Creato da antonioi0 il 05/02/2009
CULTURA E GIUSTIZIA
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Post n°4120 pubblicato il 09 Marzo 2024 da antonioi0
ANCHE PER QUEL CHE RIGUARDA IL RESTAURO PROPRIAMENTE DETTO, PER ESEMPIO, NON FU FATTA MENZIONE DI UTILIZZARE L’ANASTILOSI COME METODOLOGIA DI INTERVENTO, IN REALTÀ POI LARGAMENTE UTILIZZATA IN QUASI TUTTI I RESTAURI DI CHIESE E EDIFICI MONUMENTALI SIA A VENZONE CHE A GEMONA334. SI PUÒ QUASI AFFERMARE CHE, MENTRE LA CULTURA UFFICIALE DIBATTE APPROFONDITAMENTE MA SENZA CONCLUDERE, SEMBRA ESSERE PIÙ SENSIBILE E PREPARATA ALLA CONSERVAZIONE LA COMUNITÀ DEGLI ABITANTI DEI CENTRI COLPITI, UNA CONTINUITÀ E UNA MEMORIA TECNICA CHE ALBERGAVANO PIÙ NEL LOCALE CHE NELLE SFERE UFFICIALI335. «NOI VOGLIAMO SALVARE AD OGNI COSTO IL CARATTERE DEL FRIULI. [...]NOI INTENDIAMO CHE IL FRIULI RIMANGA UGUALE A SE STESSO»336, RIPORTAVA CESARE MARCHI NELLE COLONNE DE IL GIORNALE, DOPO AVER VISITATO I LUOGHI E LE COMUNITÀ FRIULANE. LA RICHIESTA ACCORATA AVANZATA DA CITTADINI E SOPRINTENDENZE, CIRCA LA NECESSITÀ DI RECUPERARE I CENTRI STORICI DANNEGGIATI DAL SISMA, VENNE ACCOLTA DAL LEGISLATORE ED INSERITA NELL’ART.8 DELLA LEGGE N.30 DEL 20 GIUGNO 1977337. L’ARTICOLO PREVEDEVA LA POSSIBILITÀ DI RILEVARE E CATALOGARE TUTTE QUELLE ARCHITETTURE RITENUTE PORTATRICI DI VALORI STORICI AMBIENTALI. UN COMPITO CHE NON ERA NUOVO ALLA REGIONE FRIULI, PROVENIENTE DALL’ESPERIENZA DEL CENTRO REGIONALE PER LA CATALOGAZIONE, CON SEDE IN VILLA MANIN A PASSARIANO, ORGANO CHE AVEVA GIÀ CONCLUSO DIVERSI E IMPORTANTI RILIEVI CON UN SISTEMA “A TAPPETO”, SCHEDANDO INTEGRALMENTE IL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE DI MOLTI COMUNI. LA LEGGE, INOLTRE, PREVEDEVA DI SOTTOPORRE ALLA GIUNTA REGIONALE L’ELENCO DELLE SCHEDE, E, CON L’AIUTO DEL SERVIZIO BENI AMBIENTALI E CULTURALI, IDENTIFICARE QUEGLI EDIFICI O AGGLOMERATI PORTATORI DI “PARTICOLARE INTERESSE STORICO, CULTURALE ED AMBIENTALE”, NOTIFICANDOLO POI AL PROPRIETARIO DELL’IMMOBILE, IL QUALE POTEVA ACCEDERE AD UN CONTRIBUTO PARI AL 100% DELLE SPESE EVENTUALMENTE SOSTENUTE PER LA RIPARAZIONE, IL RESTAURO, L’INTERO RECUPERO338. LA SCELTA DI RECUPERARE QUANTO PIÙ POSSIBILE I CENTRI FU, QUINDI E SENZA ALCUN DUBBIO, UNA VOLONTÀ PRIORITARIA DI ISTITUZIONI E COMUNITÀ: IL COINVOLGIMENTO DELLE COMUNITÀ E LA COLLABORAZIONE TRA QUESTE E LE ISTITUZIONI HA FATTO DELLA RICOSTRUZIONE IN FRIULI UN “MODELLO”, INDICATO COME POSITIVO TUTT’ORA. DA QUESTA VOLONTÀ DISCENDE LA TEMPESTIVITÀ DELLE ISTITUZIONI A FARE IMMEDIATE SCELTE; LA PRIMA, QUELLA DI PROVVEDERE ALLA RIATTIVAZIONE DEI SETTORI PRODUTTIVI PER EVITARE LA STAGNAZIONE ECONOMICA E ARGINARE L’EMIGRAZIONE: IN POCHI ANNI FURONO RECUPERATI 18.000 POSTI DI LAVORO, ANCHE CON NUOVO IMPULSO ALLA PRODUTTIVITÀ. L’ALTRA SCELTA, NON MENO IMPORTATE, FU LA METODOLOGIA DI INTERVENTO DA SEGUIRE NELLA RICOSTRUZIONE: RICOSTRUIRE DOVE ERA E COME ERA, PROVANDO A NON DARVI IL SIGNIFICATO DI RICOMPOSIZIONE CARTOLINESCA MA A RIPROPORRE L’IDENTITÀ COMPLESSIVA DELLA COMUNITÀ339. IMPORTANTE FU LA SCELTA DI AFFIDARE LA RICOSTRUZIONE ALLA REGIONE, E PER CADUTA, ALLE AMMINISTRAZIONI LOCALI CHE SEPPERO COINVOLGERE LE COMUNITÀ STESSE IN UNA SORTA DI LAVORO COLLETTIVO DI RECUPERO. LA SCELTA, IMMEDIATA, FU GIÀ INSERITA NELLA PRIMA LEGGE, LA N.227/76, ESSA COSTITUIVA, SENZA DUBBIO, UNA NOVITÀ, MEMORI DELL’ESPERIENZA SICILIANA DELLA “RICOSTRUZIONE” IN BELICE, TOTALMENTE DIRETTA DALLO STATO ED EVIDENTEMENTE FALLIMENTARE. VA PRECISATO CHE QUANDO, NEL CASO FRIULI, SI PARLA DI COINVOLGIMENTO DELLE COMUNITÀ LOCALI, SI INTENDE UN COINVOLGIMENTO REALE, FATTIVO CHE SI ESPLICITÒ, NELLA RACCOLTA “MANUALE” DI TUTTO CIÒ CHE POTEVA E DOVEVA ESSERE RECUPERATO, DAI LIBRI ALLE STATUE, A QUALSIASI BENE MOBILE PRESENTE GIÀ IN MUSEI E CHIESE CROLLATE O DANNEGGIATE, AL RECUPERO DELLE PIETRE DI PORTALI, CORNICI, BALAUSTRE, MURI, CATALOGANDO SEGNANDO MANUALMENTE CIASCUNA PIETRA, DOPO AVERNE IDENTIFICATO L’ANTICA COLLOCAZIONE CON LO SCOPO DI RIMETTERLA IN PRISTINO NELLA RICOSTRUZIONE. OLTRE AL RECUPERO DEI SINGOLI MATERIALI SUPERSTITI, UN RUOLO DECISIVO GIOCÒ LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA. AL MOMENTO DEL TERREMOTO, IL FRIULI AVVIAVA L’ITER DI APPROVAZIONE DEL PIANO URBANISTICO REGIONALE GENERALE (P.U.R.G. – L.30/1972), DEPOSITATO IL 16 MARZO DEL 1976, PRIMO IN ITALIA. IL PIANO ENTRERÀ IN PIENO VIGORE NEL 1978. IN QUEL PERIODO LA REGIONE FRIULI ERA TRA LE PIÙ AVANZATE IN MATERIA URBANISTICA: QUASI TUTTI I COMUNI ERANO DOTATI DI STRUMENTO URBANISTICO E LO STESSO PUR APRIVA LA STRADA ALLA SECONDA GENERAZIONE DI PIANI, ANCHE A LIVELLO COMUNALE. LA RIFLESSIONE SCATURITA DOPO IL SISMA FU QUELLA DI BLOCCARE IL PIANO, VISTO LO STATO DI EMERGENZA IN ATTO, MA UNANIMEMENTE SI SCELSE DI MANTENERE LE DIRETTIVE DI PIANIFICAZIONE STABILITE PRECEDENTEMENTE: IL PIANO URBANISTICO REGIONALE, PUR CON QUALCHE ADEGUAMENTO, DOVEVA CONTINUARE IL SUO PERCORSO DI ADOZIONE E REALIZZAZIONE, POICHÉ IL TEMPORANEO STATO DI EMERGENZA NON POTEVA INFICIARE QUELLE DIREZIONI CHE COSCIENZIOSAMENTE ERANO STATE STUDIATE E MESSE IN CAMPO PER LO SVILUPPO DELL’INTERO TERRITORIO FRIULANO. IL PUR DOVEVA RESTARE INALTERATO, FOSSE ANCHE SOLO COME “METAPROGETTO”, OVVERO COME GUIDA ALLA RICOSTRUZIONE. QUESTO CONSENTÌ DI USCIRE, IN QUALCHE MODO, DALLA STRAORDINARIETÀ E MANTENERE ANCHE LA RICOSTRUZIONE IN UNO STATO QUASI ORDINARIO, COMUNQUE REGOLATO, SCIENTIFICO, DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE. LA LEGGE 23 DICEMBRE 1977, N.63, PREVEDEVA LA REALIZZAZIONE, A CASCATA RISPETTO AL PURG, DEI PIANI COMPRENSORIALI E DELLE VARIANTI DI RICOGNIZIONE E DI ADEGUAMENTO DA REDIGERSI PER I COMUNI GIÀ PROVVISTI DI STRUMENTI URBANISTICI340. I PRINCIPI INFORMATORI DEL PURG, E POI QUELLI DEI PIANI SOTTOPOSTI, FURONO DI “TEMPESTIVITÀ”, PER EVITARE IL PASSAGGIO DAL DANNO AL DEGRADO FISICO E SOCIALE, DI “AUTONOMIA E RESPONSABILITÀ”, LA RICOSTRUZIONE DOVEVA NECESSARIAMENTE BASARSI SULL’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DA PARTE DI TUTTI I SOGGETTI COINVOLTI, ISTITUZIONALI, SOCIALI, LOCALI; “CONTINUITÀ”, LA RICOSTRUZIONE DOVEVA RIPORTARE AD UNO STATO DI NORMALITÀ E NON A COSTRUIRE NUOVE STRUTTURE SOCIALI, ECONOMICHE E TERRITORIALI. TRA I PAESI COLPITI DAL SISMA E DANNEGGIATI, DUE SONO QUELLI CHE POSSONO CONSIDERARSI PARADIGMATICI. IL PRIMO È SICURAMENTE VENZONE, L’ALTRO È GEMONA DEL FRIULI. VENZONE COSTITUISCE UN PARADIGMA ANCHE PER LA SUA CONDIZIONE DI CENTRO VINCOLATO COME “UNITÀ MONUMENTALE” DAL 1965. GEMONA PUÒ ESSERE INTESO COME ESEMPIO DAL QUALE TRARRE IL MODUS OPERANDI USATO POI IN TUTTI GLI ALTRI CENTRI FRIULANI RICOSTRUITI. NELLE CONCLUSIONE DEL PRIMO CICLO DEL CONGRESSO, SI LEGGE: “L’ICOMOS RICHIAMA L’ATTEZIONE PARTICOLARE SUI SEGUENTI PUNTI (…). SI RENDE NECESSARIO CHE TRA LE OPERE CHE DEBBONO ESSERE ASSIMILATE A MONUMENTI SONO DA COMPRENDERE ANCHE TUTTI GLI ELEMENTI ARCHITETTONICI ISOLATI NONCHÉ QUEI COMPLESSI AMBIENTALI ANCHE DI APPARENTE MINORE IMPORTANZA SPECIFICA, MA PERALTRO AVENTI CARATTERE DI PECULIARITÀ DI PROSPETTIVA, DI SCORCI, DI ALTRI ASPETTI TIPICI DI UNA LOCALITÀ, E CIÒ ANCHE SE NON SIANO STATI IN PRECEDENZA QUALIFICATI COME TALI MEDIANTE VINCOLI SECONDO LE LEGGI IN VIGORE.”(DOCUMENTO FINALE DELLA PRIMA PARTE, IN AA.VV., L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE NELLA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI NELLE ZONE TERREMOTATE, PG. 35). 331 R.PANE, IL RESTAURO URBANISTICO IN FRIULI, IN AA.VV., L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE NELLA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI NELLE ZONE TERREMOTATE, PG. 119. 332 MOZIONE CONCLUSIVA, IN AA.VV., L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE NELLA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI NELLE ZONE TERREMOTATE, PG. 333. 333 IN RIFERIMENTO AL RECUPERO DELL’ANTICA CITTÀ DI VENZONE, F. DOGLIONI DICHIARAVA: “CONDANNARE LA RICOSTRUZIONE COME FALSO FALSO STORICO, SENZA DEFINIRE LE CONDIZIONI CULTURALI ED UMANE IN CUI SI OPERA, SIGNIFICA CONSENTIRE NELLA MINUTA REALTÀ DEI COMUNI TERREMOTATI, E ANCHE IN LUOGHI DI MAGGIORE RESPONSABILITÀ, DI STRUMENTALIZZARE QUESTA ISTANZA CULTURALE A FINI EVIDENTEMENTE CONTRARI A QUELLI DELLA CONSERVAZIONE; SIGNIFICA SPESSO CONSENTIRE INTERESSATE PREVARICAZIONI OPERATE IN NOME DELLA CULTURA. È PER QUESTO MOTIVO CHE, COME RAPPRESENTANTI DEL COMITATO DI RECUPERO DEI BENI CULTURALI DI VENZONE CHIEDIAMO ALL’ICOMOS COME GIÀ HA FATTO IN PARTE NEL VOTO DI DICEMBRE SCORSO, DI INDICARE CON UN VOTO DEI PRINCIPI DI METODO PER LA RICOSTRUZIONE CHE LIBERINO IL CAMPO DA INTERESSATE ESTORSIONI”(C.LAMOREUX, F.DOGLIONI, PROPOSTA PER UN COSCIENTE CONTRIBUTO ALLA RINASCITA DI VENZONE, IN AA.VV., L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE NELLA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI NELLE ZONE TERREMOTATE, PG. 127). 334 A.BELLINA, L’ANASTILOSI NELLA RICOSTRUZIONE DEL FRIULI, ARTI GRAFICHE FRIULANE, UDINE 1988, PP. 39-45. 335 IVI 336 C.MARCHI. IL GIORNALE, 20 MAGGIO 1976. 337 L.N.30, DEL 20 GIUGNO 1977, ART. 8: AL FINE DI RECUPERARE E VALORIZZARE, ATTRAVERSO LA CORRETTA ESECUZIONE DELLE OPERE DI RIPARAZIONE E RESTAURO, I PRINCIPALI VALORI AMBIENTALI, STORICI, CULTURALE ED ETNICI,CONNESSI CON L’ARCHITETTURA LOCALE, IL SERVIZIO REGIONALE DEI BENI AMBIENTALI E CULTURALI È AUTORIZZATO, ANCHE SU SEGNALAZIONE DEI COMUNI INTERESSATI A COMPILARE, MEDIANTE SCHEDATURA E CATALOGAZIONE, ELENCHI DOCUMENTATI DEGLI EDIFICI DANNEGGIATI DAGLI EVENTI SISMICI E RAPPRESENTATIVI DEI VALORI SUINDICATI. 338 M.B. PUSTETTO, UNA TRAGEDIA NON FACILE DA RACCONTARE, IN IL FRIULI RINASCE?, ARTI GRAFICHE BUTTAZZONI, SAN DANIELE DEL
FRIULI 1978. |
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