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Messaggio N° 253
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12-02-2008 |
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Viva è la percezione di quello che sai dare, nascosto nel pensiero di eterno inverno. Ti cerco nei passi che non fan rumore, dentro un cammino senza solitudine. L'identità smarrita a vaghe certezze, del giorno e la notte le stesse sembianze. Una spina nel sole non si vuol mostrare, protetta da una forma che non ha sembianza. Tu, sei meglio di me.
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Messaggio N° 252
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02-02-2008 |
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L'inverno può aspettare prima di scomparire, c'è un angelo sul davanzale e io l'ho visto morire
Non credo a quel che sento frusciare verso il monte, ma quella paura dentro che annienta l'orizzonte
Volando contro il vento perso piango un fiore, tra neve e frumento nel buio d'un clamore
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Messaggio N° 251
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23-01-2008 |
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“Non so perché ho iniziato a scrivere, forse per noia o per colpa di
questo vento strano che entra nei pensieri; era tanto tempo che non lo
facevo, da quando ciò che sento ha una scadenza imposta da altri. Sono
qui seduto sopra questo traghetto e scrivo le mie impressioni, mentre
le ultime persone prendono posto, alcune ragazze si sdraiano in costume
su delle stuoie per prendere il sole, e i giovani marinai si preparano
per salpare. Ho voluto questo viaggio per cercarmi e ritrovarmi là dove
mi sono perso una mattina di settembre. L’isola dista circa tre ore, ma
il tutto è a discrezione del mare che appare tranquillo, quasi
svogliato. Un ragazzo, poco più che maggiorenne, parla in un microfono
descrivendo, per i turisti, i tempi e i pasti del viaggio. Una coppia
di anziani cerca un po’ d’ombra, o un posto dove ripararsi dall’acqua,
e quelle ragazze sdraiate si spalmano bene la crema solare. La gente
presente oggi è davvero multirazziale, ci sono orientali ed europei,
indiani e mussulmani, tutti allegri e spensierati in un bel clima
vacanziero. Il motore della barca comincia ad aumentare i suoi colpi, e
la terraferma distante è sempre più lontana. Viaggio di schiena dove
posso, anche sui treni, lo considero un modo diverso per guardare il
passato, forse perché non ho mai sofferto alcun tipo di viaggio, anzi
lo trovo piacevole, e sono sempre un po’ emozionato. Una famiglia di
francesi consuma l’impossibile, tra bibite, merendine, e sacchetti di
patatine, quelle particolari al gusto di gamberi. La terra ormai si
perde all’orizzonte e anche gli ultimi gabbiani ci devono abbandonare,
una voce dal microfono avverte che a breve, giù nella stiva, verrà
distribuita la colazione, con grande entusiasmo della famiglia
francese. Approfitto di questo momento d’agitazione per mandare un
messaggio a casa, a chi non ha voluto seguirmi e accompagnarmi, poche
parole e un malinconico saluto. La traversata continua serena, quando
un ragazzo australiano chiede notizie della sua tavola da surf, alcuni
giovani orientali continuano a fotografare ogni cosa, anche le
ciambelle salvagente e il capitano al timone, due distinti signori
giocano a dama in disparte, una ragazza mulatta legge assorta, e un
gruppo di italiani fa la solita confusione. Il mare al largo è un po’
più increspato, e la barca pende leggermente di lato, il sole non è più
così caldo, anche se la pelle comincia a bruciare. Una ragazza
americana si siede al mio fianco, dopo avermi chiesto gentilmente se il
posto era libero, ha dei lunghi capelli biondi e un bel viso ricco di
lentiggini, mezzo nascosto da grossi occhiali da sole, che nonostante
questo non riescono a celare la tristezza che l’avvolge, osserva
fissandola la scia della barca, l’impressione è che la sua mente sia
ben lontana da questo mare, questo particolare, a pelle, è quello che
più mi attrae, anche se lei non presta a me molta attenzione. Un’onda
più alta genera qualche urletto giù nella stiva, dove alcuni passeggeri
si sono bagnati, mentre l’uomo francese, per nulla preoccupato, chiede
a uno dell’equipaggio quando verrà servito il pranzo. La barca è in
mare aperto, ancora ben distante dall’isola, ascolto distratto i
discorsi di quel gruppo d’italiani, che,
abbastanza agitati, parlano delle onde sempre più alte, quando la
ragazza americana si alza all’improvviso guardandomi e abbozzandomi un
sorriso, un’onda molto grande fa sobbalzare il traghetto, finire tra le
mie braccia quella ragazza e la mia penna per terra, lei si scusa
imbarazzata e scende giù nella stiva. Questo avvenimento ha fatto un
bel segno di penna sul questo quaderno, che lo rende più bello, perchè
sa di vissuto. L’ondeggiare convinto della barca genera malumori e
alcuni passeggeri soffrono ancor più d’ansia e di nausea. Un attimo
dopo la porta di legno, al centro della barca, si rompe improvvisamente
e l’acqua entra abbondante lavando molte persone, il mio sguardo in
quell’ attimo è rapito dalle pedine della dama
che rotolano indisturbate verso la poppa dello scafo. Siamo nel bel
mezzo del mare aperto in un momento di panico generale e non sono mai
stato così sereno, continuo a scrivere di tutto ciò che accade, leggero
come un soufflè. La barca arriva quasi a spegnere il motore, e ogni
persona dice la propria sul da farsi, un uomo si avvicina e mi chiede
se voglio un giubbetto salvagente, mentre una signora è quasi stizzita
dal fatto che continui a scrivere.
L’equipaggio intanto ha riparato la porta, e con l’andamento lento
della barca è tornata quasi la calma. La famiglia francese si informa
se ci sarà una merenda, mentre il ragazzo australiano si dice entusiasta
da queste onde, e non ne fa mistero, la mia attenzione si sofferma su
quella ragazza mulatta, ha uno sguardo molto serio e gli occhi lucidi,
da subito sono il solo ad accorgermene, poi anche il resto dei
passeggeri. Ora quella ragazza piange decisa, e le lacrime le bagnano
copiose il grazioso viso, uno di quegli uomini che giocavano a dama le
si avvicina chiedendole se non si sente bene, e lei scuote la testa
continuando a piangere. Una signora le dice di non preoccuparsi e di
non avere paura che il peggio è passato, e che a breve vedremo l’isola
all’orizzonte. Quella ragazza, dopo un po’ di silenzio e con le lacrime
ancora negli occhi, disse in un perfetto inglese: Non ho paura, non
piango per questo, piango per voi e per i vostri cari. La gente si
guarda perplessa e alcuni di questi non hanno ben capito, un signore di
colore le si avvicina porgendole un fazzoletto che lei prende per
asciugarsi le lacrime, ci sono molte più persone qua sopra, perché il
mare si sente maggiormente giù nella stiva, anche se ormai i momenti di
terrore sembrano passati. Il microfono avverte che manca circa un’ora
all’arrivo all’isola, mi accorgo in quel momento della ragazza
americana, è in piedi vicino a me, e si è tolta gli occhiali, ha degli
occhi splendidi, azzurri come un lago di montagna, che guardano di lato
all’orizzonte, velati di incredibile malinconia, mi chiedo a cosa pensa
e qual’è il suo…”
Questo scritto è stato ritrovato, praticamente integro, tra i resti
delle macerie del traghetto “Ruami” salpato da Labuhan e diretto
all’isola di Sumbawa, dove una donna saudita di ventiquattro anni,
imbottita di tritolo, si è fatta esplodere provocando la morte di 57
persone e il ferimento di altre 32
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Messaggio N° 250
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11-01-2008 |
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La luna è in collera prigioniera di se stessa testimone mai scomoda di sangue nella nebbia, vicoli di provincia ed echi d'indifferenza teatro d'una scena di futura cronaca, dove speranza è appesa ascoltando quelle grida che disperse tra la folla si spengono all'alba, l'innocenza è spezzata solo perchè indifesa dalla mano che lascia una rosa abbandonata
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Messaggio N° 249
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02-01-2008 |
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(Abele l'ipocrita)
Siamo il motivo della nostra pena. Siamo la parte buona di una persona meschina. Siamo la sola abitudine che evidenzia la regola. L'emblema da sfoggiare per la nuova generazione. Siamo chi conosce la vita il contorno di una cosa vuota. Fingiamo interesse per farci notare e dipendiamo da questa frustrazione. Sveliamo intimità profonde per farci compiacere. Teniamo nascosti invidia e vanto e soffriamo per riempire il tempo. Siamo tardi nei valori professori dei sentimenti. Siamo la maschera di noi stessi sprechiamo parole senza un perchè. Siamo unici e diversi da nessuno e io mi sono ucciso.
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Messaggio N° 248
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17-12-2007 |
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Vero quel sentimento strano che spesso geme dentro, non è dolore nero del fiore solo stelo, dove non basta credo mostrare gioia zero.
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Messaggio N° 247
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07-12-2007 |
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Ora so aspettare un nuovo stupore nelle parole nascoste Le stesse domande che in un altrove non voglio chiedere
Non so spiegare il disperato amore per le semplici cose Quelle che ogni volta nel mio piccolo cuore ho voluto fraintendere
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Messaggio N° 246
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29-11-2007 |
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Ecco son qui senza pretese, per amore o forse errore, con tanta voglia d'esistere Se è giusto o sbagliato non è mio il pensiero, da tale momento ho altro per cui vivere In questo bel posto caldo e sicuro, cresco coi miei sogni, sempre gli stessi, e già so immaginare un lieto avvenire Certo è ancora presto per trovar la via, che avrà speranza quando sarò bambino, ma quel giorno pieno di strani rumori, ho visto la strada dentro ad un tunnel, poi...son ricordo
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Messaggio N° 245
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19-11-2007 |
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Lontano dall'apparenza, e nascosto nella menzogna, cerco di trovare me stesso Nudo al polo nord solo in alto mare con la musica ben in testa Quanto conta un attimo se siamo all'antipasto, e com'è diverso lo stesso dopo il caffè Con quante persone camminando assieme non condividi un destino, che con figure immaginarie vai a braccetto Vivere scollegati dal mondo, con sorrisi verso il cielo, è un lusso troppo modesto Ribellarsi al proprio riflesso è alquanto scomodo, ma fa sentire liberi come i pazzi Lottare e graffiare se serve... il coraggio di sbagliare è l'arrotino delle unghie La fortuna non è nell'avere o nell'essere, nel vedere o nel toccare, ma nel non lasciarsi illudere
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Messaggio N° 244
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10-11-2007 |
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Le calle nel pozzo
Ricordo quell'insolito silenzio, mia nonna seduta e ferma due ferri intrecciati nelle mani Una calda serata estiva, dove finita la cena la luce era subito spenta Non capivo il motivo, perchè quella volta niente partita a briscola Intorno alla tavola, una famiglia riunita con la televisione molto alta La stessa che quella notte, io e mio fratello dalla camera sentivamo fino a tarda ora Piccoli lampi di memoria che ti segnano la vita, quando eri solo un bambino Gli occhi lucidi di nonna che l'indomani disse piano sai, è morto Alfredino
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Messaggio N° 243
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30-10-2007 |
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Indefinibile
Qualcosa che ancor prima di pensarlo trova il sorriso là dove vorresti trovarlo
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Messaggio N° 242
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20-10-2007 |
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L'inverno è giunto a custodire emozioni per tutti i sognatori è ora di aspettare Oltre questa coltre solo freddo intenso dove ogni immagine è una foto scattata Quello che sembra compare anche dopo gelido distrae l'eterno riposo Sono schivi fruscii d'un placido vento unico presente che muta il silenzio Ormai è perduto quel grato abbaglio dentro l'abisso di bianco e buio Il tempo è fermo senza parvenze di solo ghiaccio le valli del niente
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Messaggio N° 241
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13-10-2007 |
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Cosa vedi in questi occhi se mai gli avessi visti? Ciò che sono mi hai donato quel che vuoi l'hai ripreso
Del disprezzo non temere perchè il tempo lo scolora, ma la pena dentro il vuoto che lacrime non sprigiona
Non son più la tua piccina che portavi a cavalcioni, quel ricordo è di un'altra vita dove ancora ti chiamavo papà
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Messaggio N° 240
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04-10-2007 |
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Dal tramonto all'alba
Si spengono i riflettori sull'edizione straordinaria
Le immagini che scorrono da giorni hanno una fine in quella doppia elica
Una traccia rossastra vicino a un muretto, è la chiave che tutti cercano
Quegli uomini bianchi come astronauti sono gli eroi del nuovo millennio
Una macabra caccia al tesoro per scovare l'arma del delitto, sulla giostra di luci e finti clamori
Voci, ipotesi, affermazioni, ruotano attorno a un paese, che della tragedia assume il proprio nome
Due occhi rubati al cielo, e un sorriso che non lascia scampo, rimbalzano nel mondo in ogni angolo
Una ragazza in vita riservata la morte l'ha resa acclamata nell'ultimo respiro una mattina d'estate
L'eco del trillio si insinua nella quiete buongiorno è il centotredici alzate il sipario
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Messaggio N° 239
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26-09-2007 |
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Vorrei osare come chi non ha nulla da perdere,
ma è molto difficile come il passato da spegnere,
mi basta sognare come pretesto per vivere,
e resto immobile come il desiderio di cambiare.
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Messaggio N° 238
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19-09-2007 |
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Il vetro imbrunito riflette un viso opaco, sciupato dagli anni passati senza rimedio. Un dolore invecchiato nella stanza della polvere, dove il sogno ricorrente è sempre più distante. Non riesco a sentire e di ciò ricordare, solo parole confuse dal ruggito d'un temporale. Sono pallidi diamanti in un vecchio portagioie, quelle lacrime seccate tra cosmetici scaduti. La mano tremante mostra dita appassite, mentre la spazzola scuote forte i capelli. L'ombra d'una fune oscilla sulla parete, strozzando il silenzio con canto di civetta. Porta su in superfice gli occhi suoi dell'amore, e come candido specchio restituì il volto alla morte.
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Messaggio N° 237
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10-09-2007 |
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Buio intreccio d'emozioni in quei cassetti chiusi dove antichi tesori sono fiori abbandonati Svariati e fragili quei fanciulli sogni come lucenti cerini sparivano tra le mani Gli umori sulle scale a quell'età maledivi dove il traguardo era una lunga passione Sembrava l'altro ieri che ogni porta chiudevi con le spalle coperte e il maiale all'ombra Un cuore freddato da sacrifici premiati per cominciare sereno un lastricato cammino Oggi di quei bivii non scorgo un insegna solo quest'autostrada verso il nome mio
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Messaggio N° 236
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31-08-2007 |
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Pregna la stanza di paure nascoste solo una sedia senza respiro Il sangue trema dentro le vene goccia freddo sino al cuore Gli occhi socchiusi seguono il battito e l'ombra compare sul manto d'avorio Affonda le dita e scendi la schiena ancora una volta sei parte di me
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Messaggio N° 235
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25-08-2007 |
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Oriente
Strano senso ha il tempo quando sei lontano soprattutto da te stesso Umida la pelle congela nei colori offerti al vento tra sorrisi di circostanza Ci sono lacrime da inventare per riuscire a trattenere quello che ormai è passato
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Messaggio N° 234
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02-08-2007 |
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Corro veloce sai di fantasia c'è chi la chiama solo pazzia Tu che chiedi come mi sento guardando fuori se tira vento Triste e scialbo come quel salice chiuso dentro al nuovo camice Credi di entrare nel mio universo ma senza me sei un uomo perso Studi la catena che salta perchè non tengo la guardia alta Usi strane parole che non sai spiegare e parli di voci che solo posso sentire Scrivi sul foglio non consapevole e intanto mi riempi di pillole Adesso lo so devo scappar via lontano da voi dalla vostra malattia E non importa se ogni mattina di me il leone si è alzato prima
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Settembre 2024 |
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