Urbisaglia. Cosa rimane oggi, dopo oltre un ventennio di decadenza, del luogo deputato all'onore della Patria e al rispetto dei concittadini caduti in guerra
Da piccola ho giocato a fare la guerra al Sacrario dei Caduti, come decine e decine di bambini, insieme ai bambini della mia età. Ho giocato a raccogliere i fiori. A campana. A inventare recite e balletti. Ho giocato ai quattro cantoni. Ai gavettoni. A guardie e ladri. Ho imparato ad andare sulla bicicletta e a cadere sui pattini.
Da piccola ho pregato al Sacrario dei Caduti, il mese di maggio, quando ancora la Chiesa era officiata. Alla destra ed alla sinistra dei banchi, racchiusi nelle teche, i cimeli delle guerre passate; sulla volta della Chiesa, i nomi delle battaglie; dietro l'altare, la Croce col filo spinato, a memoria delle trincee. Mi ricordo le mitragliatrici, dette "raganelle", i resti delle granate e delle baionette. Mi ricordo i nomi incisi sulle lapidi, davanti alla Chiesa: nomi di guerre, nomi di uomini morti, dispersi. Mi ricordo la campana delle sei, l'ora dei vespri, che suonava un rintocco per ognuno di essi.
Quando si è piccoli si vede il mondo con altri occhi; è più semplice credere nel rispetto dei "valori". Giocare, pregare, crescere in un luogo come quello, per me ha riempito di significato quei valori che avrei incontrato sia nei libri di scuola che, soprattutto, nella vita di ogni giorno.
Poi, pian piano si cresce, purtroppo. E si vede come la gente che dovrebbe difendere quegli stessi valori, in realtà li offende. Sottrae la dignità al passato storico, alle radici della nostra terra. C'è di peggio. Di fatto insegna alle giovani generazioni che valori come l'onore, l'amor patrio, il rispetto per gli uomini morti per darci le possibilità di vita che oggi abbiamo, vale meno di zero. Così è, se nel bilancio comunale, hanno più valore un parcheggio o una piazza.
E' quello che nell'ultimo ventennio sta più o meno velatamente accadendo, qui ad Urbisaglia, con il Sacrario dei Caduti e le condizioni desolanti in cui si trova: panchine rotte e/o assenti, strada dissestata, aiuole dissestate, recinzioni vergognose, monumenti distrutti, colonna romana spostata e "incollata con la colla a stick", per non parlare del ridicolo cantiere in itinere che coinvolge anche il vicino Giardino della Pace. Complimenti. Complimenti a chi non ha mai saputo cogliere l'importanza della questione. Complimenti a chi ha l'intenzione di trasformare una zona dedicata alla memoria in un'area di "bivacco" per turisti e non. Altro che Sacrario dei Caduti.
La storia ci insegna che con la memoria non si scherza. Revisionismi e negazionismi legati alla Shoà, epurazioni "etniche" (come il genocidio avvenuto in Rwanda), istanze di secessionismo basate su un presunto passato storico comune (Lega Nord), sono connotati innanzitutto da una profonda ignoranza storica. Ma allora, chi ci guadagna nel dimenticare? Forse perchè i morti non arricchiscono le tasche della gente, si può passare sopra alla desolazione in cui verte da decenni il nostro Sacrario?
Ed ora, eccomi a giocare di nuovo a fare la guerra; ma stavolta, si tratta di una piccola guerra mediatica.
Con una speranza: che, almeno in vista dei 150 anni dell'Unità di Italia, qualcuno si ricreda e il SACRARIO DECADUTO torni ad essere il SACRARIO DEI CADUTI.
Inviato da: star651
il 17/11/2010 alle 12:02
Inviato da: sacrariourbisaglia
il 12/11/2010 alle 09:12
Inviato da: sacrariourbisaglia
il 12/11/2010 alle 09:11
Inviato da: star651
il 11/11/2010 alle 09:26
Inviato da: munus1954
il 09/11/2010 alle 18:59