita a mettere da parte fino a quel momento. Luca trovò lavori saltuari di tre mesi, poi solo lavoretti da promoter che comportavano spese superiori alle entrate ottenute. La moglie, che chiameremo Sharon, riuscì, caparbiamente, a trovare dei lavori di pulizia appartamenti, arrotondando quello che Luca riusciva a portare a casa dopo un'intenzo mese di lavoro duro, girando porta a porta per riuscire a racimulare qualche contratto.

I soldi però non bastavano.

Tra affitto, spese condominiali, luce, gas ed acqua rimanevano si è no pochi spiccioli per poter andare avanti.

Luca perse anche quel lavoro da promoter (la ditta per la quale lavorava venne messa sotto sequestro amministrativo) e alcuni clienti di Sharon iniziarono a sentire la crisi e furono costretti a rinunciare alla sua collaborazione domestica domestica, pur di tirare avanti.

Ma la famiglia non si arrese.

Sharon iniziò a mettere annunci sul web e riuscì a reintegrare altri clienti, accettando anche compensi bassi 5 € all'ora. Luca riuscì a trovare un lavoro come guardiano notturno e sembrava che tutto si stesse mettendo a posto quando, dopo solo 20 giorni, la ditta presso la quale prestava servizio perse tutti gli appalti e Luca si ritrovò nuovamente a spasso.

Con il solo lavoro di Sharon non si riusciva a pagare l'affitto e bisognò prendere una decisione drastica: o pagare l'affitto e rinunciare a mangiare, o acquistare ciò che necessitava per la sopravvivenza e non pagare più affitto e bollette.

Optarono per la sopravvivenza, fino al giorno in cui arrivò lo sfratto esecutivo.

Adesso la famiglia continua a lottare contro la crisi, con i denti e le unghia, va avanti con i lavori di Sharon.

Luca, continua a cercare lavoro e nel mentre fa da autista a Sharon per accompagnarla dai vari clienti.

Per mangiare vanno avanti a panini, concedendosi di tanto in tanto, quando ne hanno la possibilità di qualche pizza o di qualche porzione di pasta riscaldata al microonde all'interno del centro commerciale dove passano gran parte della loro giornata.

Alla sera si ritirano in macchina e abbassati i sedili dormono tranquillamente, attendendo il giorno successivo per continuare la loro estrema lotta, convinti che un giorno, forse quello successivo, le cose possano ritornare come prima e si possano rialzare da quella situazione assurda nella quale sono stati, non per loro colpa, catapultati.

 

Conosco personalmente questa famiglia e vi posso assicurare che sono rimasto molto colpito dalla loro determinazione e dalla forza interiore che scaturisce dal loro animo. Una forza che, nonostante tutte le difficoltà, non ha fatto mai perdere il sorriso e l'allegria.

Vivono la loro condizione come se fosse tutto normale. Anzi ritengono la normalità anormale.

Si sentono finalmente liberi.

Liberi da tutti quei condizionamenti che la società nella quale viviamo ha imposto come essenziali per una dignitosa esistenza.

Non sentono la mancanza della televisione, anzi preferiscono fare una passeggiata o sedere in una panchina a leggere un buon libro.

Per lavarsi si recano a casa della mamma di lei per fare una doccia e cambiarsi d'abito. Amano camminare immersi nella natura, sdraiarsi nell'erba e godersi la vita così come è.

Hanno riscoperto la bellezza di stare insieme, di dialogare, di essere un tutt'uno con la natura circostante.

L'unica cosa che, forse, rimpiangono è un buon letto anche se, da quanto dicono, ormai i sedili dell'auto sono diventati comodi.

 

Questa la storia che ho voluto proporvi quest'oggi.

 

 

Accetto un commento sulla situazione e vi attendo numerosi.

 

Un Saluto

 

Giuseppe Di Filippo

 
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Raccolta di Poesie

Foto di g.difilippo_1964

E’ un raccolta di poesie, scritte dall’autore tra il 1978 e il 1994. Durante gli anni cupi della sua vita. E questo particolare stato d’animo che scaturisce in lui un grandissimo filone poetico, che s’interromperà bruscamente nel 1995, quando incontra la sua ex moglie. Egli è legato, particolarmente, ad alcune di queste poesie: Quella dedicata alla sua prima figlia, che non ha mai conosciuto, quella scritta dopo la morte di un suo amico per “tumore alle ossa” e quella intitolata ” lettera ad un’amica “. Una poesia dedicata ad una ragazza, conosciuta ancor bambina e che, dopo una violenza subita dal suo fidanzato, aveva tentato il suicidio ingoiando dell’acido muriatico. La ragazza morirà dopo diciotto mesi di coma profondo. Questa morte lo turberà paticolarmente, al punto che Egli si reputa responsabile per non aver capito prima quello che le stava succedendo e di non essere intervenuto prima.
E’ una raccolta che raccomando tantissimo a tutti coloro che amano la poesia.

 
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La Statuina di Ceramica

Foto di g.difilippo_1964

" La statuina di ceramica " nasce come idea nel 1998. Accantonata in un cassetto, per motivi personali e di tempo, viene ripresa prima nel 2002 e successivamente nel 2004. Nel 2002, l'autore si trasferisce da Palermo, città sua natale, a Verona che considera la sua città adottiva. Separato, proprio nel 2002 conosce la sua attuale compagna di vita. E' lei che lo sprona a ripescare dal cassetto, quei sogni che aveva accantonato da tempo. Con molti sacrifici, lavora sul suo primo libro durante la notte, riesce nel 2009 ad ultimarlo. E' sempre la sua compagna a spronarlo affinché egli pubblichi l'opera. Nel 2010, finalmente questa viene pubblicata.

TRAMA

Mauro Rosati è un brillante e abile questore di polizia, che dopo avverse situazioni si ritrova coinvolto insieme alla propria famiglia in un qualcosa di sovrannaturale che lo porterà a cambiare totalmente la propria esistenza aprendo il proprio intelletto a cose che la mente umana non riuscirebbe mai a concepire razionalmente. Il tutto gira attorno a una misteriosa statuina di ceramica posta sul comò della camera da letto e che i Rosati non spostano da tempo e non fanno spostare nemmeno al loro aiutante Raxander, il quale mosso da curiosità ottiene dai propri datori di lavoro che gli sia rivelata la misteriosa storia di quella statuina. E` una storia che, attraverso i numerevoli avvenimenti di carattere drammatico, allegro e fantascientifico che si andranno a sviluppare vi appassionerà istante per istante e vi lascerà a bocca aperta e col fiato sospeso fino alla fine.

 
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