Creato da antonioi0 il 05/02/2009
CULTURA E GIUSTIZIA
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B. GABRIELLI, 50 ANNI ANCSA: LE IDEE DI IERI, LE RESPONSABILITÀ DELL’OGGI, IN F. TOPPETTI(A CURA DI), OP.CIT., PAG.11.
259 «L’ESTENSIONE A SCALA NAZIONALE DEL PROBLEMA TRATTATO È STATA UNANIMEMENTE RICONOSCIUTA INSIEME ALLA NECESSITÀ DI
UN’URGENTE RICOGNIZIONE E CLASSIFICAZIONE PRELIMINARE DEI CENTRI STORICI CON LA INDIVIDUAZIONE DELLE ZONE DA
SALVAGUARDARE E RISANARE. SI AFFERMA LA FONDAMENTALE E IMPRESCINDIBILE NECESSITÀ DI CONSIDERARE TALI OPERAZIONI COME
PREMESSA ALLO STESSO SVILUPPO DELLA CITTÀ MODERNA E QUINDI LA NECESSITÀ CHE ESSE FACCIANO PARTE DEI PIANI REGOLATORI
COMUNALI, COME UNA DELLE FASI ESSENZIALI NELLA PROGRAMMAZIONE DELLA LORO ATTUAZIONE. SI INVOCA UNA IMMEDIATA
DISPOSIZIONE DI VINCOLO DI SALVAGUARDIA, ATTO AD EFFICACEMENTE SOSPENDERE QUALSIASI INTERVENTO, ANCHE DI MODESTA ENTITÀ,
IN TUTTI I CENTRI STORICI, DOTATI O NO DI PIANI REGOLATORI PRIMA CHE I RELATIVI PIANI DI RISANAMENTO CONSERVATIVO SIANO STATI
FORMULATI E RESI OPERANTI. (…) RIFIUTATI I CRITERI DEL RIPRISTINO E DELLE AGGIUNTE STILISTICHE, DEL RIFACIMENTO MIMETICO, DELLA
DEMOLIZIONE DI EDIFICI A CARATTERE AMBIENTALE ANCHE MODESTO, DI OGNI “DIRADAMENTO” ED “ISOLAMENTO” DI EDIFICI
MONUMENTALI ATTUATI CON DEMOLIZIONI DEL TESSUTO EDILIZIO, ED EVITATI IN LINEA DI PRINCIPIO I NUOVI INSERIMENTI
NELL’AMBIENTE ANTICO, SI AFFERMA CHE GLI INTERVENTI DI RISANAMENTO CONSERVATIVO, BASATI SU UNA PRELIMINARE PROFONDA
VALUTAZIONE DI CARATTERE STORICO-CRITICO, DEVONO ESSENZIALMENTE CONSISTERE IN:
A. CONSOLIDAMENTO DELLE STRUTTURE ESSENZIALI DEGLI EDIFICI;
B. ELIMINAZIONEDELLE RECENTI SOVRASTRUTTURE A CARATTERE UTILITARIO DANNOSE ALL’AMBIENTE E ALL’IGIENE;
C. RICOMPOSIZIONE DELLE UNITÀ IMMOBILIARI PER OTTENERE ABITAZIONI FUNZIONALI ED IGIENICHE, DOTATE DI ADEGUATI
IMPIANTI E SERVIZI IGIENICI, O ALTRE DESTINAZIONI PER ATTIVITÀ ECONOMICHE O PUBBLICHE O PER ATTREZZATURE DI
MODESTA ENTITÀ COMPATIBILI CON L’AMBIENTE, CONSERVANDO AL TEMPO STESSO VANI ED ELEMENTI INTERNI AI QUALI
L’INDAGINE STORICO-CRITICA ABBIA ATTRIBUITO UN VALORE;
D. RESTITUZIONE, OVE POSSIBILE, DEGLI SPAZI LIBERI A GIARDINO ED ORTO;
E. ISTITUZIONE DEI VINCOLI DI INTANGIBILITÀ E DI NON EDIFICAZIONE»
CONVEGNO SULLA SALVAGUARDIA E IL RISANAMENTO, DICHIARAZIONE FINALE, IN «URBANISTICA» N.32, 1960. P. GAZZOLA, IL II CONGRESSO INTERNAZIONALE DEGLI ARCHITETTI E DEI TECNICI DEL RESTAURO, IN «ANTICHITÀ E BELLE ARTI» N.
21, FIRENZE 1965, PAG. 6 (IN ID. C. AVETA, OP.CIT., PG. 144).
267 PIÙ ESPLICITO SUL TEMA FU, NEL GIUGNO 1966, L’INCONTRO ORGANIZZATO DALL’ICOMOS A LEVOCÀ, IN CECOSLOVACCHIA CHE
ROBERTO PANE MENZIONA NELLA RELAZIONE DEL CONVEGNO DEL CONSIGLIO DI EUROPA, A BATH, NELL’OTTOBRE DEL 1966. IL PUNTO 3
DEL VOTO ESPRESSO A LEVOCA SINTETIZZA L’IMPORTANZA “PAESAGGISTICA” DI UNA CITTÀ STORICA IN TUTTI I SUOI ELEMENTI, LE PIAZZE,
LE STRADE ED I QUARTIERI E CHE LE CITTÀ STORICHE, PER QUESTO DA SALVAGUARDARE, DEVONO CONTENERE LA LORO CRESCITA E POSSONO
FARLO, SOLO ALL’INTERNO DI UN PIANO URBANISTICO TERRITORIALE PIÙ AMPIO DI QUELLO DELLA SOLA CITTÀ CHE ABBRACCI SIA LA TUTELA CHE
LA RISOLUZIONE DEI BISOGNI E DELLE ESIGENZE DELLA COMUNITÀ. PIÙ CHE IL DOCUMENTO ITALIANO, QUESTO ESPLICITA L’INDISCUTIBILE
ED INDISSOLUBILE LEGAME TRA TUTELA ED URBANISTICA. (R. PANE, DAL MONUMENTO ISOLATO ALL’INSIEME AMBIENTALE, IN ATTUALITÀ E
DIALETTICA DEL RESTAURO, PP. 241-242). ACCANTO A QUESTO RICORDIAMO ANCHE LE SECTEURS SAUVEGARDÈS PREVISTI DALLA LEGGE
MALRAUX DEL 1962 E RICORDATI PIÙ VOLTE DALLO STESSO GAZZOLA PER SOTTOLINEARE L’AVANGUARDIA DELLE LEGGI DI ALTRI PAESI
EUROPEI. I “SECTEURS” O ZONE PROTETTE ERANO, APPUNTO ZONE URBANE SOGGETTE A SPECIALI PER IL LORO VALORE STORICO, ESTETICO E
PER GIUSTIFICARE LA CONSERVAZIONE, IL RESTAURO E LA VALORIZZAZIONE. TALI AREE INCLUDEVANO I CENTRI STORICI DI MOLTE CITTÀ
FRANCESI.
LA CARTA EMANATA FU SOGGETTA A CRITICHE IMMEDIATE E RICHIESTA DI REVISIONE, BENCHÉ
ESSA FOSSE UNA DICHIARAZIONE DI INTENTI, UNA ESPLICITAZIONE DEL LIVELLO RAGGIUNTO DALLA CULTURA DELLA
TUTELA E NON UN LEGGE VERA E PROPRIA, E, IN EFFETTI, IN ITALIA SI AVVERTIVA LA NECESSITÀ DI UNA REVISIONE
DELLE LEGGI VIGENTI; PER QUESTO MOTIVO, NELLO STESSO ANNO DELL’EMANAZIONE DELLA CARTA DI VENEZIA,
CON LEGGE 16 APRILE 1964 N.310 FU ISTITUITA, SU PROPOSTA DEL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, UNA COMMISSIONE DI INDAGINE PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO, ARCHEOLOGICO,
ARTISTICO E DEL PAESAGGIO, DETTA COMMISSIONE FRANCESCHINI, DAL NOME DEL SUO PRESIDENTE. IL COMPITO
AFFIDATO ALLA COMMISSIONE FU QUELLO DI FORMULARE PROPOSTE CHE SERVISSERO A RIVEDERE LE LEGGI DEL
1939, CERCANDO UN COORDINAMENTO ANCHE CON QUELLE URBANISTICHE268. LA COMMISSIONE CONCLUSE I
LAVORI NEL 1966, PUBBLICANDOLI INTEGRALMENTE, L’ANNO SUCCESSIVO, IN TRE VOLUMI DAL TITOLO PER LA
SALVEZZA DEI BENI CULTURALI IN ITALIA. IL MERITO INDISCUSSO DELLA COMMISSIONE FU L’ADOZIONE DELLA
LOCUZIONE BENE CULTURALE, RIPRESA DALLA CONVENZIONE DELL’AJA DEL 1954, INTENDENDO CON QUESTA «TUTTO
CIÒ CHE COSTITUISCE TESTIMONIANZA MATERIALE AVENTE VALORE DI CIVILTÀ». SI SUPERA, DUNQUE, LA
CONCEZIONE ESTETIZZANTE DEL BENE E GLI SI ATTRIBUISCE UN VALORE SPIRITUALE DI TESTIMONIANZA CUMULATA
NEL TEMPO E RICONOSCIBILE, STORICIZZANTE. AGLI ESITI DELLA COMMISSIONE NON FECE SEGUITO ALCUN
PROVVEDIMENTO LEGISLATIVO, ANZI FU INSEDIATA UNA NUOVA COMMISSIONE NEL 1968, LA COMMISSIONE
PAPALDO, CHE DOVEVA, SULLA BASE DELLE CONCLUSIONI DELLA PRECEDENTE, ELABORARE «SCHEMI E
PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI PER LA REVISIONE E IL COORDINAMENTO DELLE NORME DI TUTELA RELATIVE AI BENI
CULTURALI». LA NOVITÀ SAREBBE POTUTA CONSISTERE NELL’OBBLIGO, DA PARTE DELL’ENTE REDATTORE DI UN
QUALSIASI PIANO URBANISTICO, DI SOTTOPORSI AL VAGLIO DELL’AMMINISTRAZIONE STATALE DEI BENI CULTURALI,
MA ANCORA UNA VOLTA LE ANALISI E LE SINTESI DELLA COMMISSIONE NON PRODUSSERO ALCUN AVANZAMENTO
NORMATIVO. CON LE DUE COMMISSIONI, PERÒ, OLTRE A FISSARE IL GRADO CULTURALE DEL MONUMENTO, CHE
ABBRACCIA ASPETTI ESTETICI E STORICI E SI ALLARGA ALL’AMBIENTE COSTRUITO E NATURALE, SI APRE LA
CONSIDERAZIONE DELLO STESSO COME BENE, AFFIDANDOGLI, UN SIGNIFICATO ANCHE ECONOMICO CHE PORTA, IN
QUEGLI ANNI, ROBERTO PANE A RIFLETTERE RIGUARDO LE CONSEGUENZE CHE TALE IMPORTANTE ACCEZIONE
COMPORTA PER L’OGGETTO DELLA TUTELA. LA VALORIZZAZIONE DEL MONUMENTO IN QUANTO BENE CULTURALE
INIZIA AD ESSERE, IN QUEGLI ANNI, FUNZIONALE AL TURISMO, ANCHE DI MASSA, E AGLI INTERVENTI, ANCHE DI
PRIVATI, SULLA CITTÀ STORICA: IL RISCHIO CHE SI SAREBBE CORSO ERA LA RAZIONALIZZAZIONE DEL CENTRO STORICO
PER RENDERLO FUNZIONALE ALL’INTERESSE ECONOMICO TURISTICO E DI PRIVATI SPECULATORI, MA ANCHE
L’AVANZARE, IN CONSEGUENZA DI QUESTO, DELLA SOSTITUZIONE DI VECCHI EDIFICI CON UN’ARCHITETTURA
MODERNA PRIVA DI REGOLE ED IRRISPETTOSA DI QUELLE STRATIFICAZIONE E QUELLE PROPORZIONI, FORME, COLORI,
MASSE, CHE FANNO DEL CENTRO ANTICO UN BENE CULTURALE. SUL TEMA, L’ANCSA, TRA IL 1970 E IL 1971,
ORGANIZZÒ DUE INCONTRI, UNO A GUBBIO (SEMINARIO DI GUBBIO, 1970) E L’ALTRO NELLA CITTÀ DI BERGAMO
(CONGRESSO DI BERGAMO, 1971)269, INCONTRI NEI QUALI LE RELAZIONI DI NUMEROSI STUDIOSI FURONO
INCENTRATE PROPRIO SUL RAPPORTO/CONTRASTO TRA CENTRO STORICO/BENE CULTURALE E CENTRO STORICO/BENE
ECONOMICO. IMPOSTOSI, QUINDI, IL CONCETTO PER CUI I CENTRI STORICI RIENTRANO A PIENO TITOLO NEI
MONUMENTI, E, CONTEMPORANEAMENTE, ESSENDO QUESTI PARTE DELLA PIÙ AMPIA CONFIGURAZIONE URBANA, FATTA DI AMPLIAMENTI, SVILUPPI INFRASTRUTTURALI E INDUSTRIALI, SONO, PER QUESTO OGGETTO DI PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE; SI PROFILA, QUINDI, LA NECESSITÀ DI STUDIARE IL MODO DI TRATTARE IL CENTRO STORICO NON SOLO DAL
PUNTO DI VISTA STRETTAMENTE ARCHITETTONICO, OSSIA COME INSIEME STRATIFICATO DI TESTIMONIANZE
STORICO/ESTETICHE DI CIVILTÀ, MA COME LA PARTE DI UN ORGANISMO PIÙ GRANDE CHE È IL SISTEMA
CITTÀ/TERRITORIO, IL CHE IMPLICA LA NECESSITÀ CHE L’URBANISTICA SI ALLARGHI ABBRACCIANDO ANCHE ALTRI
SETTORI, COME QUELLO ECONOMICO, PSICOLOGICO, SOCIOLOGICO, ECOLOGICO, COME, D’ALTRONDE, ROBERTO
PANE AVEVA AFFERMATO, POCHI ANNI PRIMA. IL PUNTO DI PARTENZA DEI CONVEGNI DELL’ANCSA FU PROPRIO
LA CONSIDERAZIONE DEL CENTRO STORICO COME «PATRIMONIO DISPONIBILE PER L’INTERA SOCIETÀ; UN
PATRIMONIO IN SÉ E PER SÉ, MA ANCHE CON UNA POTENZIALE CAPACITÀ DI RENDITA SIA IN TERMINI FINANZIARI,
SIA IN TERMINI DI USO SOCIALE»270.
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