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Un blog creato da SweetEtenderHooligan il 20/02/2008

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Post n°13 pubblicato il 04 Aprile 2008 da SweetEtenderHooligan




Nel santuario il crociato è in ginocchio ai piedi del crocifisso, un grosso Cristo in legno il cui viso è la maschera del dolore. Ai lati, due feritoie lasciano entrare sottili lame luminose, il cui riflesso si diffonde per la navata.
I rintocchi della campanella cadono nel silenzio come lacrime in uno stagno morto.
Ora il crociato è in piedi. Lungo una parete laterale, al di là di una pesante grata di ferro, si intravede la figura incappucciata di un religioso. Il crociato lo ha scorto, gli si avvicina.
- Vorrei confessarmi ma non ne sono capace, perché il mio cuore è vuoto. Ed è vuoto come uno specchio che sono costretto a fissare. Mi ci vedo riflesso e trovo soltanto disgusto e paura. Vi leggo indifferenza verso il prossimo, verso tutti i miei irriconoscibili simili. Vi scorgo immagini di incubo, nate dai miei sogni e dalle mie fantasie.-
- Non credi che sarebbe meglio morire?-
- E' vero.-
- Perché non smetti di lottare?-
- E' l'ignoto che mi atterrisce.-
- Il terrore è figlio del buio.-
- Che sia impossibile sapere?-
L'ombra della grata che si staglia netta sul muro evoca l'immagine di una prigione. Il cavaliere è chiuso nella prigione. Dall'altra parte, il religioso. No, non è un religioso. Ora lo si vede in viso. Dall'altra parte della grata, fuori della prigione, c'è la Morte.
Gli occhi del crociato cercano quelli del Cristo in legno, immutabilmente fissi.
- Ma perché... perché non è possibile cogliere Dio coi propri sensi? Per quale ragione si nasconde fra mille e mille promesse e preghiere sussurrate, incomprensibili miracoli. Perché io dovrei avere fede nella fede degli altri? Che cosa sarà di coloro i quali non sono capaci né vogliono avere fede? Perché non posso uccidere Dio in me stesso? Perché continua a vivere in me, sia pure in modo vergognoso e umiliante, anche se io lo maledico, e voglio strapparlo dal mio cuore? E perché nonostante tutto Egli continua ad essere uno struggente richiamo di cui non riesco a liberarmi? Mi ascolti?-
- Certo.- risponde la Morte. Il cavaliere non l'ha ancora riconosciuta.
- Io vorrei sapere, senza fede, senza ipotesi, voglio la certezza. Voglio che Iddio mi tenda la mano e scopra il suo volto nascosto, e voglio che mi parli.-
- Il suo silenzio non ti parla?-
- Lo chiamo e lo invoco e se Egli non risponde io penso che non esiste.-
- Forse è così, forse non esiste.-
- Ma allora la vita non è che un vuoto senza fine. Nessuno può vivere sapendo di dover morire un giorno come cadendo nel nulla, senza speranza.-
- Molta gente non pensa né alla Morte né alla vanità delle cose.-
- Ma verrà il giorno in cui si troveranno all'estremo limite della vita.-
- Sì, sull'orlo dell'abisso.-
- Lo so. Lo so ciò che dovrebbero fare. Dovrebbero intagliare nella loro paura un'immagine alla quale dare poi il nome di Dio.-
- Sei molto agitato.-
- Stamane è venuta da me la Morte. Abbiamo iniziato una partita a scacchi. Col tempo che guadagnerò sistemerò una faccenda che mi sta a cuore.-
- E di che si tratta?-
- Ho passato la vita a far la guerra, a andare a caccia, ad agitarmi, a parlare senza senno, senza ragione... un vuoto. E lo dico senza amarezza e senza vergognarmene. Perché lo so che la vita della maggior parte della gente è tale. Ma ora voglio utilizzare il respiro che mi sarà concesso per un'azione utile.-
- Per questo hai sfidato a scacchi la morte?-
- Sì. Conosce il gioco molto bene, ma fino a questo momento io non ho perso una pedina.-
- E credi davvero che alla fine riuscirai a batterla?-
- Adopero una tattica che evidentemente essa ignora. Al nostro prossimo incontro porterò un attacco sul fianco.-
- Lo terrò presente.-
La Morte lascia che il cavaliere la veda in viso e la riconosca. La mano del crociato stringe con rabbia il ferro della grata.
- Ti stai beffando di me... ma non mi fai paura! Ne sono certo, troverò il modo di batterti.-
- Ci rivedremo alla locanda e lì continueremo la partita.-
La Morte se ne è andata. Il cavaliere ha fiducia nella propria forza.
- Questa è la mia mano. Posso muoverla e in essa pulsa il mio sangue. Il sole compie ancora il suo alto arco nel cielo e io... io, Antonius Block, gioco a scacchi con la Morte.-

 
 
 
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