Mr.K torna...forse..questo blog è aperto in molti giorni feriali: spesso dalle 9.25 alle 13.43, qualche volta dalle 14.12 alle 15.30, raramente dalle 17.19 alle 19.17. mai oltre e festivi. |
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Post n°204 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da KA_again_PUT
chiedo perdono per tutti i lettori che vorrebbero più puntate in meno tempo, ma sapete com'è...la crisi...ha colpito anche i "finanziamenti" di questo progetto. un bacio speciale a chi mi stima per quello che scrivo... Torno al molo, e la barca non c'è. mando un sms a mio cugino, chiedendogli dove sono. mi risponde laconico e telegrafico"cala corsara". irraggiungibili. mi prendo la giornata libera. Filo a casa con la maserati rombante, parcheggio all'ombra della tettoia di canne, è quell'ora del mattino in cui scendono al mare giovani coppie e single, ossia quelli che la sera prima hanno cenato fuori e poi discoteca a fare nottata, e la mattina si attardano un pò. non escono presto come i vecchi e le famigliole, e non tardissimo come i ragazzi che dopo la discoteca, vanno a vedere l'alba, fanno colazione e poi si mettono a letto. non ho molta testa per guardare un paio di bionde. forse tedesche che camminano sorridenti e con i capelli lunghi e biondi, ancheggiando rumorosamente sui loro zoccoli di legno, e le ampie borse di paglia Sono ancora seduto sulla pelle preziosa e profumata della Maserati e penso a Clara, e al terribile soliloquio del suo ragazzo. Mi ha raccontato di essere architetto, e che sta svolgendo uno studio per la razionalizzazione dello smaltimento rifiuti, con schede sui punti di sosta, foto dei cassonetti, e la compilazione doviziosa di una scheda con la quale sta raccogliendo una enorme quantità di dati e percentuali da far venire il mal di testa ad una statua, e per lo più neniando con voce melliflua da padre confessore. odioso. avessi la pistola d'ordinanza probabilmente gli avrei sparato un paio di colpi in testa. entro a casa, arieggio, apro le finestre il riverbero del sole rimbalza squillante con il suo sano color oro. in fondo sempre lo stesso paesaggio, stampato a fuoco nella mia mente. quando piove e sono lontano, chiudo gli occhi e rivedo questo colore blu del mare, con pennelate di bianco spumeggiante delle onde, e in lontananza i profili susseguenti di caprera, maddalena e la corsica. nelle ultime tre settimane qui dentro sono entrare di nascosto, Elena, Olga, e Mantide. sembrano passati mesi, anni. invece è successo tutto in così poco tempo, è stata un'estate che brucia di passione, è tutto andato così velocemente che i ricordi si mischiano tra loro cambiando di continuo i colori di cui sono tessuti. forse dovrei cominciare a fare il serio, e non pensare sempre alle donne. vado a fare una doccia gelata, speriamo di rilassarmi e liberare un pò la testa. in un primo momento decido di prendere la sacca per le immersioni. vado giù al diving, mi faccio dare un passaggio alla prossima escursione, e mi vado a fare un giretto sott'acqua. poi l'esperienza mi frena. sono fuori forma, stanco e spallato. rinuncio. tiro fuori dallo zainetto la macchina fotografica, me ne vado in giro per le tombe dei giganti a fare qualche scatto speciale. ma devo essere sincero. anche se me ne pentirò, non mi va. sto gocciolando sul pavimento, con l'asciugamanto intorno al bacino. i pensieri mi affollano la testa, dovrei andarmi a rifugiare in un posto tranquillo, senza rotture di palle. potrei andare a trovare un mio amico di cui è meglio non scrivere il nome, nella sua tenuta nelle aspre campagne dell'ogliastra, dove il mare quasi si vede ma è così distante. il tempo fermo. una bolla nella realtà che è impenetrabile, con banditi intorno e un codice d'onore inviolabile anche se non scritto Driiiiinnnn... il campanello emette un suono sgraziato e gracidante. devo sostituirlo. Penso alla ricciolina della reception, Antonella. Lei non è entrata in casa, ma adesso mi piacerebbe, potrebbe essere lei. Gli effetti del pensiero del cervello si riflettono automaticamente sul basso ventre con un vigore che fa vanto della mia prestanza. non l'ho più vista da quella sera, a casa dei miei zii. buuuuum. un forte colpo contro la porta. cazzo. qualcuno vuole entrare a forza. mi guardo intorno, il telo mi sfugge e rimango nudo. nudo come un verme. senza pistola che è rimasta in cuccetta in barca. buuummmmm un altro colpo contro la porta, accompagnato dallo scricchiolio del legno sulle cerniere, dalle quali fuoriescono schegge impazzite, posso vedere il colore lucido delle viti divelte. appesa al muro c'è la spada arrugginita che mi ha lasciato mio suocero. non ha più il filo da una cinquantina di anni, ma ha una punta ancora efficiente. era una spada donata al duce. o almeno così dicono. la porta si apre, entra uno spiraglio di luce e un uomo avanza nel varco che ha creato, affondo con tutta la forza la spada in avanti centrandolo. mai usata una spada. ma immaginato cosa sarebbe accaduto. intanto a quello cade la pistola che ha in mano. la faccia si contorce. il fendente è stato così forte, che ho colpito anche un secondo uomo alle sue spalle, continuo ad avanzare respingendo i due oltre la soglia. metto un piede sul petto dell'uomo che ho colpito mortalmente, lo spingo via estraendo la spada. quello dietro si rialza. carico la spada in alto, non avrà il filo, ma gli voglio mollare un fendente come un colpo d'ascia. mai usata prima una spada, ma un'ascia si. quello si rialza e scappa via barcollando e lasciando sul porfido gocce si sangue come lacca scarlatta, lo insueguo sempre brandendo la spada centenaria come un oscuro diavolo saltato fuori da un fumetto. Scesi i cinque scalini del cortile l'uomo premendosi sempre una mano al fianco, salta su una berlina che lo stava aspettando con il motore acceso e che sparisce in una nube grigia di monossido di carbonio. torno in casa scavalcando il corpo dell'uomo riverso in una pozza rossa. prendo il cellulare e chiamo mantide. "mantide? sei ancora qui?" parlo in modo concitato la mia porta d'ingresso non è proprio in bella vista, è fuori dai percorsi principali del residence ma qualcuno potrebbe comunque passare qui davanti. devo resistere dieci interminabili minuti. il cervello continua a pensare, pensare... poggio la spada ad un angolo, la punta rivolta verso il basso. non mi intendo di spade mi ricordo che in un museo polacco mi ero appassionato alla spiegazione di un szabla confrontata con una briquet napoleonica. quelle erano belle e lucenti, con un faretto alogeno ad illuminarle, e la scheda dettagliata a margine della bacheca di vetro. questa invece è arruginita e inzuppata di sangue per tutta la lama, lunga circa ottanta centimetri. credo sia italiana. in questo posto c'è sempre silenzio. poi fuori stagione il silenzio diventa così forte che diventa impossibile non sentire le voci che ognuno di noi a dentro. mi vesto. finchè sento dei passi, sono leggeri. leggerissimi, ma nel totale silenzio si riescirebbe anche a sentire la camminata di una formica. forse dovrei riprendere la sciabola, magari quelli che sono appena scappati via hanno chiamato rinforzi, ma stavolta sanno che sono armato. mi tireranno una granata. sbuca la testa enorme di Gulliver, ha la divisa tutta nera, giubbotto antiproiettile, occhiali neri, foulard nero sulla faccia, anfibi e ginocchiere. imbraccia un G36 un mitragliatore piuttosto pesante. a seguire barbetta, con un fucile da tiratore sulla schiena e la pistola in mano, e anche mantide in tenuta da combattimento e la pistola che tiene a due mani. si riconosce dalle movenze e dal culo spettacolare. entrano in casa superandomi, "libero!" in una stanza, "libero!" nel bagno..."libero!" nell'ultima stanza. gulliver mette la sicura "che cazzo è successo?" gli indico la spada, barbetta sbotta a ridere "ma non t'hanno dato la beretta in armeria?" ridacchiano tutti, sono abituati a scene come questa? ci convivono? mantide china sul corpo esanime "è vivo. chiamate un'ambulanza delle nostre, e squadra pulizie" si rialza, prende la pistola dell'aggressore e la mette in uno zainetto. poi prende la sciabola "quella è mia..." le dico. lei mi guarda, guarda il ferro, la lama. "ok. la lavo io e te la riporto." mi si avvicina barbetta "sai che tu ancora non hai un soprannome?" mi stanno prendendo per il culo, sono seduto per terra e mi sono difeso con un'arma bianca. perchè Squalo? non mi ci sento... arriva mantide "allora...Squalo..." fa sibilare la esse e anche lei sorride, mi tira per la camica e mi morde un orecchio davanti a tutti. "la missione è che ti devi rimorchiare una...poi ti chiamo io" si è fatto pomeriggio. non ho pranzato. non ho fame. mio cugino per sms mi dice che sarà al molo al tramonto, e che ci sono novità. ... mi stanno montando la porta. è una di quelle nuove. fortunatamente l'installatore è uno specializzato della casa costruttrice, ha attrezzi nuovi, ed è professionale, svolge le sue attività in modo schematico e non fa domande. sono così stanco. voglio uscirne. a settembre do le dimissioni, e prendo quel lavoro che mi hanno offerto. |
Post n°203 pubblicato il 22 Dicembre 2011 da KA_again_PUT
E' l'alba, ho in testa il codice del volo. Clara arriva con il primo aereo. Mentre mi allaccio la camicia, penso a ieri sera, prima di andare a dormire ho l'immagine di mio cugino in piedi, io seduto ad una delle sedie al tavolo del quadrato di poppa e una gatta seduta su uno dei divanetti, che si cinge con le mani i piedi attaccati a delle chilometriche gambe che guarda con occhi trasognati mio cugino neanche fosse il dio Apollo. Il porto è quieto, poche persone di ritorno dai ristoranti passeggiano mollemente in banchina. le barche silenti. le tre maserati davanti al nostro posto barca. me ne serve una per domani. la chiedo a mio cugino. l'umidità calda viene dalla terra, di quella che fa venire i brividi, sinonimo che è ora di andare a domrmire che la giornata è conclusa. e lui che mi fa "dove devi andare?" io lo guardo..."perchè me lo chiedi?" gli rispondo sospettoso Lui di rimando "se vai dagli zii...quella bianca...si nota meno. meno appariscente..." si gratta il mento...fa un gesto vago e ampio con il braccio la ragazzina che è seduta vicino a lui ridacchia. mio cugino prende le chiavi della maserati rossa, e me le tira. poi prende per mano la ragazzina. che una volta in piedi potremmo definire ragazzona. mio cugino è circa un metro e ottanta, lei a piedi scalzi è circa come mio cugino. hanno dormito insieme, io sono rimasto qui fuori a lungo, non l'ho vista uscire ieri sera, quindi è rimasta a bordo. la camicia bianca perfettamente stirata è a posto, i miei pantaloncini della north sails pure, mi infilo le scarpre e sono pronto. Clara. arrivo! l'auto si fa subito sentire mia. è perfetta. un mix di lusso e sportività, mi sa che non ne ho guidata mai una così. giro all'incrocio e vedo il cartello per capo ferro. io devo ovviamente andare dall'altra parte, ma potrei portarci Clara, rimango a riflettere fermo allo stop nonostante non ci sia nessuno in giro. siamo passati circa tre settimane fa qui sotto in barca al tramonto, sarebbe bello portare lassù dall'alto della scogliera lei. romantico. sotto nel mare, sopra il mare. oppure potrei prenotare una camera al cala di volpe, e farle una sorpresa...una di quelle con piscina. si potrebbe rilassare...dopo il viaggio, mentre guarda la baia verde di fronte, e poi, e poi...inutile pensare a quanto mi piacerebbe... il rombo mi spinge, la musica della radio si spande e si perde, io mi fermo lungo i tornanti per ammirare il sole che sorge. debole mentre nasce, potente quando spunta, fa passare l'arancione al color oro, che muta subito in un giallo, che esplode in un bianco accecante. rotondo. forte. strano che i colori del tramonto, e dell'alba siano così diversi...il tramonto lascia una lunga scia di colori intensi, l'alba salta fuori spingendo l'interruttore della luce, spandendo biancore che caccia di prepotenza il nero della notte. penso a mio cugino, che starà ancora ronfando con la ragazza. riparto, mi faccio le rotonde nei pressi di Olbia, giro altra stazione dei carabinieri. anche questa nuova. e altre rotonde. ha più rotonde questo aereoporto, che CDG di parigi. fermo la belva nel parcheggio. la mia impazienza si fa sentire. il cuore è presente. scendo dall'auto, fa fresco ma si sta bene. mi appare subito in mezzo alla folla. è impossibile confondersi. non ha quella bellezza cafona, ostentata e violenta di molte. nemmeno quella inespressa e impalpabile, celata di altre. è la bellezza vera. viene a passo spedito, ha una polo che la cinge morbidamente all'altezza del seno, e un pantalone di lino morbido. un cappello di paglia, con un foulard sopra annodato. mi sorride. vengo investito da una serie di considerazioni. il mio cervello sopravanza in velocità il cuore, l'istinto mi frena dal baciarla in bocca e sollevarla di peso stritolandola con tutte le mie forze. torniamo alle considerazioni. non ha bagaglio. strano. lei mi fa "lui è Alessandro" lui sorride con denti così grossi e sfacciatamente bianchi, che glieli avrei fatti saltare tutti a suon di mattonate. "Ka, ti presento ... il mio..." " ...fidanzato!" lui fa un passo impacciato. avrai pure bei denti duri, ma le ginocchia molli. allunga una mano "piacere..." ha la r che raspa, e mi stringe la mano come se mi volesse spezzare il polso. odio chi mi stritola la mano. non è con quello che metti in mostra il bicite, pezzo di imbecille. lei mi strizza un occhietto, fa gli occhi da cerbiatta, mi sta chiedendo perdono con il viso. è uno scherzo un pò come dire...strano. il viaggio di ritorno è tutto un chiacchierare di Clara. io sono silenzioso in modo un pò strano. lei allegra in modo assolutamente normale. quello là dietro non saprei. non mi interessa. Clara mi dice come si sono conosciuti, innamorati perdutamente, e dei progetti assurdi di mettere su famiglia. mi fermo all'agip nei pressi del billionaire, che la maserati è a secco. lo spilungone approfitta per andare al cesso. sarebbe un bel ragazzo se non suscitasse in me così tanto odio...e antipatia. Clara appena vede sparire nell'edificio quello, si avvicina fissandomi negli occhi. ha lo stesso sguardo che ho visto al tramonto. è bella. spregiudicata. mortale. continua a venirmi addosso. finche mi preme le tette sul petto, e mi bacia in bocca, afferrandomi una mano e stringendomela. "che ti credevi..." mi dice abbassando lo sguardo "ho dovuto...dimenticarti..." non è tipo da piangere, e non lo avrebbe fatto. fiera. come sempre. spero durante le ferie natalizie di avere un pò di tempo in più...ho ancora molto da raccontare... |
Post n°202 pubblicato il 26 Novembre 2011 da KA_again_PUT
durante il viaggio di ritorno neanche una parola passò tra me e Mantide. lei guidava, io stavo zitto, lei non sentiva l'esigenza di ascoltare tanto quanto io quella di non parlare. la panda anche rimaneva muta, non rimbava e non sgommava. arrivati al parcheggio, in porto ci alzarono la sbarra senza chiederci nulla. credo che prima, quando mi è venuta a prendere lei abbia puntato la pistola in faccia al parcheggiatore dicendogli alza o ti alzo io a colpi d'arma da fuoco. mantide procede lentamente arrestando l'auto davanti al mio posto barca, si gira, mi fa l'occhiolino "poteva andare peggio..." sorride..."quelle teste di cazzo, con una botta di culo ci avrebbero anche potuto ammazzare!" io sbatto la portiera, la saluto vorrei dirle qualcosa, ma la lingua mi rimane ancorata al palato, e al sicuro nella bocca. saluto il finestrino che sfila via. mantide è già proiettatata verso il futuro. non rimango mai senza parola. mantide riesce a mettere in crisi la mia eloquenza. lo struscio del tramonto è già iniziato sugli ampi moli, i turisti fotografano le poppe addobbate e illuminate da led scenografici...le barche non sono rientrate tutte ma c'è molto fermento mentre sto per salire sulla passerella retrattile, quasi sbatto contro una bella biondina, fisico da pin up. lei si gira con aria stizzita, mi squadra e poi con i suoi occhi color del cielo che si specchia in un cristallo mi fissa puntandomi un'affilata unghia laccata "ka?" fa una pausa, la sua bocca sottile diventa un boomerang interrogativo, anche se sottile l'ho sempre trovata così sexy, mette sempre un lucidalabra metallescente che le sfina il profilo, e il naso tagliente assume maggior grazia..."sembri una stupratore romeno...che hai combinato?" io mi guardo, sono sporco e impolverato, e nella scivolata mi si è fatto un buco nella maglia. le mani sporche, e noto pure uno schizzo di sangue rappreso sul calzino. sembro uno straccione..."va di moda...così" indico con le mani su me stesso..."qui al porto...non lo sai?" in realtà faccio abbastanza schifo lei mi si avvicina, mi stringe tirandomi per il collo e premendomi una tetta per bene sul mio petto, vibra facendolo. sembra uno strumento musicale. ha la capacità di accendermi come una imponente fiamma su un lago di benzina. mi da un bacio sulla guancia e corre via. tette piccole, ma sode ed appuntite come coni di vetro. i suoi pantaloncini bianchi fanno fermare lo sguardo di tutti gli uomini dai 12 ai 112 anni, ancheggiando con i capelli biondi che ritmicamente ondeggiano furtivi. mi trilla nella tasca il cellulare. ho la testa piena di confusione, Mantide ha detto che avremmo potuto essere ammazzati, ma in realtà è finita due a zero per noi. quello che è caduto dalla scarpata, ha fatto un volo micragnoso di neanche un metro. praticamente i piedi erano ancora sul ciglio, ma per sua sfortuna con la nuca ha centrato un grosso masso di granito appuntito che al tramonto sarebbe stato rosa, se quello non lo avesse verniciato di rosso con il sangue della sua testa bacata e ottusa il secondo è stato arrestato, ed è stato riconosciuto come un pluripregiudicato il terzo, nonostante l'enorme distanza che si era guadagnato correndo è stato centrato al cuore da mantide. amen, pace e così sia. oggi a te, domani a me. guardo il display, è clara. un sms "sei in costa? domani atterro olbia, primo volo da fiumicino. rispondi ok se mi vieni a prendere, altrimenti chiedo a mio cugino. ;-) " quindi anche Franco è qui! penso mentre scrivo "ok" e lei di rimando risponde "xxx" elimina, elimina, e poi vado su cronologia, elimina. e ovviamente mio cugino è a bordo, fuori nel parcheggio ci sono tre maserati quattroporte. una verde, una bianca, una rossa. mio cugino sa essere patriota sia nella sua patria, che nella mia...e con le stesse tre auto! salgo e il PR mi si avvicina come una gattina schifata, mi osserva. sta per aprire la bocca quando nota che ho caricato il mio pugno come una palla di cannone. si rende subito conto che se apre bocca, la richiuderà senza denti. il comandante sotto gli occhiali scuri, ride senza muoversi. il PR piroetta evitandomi con danzante armonia e sfugge alla mia terrificante aggressività... mio cugino salta fuori dalla magnifica vetrata specchiata..."hai visto Elena??" "si"gli rispondo poi mi guarda...da capo a piedi i due ragazzini, si prendono a calci dietro la gran dama facendo delle righe sul carabottino, vorrei girarmi per vedere lo sguardo schifato ma imperterrito del comandante...ma non posso voltarmi...la biondona comincia subito a parlare alla vista del PR, ovviamente si conoscono. in due minuti filati apprendiamo come scolaretti che è una donna di cultura, progressista, chic, produce marmellata bioeticamente consapevole e eticamente coltivata nel rispetto etico degli avi degli antenati de sto cavolo, e menate varie nonchè sposata ad un industriale milanese. secondo il PR è il pezzo che ci manca a bordo, io la getterei a mare anche subito possibilmente nei pressi delle eliche... mio cugino sbadiglia annoiato, sta con la testa per aria...anche se secondo me se la sbatterebbe...e lui è lercio a sufficienza che ci godrebbe non poco. i ragazzini sono due mostri violenti, si gettano sui cioccolatini mangiandoli a tre a tre, toccandoli tutte sputando fuori bordo quelli che gli piacciono meno, la madre con fare sgraziato li redarguisce, ma più lei urla più quelli la ignorano. infine i due prendono il flute che la contessa aveva poggiato in bilico sul tavolo e lo lanciano con scherno e risa ilari. il loro obiettivo è ditruggere, infrangere, sovvertire... la bionda dell'equipaggio lo afferra al volo allungando il suo braccio aggraziato prima che lo stesso si infranga su una delle robuste vetrate del prendisole e lo fa sparire con modi felini e sensuali. il PR pende dalle labbra della altolocata presenza che io trovo così ingombrante, fastidiosa, pedante, pesante. secondo me lui le invidia i lunghi capelli biondi che a me sembrano stoppa imbalsamata rispetto alla chioma da leonessa di Elena... La bionda si affretta sulla passerella non appena vede passare un conte russo, e come la sua presenza evapora, la normalità torna a regnare nel quadrato sconvolto dalla furia nefasta degli eventi. la filippina si rianima, richiama all'ordine i due demoni. si scusa con noi e li fa rigare dritto, scendono tranquilli e in silenzio senza fare danni, anche se lei non ha mai alzato la voce al contrario delle acute urla dell'arpia madre, e con pochi gesti ce li toglie di torno. mio cugino guarda i cioccolatini ridotti in condizioni sconce, le confezioni lussuose sono in preda ad una sfrenata entropia nelle forme rotonde ci sono i cioccolatini quadrati, in quelle quadrate quelli a forma di mezza luna. ne indica uno tondo "questo? com'è?? è BBBuonooo?" era un gioco che facevamo da ragazzi...insistere su tutto chiedendoci se fosse BBuonoooo a vicenda "non lo so..."risposi, e stavo per andare a cambiarmi "apperò..." disse lui tirandolo in aria e afferrandolo con la bocca..."apperò...cuggì..." ripetè con la faccia tronfia e soddisfatta che conoscevo bene e mi incalzò con le mani sui fianchi "ti ha detto male! l'ho mangiato io e non tu....e..." lo anticipai...anche io con le mani su fianche "e....è BBBuooooono?" dissi di rimando la bella bionda in divisa dell'equipaggio non riuscì a trattenere un sorriso, ai suoi nordici occhi dovevamo sembrare come pinocchio e totò. o forse no... Clara torna. speriamo di non combinare casini. i pensieri mi frullavano nella mente, mentre scendevo in cabina. non si sarà innamorata? la vado a prendere, devo farmi bello...domani all'alba, devo passare casualmente in qualche posto mozzafiato. ad arte. occasione unica, devo mettere a frutto ogni dettaglio. mi sento un pò uno stronzo, a prepararle il trappolone...potrei chiedere un tavolo all'orange...a quell'ora è vuoto sembrerà un posto magico...ogni millimetro di me la desidera...non posso non provarci.
fui preso da un mood positivo di onnipotenza, Clara era la quintessenza della perfezione fatta donna. e sarebbe stata ancora mia... ... |
Post n°201 pubblicato il 20 Novembre 2011 da KA_again_PUT
continuo a lavorare, tanto, troppo...e mi dispiace da morire...perchè in realtà avrei idee, cose da scrivere, raccontare, commentare... e invece nisba!!! oggi a roma, blocco totale del traffico auto. che demenza!! la mia amica (ella fu) brokeng, direbbe che le polveri sottili ci uccidono e l'EU ci impone i blocchi...bah... Mantide va spedita e non parla, la musica bassa, è graziosa in versione estiva. anzi desiderabile, la guardo e la trovo sempre più carina anche se la sua vita tutta computer, ufficio stantio e puzzolente di sigaretta, e una socialità problematica fatta di sesso con i colleghi la rendono un pò strana. prende il bivio, alzo il dito a mezz'aria...stiamo tornando indietro...fossimo passati dall'altra parte avremmo fatto prima, ma lei continua a guidare, guarda lo specchietto interno, gli specchietti esterni, a destra e sinistra, e continua ad andare...sta cercando qualcosa. "ehm..." interrompo il silenzio "se ti serve una mano, conosco queste strade una ad una..." lei si gira, mi fissa per un secondo e poi riprende a guardare avanti "lo so" risponde "ti voglio portare in un posto che non conosci... " "difficile..." la sto fissando, ha degli occhi cristallini. come ho fatto a non notarli... gira per santa teresina, e va spedita, troppo spedita...fra trecento metri la strada diventa bianca e se non rallenta più su ci lasciamo la coppa dell'olio...errore che fanno molti turisti per la gioia dei carro attrezzi...non voglio offenderla "hey! mi sembra che andiamo troppo spediti, non sai che qui le strade sono tutte rotte? la maggior parte senza margini..." lei annuisce e rallenta, prendiamo due tre avvallamenti e sbattiamo ripetutamente l'anteriore sulla sabbia. spero solo che non ci si rompa in cima...questa strada è lunga qualche chilometro. ci inerpichiamo sempre più in alto, mi godo il paesaggio con apprensione, visto che sul ciglio della strada c'è la scarpata e nessun sistema di ritenuta...ma lei guida ora molto prudentemente, finchè in un anfratto svolta dietro un cespuglio di mirto, procediamo lentamente fino a fermarci con il panorama di fronte al parabrezza. ingrana la retro, tira tutto il freno a mano, e spegne il motore. io afferro la leva del freno a mano, e tiro su ancora di due scatti se vogliamo trombare qui mi va bene, ma finire di sotto mentre sono in estasi un pò meno...lei mi guarda stizzita, si toglie la cintura, poi si infila una mano nei pantaloni, per farlo inarca la schiena sul sedile in un'immagine di rara sensualità mi avvampa subito il desiderio, è come se avesse spinto un pulsante nel mio cervello, quello del via libera che trasforma un uomo mediamente pensante, in un troglodita che come un cane infoiato ha un solo scopo, un solo obiettivo, allungo una mano verso i suoi capelli che sono ora morbidi e profumati di balsamo lei si gira con una faccia stranissima "che fai?" io ritiro la mano lo dice in un modo infastidito, e anche le parole mi mettono in imbarazzo. non è pensavi che volevo scopare...ma ti volevo scopare...rimango con la mano aperta e la faccia perplessa... e comunque si. pensavo che volevi scopare, o mi volevi scopare che non mi fa nessuna differenza, anzi.... si lo pensavo. lei me lo consegna, e mi stringe la mano intorno al mio pugno. sorride "la volta scorsa che ti ho nascosto qualcosa in mano..." adesso è passata da graziosa, desiderabile a mortalmente bella "...non era una missione... vero?" afferro metto in tasca, butto le braccia indietro e abbandono la testa...devo far sbollire i miei meccanismi che ancora ... pieni di energia...mi rendono tutto teso occhi chiusi sul panorama che non vedo, sensazioni fermate al sesso che non avrò...idee che vagano senza punto sento il suo profumo, poi la sua bocca sul mio collo. non lo fare. non mi baciare per poi riavviare la panda per riportarmi giù. mi riparte la locomotiva, adesso...ti salto addosso, e se ci ripensi...dovrai spararmi alle palle...per fermarmi... bam... prendo una botta alla mascella, mi gira tutto, sono intontito sento delle risa...e un dolore improvviso. poi un calcio sullo sportello e vedo due uomini dal lato di mantide, mi rianimo e guardo fuori dal finestrino, c'è un terzo uomo dal mio lato, deve essere stato lui a colpirmi. o meglio vedo solo il suo pugno arrivare. tento di schivarlo ma sono incastrato nel pandino, il vetro giù. sono intrappolato, e mi arriva un'altra legnata condita da buio e stelline. riesco a girarmi e apro lo sportello di nuovo su di lui scendendo dall'auto, stavolta ci metto tutta la mia forza e con le gambe appuntate al sedile, gli do una botta così forte che lo faccio rotolare di sotto. sento dire "spara! spara!!" alle mie spalle, così mi accuccio, scivolando sul brecciolino, le mani mi si graffiano, arranco a quattro zampe e quasi finisco di sotto anche io, sento due esplosioni. immagino mantide morta sul sedile. continua la sua corsa saltellando su una gamba, non andrà lontano Mantide mi guarda "che teste di cazzo..." prende il cellulare e chiama il 112 " pizda tu nonna..." |
Post n°200 pubblicato il 08 Ottobre 2011 da KA_again_PUT
Piccola premessa...continuo a lavorare dalle 8.00 alle 20.30...mi scarseggia il tempo, mi mancate molto, e non vedo l'ora di poter tornare sui vostri blog. ora pare tutto tornato a posto! eccomi: Mio cugino mi chiama, mi dice di correre a prendere possesso della barca che lui ha perso il volo, e la barca entro le due ormeggerà al molo. E' l'ora di pranzo, tutto rallenta in quest'ora il vociare sparisce, e il silenzio si spande assolato con il giallo che diventa bianco accecante, e l'azzurro del cielo che schiarisce fino a perdere il blu... esco dal parcheggio, e mi avvio verso porto cervo, vado lento lungo la strada, lascio attraversare tutti i bagnanti, i turisti, bambini con retini e secchielli, fisso dalle mie lenti scure dei ray ban le belle ragazze dorate dal sole. i pochi chilometri scorrono indolenti, giro all'aiuola di prato verdissimo, annaffiata e ben tenuta, ridiscendo la strada, supero la caserma dei carabinieri e sulla sinistra sentimenti contrastanti mi attanagliano le viscere al vedere la costruzione di briatore. bella è bella, ma altri negozi erano veramente così necessari? arrivo alla rotonda, supero la sbarra e cerco tra le barche ormeggiate, la nostra. mio cugino ha detto che siamo al molo vecchio, significa che la barca non è una bagnarola ma un traghetto...quando mi ha dato il nome sono sbottato a ridere "cugggì com'è il nome?" lui con enfasi "zeus", e io di rimando "...cuggì...il nome della barca che hai preso!!" e lui con tono affermativo e risoluto "Zeus!", scoppiai ilare e giocondo..."andiamo bene cuggì...devo cercare il re dell'olimpo..." e lui soddisfatto "è un mangusta, vedrai che lo riconosci...e non è di un colore coatto, ma semplice e bianco..." a dire la verità di mangusta ce n'è più di uno, ma effettivamente tra quelli bianchi trovo subito Zeus...è ovviamente una meraviglia, ad occhio fa almeno 45 metri, e di certo siamo sotto ai 30 nodi, opulenza e lusso non fanno rima con velocità...affilata e bassa, un ponte a poppa tecnologico e conviviale, con idromassaggio al centro...parcheggio davanti alla barca, e alla passerella c'è un marinaio piazzato di guardia, radio e divisa pantaloncini neri, e polo bianca. salgo a bordo...è una barca bellissima...lo vedo dai dettagli. esce dalla porta a cristalli, un personaggio strano, che ovviamente non fa parte dell'equipaggio. sculetta come una checca. "ciao cavo..." mi guarda, congiunge le mani in preghiera...cioncola..."tu devi evvere il cugino,...vevo???" ha una camicia bianco perla che abbaglia, una cintura bianca con fibia di perline, e pantaloni bianchi da checca. mi guardo intorno e vedo una composizione floreale meravigliosa...la checca si accorge del mio compiacimento...e se ne va sculettando soddisfatto. "ohi!" sento urlare dabbasso, mi sporgo e sotto c'è un gommone con un portuale a bordo... si avvicina il tramonto, mio cugino mi scrive un sms dicendomi che sta per imbarcarsi, e che ci vediamo a bordo per cena... io ho già fame, lui arriverà alle dieci circa, meglio che io vada a fare uno spuntino e un giretto. scendo a terra, e mentre cammino lungo la banchina in direzione del centro, proprio di fronte al carrettino dei prodotti tipici una fiat panda mi si affianca, è nuovissima e viene dal noleggio, si abbassa un finestrino. "sali!" guardo nell'abitacolo con fare circospetto e vedo mantide al volante lei insiste "sali, svelto!" salgo, lei gira e torna indietro, sfiliamo di fronte alla mia auto parcheggiata, zeus con sopra il checca che acconcia dei fiocchi lungo le murate, la sbarra di uscita del parcheggio, a destra salendo la promenade du port di briatore, i carabinieri a sinistra, e il silenzio di mantide... |
Post n°199 pubblicato il 18 Agosto 2011 da KA_again_PUT
1) scusate l'assenza ma questi giorni, samsung, il gestore mobile, il pc, e libero stanno congiurando contro di me, e ho serie difficoltà a far funzionare tutto. qui è zeppo di gente...sarei curioso di vedere se nelle città è rimasto qualcuno!!! ora parto... Esco dal vecchio edificio, fuori sembra molto più caldo, le ombrose umidità delle stanze evidentemente sono più fresche del caldo torrido che splende all'esterno...cammino a gran passi, quando ho una sensazione di deja vù. mi fermo un attimo. sarà il caldo, penso. poi è più forte di me e mi giro di scatto. un gruppo di turisti multicolore, camice orride e vestitini variopinti. sono americani guidati dalla guida con un ombrellino di pizzo proteso verso l'alto come mary poppins, e fra loro due tipi che potrebbero sembrare turisti, anzi...stanno in mezzo al gruppo, ma non sono amalgamati. sembrano due piselli verdi in un piatto di purè giallo. non li fisso, anzi mi gratto la testa, guardo i cartelli delle vie come se mi fossi perso, scuoto la testa in modo incerto, e poi inverto la rotta e punto su di loro tornando sui miei passi. non c'è spiegazione razionale nel mio gesto, se quelli erano malintenzionati nei miei confronti mi stavo offrendo su un piatto d'argento...supero il gruppone senza essere aggredito, il pisello del mio lato, si mette a parlare goffamente con una signora e io gli scivolo accanto vado rapido verso la metropolitana scendendo un discesone dove non passa nessuno, e si sente la puzza delle stalle dei corazzieri, so che con una veloce arrampicata del muro di cinta alla mia sinistra potrei essere di nuovo in mezzo ai colleghi, magari mi vedrebbero con le telecamere (a patto che funzionino) e verrebbero a darmi una mano, invece proseguo verso la metro. non so come sia possibile, ma i due che mi stavano seguendo perdono la mia scia, e mi ritrovo da solo sul trenino traballante. ripenso al messaggio di Clara...sta andando in sardegna. ma io non ci sarò... lo ricaccio in tasca, ne faccio una pallina fino a sgretolare la carta. dal ministero mi hanno dato le ferie, posso raggiungere la mia famiglia che mi sta aspettando in vacanza...ho deciso vado a casa, prendo il passaporto e vado dritto a fiumicino e li raggiungo. uscito dalla metro, devo fare un pezzo a piedi, e prendere un autobus. non mi muovo mai con i mezzi nella mia città, ed è un vero purgatorio arrivare a casa. di fronte al cancello del mio palazzo ho di nuovo la sensazione di deja vù, mi guardo intorno senza farmi notare...ma non vedo nulla di anomalo, e nessuno in giro. una panda passa lenta, tutto tace. salgo e mi squilla il telefono "cuggì?" è mio cugino, la sua faccia da culo sorride con un borsalino alla lapo sullo schermino del mio cellulare..."io me ne vado in sardegna, ho affittato una barca. sto una settimana..." mi dice molto in fretta "che fai ... mi raggiungi?" mi sta lanciando una richiesta di aiuto, mio cugino fa così. Eva non è tornata. forse nn torna più. inutile stare a considerare quali sono i percorsi della mente, stare a scandagliare le profondità della psiche mi sveglio, apro la finestra e l'arcipelago di granito rosa è di fronte a me, la sagoma inconfondibile delle isole che amo. mio cugino ovviamente ha sbagliato le date, arriva domani pomeriggio con la barca a me ha detto ieri pomeriggio, quindi sono qua solo soletto, e domani mattina vado a prendere Clara. suonano al campanello... apro, e mi ritrovo una bella ragazza, occhialoni giganti che le coprono tutto il viso, un cappellone di paglia enorme, shorts e camicetta a scacchi rossi e blu legata sul vitino, flip flop ai piedi. lei gira sui suoi piedi, è sinuosa come un cobra, mi si avvicina, mi aggancia il collo e mi comincia a baciare l'orecchio, mi lecca, poi mi spinge contro il muro....mi morde un labbro. è aggressiva. prende una mia mano e se la mette su una tetta, poi mi guida l'altra mano sul suo sedere...massaggiandolo io sono eccitato. difficile non esserlo. no anzi impossibile. l'uomo in certe occasioni gli si attiva la fisicità, e gli si disattiva il cervello... mi sfila la maglia, mi tira giù i pantaloncini del pigiama...sta andando tutto così velocemente. troppo velocemente. comincio a dubitare che mi piaccia...poi comincia a mordermi un capezzolo "frena...cara..." le dico con gentilezza...e la allontano...lei diventa una furia, mi comincia a mollare pugni sul petto, io paro, indietreggio. facciamo un ballo in cui schivo i suoi colpi, ma le mi guida fino sul lettone della camera da letto. Mi molla uno schiaffo e mi centra in faccia. mi brucia. non mi piace. me ne tira un altro con l'altra mano, ma stavolta le afferro il polso, allora lei mi tira a se, mi bacia in bocca, spingendomi la sua lingua contro la mia. poi smette, si allontana quel tanto che baste per tirarmi un pugno in bocca con la mano libera. mi rompe il labbro. d'istinto, le mollo uno sganassone. un gesto iconsulto, irrefrenabile, non è il dolore per il labbro, non è il sangue che mi cola, ma il gesto che ha fatto è stato come premere il grilletto del mio braccio. lei mi prende a parolacce con le ciocche di capelli spettinati, e riprende a darmi pugni. mi rendo conto che sto giocando al suo gioco, le mie reazioni le scatena tutte lei. quandovuole lei, come vuole lei. la spingo giù sul letto, le salgo sopra e con una forza bruta, con cattiveria e violenza la prendo mentre lei si inarca gemendo come una pazza. ripreme il grilletto...mi va il sangue al cervello... stavolta le allargo le chiappe con le mani, e le infilo senza indugi la mia punta dentro. comincio a spingere forte e la faccio sbattere contro la testiera del letto, non sto godendo...sembro un toro in gabbia in una stanza del macello...spingo con tutta la forza che ho, colpi sempre più forti...finchè non mi accascio esausto... lei mi si avvicina, è tutta sudata, sorridente...mi mette la sua testa sul mio petto con delicatezza mentre riprendo fiato... "lo sai...che non ti troverò più vero?" la guardo..."in che senso?" io non ci capisco più nulla.
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Post n°198 pubblicato il 16 Agosto 2011 da KA_again_PUT
il panorama cambia rapidamente con l'approssimarsi di ferragosto, spartiacque vacanziero che praticamente divide il nulla dal tutto. chi fa vacanza prima, o molto dopo...naviga nel nulla, non conta...chi invece sta a cavallo di ferragosto, si gode i prezzi triplicati, il mare più sporco, le file nei ristoranti, e le discoteche zeppe a zoo. abbandoniamo il visus delle famigliole, arrivano torbe di ragazzetti... le ragazzine rampanti...sono pericolosissime...a 13 anni cominciano a strusciarsi sugli scogli in scatti degni di tinto brass, già me li immagino pubblicati su facebook, su badoo, su chatta... abbiamo perso il senso della misura. ragazze, donne, un pò più grandi con degli atteggiamenti di evidente provacazione, ai quali i giovanotti di sana e robusta costituzione dovrebbero rispondere a ceffoni di testosterone gente in strada con auto troppo potenti per i loro piedi molli, e velocità troppo elevate per le curvette della sardegna....e zacchete finiscono nel fosso... e poi i vari nomi delle discoteche della costa che si rincorrono sulla spiaggia, con el ragazze immagine che puntano i ragazzi con i loro sconti tabata, ritual, phi beach, e la discoteca di poltu quatu che non pronuncerò, perchè quando è troppo è troppo. siamo in un cazzo di immenso casino, e io partecipo da spettatore come il primo giorno...godendomi il mare, gli abissi, il vento, e i fari dai quali penso....e volo con la fantasia! |
Post n°197 pubblicato il 29 Luglio 2011 da KA_again_PUT
sono in ferie, relax, riposo, dolce far nulla, la pace dei sensi nella beatitudine di un' amena e tranquilla località turistica in cui ritemprarsi l'animo delle fatiche passate, sguardo che si perde nelle variegate toanlità del blu marino, frammisto ad un cielo azzurro in cui si spaccano bianche nuvolette che allietano la vista mmmh...non proprio. a pranzo, ho dovuto accendere il pc per gestire un'emergenza di lavoro, e poi sia mattina che pomeriggio ho nuotato fino a schiantarmi... ho contato 1078 metri (thank's to google maps)...di cui un paio di cento, fuori della baia col maestrale che mi si infilava nel naso, nelle orecchie, nella bocca, negli occhi con schiaffoni al sapore di sale... morale... altro che relacchez....sono le dieci e mezza, e sto per andare a letto come le galline... in compenso dal bagnoasciuga sono uscito come nettuno, con petto, spalle e biceps gonfi come palle da bowling... a proposito di galline, udite udite...la spiaggia ne è ovviamente piena zeppa, di tutti i generi, di tutti i tipi: trentenni col fidanzato distratto, diciottenni con mamma e papà a cui volgiono fare uno scherzetto, quarantenni in tiro che guardano i pischelli, tate in straforma col perizoma e le chiappe di ferro, vecchie galline rifatte e pronte a fare le paradisee sfruttando la potenza del loro copioso denaro...e il vostro tacchino di fiducia che fa? si veste di seta ed organza, con barba rasata come una lastra di vetro, abbronzatura e occhio verde laser per colpire e affondare nella battaglia navale del flirt estivo??? va in giro a galleggiare (nel senso di fare il gallo) mentre galleggia (nel senso di fa il morto a galla), allagando le orecchie con le sue fluenti parole tra i flutti delle adoranti platee del suo pubblico femminile flirtando e provandoci con tutte le donne abili ed arruolate allo scopo da 14 anni a 144 anni???? no. ebbene...ho la crisi dello scrittore, nel senso che non mi piglia di pigliare le donne... in quanto a scrivere...scriverei...o come scriverei... come dite? non sono ancora pronto??? e da ferragosto in poi, sarò il number one tacchinatore di roma...andrò in giro, a cercar un bella paperella... per ora qui, straccioneggio come un selvaggio dannato...dallo sguardo sbieco (per via della rosolatura al sole, ma questo "loro" non lo sanno...) e...nonostante...io ci metta tutto l'impegno per invisibilizzarmi...accadono delle cose strane: mi fissano!!! mi cioccano... mi guardano.... sarà dura resistere immoto, nella mia dolce calma piatta!!!!! |
Post n°196 pubblicato il 05 Luglio 2011 da KA_again_PUT
Roma, in agosto è un luogo anomalo. Il centro pullula di turisti che vivono la città in modo strano, fanno strane cose, si bagnano i piedi enlle fontane, si beano delle fontanelle, assaporano il gelato ad ogni gelataio o stanno seduti nelle piazze a sorseggiare un cappuccino negli orari più impensabili... tutto intorno, è il deserto. i quartieri più ricchi sono desolatamente vuoti, i bar chiusi, i ristoranti chiusi, tutti approfittano per i refittings...se vuoi bere una coca ti attacchi, fortuna che ci sono le fontanelle...e l'acqua sgorga fredda senza andare in ferie... in realtà queste ssno solo le mie esperienze, visto che sono appena arrivato all'aereoporto, e l'aereoporto è uno di queli luoghi che muta meno nell'arco dell'anno...a parte il fatto che oggi vomita fuori montagne di romani abbronzati, arrostiti abbrustoliti...le donne con delle ostinate treccine caribiche, sombreri in testa, infradito ai piedi...voglia di mostrarsi agli altri chissà, forse faccio anche io questo effetto un pò scemo aqgli occhi deglia altri. sono indeciso se andare dritto al ministero, o passare per casa che tutto sommato è di strada. in realtà ho scoperto che questo mestiere non fa per me, e in più non sto rispondendo alle email...ma mai come in questi giorni stanno chiedendo le mie consulenze... ad un paio ho sparato alto. ad una società tedesca ho chiesto 450 euro a sopralluogo...mi hanno risposto che va bene, se comincio i primi di settembre. un'altra società mi ha offerto un part-time da 1500 euro, più benefit e premi... com'è strana la vita, quando io ho cercato il lavoro...lui si è negato...e invece ora... ...senza contare che ho preso un colpo di fucile... passo per casa, al mio ingresso il solito effetto strano del rientro. casa sembra più piccola, poi più grande, mi si dimensiona intorno allargandosi e stringendosi, fino a calzarmi. e scopro di non aver più mutande, la governante...pensando giustamente che le mie fossero troppo vecchie deve averle buttate... e così sono a secco...devo andare al centro commerciale...a ricomprarmele. mi metto un costume, e vado al ministero. fa calduccio con il costume... mi presento all'ingresso, un carabiniere mi indica la strada. la porta carraia ha dei vetri blindati, è spessa. Minacciosa e molto spessa. penso che reggerebbe l'urto di un razzo, peccato che non funziona. il motore è arrugginito. salgo lo scalone, il soffitto a volta affrescato il palazzo è d'epoca...ha un cortile interno che affaccia su un giardino storico. meraviglioso quanto assurdo che il ministero della difesa abbia una location così altisonante, con alte palme e cactus esotici. la ghiaia nel cortile bianchissima. negli uffici c'è un capitano in divisa, e un maggiore in borghese...mi chiedono di rilasciare un rapporto, e così mi metto a scrivere su un computer che mi mettono a disposizione in una stanzetta loro avevano due bei pc nuovi, e uno studio con scrivanie di pregio. a me hanno dato un vecchio cimelio, e le poltroncine sono di tre colori diversi. per carità...stesso colore ad essere precisi, ma tre tonalità e tre modelli diversi. mi colpisce anche la lampada al soffitto, potrebbe essere un bellissimo pezzo liberty. o una patacca clamorosa. nessuno credo lo sapr mai, c'è puzza di sigaretta e fumo stantio. scrivo, scrivo, ogni tanto entra qualcuno che si presenta...io sono un pò fuori fase, e molto fuori contesto...ho ormai deciso. alla prima occasione buona, do forfait...e mi dimetto. non mi ricord i nomi di quelli che sono venuti, non sono mai stato molto fisionomista. e poi ormai sono sul piede di partenza, anche se sono appena arrivato. il primo è un tipo strano...reparto informatico...ha un maglioncino di lana, anche se fanno trentotto gradi...e una disdicevole quanto ispida barbetta. insomma è brutto. poi mentre vado a cercare un gabinetto incontro quello che chiamano Gulliver...è alto circa due metri, ha una circonferenza del collo che sembra un barile di petrolio...e una pancia rotonda. nonostante sia un ciccione non sembra impacciato, anzi...è tipo i lanciatori del peso...tanta panza, e altrettanta sostanza. il gabinetto, è scassato, la luce entra da una finestrella in alto, che ha due vetri rotti e uno incastrato, e agganciato con del nastro adesivo. E' ovvio che non siamo alla CIA della televisione, esco dal bagno, giro due corridoi entro di volata in quello che sembrava essere il mio ufficio... una donna in divisa, con la coda. alza gli occhi. ha davanti il computer, ma sta facendo non so che lavoro su un faldone con la copertina in cartone rigido rosso con su il timbro segretissimo. è tutto così anacronistico, che sembra una brutta copia della realtà. anche se in tutto quel bruttore risplende lei, o meglio...la sua bellezza. sembra sia stata segregata in questo ufficio da due giorni, ha gli occhi stanchi, i capelli sporchi... mi accenna un sorriso, la guardo... "che fai questa sera?" le dico. le parole mi sono scappate via dai denti, potrebbe essere il mio capo...o che ne so io, ma ormai è fatta...e sorrido... lei mi sorride, prima fa una faccia stizzita poi senza parlare...mi indica la porta io mi avvio verso l'uscita, sono convinto che mi fermerà prima che io esca, sono troppo vanesio per subire una sconfitta, ma supero l'uscio e non vengo richiamato. arriva un sms ... "atterro Olbia, settimana prossima. se puoi passarmi a prendere in aereoporto, manda conferma. baci. baci. baci. Clara" nella stanza che ho appena lasciato sento un colpo enorme, una esplosione. salto dentro, e vedo lei che ha semplicemente tirato un pugno alla scrivania. "mi stai spiando?" mi dice con due occhi aguzzi come pugnali sorride e acciglia un occhio "cow boy...non avere paura...metti la mano giù...." la sfida è più forte di me, metto la mano sotto la ghigliottina...continuerei a sorridere come uno scemo anche se mi infilzasse con uno spillone. la mia mano è aperta, le nocche poggiano sul legno, mi fa scivolare qualcosa nella mano. mi chiude il pugno intorno a questo qualcosa...mi stringe la sua piccola mano intorno alla mio pugno, una stretta calda, prolungata, sensuale...e ripete il gesto della porta...con aria di malcelata soddisfazione. esco e incontro il barbetta..."conosciuto la mantide?" sogghigna viscido...io rispondo con un cenno incomprensibile e proseguo per il corridoio. infilo la mano in tasca e rilascio il prezioso che contiene nella tasca. questo posto è inquietante, quando esco vedo cos'è. |
Post n°195 pubblicato il 29 Giugno 2011 da KA_again_PUT
oggi è il patrono di Roma, il blog chiude per festività per chi mi volesse incontrare, ci vediamo questa sera ai fuochi d'artificio!! sono molto impegnato con il lavoro, ma ho molte avventure da aggiungere al racconto, Clara tornerà, e altre vicissitudini si susseguiranno... chi sa dov'è Eva? ;-) |
Post n°194 pubblicato il 21 Giugno 2011 da KA_again_PUT
Il risveglio è stato più pesante del previsto, sono rimasto concentrato a lungo sdraiato sul letto a non pensare. più mi imponevo di tenere la mente sgombra, e maggiormente i pensieri più svariati mi affollavano la mente. con la testa così piena, vinto dalla stanchezza, dal senso di spossatezza caddi infine addormentato. quando praticavo l'apnea seriamente, riuscivo a rilassarmi spingendo la mente ai bordi del nulla, fermo immobile con la quiete della natura che cullava le mie sensazioni...ma ora era impossibile. al risveglio andava tutto decisamente peggio, cominciai ad accusare i dolori alle braccia, mi vidi una serie di cicatrici e graffi, alcuni sanuinolenti, altri con tracce di sangue rappreso. mi girava la testa, sentivo un risentimento ad un fianco. mi alzai...volevo prendere aria...avrei voluto spiccare via il volo...in mezzo alle nuvole. scesi in salone e trovai mio cugino seduto sulla poltrona, ascoltava musica. classica, non distinisi cosa ma era di certo beethoven. la maestosità e la pienezza delle sue composizioni sono sempre inconfondibili. a vederlo mio cugino sembrava uno di quei giovani snob, rampolli di una rampante famiglia con blasonato parentame...non belli ma fascinosi quel tanto che bata, ricchi di esperienze, di fatti...appena mi vide azionò il lungo telecomando bang & olufsen e azzittì la musica, per poi accendere soffuse luci. mi guardò...con aria piuttosto impassibile, non siamo mai stati tipi da abbracci e smancerie..."cuggì...dobbiamo parlare..." mi disse. lì in una teca c'erano due pistole, due beretta m92f messe ad L contrapposte, su uno sfondo di velluto rosso. un'arma in circolazione da più di trent'anni in uso alle forze armate di mezzo mondo, non bisogna essere degli esperti per capirne l'enorme potenziale. se vedi una ferrari di 30 anni fa, non sai quanto possa andare veloce, ma sai perfettamente che va veloce. ne estrasse una e me la diede "te non ci crederai..." mi fece vedere i movimenti basici, scarrello, caricò dentro e fuori il caricatore. in quel momento pensavo a due cose soltanto. premere il grilletto e vendetta. e se non fossi riuscito a sparare, l'avrei utilizzata come un sasso. mio cugino mi osservava mentre prendevo confidenza con il ferro, circa un chilo...compatta, un oggetto pesante. non sembrerebbe a vederla. continuò "il nome che cerchi..." i miei occhi si alzarono sui suoi. lo stavo fissando. "già ce l'ho...ma se ti serve..." "ti servirà anche un auto. lui è a Szeged..." ero sull'autostrada, e sfogliavo i ricordi mentre guidavo. il percorso completamente libero, e di lato correva parallela la statale che era gremita di gitanti...e congestionata. io filavo a centosessanta chilometri orari, nel silenzio. il limite sarebbe centotrenta, ma questo è il vantaggio delle autostrade private. il nastro di asfalto era pulito e curato, e i pensieri mi riportavano a quando ero piccolo, quando andavo in villeggiatura a Szeged, dove abitava mio zio. il padre di mio cugino, che è sparito quando eravamo piccoli. non pensavo a quello che andavo a fare, o come, o se lo avrei fatto. avevo una busta con tre foto, due indirizzi, pensavo solo che in serata avevo un volo per roma. ho avuto una fortuna sfacciata, sto cretino vive in una cittadina che conosco perfettamente, non ho dovuto neanche impostare il navigatore. tiro su la foto, è lui. sicuro. apro lo sportello, tirando piano la maniglia e lasciandolo aperto. scendo con la pistola in mano. credo di averla caricata, non so neanche se ha la sicura o meno. lo seguo ritmando il mio passo al suo, sono a tre metri di distanza. lo chiamo per nome. si ferma. si gira, mi sorride. sparo. tre volte. colpendolo sempre. mi volto, raggiungo a passo svelto la jeep, parto senza sgommare. imbocco l'autostrada e sono già di ritorno. penso che domani devo sicuramente passare al ministero, dovrò forse fare rapporto su quello che è successo a Kera. non ho neanche letto il manuale delle procedure operative standard. non penso a molto altro. forse qualcosa mi tornerà alla mente più avanti. forse non dormirò più bene, preso a tenaglia dall'angoscia dei ricordi nefasti. ma non credo, non mi sento nè sollevato, nè rattristato. in aereoporto rimorchio tre hostess della malev, sono appena arrivate...sono smontanti e questa sera vanno in discoteca. loro. io invece parto, tutte e tre mi dicono che è un peccato, e che avremmo potuto dormire tutti insieme. esplodo in una risata. queste sono occasioni che non ricapitano nella vita. lo penso, vedendole ancheggiare mentre vanno via, si girano un'ultima volta, mi tirano baci, saluti...e spariscono. mi chiama mio cugino, mi dice che non c'è traccia di Eva. mi arriva un sms da Clara, criptico "mi vieni a prendere aereoporto? mi mette il codice del volo" mando un sms a casa "sono su aereo. ci vediamo a casa. buonanotte" spengo il telefono, e l'aereo parte. |
Post n°193 pubblicato il 16 Giugno 2011 da KA_again_PUT
Mi sveglio stordito, apro gli occhi pesanti e non riconosco la stanza. mi alzo di scatto, pensando di essere stato catturato dagli alieni durante la notte...poi vedo Elsa che dorme. E' l'esatto contrario di quello che si vede nei risvegli hollywoodiani, ha il poco trucco impiastrato sulla faccia, i ricci scomposti che le esplodono dalla testa, dorme in una posa sconcia, il cuscino penzola giù dal letto, le lenzuola sono arruffate e il mio movimento brusco l'ha infastidita. si mette un braccio sugli occhi, e si gira dall'altra parte. avrebbe dovuto darmi un bacio con occhi languidi, e sussurrato qualche parola dolce con le labbra color ciliegia...invece si gira, la spalla emerge bianca come il lenzuolo e alzando il braccio si scopre un fianco. Vedo un lembo di lombo...cicciottella...sorrido...non è la perfezione platinata che si vede nelle riviste la camera è in disordine, penso un attimo, rifletto...non ho il cambio, visto che i vestiti e la sacca sono nell'altro albergo dove ero con la famiglia. no. non potevo portare Elsa là, sarebbe stato strano...e non mi sarebbe piaciuto. Stiro le braccia, me le incrocio dietro la testa. Il sole entra dorato nella stanza con prepotenza, sto scomodissimo, mi si risvegliano anche le sensazione e il vigore fisico e sono senza mutande. Mi avvicino ad Elsa, comincio a baciarle il fianco morbido in silenzio, senza farle solletico, senza darle fastidio. il braccio le copre gli occhi, ma non le labbra. prendo un taxi, vado a recuperare la sacca con le mie cose. devo cancellare Elsa. mi piace, la devo dimenticare. mi fa male anche solo pensarla. qualcuno potrebbe pensare che sia una follia, non voglio neanche contare da quante poche ore la conosco. ma deve andare così. per me è così. rimango in silenzio, per tutto il tragitto indifferente al mondo, chiuso in me. mi annuso le mani, e sento il suo profumo. mi stropiccio gli occhi, passandomi le mani sulla faccia, sento lei su di me. Ed è una sensazione che mi piace. mi arriva un sms "settimana prossima torno in sardegna. te sei ancora là? ti voglio vedere, devo parlarti. fatti vivo. tua Clara." alzo gli occhi al cielo. pigio verde, verde per chiamarla, poi ci ripenso, rosso, rosso per terminare il tentativo di chiamarla. il taxi si ferma a debita distanza dal cancello della villa di mio cugino, una telecamera gira puntando su di noi. l'autista si volta verso di me con aria interrogativa, gli chiedo il conto e scendo. mentre fa manovra lo guardo fissare con curiosità il cancello che si apre. escono subito due "vigilanti", e si apre la vista sul viale con i fiori che porta alla villa, uno dei due prende la mia sacca, mentre cammino leggo di nuovo il messaggio di Clara. opzioni. elimina. poi penserò al da farsi. Mio cugino sta in palestra al piano terra a fare pesi, è tutto sudato. il cuoco gli ha portato frutta e acqua in un vassoio d'argento. i colori sono assortiti con precisione millimetrica, l'uva e il suo verde, le fragole rosse, i frutti di bosco e i mirtilli scuri all'angolo. i lichi, intorno al bicchiere d'acqua all'altro angolo con il suo colore di cristallo, che specchia la varietà della frutta "ohè...cuggì..." si gira...mi fa cenno e continua a pompare "guarda che se continui...fai il botto come un pallone..." urlo "booom!" per sovrastare i red hot chili peppers che sparano con le chitarre dallo stereo, sorrido e mi butto su un divanetto... "eva? ho fame...vado a fare colazione..." "ma a fare...la spesa? o..." lo guardo...perplesso...e anche un pò apatico faccio una doccia lunga, seduto nel piatto doccia con l'acqua che mi colpisce tiepida rimbalzando sulla pelle elastica...ho gli occhi chiusi, la bocca chiusa...il rumore dello scroscio mi delizia...le orecchie che ovattate raccolgono la cascata fluente mi asciugo in fretta, e mi vesto veloce e mezzo bagnato, una donna avrebbe da criticare l'approssimazione con cui mi sono asciugato, cosa che mi fa godere del fatto che posso fare come voglio. e mi piace anche che mi si attaccano i vestiti dove c'è umido sulla mia pelle. scendo le scale in pantaloncini bianchi da barca e una camicia bianca a righine rosse e blu, mi piace molto è una tenuta molto nautica (a parte le scarpe) ha il candore del sole cocente, e il sapore del sale. sarei perfetto su una barca a vela a porto cervo, o portofino! Forse è per il messaggio di Clara che il mio subconscio mi ha spinto in questa direzione, o forse no. farsi troppe domande, fa sempre male. quasi mi scontro con il cuoco che corre verso di me con la radiolina in mano..."c'è una donna al cancello. ha chiesto di te, si chiama Kera...è agitata!" lo scanso con un braccio, e corro giù per il viale a perdi fiato. il giardiniere taglia le rose, mi vede passare rimane con i forbicioni a mezz'aria, e riprende a tagliare. il suo silenzio stride con il baccano della mia corsa. quello fuori ci volta le spalle senza una parola, e rientra. il cancello si richiude, come uno scrigno. Kera è terrorizzata e mi sta fissando. "mi stanno...dando la caccia." abbassa lo sguardo sul suolo, non è bella come sempre, è più magra e ingrigita sembra stia male " sono due giorni che scappo..." e riprende a guardarmi. ha degli occhi enormi, specchiano le sensazioni come due laghi alpini la abbraccio, e la stringo a me. la avvolgo gonfiando i miei bicipiti. la proteggo. un esplosione tremenda, una vampata di calore. cadiamo in ginocchio abbracciati. tento di sostenerla ma non sono più in piedi, e mi accascio. mi butto sotto di lei, tenendo Kera sopra di me. sbatto la testa e svengo. ma mentre svengo so di averla salvata dalla caduta mi riprendo. forse ho chiuso gli occhi per qualche secondo. Kera è sopra di me immobile, la mia camica tutta rossa. colpi a raffica, mentre un auto sgomma via. i vigilanti crivellano il posteriore dell'auto di proiettili, i vetri esplodono, una gomma si accascia. uno spara con la mitraglietta l'altro con la pistola, fino a ricaricarla tre volte...e corre dietro all'auto. la mia testa è poggiata sull'asfalto, sento il brecciolino pungermi una guancia. la mia visuale è tutta storta, sono intontito e stordito. poggio Kera su un fianco, le adagio la testa con delicatezza a terra. i suoi capelli neri setosi e lucidi si spandono sul nero della strada grigio e sporco. mi alzo in ginocchio, mi tocco la pancia con le mani. sono pieno di sangue, ma non ho nulla. ho diversi tagli sulle braccia. graffi. mi avvicino a Kera, è morta. al centro del corpo una pozza marrone e umida. la macchina in fuga si ferma. l'uomo con il fucile scende. getta il fucile e scappa. il vigilante con la pistola continua a correre...non spara più ma continua a correre. quello con la mitraglietta mi si avvicina, mentre si guarda intorno Lacrime gelide scorrono dai miei occhi, me le pulisco impiastrandomi la faccia, il dolce del sange e il salato delle lacrime. sono in ginocchio immobile. esce mio cugino, tutto sudato in canottiera e pantaloncini, prende il comando delle operazioni. parla con la radio. mi prendono e mi portano dentro, escono i range rover. mi metto nella doccia della piscina tutto vestito, cala il buio su di me in un mattino pieno di sole, l'acqua si abbatte colpendomi. |
Post n°192 pubblicato il 05 Giugno 2011 da KA_again_PUT
la tiro su "ma che è sta storia?"...la ricompongo, la mia cinta ---continua--- ed ecco il completamento: "senti bello..." ha degli occhi lucidi come scudi di ferro "io non vengo mai meno alla mia parola!" intanto io mi riallaccio la cintura non la guardo andare via, respiro gonfiando i polmoni lentamente, rimanendo immobile, mi tengo con presa ferma delle mani in equilibrio, sento le ginocchia molli e la pietra sotto i miei piedi sgretolarsi come sabbia fine. passa qualche minuto...ricomincio a pensare... ora devo trovare anche Elsa, non solo Kera. mi voglio scusare con lei...questa sera va sempre peggio, non so di che parla e che fissa si sia presa, poi mi farò spiegare da mio cugino. appena arrivo alla festa, vedo Bianca che sta andando via con un'amica e non con il cugino, vorrei inseguirla, ma non ce la faccio ad aumentare il passo e poi non saprei proprio che dirle. lei non si volta mai indietro, il collo lungo, e il mento fiero. donne...un altro piano fallito di questa notte. il cervello mi comincia a fare le bizze, se fossi il tipo andrei ad ubriacarmi con mio cugino e comitiva...se vado su, ci sarà ancora qualcuna delle bellissime modelle che erano con lui, o forse Olga... il dolore al sedere comincia a sopirsi, posso camminare speditamente...arrivo nei pressi del trono, e vedo uno sconvolgente casino, e le cameriere che puliscono e lustrano. arriva al volo quella che mi ha fatto saltare la fila solo un'oretta fa...e che adesso sembra ieri. è sveglia, e mi incrocia prima che io possa vedere lei.mi dice che sono andati via. tutti via. è dispiaciuta che io sia rimasto solo, e si offre di accompagnarmi quando stacca. fra un'ora. è decisamente una bella ragazza, mi sento un naufrago in mezzo allo sperduto oceano, che non riesce più a galleggiare tanto bene a cui viene tirata una meravigliosa ciambella, verniciata splendidamente a fasce bianche e rosse, e con intorno il cordino galleggiante arancione a disegnare splendidi archett... declino l'offerta, lei è sempre graziosa, mi ringrazia lo stesso... perchè non approfittare? non lo so. ho deciso che vado giù, prendo un taxi e mi vado a buttare a letto, mi addormento e sogno. Kera, forse Olga, non so. sono fuori, nel parcheggio dove ho preso e parcheggiato la moto. uno dei gorilla all'ingresso mi chiama il taxi, e mi confermano un waiting time di dieci minuti... mi faccio un giro nel parcheggio. vedo due che si baciano, sul fianco di una SLK grigio metallizato con la portiera aperta. lui ubriaco ciondola molle, come un lombrico. un momento prima di distogliere lo sguardo, mi accorgo che sta con Elsa. Parto come un treno... lei sente i miei passi vicini, e si gira, mentre il verme non si accorge di nulla. mi giro verso Elsa "che voglio?" indico l'ubriaco molesto "...ti salvo da questa merda..." adesso lei è libera e mi segue per mano. andiamo verso il taxi, e mi prende sottobraccio, si attacca di peso e io la sostengo. rimaniamo in silenzio. la sera volge al termine, o forse all'inizio. non si sa. sono proiettato al futuro, non vedo l'ora di svegliarmi domani mattina. e già sorrido. |
Post n°190 pubblicato il 01 Giugno 2011 da KA_again_PUT
Il mio sguardo è attonito, rimango con la bocca aperta ho subito la sensazione che non la rivedrò mai più, un mix di santarellina...è maliziosa, o forse imprudente, ma rimane in quel mentre arriva Olga, quasi investe con il suo giunonico questa sera sono destinato ad essere tirato, sbatacchiato io sono svagato, la serata ha preso la piega dell'ebbrezza Elsa mi ha afferrato la mano e segue fedele i miei passi arriviamo nella sala principale, ma siamo di nuovo volto dietro un arco, e una scalinata buia, ci porta ad una la tiro su "ma che è sta storia?"...la ricompongo, la mia cinta ---continua--- causa sonno, e donna che mi ha accalappiato...sono costretto
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Post n°189 pubblicato il 31 Maggio 2011 da KA_again_PUT
Prometto, almeno tre capitoli entro breve (di cui uno stasera) oh!! intendiamoci, non è che io sia depresso. ci mancherebbe. me ne frego di tutta questa inconsistenza, irreale e vacua...ma mi rendo conto che stanno tutti diventando dei fantocci, marionette in mano ad un destino prefissato da semplici uomini di nessun valore... Salgo rapido le scale, troppo rapido...sento già una certa dolenzia al posteriore, vorrei massaggiarmi il culone, ma se l'immagine di me con i dolori di natiche è penosa...quella che me lo tocco pure...è blasfema. la musica mi bussa nei polmoni, i bassi pompano onde di ragazzi e ragazze che si muovono come ombre colorate nel buio delle sale. il castello offre mille scorci interessanti, al suo interno anche se tutto aperto si respira un calore umano, che fa da contraltare al fresco boschivo del buio che ho appena lasciato fuori alle mie spalle mi sembra di vedere Lapo, sta con un donnone gigantesco...sarà alta come me, i tacchi fanno miracoli, ha un notevole tricipite...nonchè un culo che rasenta la perfezione, ha la schiena nuda fino giù, e poi giù e ancora iù. vedo e non vedo, loro due sono dietro uno dei veli del corridoio di ingresso, con atmosefera di fiammelle danzanti, e veli leggermente mossi dal vento...all'inizio mi sembrava che fosse con Bianca, anche lei è mastodontica, alta, imponente e meravigliosa...ma questa invece, non so...ho come l'impressione che sia massiccia e potente...nei movimenti in cui Bianca è principesca e soave, lei è greve e violenta. sono due poli opposti, un paragone alla Giano. con la coda dell'occhio vedo Kera. faccio uno scatto subitaneo, e slitto di nuovo con un piede su un medievale scalino liso e liscio come se gli avessero passato la cera. perdo l'equilibrio, e mi ingrazio tutti i santi del paradiso per non battere di nuovo nello stesso punto, non so come con una mano tento di avventosare il muro, con i polpastrelli che grattugiano l'irregolarità della parete...e l'altro braccio rotea alla ricerca del baricentro perduto. il braccio che ancora la parete comunque riesce a frenare la mia cadente discesa verso gli inferi. rimango con le gambe divaricate in una posa sconcia, penso anche di essermi rotto la cucitura dei pantaloni...e di avere il culo di fuori...mi ricompongo e alzo, ritrovando una postura umana. Kera di spalle si perde verso l'immenso atrio dove tutti ballano, come una marea, una moltitudine di stille marine. di lato, sotto un portico mi tira tanto che quasi le finisco addosso "ho bevuto troppo..." mi dice ad un orecchio, e a dire il vero quasi mi bacia l'orecchio "...e ora...me ne vado..." non ci sono mezzi termini. non c'è da interpretare. è un invito. l'effetto che mi fa, è micidiale. un senso di potere assoluto, so che potrei chiederle qualsiasi cosa, ed è una sensazione che dà alla testa, che non fa pensare, inibisce ogni riflessione, blocca ogni ragionamento, tento di stare calmo e non voglio cominciare ad immaginare quello che vorrei farle, chiederle...se la seguissi non riusciremmo neanche ad uscire dal castello salgo su verso il bar,devo pensare ad altro, devo distogliere lo sguardo. c'è un finestrone, prendo fresco...e faccio sbollire tutta la "tensione" accumulata...ci vuole molto zen, per raffreddare il mio incendio...soprattutto pensando al nugolo di donne che mi aspetta nel trono di mio cugino...se vado là ora, la prima che mi si avvicina me la trascino in bagno! e nessuna si tirerebbe indietro, anzi. altra situazione che esula ogni parvenza di normalità. arriva mio cugino "oh!! Ka!!! alla grande..." comincia a fare una serie di smorfie e gesti ereditati dalla terza media, con tanto di assestamento pacco macho...perfetto per il camping, meno...per una serata di gran gala "mi hai tolto dai guai!" mi tira pure lui...oggi vengo tirato a dritta e a manca come un gennaker "nho dovuto accettare la sfida...ma te sai che a guidare..." mi fa il segno della pistola che ondeggia, internazionalmente riconosciuto con il significato di "scarso" da Firenze in giù...e continua "a me bastava partecipare, sai quando ti dicono che sei una sega a guidare, no? e che poi è pure vero...ma addirittura vincere...ah!" alza un pugno al cielo..."ho detto alle ragazze che se vincevi, premio extra per loro...e ti dico...stanno facendo a cazzotti per te..." mi tira una manata alle palle "che jè farai alle donne..." eh no...ora mio cugino si mette pure a parlare da romano coatto...poi prende e come è venuto sparisce, con arte demoniaca, se lasciasse anche il puzzo di zolfo allora sarebbe la reincarnazione perfetta di satana. vado dritto al bar. voglio una birra. gelata. e la voglio pagare. voglio fare la fila. come gli altri. un pò di normalità, in mezzo a questo vippismo sfrontato. Mi avvicino e una cameriera si stacca dal bancone e mi assalta...sbarrandomi la strada della cassa...mi sorride...mio cugino deve aver promesso soldi su soldi a tutti...cedo. impossibile fare diversamente, "una birra!" ad un passo da me, Bianca deve aver sentito la mia voce, si gira, la guardo...lei è in coda"che prendi?" giro un dito in cielo "qui ... tutto sponsorizzato!!" lei mi sorride "una capirinha..." la cameriera fa cenno di aver capito, e parte come un treno... Bianca esce dalla coda, mi si avvicina "allora...mi fai la corte...lo consideriamo il primo appuntamento?" stiamo per fare cin cin, io con la mia bottiglia lei con il bicchiere color verde acido... la riccia scrolla le spalle, alza gli occhi al cielo...è graziosa, carina, fine, senza trucco...allarga le braccia, ed ora si trova al centro della nostra attenzione e senza imbarazzo, con la freschezza dei suoi venticinque anni "...devo fargli un pompino!" |
Post n°188 pubblicato il 12 Aprile 2011 da KA_again_PUT
premessa...perdonate l'assenza, dovete quello che ho scritto oggi al tecnico della tv che mi ha dato appuntamento fino alle 13.00 e si è presentato alle 15.00... se vi piace scriverò ancora...
Mi rialzo senza muovermi troppo, irrigidito dal dolore. vedo nero. sento salire e spandersi la botta che è arrivata fino al collo, alla mascella. so esattamente che mi potrebbe durare un paio di settimane...comincio a camminare e testo i muscoli delle chiappe. sono tutto indolenzito... scendo le scale scaricando il peso sul passamano, cavolo! è dolore crudo. arrivo nei pressi del baldacchino reale dove c'è di nuovo mio cugino, "cuggì ... ti manca la corona d'oro e lo scettro!" mi si avvicina una bionda, sono nello sconforto totale, le chiappe paralizzate, il fiato corto e la posizione scomoda, ad ogni movimento sembra di essere ad una seduta di agopuntura, sembra che mi sia accomodato sulla punta di una lancia...lei sorride...è di una bellezza stratosferica, i suoi lunghi capelli mi vengono addosso...ho un fremito di eccitazione accompagnato da un immediato e rinnovato dolore...sospiro...lei è vicina, troppo vicina, si butta in avanti, ha delle tette di dimensioni modeste, una seconda, ma una forma perfetta...sta facendo di tutto per farmele vedere, ma le riconosco un certo stile nel farlo senza eccessi, ha gli occhi languidi...penso che se non fossi paralizzato le sarei già saltato addosso...là...davanti a tutti... le bacio la bocca, lei è vulcanica, sprizza energia...cominciamo a parlare. è danese, parla un inglese perfetto, viene da un villaggetto dove non c'è nulla da fare, niente da vedere e poco da sapere, fa la modella a tempo perso e mio cugino le ha pagate dumila euro per la serata, in più ci sarà un ricco premio a chi porta via uno dei suoi amici. compreso me. lei mi assicura che si è innamorata a prima vista di me. la serata prende i toni e i colori dell'assurdo, bevo poco e a fatica, lei ordina quello che prendo io, è una perfetta geisha...penso che se mi fossi scolato un litro di birra avrebbe fatto altrettanto...un pò stucchevole tutta questa infinita disponibilità, ma impossibile non approfittarne... inutile filosofeggiare sull'opportunità o meno della cosa... a spezzare l'idillio arriva un ragazzo in tuta da moto, fa un segno a mio cugino. uno dei gorilla gli sta dietro,come un'ombra e pronto a romperlo a metà, mio cugino ferma il gorilla e fa un cenno al ragazzo... In quel frangente arriva Franco, da solo, barcolla vistosamente e atterra su due ragazze. "Ka...te la senti di correre in moto?" c'è poco da scegliere, nel parcheggio c'è solo una honda cb 500 "quella?" ma chi se ne frega...alla fine...o la va o la spacca...non ci sono le premesse per figurare bene..."cuggì con 50 cavalli non è che faccio miracoli..." in compenso è tenuta benissimo, ha lo scarico libero, e i dischi a fiore. arriva il proprietario, un gorilla...ha la stessa mia corporatura e mi cede il casco, uno shark grigio con una rosa rossa sulla nuca, e il giubbotto un dainese nero e grigio. con delle orribili toppe e stemmi sugli avambracci e sulle braccia...mi onora correre con il giubbotto italiano. mi infilo il casco, è perfetto. il giubbotto altrettanto. mi stringo tutti i bottoni, in vita e alle maniche...prendo le chiavi , salgo, e nel momento che poggio il mio culone sulla sella sento una scossa elettrica...mi manca per un momento il fiato. accendo il motore. se prendo una buca sono fotttuto...mi fa un male cane. buon segno parte al primo colpo, e il minimo è regolare. mio cugino si avvicina..."ci rimetto la faccia se non partecipo, ma non mi frega un cazzo di vincere!" e mi strizza l'occhio..."ah! Jonas...il proprietario...dice che di cavalli ne aveva cinquantasei ... prima delle modifiche..." mi fa pollice su...lo guardo dal casco "cuggì...ma vaffanculo...sempre cinquanta cavalli sono...vedrai se mi arriva un pirla con un ninja" arriva Franco...si attacca a mio cugino, ha una gamba storta "dammi le chiavi che te sei una mezza sega...con la moto, e quello arriverà con un hayabù...hayabù" e ridacchia, KarinJensen mi tira un bacio con la mano dalle dita infinitamente lunghe e lo smalto perfetto e li lascio partendo per un giro... la sfida è a mezzanotte in punto. mi hanno spiegato dov'è il semaforo. si corre giù sul ponte, curvone, lungo il danubio poi svolta a ponte catena, giù nell'altro verso, vince chi passa per primo la rotonda... la moto è in perfette condizioni, la serata fresca...tiro le marce e lascio il gas di botto, non si scompone. poi piego...scendo giù violento, e morbido, fino a far scodare dietro...non c'è che dire...la moto è onesta, solida, e molto prevedibile...va che è un piacere...tiro la marce, ma non c'è niente da fare, fuori giri è inutile insistere...poi piego sentendo la ruota anteriore...sto molto attento...se perdo aderenza davanti, mi ritrovo a guardare le stelle prima della gara. l'anteriore è una ruotina piccola, ma si usa tutta. non ho orologio, sul display verde di una farmacia leggo 23.52...torno verso il semaforo, non voglio arrivare tardi...lungo il tragitto faccio due inchiodate per vedere fino a che punto posso staccare e i freni modificati sono stupefacenti, frenano forte, e in modo ben controllato...peccato che le gomme siano così piccole... mi mancano trecento metri alla partenza ed è rosso, da dietro sento arrivare una moto. dal rombo capisco subito che è seicento o novecento, ha la marmitta, e se è il mio rivale sono fregato. sgasa, lo scarico gli scoppietta allegro, sgasa troppo per i miei gusti, con la coda dell'occhio vedo la moto...è una hornet, il tipo e riccio con i capelli lunghi, e il culo appizzato...essere battuto da un gay metallaro. che tristezza. ad occhio e croce ha circa cento cavalli, e soprattutto lui è in sella alla sua moto...chiodo di pelle nera, jeans e nike ai piedi. parte forte, io invece lento, e mi butto dietro...guida bene, piega bene...è leggero non sarà facile, non è molto alto, peserà sessanta chili...ho tutto contro...speriamo almeno che abbia bevuto parecchio! ora sento un pò di pressione. non vedo spegnere il giallo, ma mollo e parto...non prendo folle, non ho visto il verde, ma ho preso la partenza al nanosecondo, cambio tra prima e seconda in piena coppia, la hornet non è al mio fianco ma sento il rombo, sono partito meglio...il rettilineo è bello lungo, troppo lungo per il mio motore, appena tira la seconda mi passa di sicuro. io tiro tutta la seconda, e la terza prima di sentire il rombo della hornet che arriva...arriva veloce...mi supera sicuro, ma siamo già alla curva, c'è una trabant arancione, la hornet piega interna a sinistra, a me rimane lo spazio tra lui e la trabant ma dovrei levare il gas per spostarmi, oppure mi prendo lo spazio tra la trabant e il marciapiede, sperando che ci sia, e che la strada sia pulita. un curvone tutto esterno, a pieni giri... non ho tempo per pensare a quello che sto facendo che sono già con il ginocchio sinsitro puntato sulla trabant. non ci posso credere non ho rallentato anzi stacco molto dopo la hornet uscendo molto più velocemente dalla curva, riprendo il gas molto prima, sono passato per primo catapultato fuori al massimo delle mie possibilità. poi esce un camion dal mio lato, la hornet è costretta ad inchiodare e io riesco a sfilare dietro continuando a prendere velocità. sull'altro ponte sono ancora primo, continuo a tirare guidando in modo impeccabile, non mi guardo dietro, non guardo gli specchietti, continuo a guardare in avanti lontano, alla prossima curva a gomito, entro forte, freno, sgommo, c'è un tombino, aspetto di scavallarlo prima di aprire nuovamente in pieno, e il ponte me lo faccio tutto in testa, solo che alla fine i cavalli della hornet gridano vendetta e me la portano velocemente sul fianco. lui mi guarda, sa che mi può superare prima dell'ultima curva, o dopo, molla il gas per dare due sgasate è impertinente, lo vedo con la coda dell'occhio, faccio la curva larga e gli presento il conto lasciandogli o la mia coscia destra e il gomito destro o il marciapiede, lui leva il gas in modo repentino sento grattare la strada in modo scomposto, ma per un secondo, poi io sono in piega da manuale, gas pieno e non lo sento nè vedo più. c'è traffico...movimento in strada, tre auto, e un camper in fila, in una frazione di secondo scelgo come e dove passare, e per fortuna, esperienza o per il semplice caso, scelgo sempre bene, il rombo dietro mi segue, alle volte si separa e si allonta, altre si avvicina, ma io sparo la rotonda per primo... ho il fiatone. rido...apro la visiera e prendo la strada del castello...non c'era una folla acclamante alla fine della corsa, ma le stesse due auto e l'uomo con la videocamera. niente bandiera a scacchi... sono al settimo cielo, soddisfatto, beffardo...tolgo le mani dal manubrio, mi aggiusto il giubbotto...e succede l'imprevedibile, un tombino fuori sagoma, un colpo secco al culo... era meglio se mi sparavano in testa... arrivo al castello, non c'è nessuno neanche là, appare Jonas il gorilla, gli rendo chiavi, casco e giubbotto, gli sorrido...e lui che era sempre stato impassibile, impietrito gli brilla un occhio... |
Post n°187 pubblicato il 13 Marzo 2011 da KA_again_PUT
L'auto si arrampica silenziosa, la strada giace tra una fila di alberi allineati e un muro di pietre a secco, i lampioncini diffondono una suggestiva luce oro che staglia delle ombre ocra sulla strada immobile. oltre al mio taxi salgono sulla collina mercedes tirate a lucido con autista e festeggianti in abito chic, e scendono auto vuote e malinconiche, sorrido al pensiero che domani pomeriggio ho il volo per roma. anche se la serata sta per iniziare, mi sento come una di quelle auto che scendono, un pò svuotato. sto bene con gli abiti che mi ha lasciato il cugino ricco, c'erano 4 polo, 5 camice, pantaloni, scarpe...ho scelto una polo malo sottilissima, e una camicia di corneliani, le scarpe mi stanno a pennello. fatico sempre a torvare delle scarpe che mi vadano bene, visto che ho la pianta larga, il piede lungo...eppure queste mi sembrano un calzino...sono gucci. comodissime e molto belle. l'auto si ferma, pago, e vedo che il colpo d'occhio è magnifico. il castello è tutto illuminato da neon invisibili che spandono luce colorata di grande effetto. le finestre sono tutte rosse, gli arbusti e il boschetto tutto illuminato di luce verde soffusa....e il tetto di tegole è ammantato con il giallo...all'ingresso, dei lampioncini di carta bianca indicano il passo, all'interno hanno una fiammella che rende più vivo il percorso...subito prima di me entrano un uomo anziano vestito con grande eleganza, accompagnato da una fanciulla giovane e bella... siamo in portico rialzato, allestito con sfarzo notevole, ci sono tavolini ricolmi di frutta e puff, al centro delle due ali, vi è un'edicola imoponente. Da non credere. mio cugino è seduto al centro di questo trionfante spazio, di velluto e raso. lo guardo bene, è vestito in modo molto elegante...tranne che per le scarpe di vernice bianca, lo guardo "hey! ci vogliono gli occhiali da sole ... per guardarti i piedi!" lui alza un piede e lo rotea con aria soddisfatta"...non male vero?" sul tavolo ci sono 4 secchielli, per dimensioni direi secchi e a colpo d'occhio riconosco le etichette delle prime due magnum un moet chandon matusalem in chiaro, quella inconfondibile di clicquot, quella scura di krugg, quella a distintivo da sceriffo di dom perignon...mi manca il mumm e la sua "fascia rossa" e il crystal...forse non sono più di moda...nel piccolo haremo di mio cugino a parte lui ci sono una decina di donne bellissime. anche se chi ha fatto il casting ha tentato disperatamente la varietà, di colori e forme, in realtà il colpo d'occhio è positivo per la grande bellezza...ma anche un pò piatto...vestite e parruccate ad hoc, peccano un pò di personalità...dall'altro lato, c'è la coppia di buffoni che ha dato la festa. li guardo a distanza, dispensano baci e fanno gli onori di casa, ogni tanto ci salutano con un cenno. Mio cugino si scusa e si assenta, e io mi faccio un giro, le ragazze sgambettano per accompagnarmi, ma a me va di andare da solo... scendo giù, un altro uomo in nero divide il piano superiore da quello inferiore, costituisce una invisibile ma palpabile barriera di potere, giù mi piace molto di più c'è gente più vera, ci sono ragazzi giovani, e il primo performer, è un anziano signore a me sconosciuto che canta con una voce penetrante soul, che raccoglie tutte le persone intorno come l'aroma di un buon liquore... mi poggio ad una colonna, mi guardo intorno, adoro osservare le masse mobili di persone, ebbene cerco anche di individuare qualche faccia conosciuta, magari trovo i lunghi capelli di seta nera di Kera nella folla. Vedo molti volti noti dello spettacolo, qualche faccia che non riesco ad associare ad un nome, un cantante famoso fatto come una zucca...due giovani rampolli della politica italiana che stanno ad un tavolo, a fare casino...un paio di reali...la pr merita i soldi che ha preso, non manca nessuno. per un momento incrocio con la coda dell'occhio Bianca, e Lapo, poi spariscono anche se lei svetta in altezza invece mentre scandaglio in tutte le direzioni, vedo la barba perfettamente setosa di Franco che procede basso del suo metro e ottantacinque in mezzo ad Anita che lo tiene stretto sotto braccio, ed Olga che è al suo fianco. Vado incontro al trio, loro di bianco e nero hanno il grande contrasto, pelle bianchissima e capelli biondo cenere per le donne, capoccia riccia, e barba riccia nera per il Franco abbronzato come un pescatore di Pantelleria... Olga mi sorride, mi dice di essere contenta di avermi incontrato ancora, io sono parecchio in dubbio se passare la sera con lei, o no. Lei mi guarda e dipana ogni ombra di incertezza, mi dice che sta arrivando un suo amico...li accompagno di sopra, e li porto nel quadrato d'oro di mio cugino, in quello spazio regale le due russe fanno sparire le altre ragazze che lasciano loro spazio...poi mi allontano, vado verso il bagno, e in cima alla scala vedo lei, giunonica piazzata in mezzo ha un abitino corto, io ormai sono a mezza scala e in due non si passa. lei è piantata in pizzo all'ultimo scalino, gli scalini sono altissimi, è un castello medievale, una penitenza per i tacchi alti. le mie suole per fortuna sono metà cuoio e metà gomma, quindi riesco a non scivolare troppo... "ti sto sul cazzo?" parla guardandomi dritto negli occhi, io sto guardando la scala per non finire giù rotoloni, ma la sua voce squillante attira la mia attenzione costringendomi ad alzare la testa. sono molto più in basso di lei "che fate?" una voce da dietro mi attanaglia il braccio con cui tengo la mano di Bianca "bella...smamma, se non vuoi che ti spacco la testa con un tacco..." Eva alza un piede e mostra a Bianca il tacco a spillo. Eva è molto palestrata ed in forma smagliante, Bianca pensa che è la mia donna, e con doppio imbarazzo sparisce con eleganza impareggiabile. Eva mi guarda "bello stronzo sei..." poi mi tira mi da un bacio in bocca violento, con la lingua ma cortissimo. si gira mi respinge e se ne va lentuamente e flessuosamente. mi lascia con una vampata di eccitazione in corpo, come un fucile carico e con il colpo in canna...mentre è al secondo scalino mi affaccio e le dico "scusa...ma te che hai di bianco?" il suo abito è nero, tempestato di strass...lei senza girarsi...mi risponde "prova ad indovinare..." e sparisce ticchettando sui suoi tacchi. vado al gabinetto. la serata è ricca di aspettative. esco rapido scendo le scale, la gomma delle mie suole non frena il mio impeto, e il cuoio respinge i miei passi... cado e batto il culo... |
Post n°186 pubblicato il 10 Marzo 2011 da KA_again_PUT
Bussano alla porta, sono in canotta e pantaloncini...temo possa essere Eva. Se entra ora, la butto sul letto e faccio una di quelle cazzate che te li ricordi a lungo...non rispondo di me...ho voglia di scaricarmi, e Eva con tutta la sua carica che si porta è una bomba atomica su due lunghissime gambe non so se aprire...inutile chiedere chi è, se è Eva devo aprire mi viene in mente Kera, che non ho più visto, e soprattutto vorrei rivedere, pensando a lei automaticamente giro la chiave nella toppa, e abbasso la maniglia...so che non è lei, non potrebbe esserlo, ma il mio cervello dice che ci vedremo ancora, il mio sesto senso la vuole con tutte le sue forze mio cugino mi sorride a venti denti...del colore delle zanne d'avorio, anche la pelle è lattea, abbiamo preso precchio sole ma lui è rimasto chiaro, gli si sono schiariti anche i capelli di un biondo strano, giallino... "andiamo cuggì!" mi guarda, e piega la testa da un lato in un eloquente cenno...poi aggiunge "....vieni vestito così..." mette la bocca a punto, si gratta il barbozzo senza barba " pari un pusher di Los Angeles...sai uno...di quei negri bang bang wuozz ap!" poi scrolla le spalle io mi guardo, poi getto un occhio allo specchio, la canotta non riesce a contenere la spalla, è bianca a contrastro sparato sul braccio abbronzato, io al contrario di lui sono brunito, capelli arruffati e occhi splendenti, rispondo " macchè...mi vesto..." stavolta guida mio cugino, lo fisso " e la patente?" anche perchè ci sta andando pensante con il gas, altro che ritiro della patente se ci fermano finiamo dentro. ride "tutto a posto", fa il segno con pollice e indice a cerchietto "occhei! stasera viene sia il giudice che deve esaminare la mia pratica che il capo della polizia..." ha la faccia soddisfatta "alla festa li faccio divertire sicuro, vedrai che saranno indulgenti...molto indulgenti..." parliamo del più e del meno, di auto, di moto, dei problemi dell'Italia ... dò un'occhiata alle nostre spalle e vedo che non abbiamo uno dei range rover che con i vetri scuri e pieni di pallottole sono sempre pronti a cavarci di impaccio, eppure non avverto alcun senso di pericolo mi arriva un sms sul cellulare "mi manchi..." mi fa subito piacere, solo che non ho il numero registrato in rubrica, mi scervello nel tentativo di ricordare a chi potrebbe appartenere, ma è un tipo di abilità che non mi appartiene...ho una memoria che funziona per argomenti totalmente diversi... mio cugino mi indica un muro di cinta di mattoni rossi, la struttura è immensa, e sventolano due bandiere. ha dei campi sportivi intorno, ed è adagiata contro una magnifica collina verde semraldo subito fuori la città. parcheggiamo poco distante, il cancello è chiuso..."facciamo il salto della rete?" scoppia a ridere...da ragazzi eravamo dei novelli esperti del parkour, saltavamo aggrappandoci con le mani, scalando con i piedi, e tirando la rete con le mani la rete diventava una scala, arrivati in cima una capriola e i piedi erano già dall'altra parte. in cima c'erano tre linee di filo spinato, io arrivai con un polso graffiato, mio cugino con uno strappo sulla camicia di gucci. ci guardammo come due cretini, eppure dopo dopo dieci secondi ci ritrovammo all'interno del recinto. cominciammo a correre con passo felpato verso l'ingresso di quello che sembrava essere il corpo principale, quando io sentii dei passi pesanti dietro di noi, mi girai di scatto e vidi mio cugino che si era voltato anche lui. effettivamente eravamo inseguiti, da un uomo barbuto con passo pesante, e fiato grosso... si avvicinò rapidamente, si fermò davanti a noi piegato in due con le mani sulle cosce, l'esclamazione mia e su fu "Franco!"...poi io aggiunsi..."che ci fai qui?" "ho visto che voi giocavate all'uomo ragno" Franco si passò una mano sul ventre morbido come la sua barba "poi ho visto che c'era una porticina aperta nella rete...e vi ho seguito" mio cugino guardò la camicia strappata "fanculo!"...poi riprese ad avanzare "andiamo su...non fate casino..." entrammo, i corridoi erano semi deserti, gli ambienti semplici ma ampi e generosi "Ka, tu le porte a sinistra io quelle di destra" indicò con il dito, il corridoio era simmetrico con un gesto del braccio lo spacco a metà, una parte a me una a lui..."Franco te vai a vedere dietro l'angolo..." aprii la prima porta, c'era un'anziana impiegata che mi guardò con aria interrogativa, aveva un vestito marrone e camicetta azzurra, ovviamente degli occhiali da talpa libraia, io sorrisi...e feci gli occhi dolci....richiusi la porta con gentilezza e aprii quella successiva, una sala vuota con un tavolo al centro. poi quella dopo, ogni volta che entravo e uscivo controllavo mio cugino dall'altro lato, anche lui proseguiva quindi l'esito era negativo...arrivammo fino in fondo al corridoio ma del maestro non vi era traccia lui mi guardò con aria interrogativa "ma Franco? dov'è?" aprimmo l'ultima porta e vedemmo Franco, che stava martellando con il pugno chiuso il cattivo maestro, dava un pugno poi tirava su la mano, e un altro...a tempo, uno dietro l'altro sempre con lo stesso ritmo, e quello accusava ogni colpo, e lui senza battere ciglio alzava di nuovo il pugno, e ancora lo abbatteva sulla sua faccia...si fermò con il pugno a mezz'aria, e si girò a guardarci "che c'è?"chiese...poi si rimise a guardare il maestro, e riprese a colpirlo con la stessa cadenza da macchina...non rallentava....io e mio cugino scoppiammo a ridere. quello era tutto pesto, e Franco avrebbe continuato imperterrito se non lo avessimo chiamato...mio cugino avrebbe voluto aggiungere una frase ad effetto, per spaventare a morte il cattivo maestro, ma quello quando ci vide si rese conto che la sua grama situazione si stav velocemente moltiplicando per tre... mio cuginoo gli disse che se non fosse sparito velocemente, sarebbe tornato... Franco si alzò di scatto, la morsa con la quale lo teneva per il bavero si allentò e quello si affloscio al pavimento "andiamo, che stasera c'è da divertirsi..." e così uscimmo questa volta evitando acrobazie, che ci avrebbero procurato altri strappi e lividi e ci facemmo guidare da Franco verso la porta nella rete. |
Post n°185 pubblicato il 28 Febbraio 2011 da KA_again_PUT
Sento bussare alla porta, mi tiro su a razzo. Devo essermi riaddormentato, cosa che mi capita molto raramente. Penso subito a Kera, forse è tornata, anche se in realtà sono consapevole che non la rivedrò mai più, del resto certe cose vanno così e non ci si può far nulla. Non ho neanche il rimpianto, so che la vita scorre. e amen. arrivo alla porta, senza far rumore e mi rendo conto ancora una volta che sono senza pistola. mi metto nel bagno, e chiedo "chi è?" do un'occhiata intorno per vedere se riesco a procurarmi qualcosa per difendermi mio cugino si gira verso di me...mi guarda..."certo che te c'hai proprio la faccia da checca!!" poi va al mini bar, si scola un bottiglino e si sganascia dalle risate... nel parchegglio ci sono due range rover, sul primo saliamo noi, e l'altro ci segue... "Eva?" chiedo... "ma stasera...sarà mica la festa che mi dicevi" aggiugo io con fare interrogativo mio cugino sta diventando parecchio accorto, e non mi dispiace. anche i ragazzi sono vestiti elegantemente, e i range rover neri hanno il loro fascino. entriamo in villa, scendiamo dai mezzi "alle sette pronti, che alle otto comincia la prima performance" dice mio cugino enfatizzando la parola performance, e sbiascicando la parola straniera a perfezione, sale i due scalini che danno sulla vetrata d'ingresso poi si gira di scatto "ti ricordi...quella faccenda che ti avevo detto di mia nipote??"
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Post n°184 pubblicato il 26 Febbraio 2011 da KA_again_PUT
come promesso, ecco una nuova puntata. spero vi piaccia, o quanto meno risponda alle vostre aspettative. la storia ha ancora mille risvolti... spero anche di aggiungere un paio di altre puntate tra oggi e domani... Mi faccio la doccia, il bagno ha una bella vasca sontuosa ma con materiali scarsissimi, o meglio l'impressione che si ha è buona ma un occhio attento nota tutte le piccole discrepanze tra l'apparire e l'essere...il grande cristallo che mi separa dal resto del bagno è fissato in modo approssimativo. mi vesto con i panni della domenica, anche se il mio bagaglio è ridotto all'osso un'occhiata fugace allo specchio mi fa scappare un sorriso. sono abbronzato, i miei occhi verdi con il sole diventano luminosi, l'attività marina mi smaltisce la ciccia e saltano fuori i muscoli che stanno sotto...certo d'estate rendo molto di più, la polo bianca e blu a righe mi fa scoppiare il giro bicipite. do un'occhiata alla stanza, prendo il portafogli apro la porta, me la chiudo alle spalle controllando che sia ben chiusa, prendo il corridoio a destra e vedo scorrere i numeri dispari sulle porte, sono metallici e con un bel carattere corsivo la terza porta si apre d'improvviso una mano snella mi afferra e mi tira dentro, vengo preso completamente alla sprovvista e non oppongo alcuna resistenza Lei richiude la porta alle sue spalle e mi spinge contro la porta, è una donna di circa trent'anni con i capelli corti a caschetto asimmetrico con una lunga frangia, le labbra sottili e il naso dritto e affilato, ha degli occhi espressivi ed è vestita con un abitino nero. "cambiano i programmi" mi dice, in un italiano con un accento un pò strano "devi tornare a Roma al ministero" mi da una busta gialla sigillata, e con due timbri "aprila. Kera è sparita dalla circolazione, ci hanno dato indicazione di ritirarci". le donne hanno su di me un potere terribile, alle volte mi sento una marionetta, anche se potrebbe sembrare che io sia il burattinaio il corridio scorre veloce sotto i miei piedi, in pochi passi sono nella hall...kera è sparita....potrebbe essere morta, mi sono preso una mezza botta per lei...è proprio vero che l'estate favorisce l'ardore fiammeggiante della passione.... giù c'è mio cugino, con le donne, e i bambini. Eva non perde occasione di accavallare le gambe e farsi arrivare la gonna così in alto che non serve immaginazione per intuire di che colore ha la lingerie... vado da mio cugino a dirgli che devo rientrare a roma subito, mia moglie mi anticipa, mi viene incontro "non sai che casino, hai presente la mia capa?" certe volte mi fa delle domande retoriche che mi mettono in difficoltà, che dovrei rispondere che non ce l'ho presente visto che la conosco benissimo? "ha fatto l'incidente. ha distrutto la bentley ed è all'ospedale..." e io di rimando "e Luigi? il fidanzato???" lei scuote la testa "è alle Maldive con la moglie, la ex moglie, e i figli...non si può muovere....sai com'è..." e che palle penso...questa donna guadagna 500 cocuzze all'anno e non ha uno straccio di supporto, una famiglia...la domestica è in ferie nelle filippine..."e quell'altro...l'amante?"la incalzo, lei neanche mi risponde, e scrolla le spalle "lo sai che quello è uno..." abbassa la voce per non farsi sentire dai bambini "...stronzo!" poi aggiunge "parto alle cinque, porto giù i bambini, che vanno da mia madre al mare...te che fai?" non so come mi esce una bugia perfetta "ma come ho il biglietto per domani!" non è vero... Lei mi butta le braccia al collo, sono un vero genio del male, in quel momento vedo la venezuelana che passa o forse non è lei, non mi posso sporgere oltre la colonna...è sparita, la porta a vetri si apre lei è fuori, si gira un attimo. è lei.
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