Creato da antonioi0 il 05/02/2009
CULTURA E GIUSTIZIA
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Post n°3928 pubblicato il 05 Settembre 2023 da antonioi0
COME IL CEDERNA DELLO STESSO AVVISO È CESARE BRANDI, EGLI RITENEVA CHE SE ANCHE ESISTESSE UN’ARCHITETTURA MODERNA DEGNA, INTENDENDO CON QUESTA L’OPERA DI ILLUSTRI E STIMATI ARCHITETTI, NON SAREBBE COMUNQUE IN GRADO DI INSERIRSI IN UN CONTESTO STORICO SENZA DISTRUGGERLO. TALE GIUDIZIO DERIVAVA DALLA RIFLESSIONE SU TUTTA L’ARCHITETTURA DEL PASSATO, INFORMATA DALLA REGOLA DEL PIANO PROSPETTICO E LA TOTALE NEGAZIONE DELLA REGOLA DA PARTE DELL’ARCHITETTURA MODERNA CHE, DUNQUE, DOVENDOSI INSERIRE IN UN CONTESTO CON REGOLE DIVERSE NON AVREBBE POTUTO FAR ALTRO CHE DISTRUGGERE ED AUTODISTRUGGERSI247 : UN GIUDIZIO DA ESTETA, FORSE, E MENO DA STORICO, UN GIUDIZIO CHE ANCORA RISENTE DI UNA CONSIDERAZIONE DELL’ARCHITETTURA SOLO COME ESPRESSIONE ARTISTICA, CHE QUANDO NON È TALE È MERA EDILIZIA248. DI AVVISO CONTRARIO E SUPERANDO ANCHE LE ISTANZE PIÙ CONCESSIVE DI PANE, È ERNESTO NATHAN ROGERS CHE, SPESSO DALLE COLONNE DI «CASABELLA», RIBADISCE LA SUA POSIZIONE RISPETTO ALL’INTERVENTO NEI CENTRI STORICI: IN ITALIA LA NUOVA ARCHITETTURA HA SOVENTE A CHE FARE CON LE PREESISTENZE E NON SI PUÒ PRESCINDERE DAL RAPPORTO TRA QUESTA E IL CENTRO STORICO, NÉ PORLE LIMITI249. VA QUINDI VALUTATA, CASO PER CASO, LA NECESSITÀ DI TALE INSERIMENTO E LA MODALITÀ CON CUI ESSO AVVIENE; POSIZIONE APERTAMENTE ABORRITA DAL CEDERNA, CHE NEL CASO PER CASO, COME GIÀ DETTO, RIVEDE UN’IPOCRITA CONCESSIONE ALL’INTERVENTO DI DISTRUZIONE DEL PATRIMONIO STORICO DELLE NOSTRE CITTÀ250. SE DA UNA PARTE, L’OSSERVAZIONE DI CEDERNA PUÒ SEMBRARE UNA FALLA NEL PENSIERO DI ROGERS, POICHÉ LA VALUTAZIONE CASO PER CASO È INEVITABILMENTE SOGGETTA AL GIUDIZIO DEL SINGOLO PROFESSIONISTA E QUINDI OPINABILE, L’IMPORTANZA DELLA POSIZIONE DI ROGERS STA NELL’AVER AFFERMATO L’IMPOSSIBILITÀ DI NORMARE IL PROGETTO, LA QUAL COSA CONDURREBBE, SECONDO L’ARCHITETTO, FACILMENTE A RIPRODUZIONI TIPOLOGICHE O STILISTICHE; IN QUESTO, AFFERMA, PUÒ INTERVENIRE ED ESSERE UTILE IL PIANO URBANISTICO, IMPOSTANDO REGOLE DI RAPPORTI CHE NON DEVONO PERÒ INTERFERIRE CON IL SINGOLO STUDIO E L’ESPRESSIONE DI CHI POI LO REALIZZA251, NEGANDO LA POSSIBILITÀ, VENTILATA INVECE DA PANE, DI STABILIRE RAPPORTI DI ALTEZZE, COLORI O CARATTERI STILISTICI TRA LA NUOVA E L’ANTICA ARCHITETTURA. L’APPORTO DI PANE, COMUNQUE, SI DISCOSTA DALLA MERA DIALETTICA E SI SPINGE FINO ALLA PROPOSTA PRATICOPROGETTUALE CHE INVITA ALLA PERIMETRAZIONE DEL CENTRO STORICO-ARTISTICO, ALLA LIMITAZIONE, COME GIÀ ACCENNATO, DELLE ALTEZZE NELLE COSTRUZIONI EX-NOVO E ALL’ESPROPRIAZIONE DEGLI SPAZI VERDI INTERNI AD ESSI, CONSAPEVOLE CHE IL CENTRO STORICO È TERRITORIO APPETITOSO PER SPECULATORI. LE RIFLESSIONI DI PANE CONTENGONO DA UN LATO L’ESORTAZIONE A STUDIARE UN’ARCHITETTURA CHE SIA IL PIÙ POSSIBILE MISURATA, CURATA NEL DETTAGLIO, CHE ABBIA ELABORATO E METABOLIZZATO, ANCHE ATTRAVERSO LE NUOVE TENDENZE ARCHITETTONICHE, GLI INSEGNAMENTI POSITIVI DEL PASSATO252 E DALL’ALTRA LA NECESSITÀ DI AVERE UN IMPIANTO URBANISTICO, UN’ORGANIZZAZIONE DELLA CITTÀ CHE TENGA IN CONSIDERAZIONE I RUOLI, GLI SPAZI DI UN CENTRO STORICO COSÌ COME DELLA CITTÀ NUOVA, RELAZIONATI TRA LORO E RISPONDENTI AI BISOGNI DELLA COMUNITÀ. UNA SORTA DI RICHIAMO AD UNA NUOVA ETICA DEI PROFESSIONISTI MA ANCHE IL BISOGNO DI CONNETTERE LA TUTELA E IL RESTAURO CON LA PIÙ AMPIA RIORGANIZZAZIONE URBANISTICA DELLA CITTÀ253. QUESTE RIFLESSIONI AVVENGONO A MARGINE DEL “CONVEGNO INTERNAZIONALE SULLE CITTÀ STORICHE”, TENUTOSI A MILANO NEL 1957254: SI INIZIA A FARE SINTESI DEL GRADO DI APPROFONDIMENTO A CUI LA CULTURA DEL RESTAURO E DELLA TUTELA ERA GIUNTA ANCHE VAGLIANDO QUELLI CHE ERANO STATI I NECESSARI ED URGENTI INTERVENTI DI RICOSTRUZIONE NON SOLO IN ITALIA MA IN TUTTA EUROPA, E NON SOLO DEI MONUMENTI PIÙ IMPORTANTI MA DI TUTTI GLI AGGREGATI STORICI INTERESSATI DALLE DISTRUZIONI BELLICHE. DA QUESTO CONVEGNO VENNERO FUORI ALCUNI VOTI IMPORTANTI, TRA QUESTI L’IMPEGNO ALLA COLLABORAZIONE TRA SOPRINTENDENZE ED URBANISTI, «ALLO SCOPO DI CREARE, GIÀ ATTRAVERSO IL PIANO REGOLATORE, I PRESUPPOSTI FONDAMENTALI, PER LA TUTELA DEL MONUMENTI E DELL’AMBIENTE ANTICO IN UNA INTEGRAZIONE TOTALE DELLA CITTÀ DI DOMANI»255. ALL’INIZIO DEGLI ANNI SESSANTA, IL DIBATTITO CHE FINO AD ALLORA ERA STATO APPANNAGGIO SOLO DEI CULTORI DELLA MATERIA, AL PIÙ DEGLI ARCHITETTI, CHE SEMBRAVANO ESSERE LONTANI DALLO SCENARIO DI DEGRADO ED ABBANDONO CHE APPARIVA DELLE CITTÀ ITALIANE, DA UN LATO SI ORIENTA QUASI DEFINITIVAMENTE VERSO UNA POLITICA ATTIVA DELLA SALVAGUARDIA DEI CENTRI STORICI, DALL’ALTRO SI APRE PREPOTENTEMENTE A PIÙ AMPIE FASCE DI INTERLOCUTORI256. NASCE INFATTI NEL 1961 L’ANCSA (ASSOCIAZIONE NAZIONALE CENTRI STORICO-ARTISTICI), DOPO IL CONVEGNO TENUTOSI A GUBBIO NEL 1960 SULLA “SALVAGUARDIA E RISANAMENTO DEI CENTRI STORICOARTISTICI”, PROMOSSO DA UN GRUPPO DI COMUNI, DA POLITICI E STUDIOSI257 CHE SOTTOSCRIVONO LA “CARTA DI GUBBIO”. IL CONVEGNO PARTE DALLA NECESSITÀ DI TROVARE UNA PRATICA ALLA SALVAGUARDIA DEI CENTRI STORICI, ORAMAI RICONOSCIUTI MONUMENTI, ANCHE MANCANDO LA RATIFICA DI UN DOCUMENTO CON VALORE LEGISLATIVO; SI VOLGE ALLO STUDIO DI UNO STRUMENTO URBANISTICO, IL PIANO DI RISANAMENTO, E NE AUSPICA LA PIÙ AMPIA APPLICAZIONE. L’INCONTRO, COSÌ COME IL DOCUMENTO VARATO SUCCESSIVAMENTE, RISENTE MARCATAMENTE DELL’INFLUENZA DI ANTONIO CEDERNA: MA IL CENTRO DEL DIBATTITO, INFINE, NON FU TANTO AFFERMARE LA NECESSITÀ DI UNO STRUMENTO URBANISTICO258, POSIZIONE PERALTRO GIÀ ABBONDANTEMENTE CONDIVISA, IN PASSATO, DA ALTRI STUDIOSI ED ARCHITETTI, QUANTO, ANCORA, LA POSSIBILITÀ O MENO DI NUOVI INSERIMENTI NEL CONTESTO STORICO. LA POSIZIONE DI CEDERNA, IN QUESTO APPARE IRREMOVIBILE, POICHÉ RIAFFERMA IL CONCETTO CHE VALUTARE CASO PER CASO UN INSERIMENTO SIGNIFICHEREBBE IMBALLARE IL SISTEMA PIANIFICATORE, CHE NON POTREBBE AVERE PRINCIPI GENERALI E NON RIUSCIREBBE IN UNA ORGANIZZAZIONE COORDINATA, ORDINATA E COERENTE. CEDERNA RISOLVE, COME ABBIAMO GIÀ VISTO, INSERENDO IL PIANO DEDICATO AL CENTRO STORICO NEL CONTESTO PIÙ AMPIO DEL PIANO REGOLATORE, STABILENDO UN RAPPORTO DI COMPLEMENTARIETÀ TRA LA CITTÀ ANTICA E QUELLA NUOVA CHE AVREBBE DOVUTO OSPITARE TUTTE QUELLE FUNZIONI INCOMPATIBILI CON IL CENTRO CHE DIVIENE UNA SORTA DI BLOCCO INTANGIBILE259. IL DOCUMENTO FINALE RIPORTA ANCHE LA NECESSITÀ DI EVITARE «IN LINEA DI PRINCIPIO NUOVI INSERIMENTI NELL’AMBIENTE ANTICO», AMMETTENDO CON QUESTA DICHIARAZIONE L’ASSURDO STESSO DELL’INTANGIBILITÀ E MANTENENDO APERTO IL DIBATTITO SUL TEMA. DALLA COMPLESSITÀ DEL DIBATTITO EMERSE PERÒ LA CERTEZZA CHE I DOCUMENTI, GLI ATTI, LE CARTE SINTESI DELLA CULTURA DEL RESTAURO, ALMENO FINO ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE, NON ERANO PIÙ IN GRADO DI FAR FRONTE AI NUOVI INTERROGATIVI CHE SIA LE CONDIZIONI SUCCESSIVE ALLA GUERRA SIA I CAMBIAMENTI MASSICCI E REPENTINI DELLA RIPRESA ECONOMICA AVEVANO POSTO.
In questo Pane sembra mutuare la riflessione di Carlo Ludovico Ragghianti (1946), quando, a proposito delle ricostruzioni da realizzarsi nel centro di Firenze, auspica una modernità che tenga conto dell’ambiente in cui si inserisce, dei precedenti storici, di una metabolizzazione, insomma, della lezione che ci viene dal passato, un passato che è possibile continuare. Auspica un «moderno che abbia ripensato se stesso per recuperare un rapporto con l’antico, potremmo dire “crocianamente” che lo ponga fra i propri contenuti, ne faccia una componente della sua poetica». (A. Bellini, La ricostruzione: frammenti di un dibattito tra teorie del restauro, questione dei centri antichi, economia, in L. de Stefani (a cura di), op.cit.,pg. 19). 253 R. Pane, Attualità urbanistica del monumento e dell’ambiente antico, in M. Civita (a cura di) ,op.cit., pg. 134. 254 Cfr. A. Pane, Piero Gazzola, Roberto Pane e la genesi della carta di Venezia, in A. Di Lieto e M. Morgante, Piero Gazzola, una strategia per i beni architettonici nel secondo novecento, Cierre Grafica, Verona 2009, pp. 307-316 255 R. Pane, Attualità urbanistica del monumento e dell’ambiente antico, pg. 147. 256 B. Gabrielli, 50 anni Ancsa: le idee di ieri, le responsabilità dell’oggi, in F. Toppetti (a cura di), Paesaggi e città storica, Alinea, Perugia 2011, pp.9-18. 257 Il congresso fu promosso dai comuni di Ascoli Piceno, Bergamo, Erice, Ferrara, Gubbio, Genova, Perugia, Venezia. Giovanni Astengo ne fu promotore e artefice. L’orientamento iniziale fu dato dalle relazioni di A. Cederna e di M Manieri Elia e fu seguito da quelle di G. Samonà, G. Badano, D. Rodella, E.R. Tricanato, G. Romano, L. Belgojoso, E.
Caracciolo, P. Bottoni. |
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