Creato da allessory il 27/10/2004

Virgo's Girl @ sea

...ma guarda intorno a te,che doni ti hanno fatto, ti hanno inventato il mare...

 

 

Weekend con "Buon" Gusto 3

Post n°253 pubblicato il 09 Agosto 2010 da allessory

Lasciato l'hotel "Le Casacce", ci siamo diretti verso il mare e, come tappa intermedia, avevamo Scansano, dove dovevamo acquistare del vino.
La strada per diriggerci verso la costa dell'Argentario era impervia, piena di curve ma, totalmente immersa nella natura. E' stata una traversata non indifferente, c'era caldo, c'erano le mosche e c'erano tante curve.

Arrivati a Scansano abbiamo acquistato del vino, un paio di bottiglie di vino riserva, tenuto nelle rare botti di castagno, a quanto diceva la commessa, ed un vino molto buono, chiamato "Provveditore".
Scansano, però, non era nulla di che, una barista ci ha spiegato, però, che durante un particolare periodo dell'anno, si tiene una grande festa, però credo, sia l'unica parentesi di questo paesello abitato da persone, a prima vista, poco raccomandabili.

Proseguendo per la strada impervia nell'entroterra etrusco, siamo, finalmente, arrivati sull'Aurelia e, finalmente, sulla costa dell'Argentario.

La nostra meta era Ansedonia che, secondo quanto prometteva Enrico, era alla stessa altezza della Costiera Amalfitana, dove aveva ottenuto la cittadinanza onoraria (ad Amalfi) essendo molto amico del proprietario del lussuoso Hotel dei Cappuccini.

La spiaggia era carina, il bagno era piacevole ed abbiamo vinto un gelatino ed una piacevole multa che è stata la ciliegina sulla torta della nostra vacanza.

Per consolarci, ci siamo di nuovo fermati ad una piccola spiaggetta sul litorale laziale, ero troppo dispiaciuta che la mia vacanza finisse così, ma poi mi sono ripresa, bisognava ritornare alle prese con il mondo reale e stressante della vita romana!

 
 
 

Weekend con "Buon" Gusto 2

Post n°252 pubblicato il 09 Agosto 2010 da allessory

Il giorno dopo, il 28 giugno, ci diriggemmo verso alcuni dei luoghi considerati più belli e caratteristici. Andammo a Pienza che è un gioiellino ed è famosa per i salumi ed i formaggi. Ci facemmo un giro per il paese, qualche foto, un bel paio di panini in una salumeria tipica, qualche visita alle chiesette ed, infine, acquistammo anche mezza caciotta e le salcicciette di cinghiale che piaccono tanto a Miki.

Dopo Pienza, ci diriggemo a Montepulciano, dove si vende il vino omonimo ed, anche qui, il solito giro per il paesello, sotto il sole che picchiava, era inutile soffermarci molto. Però era piacevole, il paesello non ha nulla di caratteristico tranne le cantine del 1400, tutte scavate nei sotterranei e fresche perchè tutte di pietra. Ci facemmo il solito giro per i negozi ed il giro delle cantine, sorseggiando qua e la vinelli e facendo le opportune degustazioni. Ma noi siamo degustatori paganti e, ovviamente, facemmo la nostra bella scorta di vino.

Un ricordo bellissimo me l'ha lasciato Bagno Vignoli, l'ultima tappa del secondo giorno: siamo andati in questo luogo termale ed abbiamo fatto il bagno nelle piscine pubbliche (quelle private erano già chiuse). L'acqua sembrava latte, per via del fango termale bianchissimo e non ci vedevamo la parte del corpo immersa. Non era possibile fare grandi nuotate, però il bagno è stato gratificante, con tanto di doccia sotto la cascata naturale che si gettava da 20 mt di altezza.

La sera la trascorremmo al ristorante di Enrico, Enrico ormai era diventato il nostro cuoco di eccezione. Ricordo che quel giorno come antipasto ci fece fettine di manzo che erano una metà via tra la bresaola ed il carpaccio, condito con una fine insalatina di legumi, era una delizia al palato. Il primo è stata una pasta con la salsa, condita con due tipi di caciotta, una tenuta in frigo e l'altra tenuta in grotta. La pasta era talmente buona che perfino Miki, che non ama la pasta con la salsa, l'ha mangiata! Il secondo è stato un piatto non plus ultra (ancora mi lecco i baffi): guanciotta di vitello in umido, una delizia. Cotto per 4 ore e speziato, era di una tenerezza tale che pareva burro. La guanciotta di vitello, ci diceva Enrico, era difficile da trovare in giro e lui la riceveva dopo mesi che l'aveva ordinata.

La cena terminò alle 23 ma restammo a chiacchierare con Enrico fino alle 1 del mattino, delle sue esperienze come insegnante cuoco in Giappone e del suo rapporto con il Giappone, dove, per ottenere il consenso della comunità, bisogna dimostrare l'apprezzamento della loro cultura. Ci ha dato delle ottime ragioni per non mangiare il sushi, che io tanto adoro, perchè cucinato in condizioni poco igieniche e ci ha spiegato che l'unica cosa che ha potuto imparare dalla cucina Giapponese è stato il segreto della frittura che si differenzia a seconda della temperatura del cibo che viene fritto.
E' stata una chiacchierata interessante, peccato che, Enrico, il giorno dopo, già non si ricordava più di noi ma fummo davvero contenti del trattamento economico ottenuto: 28 euro a testa per la cena (ben pagati) e due bottiglie di vino che produceva lui a 10 euro l'uno.

 
 
 

Weekend con "buon" gusto!

Post n°251 pubblicato il 09 Agosto 2010 da allessory

Racconto solo ora (per motivi di tempo) dello splendido WE di Giugno che, io ed il mio amore, abbiamo trascorso su e giù per la toscana, durato 3 giorni e due notti (Dal 27 al 29 Giugno 2010).
Sono stati giorni stupendi, incantati, romantici, freschi in giro per le dolci colline senesi, immersi nella natura, passando per boschi e valli ma, anche caldi, come le acque termali di Bagno Vignoli.

La prima tappa del nostro viaggio è stata Siena. Non conoscevamo tanto la storia di Siena, siamo, ovviamente, andati a visitare il Duomo di S. Caterina che ha uno stile un pò barocco ed un pò arabeggiante, in contrasto con lo stile medievale dei borghi circostanti. Le viuzze della città erano addobbate con i drappi ed i lampadari tipici delle contrade, diversi da contrada a contrada. Il 2 luglio si sarebbe svolto il primo dei due Palio, il secondo è quello dell'Assunta il 15 agosto.

Ci siamo anche persi a Siena, perchè siamo voluti anche andare alla Fortezza Medicea che è al centro delle mura che recintano la città. La fortezza è oggi un parco ed ospita anche un auditorium all'aperto dove è possibile vedere dei film durante l'estate.

Siena è bella perchè ad ogni angolo ci sono negozi che vendono cose tipiche, i dolci, il panforte, la pasta, salumi, caciotte e tanto vino. Ma io non potevo fermarmi più di 30 secondi ad ogni negozio perchè Michele mi portava via, diceva che, se mi avesse dato spago, mi sarei comprata il negozio per intero. Ed, infatti, a Siena non abbiamo comprato nulla!

Il nostro giro a Siena è durato circa 4 ore ma, considerando che ci siamo persi e non ritrovavamo più la macchina, siamo ripartiti da Siena alle 6 di sera, sperando di raggiungere l'agriturismo nell'ora e mezza, tanto promessa da Google Maps.

Purtroppo, però, il navigatore sul Nokia di Michele ha incominciato ad impazzire, praticamente ci faceva fare una strada e poi ci faceva tornare indietro e così, nel giro di mezz'ora/un'ora ci siamo ritrovati punto e daccapo. Allora, non mi sono persa d'animo e, grazie ai vari deplian che avevo raccolto qua e là nei negozi, ho ipotizzato che, percorrendo la Cassia verso Roma, avremmo potuto avvicinarci di molto alla meta. Tra una discussione e l'altra con Michele, che insisteva nel risvegliare il Nokia dalla trance ed io che insistevo nel voler guidare, in modo tale da orizzontarmi meglio, ho vinto io. Questo perchè Michele non è riuscito ad ottenere dal Nokia ciò che voleva ed io, grazie al mio istinto e sesto senso femminile ed intuito ed orientamento, sono riuscita subito a trovare la Cassia ed ad imboccarla in direzione Roma.

E se è vero che il viaggio, in una vacanza, ha la sua importanza, noi in macchina abbiamo veramente viaggiato tanto. La Cassia è una delle arterie che, da Roma, raggiungono un determinato posto in Italia, in questo caso, se non erro, arriva a Firenze. Come si suol dire: tutte le strade portano a Roma.

Ma, a differenza di altre strade, come l'Aurelia, per esempio, è più "alla buona", nel senso che non è troppo larga, che è a due corsie e che permette di immergersi completamente nel paesaggio toscano, passando di paese in paese: Monteroli D'Alba, Buonconvento, San Quirico D'Orcia fino ad arrivare a Castiglione D'orcia, dove il navigatore si è svegliato e ci ha indicato la strada giusta, anche se, a quel punto, non ci si fidava più e così, vedendo un anziano passante che portava a spasso il cane, abbiamo deciso di chiedegli delle indicazioni che, il mitico, ci ha dato in maniera impeccabile, grato per avergli dato l'opportunità di sentirsi utile quella giornata.

Penso che le cose inaspettate e che devi gestire al momento siano i momenti della vita che ti rimangono più impressi perchè ci investi più emotività e, nello stesso tempo, combatti per mantenere la mente lucida e trovare la giusta soluzione. La scelta di prendere la Cassia fu vincente (modestamente): per strada intravedermo svariate uscite per le località che sarebbero state le nostre mete del giorno dopo. Quindi, fu come se avessimo fatto un sopralluogo.

Nel frattempo, avevamo avvisato il proprietario dell'Agriturismo "Le Casacce", a Seggiano, località Le Casacce, il sig. Enrico Casini, del nostro ritardo e lui, tranquillo, ci aveva detto che non c'era assolutamente problema, chiedendoci, più volte, stranamente, se desiderassimo fermarci per cena.

Una volta arrivati all'agriturismo, alle 21, Enrico ci ha accolto con una stretta di mano per Michele ed un baciamano per me (cose di altri tempi) e ci ha fatti accompagnare da un suo collaboratore nell'appartamento a noi destinatoci.

Nonostante fossimo troppo stanchi, abbiamo subito deciso di darci una veloce rinfrescata ed andare a cena, l'idea di cenare nello stesso posto dove dormivamo ci trasmetteva un senso di rilassatezza che non ci fece sentire la necessità di riposarci un pò prima.

Il ristorante era veramente caratteristico: si scendeva da una scalinata ed i tavolini erano posizionati, in fila per due, sotto una veranda fatta tutta ad archi. La veranda era completamente aperta (ho ancora i ricordi delle zanzare) e si poteva vedere il bosco circostante diventare sempre più scuro con il sopraggiungere della notte. In fondo si poteva notare un angolo illuminato della piscina.

Enrico, oltre ad essere il proprietario dell'Agriturismo, era anche il cuoco, anzi, che dico, lo chef perchè, quella sera, la cena fu una delle più stupefacenti che potessimo mangiare.

Sarà stata la fame (a pranzo solo un panino), sarà stata l'aria di campagna, ma l'appetito si faceva sentire. Dopo aver scelto il vino, un mezzo lintro del "Maremmino" prodotto dallo stesso Enrico e, semplicemente sublime, ci siamo visti arrivare, ad una ad una, le portate.

Il menù non era a scelta, era fisso e variava di sera in sera. Quella sera le nostre papille gustative poterono rallegrarsi con un antipasto di gateau di patate in salsa di pomodoro e Michele, stranamente, decidette anche di fare la scarpetta (Premetto che a lui la salsa non piace!); un primo di maltagliati con due tipi di carne, manzo e salsiccia, due tipi di funghi e due tipi di caciotta, che dire, si scioglievano in bocca, il gusto era un tripudio di piacere; come secondo, fegatello di maiale cotto al forno con spezie ed una tagliata al sangue non al sangue e, cioè, cotta due volte in padella ed una in forno, su un letto di patate schiacciate con un pò di acqua e spezie (no purè). Per finire, dolce, una fetta di crostata morbida dentro e croccante fuori, perchè ricoperta di cristalli di zucchero ed il pezzo forte della serata: il vin santo di Enrico, che lui considerava un terzo figlio.

Enrico passava ad ogni portata, a spiegarci come quella portata era stata fatta ed ideata. il vin santo ci fu offerto da lui e ci fece chiaro che, quel vin santo, era diverso dagli altri e ci invitò a capire quali fossero gli ingredienti. Io riuscii a percepire la liquerizia ma, oltre a quella, si poteva sentire anche un retrogusto di frutta secca, in particolare, noci.

La cena ci obbligò a fare una passeggiata nei dintorni, eravamo appanzicati, non si poteva andare a dormire così. Avevamo mangiato con gusto ed ingordigia, era difficile lasciare qualcosa, era tutto buonissimo!

La colazione (compresa nei 30 euro a notte che avevamo speso in tutto ndr) era un cestino che ci veniva consegnato la sera e dovevamo portarci in camera. In verità, la colazione non era all'altezza della cena, le cose erano semplici, c'era del pane e dei biscotti fatti in casa e, per il resto, c'era qualcosa per fare il thè, delle mele ecc ecc, ma era veramente comodo poter fare colazione nell'appartamento e poi partire per le mete successive.

 
 
 

Qualcosa su cui riflettere

Post n°250 pubblicato il 05 Luglio 2010 da allessory

Dovrei essere qui a scrivere del bellissimo ponte che abbiamo trascorso in Toscana + il lungo WE a Maiori, insomma di una bella settimana interrotta solo dal giorno dei saluti in Telecom.

Ma, purtroppo, mi ritrovo a scrivere di affetto e perdite.

Si perché, ultimamente, persone vicine e lontane, persone giovani, troppo giovani per non sentirci vicini a loro, hanno perso la vita, per i motivi più banali.

Basta trovarsi su una strada e perdere per un attimo la concentrazione - si dice che, durante un viaggio in auto, si dorme per due secondi durante la guida - e si finisce dritti dritti al cospetto del Creatore.

E' successo ad un caro amico di Miki, come pure a tantissimi altri ragazzi, e, come una brutta maledizione, mi sto ritrovando a navigare sulle pagine di Facebook o di alcuni quotidiani on-line ed a leggere di tragedie di bambini, ragazzi, giovani come noi, della nostra generazione, che perdono la vita per malattie, incidenti o altre cause di fronte alle quali chiunque potrebbe trovarsi.

Oggi sono triste, sono malinconica, arrabbiata per i miei stupidi motivi di sempre, quelli che, una volta, mi portavano a pregare il Daimoku. E non riesco a percepire, anzi non voglio percepire, la sofferenza di chi, in questo momento, piange perchè il suo figlio, fratello, fidanzato, amico di una vita, sarà portato via dalle braccia, dagli occhi e dalle mani per sempre.

Ho già dato, mi sento di dire, quest'ultimo anno, ho già sofferto per due care perdite e so cosa significa... sono vicina, l'ho dimostrato, ma so anche che, tanto, puoi piangere quanto ti pare, puoi spaccare mobili e dare capocciate al muro ma quella persona non tornerà ed il dolore è ancora maggiore quando, nella vita di tutti i giorni, il suo contributo verrà a mancare.

Puoi provare tu ad andare dall'altra parte, se solo ci fosse la certezza che dall'altra parte ci aspetta un mondo parallelo, dove le anime sono ad attenderci a braccia aperte. Questa certezza, purtroppo non c'è, e, magari, tecnicamente parlando, non c'è nulla, solo vermi e terriccio.

Io so solo una cosa: che bisogna amare, anche se questo comporta dover soffrire e che non si è mai pronti a soffrire abbastanza.

 

 
 
 

Paris... l'amour...moomattre!

Post n°249 pubblicato il 28 Maggio 2010 da allessory

Devo assolutamente scrivere qualcosa sul nostro WE a Parigi altrimenti mi dimentico.
E poi Michele deve stampare questa pagina ed allegarla al "libro dei viaggi" perchè è troppo pigro per scriverci lui!
Insomma sono stata a Parigi e Michi mi ha portato sulla Tour Eiffel, mi ha dato l'anello e mi ha chiesto di sposarlo...
CI CREDETE? Io no, infatti... non è andata proprio così! :P

Siamo stati a Parigi dal 14 al 16 Maggio ed il ritmo nello scrivere cosa abbiamo fatto ricalcherà appieno il ritmo sostenuto della fugace visita della "Ville Lumiére".
Il 14, venerdì, l'aereo è partito ed atterrato regolarmente, al contrario delle aspettative, perchè premetto che sono stata tutta la settimana prima a pregare che il nuvolone nero del vulcano islandese non facesse chiudere gli aereoporti.
Arrivati a Parigi, dopo aver preso un numero spropositato di mezzi pubblici (per l'esattezza, un trenino e due linee della metro -  Parigi ne ha 16, come Londra - ) siamo arrivati in hotel.
Mia madre non stava molto bene, la tosse provocata dall'allergia, non le dava pace.
Ah, dimenticavo che a Parigi eravamo in quattro : noi ed i miei genitori! :)

Comunque, arrivati all'hotel Concorde MontParnasse, a MontParnasse, appunto, ci siamo rilassati un attimo nella bellissima stanza con affaccio sulla Tour Eiffel. La stanza ci ha lasciato senza parole: moquette bordeaux, tendaggio bianco, mobili in noce scuro e tutti rifiniti. Una piantana dalla luce tenue e romantica illuminava la stanza morbidamente e lo scorcio della tour eiffel rendevano l'accoglienza dolce ed al tempo stesso elegante.
Pit stop veloce al bagno, riposino di 5 minuti 5 sul letto e via per le strade di Parigi... sotto una pioggia scrosciante!
Infatti, siamo stati costretti ad acquistare due ombrelli, uno dei quali l'ho perduto nelle acque della Senna, trasportato dal vento mentre mia madre si accingeva a farci una foto con la chiesa di Notredame sullo sfondo, che poi, nella foto, non è venuta!

Dopo il pit stop in hotel, siano andati a procacciarci qualcosa da mangiare ed è lì che è nato il perduto amore per la baguette al burro e cotto! Dico solo che io e Michele ce ne siamo mangiate due a testa!
E poi via in giro per il quartiere latino, fino ad arrivare a Notredame, visita alla cattedrale che ci ha lasciato senza fiato con il suo soffitto tutto ad arcate a mezzo sesto, l'atmosfera tetra e suggestiva, le vetrate e l'altare in oro e blu. Dico solo che è una delle chiese più belle che io abbia mai visto.
Purtroppo, venerdì, non c'è stato modo di andare a fare il giro sulla senna con il traghetto, il tempo era troppo brutto e lo abbiamo rimandato al giorno dopo.
Dopo Notredame siamo andati a Montmartre, dove c'è il Moulin Rouge che, sinceramente, non ci ha fatto impazzire e la basilica del Sacro Coeur che è bellissima così arroccata su uno dei punti più alti di Montmartre, dando la possibilità di guardare tutta Parigi dall'alto e la tour eiffel in fondo a destra, tutta già illuminata e con il faro che sovrasta la città.
Monmartre è uno di quei posti dove ci passeresti le giornate intere, tutti quei vicoletti suggestivi, localini, musica, allegria, è bello tanto quanto girare il centro di Roma che va da Piazza Trilussa a Campo de' Fiori, se la giocano davvero.
Ci siamo, così, fermati, a fare aperitivo in uno di questi localetti; si poteva stare tranquillamente all'aperto perchè c'erano i funghi che ci riscaldavano. Io ho preso il kir che è l'aperitivo tipico francese :)
l'ultima tappa del venerdì è stata l'Arc de Triomphe, poi dopo, stremati, verso le 22:30,siamo rientrati in hotel.

 
 
 

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