Creato da antonioi0 il 05/02/2009
CULTURA E GIUSTIZIA
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Post n°3965 pubblicato il 11 Ottobre 2023 da antonioi0
B. GABRIELLI, 50 ANNI ANCSA: LE IDEE DI IERI, LE RESPONSABILITÀ DELL’OGGI, IN F. TOPPETTI(A CURA DI), OP.CIT., PAG.11. 259 «L’ESTENSIONE A SCALA NAZIONALE DEL PROBLEMA TRATTATO È STATA UNANIMEMENTE RICONOSCIUTA INSIEME ALLA NECESSITÀ DI UN’URGENTE RICOGNIZIONE E CLASSIFICAZIONE PRELIMINARE DEI CENTRI STORICI CON LA INDIVIDUAZIONE DELLE ZONE DA SALVAGUARDARE E RISANARE. SI AFFERMA LA FONDAMENTALE E IMPRESCINDIBILE NECESSITÀ DI CONSIDERARE TALI OPERAZIONI COME PREMESSA ALLO STESSO SVILUPPO DELLA CITTÀ MODERNA E QUINDI LA NECESSITÀ CHE ESSE FACCIANO PARTE DEI PIANI REGOLATORI COMUNALI, COME UNA DELLE FASI ESSENZIALI NELLA PROGRAMMAZIONE DELLA LORO ATTUAZIONE. SI INVOCA UNA IMMEDIATA DISPOSIZIONE DI VINCOLO DI SALVAGUARDIA, ATTO AD EFFICACEMENTE SOSPENDERE QUALSIASI INTERVENTO, ANCHE DI MODESTA ENTITÀ, IN TUTTI I CENTRI STORICI, DOTATI O NO DI PIANI REGOLATORI PRIMA CHE I RELATIVI PIANI DI RISANAMENTO CONSERVATIVO SIANO STATI FORMULATI E RESI OPERANTI. (…) RIFIUTATI I CRITERI DEL RIPRISTINO E DELLE AGGIUNTE STILISTICHE, DEL RIFACIMENTO MIMETICO, DELLA DEMOLIZIONE DI EDIFICI A CARATTERE AMBIENTALE ANCHE MODESTO, DI OGNI “DIRADAMENTO” ED “ISOLAMENTO” DI EDIFICI MONUMENTALI ATTUATI CON DEMOLIZIONI DEL TESSUTO EDILIZIO, ED EVITATI IN LINEA DI PRINCIPIO I NUOVI INSERIMENTI NELL’AMBIENTE ANTICO, SI AFFERMA CHE GLI INTERVENTI DI RISANAMENTO CONSERVATIVO, BASATI SU UNA PRELIMINARE PROFONDA VALUTAZIONE DI CARATTERE STORICO-CRITICO, DEVONO ESSENZIALMENTE CONSISTERE IN: A. CONSOLIDAMENTO DELLE STRUTTURE ESSENZIALI DEGLI EDIFICI; B. ELIMINAZIONEDELLE RECENTI SOVRASTRUTTURE A CARATTERE UTILITARIO DANNOSE ALL’AMBIENTE E ALL’IGIENE; C. RICOMPOSIZIONE DELLE UNITÀ IMMOBILIARI PER OTTENERE ABITAZIONI FUNZIONALI ED IGIENICHE, DOTATE DI ADEGUATI IMPIANTI E SERVIZI IGIENICI, O ALTRE DESTINAZIONI PER ATTIVITÀ ECONOMICHE O PUBBLICHE O PER ATTREZZATURE DI MODESTA ENTITÀ COMPATIBILI CON L’AMBIENTE, CONSERVANDO AL TEMPO STESSO VANI ED ELEMENTI INTERNI AI QUALI L’INDAGINE STORICO-CRITICA ABBIA ATTRIBUITO UN VALORE; D. RESTITUZIONE, OVE POSSIBILE, DEGLI SPAZI LIBERI A GIARDINO ED ORTO; E. ISTITUZIONE DEI VINCOLI DI INTANGIBILITÀ E DI NON EDIFICAZIONE» CONVEGNO SULLA SALVAGUARDIA E IL RISANAMENTO, DICHIARAZIONE FINALE, IN «URBANISTICA» N.32, 1960. P. GAZZOLA, IL II CONGRESSO INTERNAZIONALE DEGLI ARCHITETTI E DEI TECNICI DEL RESTAURO, IN «ANTICHITÀ E BELLE ARTI» N. 21, FIRENZE 1965, PAG. 6 (IN ID. C. AVETA, OP.CIT., PG. 144). 267 PIÙ ESPLICITO SUL TEMA FU, NEL GIUGNO 1966, L’INCONTRO ORGANIZZATO DALL’ICOMOS A LEVOCÀ, IN CECOSLOVACCHIA CHE ROBERTO PANE MENZIONA NELLA RELAZIONE DEL CONVEGNO DEL CONSIGLIO DI EUROPA, A BATH, NELL’OTTOBRE DEL 1966. IL PUNTO 3 DEL VOTO ESPRESSO A LEVOCA SINTETIZZA L’IMPORTANZA “PAESAGGISTICA” DI UNA CITTÀ STORICA IN TUTTI I SUOI ELEMENTI, LE PIAZZE, LE STRADE ED I QUARTIERI E CHE LE CITTÀ STORICHE, PER QUESTO DA SALVAGUARDARE, DEVONO CONTENERE LA LORO CRESCITA E POSSONO FARLO, SOLO ALL’INTERNO DI UN PIANO URBANISTICO TERRITORIALE PIÙ AMPIO DI QUELLO DELLA SOLA CITTÀ CHE ABBRACCI SIA LA TUTELA CHE LA RISOLUZIONE DEI BISOGNI E DELLE ESIGENZE DELLA COMUNITÀ. PIÙ CHE IL DOCUMENTO ITALIANO, QUESTO ESPLICITA L’INDISCUTIBILE ED INDISSOLUBILE LEGAME TRA TUTELA ED URBANISTICA. (R. PANE, DAL MONUMENTO ISOLATO ALL’INSIEME AMBIENTALE, IN ATTUALITÀ E DIALETTICA DEL RESTAURO, PP. 241-242). ACCANTO A QUESTO RICORDIAMO ANCHE LE SECTEURS SAUVEGARDÈS PREVISTI DALLA LEGGE MALRAUX DEL 1962 E RICORDATI PIÙ VOLTE DALLO STESSO GAZZOLA PER SOTTOLINEARE L’AVANGUARDIA DELLE LEGGI DI ALTRI PAESI EUROPEI. I “SECTEURS” O ZONE PROTETTE ERANO, APPUNTO ZONE URBANE SOGGETTE A SPECIALI PER IL LORO VALORE STORICO, ESTETICO E PER GIUSTIFICARE LA CONSERVAZIONE, IL RESTAURO E LA VALORIZZAZIONE. TALI AREE INCLUDEVANO I CENTRI STORICI DI MOLTE CITTÀ FRANCESI.
LA CARTA EMANATA FU SOGGETTA A CRITICHE IMMEDIATE E RICHIESTA DI REVISIONE, BENCHÉ ESSA FOSSE UNA DICHIARAZIONE DI INTENTI, UNA ESPLICITAZIONE DEL LIVELLO RAGGIUNTO DALLA CULTURA DELLA TUTELA E NON UN LEGGE VERA E PROPRIA, E, IN EFFETTI, IN ITALIA SI AVVERTIVA LA NECESSITÀ DI UNA REVISIONE DELLE LEGGI VIGENTI; PER QUESTO MOTIVO, NELLO STESSO ANNO DELL’EMANAZIONE DELLA CARTA DI VENEZIA, CON LEGGE 16 APRILE 1964 N.310 FU ISTITUITA, SU PROPOSTA DEL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, UNA COMMISSIONE DI INDAGINE PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO, ARCHEOLOGICO, ARTISTICO E DEL PAESAGGIO, DETTA COMMISSIONE FRANCESCHINI, DAL NOME DEL SUO PRESIDENTE. IL COMPITO AFFIDATO ALLA COMMISSIONE FU QUELLO DI FORMULARE PROPOSTE CHE SERVISSERO A RIVEDERE LE LEGGI DEL 1939, CERCANDO UN COORDINAMENTO ANCHE CON QUELLE URBANISTICHE268. LA COMMISSIONE CONCLUSE I LAVORI NEL 1966, PUBBLICANDOLI INTEGRALMENTE, L’ANNO SUCCESSIVO, IN TRE VOLUMI DAL TITOLO PER LA SALVEZZA DEI BENI CULTURALI IN ITALIA. IL MERITO INDISCUSSO DELLA COMMISSIONE FU L’ADOZIONE DELLA LOCUZIONE BENE CULTURALE, RIPRESA DALLA CONVENZIONE DELL’AJA DEL 1954, INTENDENDO CON QUESTA «TUTTO CIÒ CHE COSTITUISCE TESTIMONIANZA MATERIALE AVENTE VALORE DI CIVILTÀ». SI SUPERA, DUNQUE, LA CONCEZIONE ESTETIZZANTE DEL BENE E GLI SI ATTRIBUISCE UN VALORE SPIRITUALE DI TESTIMONIANZA CUMULATA NEL TEMPO E RICONOSCIBILE, STORICIZZANTE. AGLI ESITI DELLA COMMISSIONE NON FECE SEGUITO ALCUN PROVVEDIMENTO LEGISLATIVO, ANZI FU INSEDIATA UNA NUOVA COMMISSIONE NEL 1968, LA COMMISSIONE PAPALDO, CHE DOVEVA, SULLA BASE DELLE CONCLUSIONI DELLA PRECEDENTE, ELABORARE «SCHEMI E PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI PER LA REVISIONE E IL COORDINAMENTO DELLE NORME DI TUTELA RELATIVE AI BENI CULTURALI». LA NOVITÀ SAREBBE POTUTA CONSISTERE NELL’OBBLIGO, DA PARTE DELL’ENTE REDATTORE DI UN QUALSIASI PIANO URBANISTICO, DI SOTTOPORSI AL VAGLIO DELL’AMMINISTRAZIONE STATALE DEI BENI CULTURALI, MA ANCORA UNA VOLTA LE ANALISI E LE SINTESI DELLA COMMISSIONE NON PRODUSSERO ALCUN AVANZAMENTO NORMATIVO. CON LE DUE COMMISSIONI, PERÒ, OLTRE A FISSARE IL GRADO CULTURALE DEL MONUMENTO, CHE ABBRACCIA ASPETTI ESTETICI E STORICI E SI ALLARGA ALL’AMBIENTE COSTRUITO E NATURALE, SI APRE LA CONSIDERAZIONE DELLO STESSO COME BENE, AFFIDANDOGLI, UN SIGNIFICATO ANCHE ECONOMICO CHE PORTA, IN QUEGLI ANNI, ROBERTO PANE A RIFLETTERE RIGUARDO LE CONSEGUENZE CHE TALE IMPORTANTE ACCEZIONE COMPORTA PER L’OGGETTO DELLA TUTELA. LA VALORIZZAZIONE DEL MONUMENTO IN QUANTO BENE CULTURALE INIZIA AD ESSERE, IN QUEGLI ANNI, FUNZIONALE AL TURISMO, ANCHE DI MASSA, E AGLI INTERVENTI, ANCHE DI PRIVATI, SULLA CITTÀ STORICA: IL RISCHIO CHE SI SAREBBE CORSO ERA LA RAZIONALIZZAZIONE DEL CENTRO STORICO PER RENDERLO FUNZIONALE ALL’INTERESSE ECONOMICO TURISTICO E DI PRIVATI SPECULATORI, MA ANCHE L’AVANZARE, IN CONSEGUENZA DI QUESTO, DELLA SOSTITUZIONE DI VECCHI EDIFICI CON UN’ARCHITETTURA MODERNA PRIVA DI REGOLE ED IRRISPETTOSA DI QUELLE STRATIFICAZIONE E QUELLE PROPORZIONI, FORME, COLORI, MASSE, CHE FANNO DEL CENTRO ANTICO UN BENE CULTURALE. SUL TEMA, L’ANCSA, TRA IL 1970 E IL 1971, ORGANIZZÒ DUE INCONTRI, UNO A GUBBIO (SEMINARIO DI GUBBIO, 1970) E L’ALTRO NELLA CITTÀ DI BERGAMO (CONGRESSO DI BERGAMO, 1971)269, INCONTRI NEI QUALI LE RELAZIONI DI NUMEROSI STUDIOSI FURONO INCENTRATE PROPRIO SUL RAPPORTO/CONTRASTO TRA CENTRO STORICO/BENE CULTURALE E CENTRO STORICO/BENE ECONOMICO. IMPOSTOSI, QUINDI, IL CONCETTO PER CUI I CENTRI STORICI RIENTRANO A PIENO TITOLO NEI MONUMENTI, E, CONTEMPORANEAMENTE, ESSENDO QUESTI PARTE DELLA PIÙ AMPIA CONFIGURAZIONE URBANA, FATTA DI AMPLIAMENTI, SVILUPPI INFRASTRUTTURALI E INDUSTRIALI, SONO, PER QUESTO OGGETTO DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE; SI PROFILA, QUINDI, LA NECESSITÀ DI STUDIARE IL MODO DI TRATTARE IL CENTRO STORICO NON SOLO DAL PUNTO DI VISTA STRETTAMENTE ARCHITETTONICO, OSSIA COME INSIEME STRATIFICATO DI TESTIMONIANZE STORICO/ESTETICHE DI CIVILTÀ, MA COME LA PARTE DI UN ORGANISMO PIÙ GRANDE CHE È IL SISTEMA CITTÀ/TERRITORIO, IL CHE IMPLICA LA NECESSITÀ CHE L’URBANISTICA SI ALLARGHI ABBRACCIANDO ANCHE ALTRI SETTORI, COME QUELLO ECONOMICO, PSICOLOGICO, SOCIOLOGICO, ECOLOGICO, COME, D’ALTRONDE, ROBERTO PANE AVEVA AFFERMATO, POCHI ANNI PRIMA. IL PUNTO DI PARTENZA DEI CONVEGNI DELL’ANCSA FU PROPRIO LA CONSIDERAZIONE DEL CENTRO STORICO COME «PATRIMONIO DISPONIBILE PER L’INTERA SOCIETÀ; UN PATRIMONIO IN SÉ E PER SÉ, MA ANCHE CON UNA POTENZIALE CAPACITÀ DI RENDITA SIA IN TERMINI FINANZIARI, SIA IN TERMINI DI USO SOCIALE»270.
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