Sangue ed anima

FACCIA DI CUOIO

Svegliarsi alla mattina non è mai facile se sai che nello specchio non vedrai te stesso; tantomeno se il volto di quegli occhi che ti fissano dalla superficie vitrea corrisponde a quello di un pluriomicida ricercato dalla polizia. Se questo per Grant Colbain si chiamava ormai risveglio era soprattutto grazie agli agenti che lo braccavano incessantemente, lasciandogli il tempo di un riposo pomeridiano in uno squallido motel di provincia e di uno sguardo alla putrefazione della società-margine. Ormai la voce dei suoi soggiorni era passata per ogni gestore di autostello e la sua reputazione di omicida senza scrupoli aveva evitato che costoro si soffermassero troppo sulla sua fisionomia. Quel viso sfigurato e pustolento che gli valse il nome di ‘faccia di cuoio’ presso i più importanti giornalisti lo metteva alquanto a disagio davanti alla verifica con la carta d’identità e i gestori, spesso allarmati precedentemente del suo arrivo, non si soffermavano troppo su questo particolare. Il poco denaro che gli rimaneva per la fuga, dopo che il suo conto in banca era stato bloccato, veniva a poco a poco rosicchiato da questi novelli usurai, per niente turbati dallo speculare su un anima dannata. Grant sperava e credeva di non aver commesso quei tanto citati delitti, ma ormai si stava cimentando a meraviglia nel personaggio creato dai media, nella bestia sanguinaria che in una tranquilla serata d’estate aveva fatto sparire un intera famiglia dalla faccia della terra. La bassezza e la sporcizia che lo circondavano ogni giorno nei motel si stavano ormai cementando nella sua anima, avvinghiandolo quotidianamente degli stessi suoni, degli stessi rumori, degli stessi rantolii, degli stessi sporchi specchi in cui trovava quella stessa smorfia rugosa, quello stesso sgorbio che aveva ormai sostituito il suo viso.

Quella sera brandelli di notte sbattevano contro il vetro. Pioveva. La notte accoglie sempre i fuggitivi, con il suo manto nero e i suoi pochi fari accesi. Se si vuol passare inosservati, l’ oscurità è il momento più indicato. Come ogni nottata, dopo aver lasciato il mostro nello specchio, Colbain aprì la porta della sua stanza di motel e se ne uscì col suo lungo impermeabile color fecola e il suo cappello alla Bogart ben piantato sugli occhi. Le gocce tamburellavano sul suo largo cappello come piccole mazze su un tamburo rituale e il parcheggio, vuoto e umido, sembrava uno di quei posti che ti fa meravigliare di essere sveglio, uno di quei posti che ti fa chiedere se stai camminando su un pavimento cementato adibito al posteggio di vetture o dentro la tua anima. Colbain prese le grosse chiavi appuntite che a lungo gli avevano punzecchiato le gambe e le infilò nella serratura di una lunga auto arrugginita, scalfita nel suo grigiume dal logorio del tempo. Aperta la portiera, portò il suo poderoso fondoschiena sul sedile anteriore e avviò la macchina. La leva del cambio era un po’ dura, ma ormai non faceva più caso a queste piccole cose. Girò lo sterzo con forza e riuscì ad uscire da quel posteggio con una sola manovra, lentamente, in modo da non attirare l’attenzione. La pioggia batteva violentemente sul parabrezza,non lasciando ai tergicristalli nessuna tregua. I fari delle altre auto,benché rari, si vedevano a malapena nella burrasca, costringendo talvolta l’autista a brusche manovre. Sul sedile accanto al suo una piccola valigetta si sorreggeva appena, rischiando di cadere in avanti ad ogni sbalzo, per poi ricadere all’indietro sullo schienale. Benché avesse ben altri pensieri, Grant accese la radio in cerca di una voce amica, trovandola qualche stazione più avanti nel dj di una emittente regionale privata.

-         Ehi, qui è sempre il vostro dj Mirketto da radio Internacional. Fra qualche minuto vi faremo tornare alla vostra musica preferita, ma ora è il momento dell’argomento del giorno! So che è sera ragazzi e avete voglia di divertirvi, ma quel che è successo l’altro giorno è assurdamente importante! I talebani che prendono di mira uno stato come la Cina.. ma che diavolo centra la Cina coi loro complotti anti-americani? Comunque gli ultimi rapporti parlano di diecimila vittime.. diamine, diecimila… neanche alle Twin Tower c’erano state così tante vittime…comunque, una dichiarazione dell’ultim’ora del governo cinese rivela l’apertura delle ostilità contro il Pakistan,che secondo la Cina è il paese ospitante i terroristi talebani.. ragazzi, credo che l’Onu si sbatterà alquanto ma.. detto tra noi.. nessuno ha voglia di fermare una potenza così grossa in cerca di vendetta…diamine.. Ma lasciamo perdere tutta questa storia e mettiamo su un po’ di musica: l’intramontabile Tom… parlo di Jones, ovviamente…

Guerra…l’unico mezzo che gli esseri umani usano per far sentire le loro ragioni…citando una certa Oriana Fallaci ‘vivere vuol dire andare in guerra. Un animale che ne caccia un altro per sopravvivere è guerra. Lo sbocciare di un fiore è guerra contro i suoi petali. Respirare è guerra’.

Questo lo sapeva per certo Grant, abituato a lottare contro il tempo e contro le tracce che poteva aver lasciato al suo passaggio. Questo lo sapeva dalla sua infanzia, quando, piccolo e infantile, dovette far guerra a tutti i suoi compaesani.