Angelo Ribelle

Cristallo


Non chiedete mai perchè scrivo. Il giocare con le parole è qualcosa che non avviene a comando. E' frutto di una misteriosa alchimia, uno strano scontro tra molecole che porta diretto ad un big-bang capace di far nascere un nuovo universo.E' così che nascono i testi, piccoli esseri viventi plasmati con terra ed anima di chi mette la faccia nell'implacabile confronto con sè stesso e col pubblico, anche quando quest'ultimo è solo immaginario. Parole concatenate per gioco, per una guerra, per un ideale, per gli occhi fuggenti di una donna. Già, quegli occhi. Quante parole hanno fatto sgorgare sulla punta dei calamai, delle penne a sfera, delle stilografiche dall'inchiostro blu chiaro.Quanto ticchettìo di tasti hanno scatenato nelle notti fredde del dicembre che sembra non finire mai, negli ardenti pomeriggi di agosto col respiro che si fa affannoso per la ricerca spasmodica di ossigeno nell'aria calda ed umida, nel maggio tiepido delle rose in boccio. Un metronomo dentro la testa a dettare i ritmi di lettere, sillabe, parole, frasi. In lui la furia di una capitano di galea nello spronare i vogatori a spingere sempre di più, sempre più forte.E più le cartelle si fanno piene di parole e più la testa diventa leggera, il fardello che opprime il petto si scioglie e iniziano a spirare i venti ascensionali che portano su, sempre più su.E' come una droga.Come il profumo della moka al mattino, lo spaghetto col pomodorino fresco al quale aggiungere la foglia di basilico giusto un attimo prima di servirlo, il bavero della giacca che una volta tirato su ti protegge dal mondo.Come quegli occhi che ti rubano l'attenzione, distorcendo la tua realtà e convogliandola nello sguardo tanto intenso da capace di crearti un sottile, tagliente, dolcissimo disagio. E allora vorresti annegarci dentro le parole, tante sono quelle che vorresti scaraventare su un foglio, su uno schermo, su un pacchetto di marlboro che aggredisci senza rispetto con una bic da dieci centesimi.Un fiume che si fa improvvisamente in piena ogni qualvolta a monte piove anche un solo sorriso, un accenno, un gesto complice. Puoi anche immaginarlo, essere vittima di un dolce raggiro, poco importa: le acque si fanno grosse mentre aumenta la pressione sui fianchi degli argini, capaci di trattenere a stento, e neppure sempre, tanta meraviglia. Ecco, questo è il motivo perchè non ha senso chiedere perchè scrivo. Avreste mai il coraggio di chiedere ad una donna per quale motivo ha deciso di rubare i vostri pensieri mostrandovi uno scorcio del suo mondo segreto? Buona fortuna. La città silenziosa pareva cristallizzata nella notte di dicembre.Non un rumore, non un passo ad infrangersi sul selciato steso ai piedi delle chiese dalla facciata romanica. Nell'aria immobile solo il sibilo del neon dei lampioni, custodi unici di strade deserte.E' in questo mondo che i due cuori battono, mentre i diaframmi stirano i polmoni trattenendo il respiro e lasciando intossicare il sangue di anidride carbonica, ma poco importa: il gioco degli amanti è una corsa su una corda sospesa sopra un mare di veleno dolcissimo.Non un gesto ad infrangere il silenzio, non una parola che non sia indispensabile: nessuno conosce meglio dei cuori in subbuglio il valore del "necessario".