Creato da antonioi0 il 05/02/2009
CULTURA E GIUSTIZIA
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DOPO LA POLVERE, ISTITUTO POLIGRAFICO E ZECCA DELLO STATO, ROMA 1994.
365 IN SANT’ANGELO DEI LOMBARDI, PROPRIO PRESSO L’ABBAZIA DEL GOLETO VENNE ORGANIZZATO DA UN GRUPPO DI ESPERTI IN
RESTAURO, QUALI IL PROF. MASSARELLI E LA PROF.SSA BISCEGLIE DI BRESCIA, GUIDATI DAL PROF. ROMUALDO MARANDINO, STORICO
LOCALE; UN VERO E PROPRIO COMPLESSO COMPRENDENTE LABORATORI DI RESTAURO, DEPOSITI E LOCALI PER IL SOGGIORNO DEGLI
OPERATORI. IL LORO LAVORO SERVÌ PER STRAPPARE ALLE DEMOLIZIONI NUMEROSI REPERTI E PEZZI D’ARTE CHE VENNERO RILEVATI,
CATALOGATI ED INFINE RESTAURATI.
366 L’8 GENNAIO 1981 SU COSTITUITO UN COMITATO TECNICO, DEL QUALE FURONO CHIAMATI A FAR PARTE 15 “LUMINARI”, AI QUALI
AFFIDARE IL COMPITO DI DISEGNARE L’ASSETTO TERRITORIALE DELLA CAMPANIA, ALL’INDOMANI DEL TERREMOTO, E DI INDIVIDUARE LE
LINEE DI SVILUPPO ECONOMICO. LA GIUNTA REGIONALE CHIAMÒ A FARNE PARTE MARCELLO VITTORINI E EIRENE SBRIZIOLO COME
TERRITORIALISTI, CORRADO BEGUINOT E ROBERTO CRISTIANO, COME URBANISTI, GIUSEPPE LUONGO, SOME SISMOLOGO, ARRIGO CROCE,
GEOLOGO, GIOVANN PALMERIO, ECONOMISTA, ALMERICO REALFONZO, COME ECONOMISTA URBANO, MANLIO ROSSI DORIA, IN QUALITÀ
DI ESPERTO IN ECONOMIA AGRARIA, SIMONE SCIARELLI, ESPERTO DI ECONOMIA INDUSTRIALE, GUIDO MAZZUOLO, PER I TRASPORTI,
ROBERTO DI STEFANO, PER I BENI CULTURALI E IL RESTAURO, CARLO GRECO, TECNICA DELLE COSTRUZIONI, GIUSEPPE ABBAMONTE,
AMMINISTRATIVISTA, M. OREFICE PER IL COMMERCIO E L’ARTIGIANATO. IL COMPITO DEL COMITATO DOVEVA ESSERE UN FORMA DI
ASSISTENZA E CONSULENZA PER TUTTE LE INIZIATIVE DI COMPETENZA REGIONALE AI FINI DELLO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE E PER LA
RICOSTRUZIONE DELLE AREE TERREMOTATE. UN CENTRO-MOTORE DELLE ATTIVITÀ DI PIANIFICAZIONE E DI OGNI INTERVENTO DI GROSSO
RESPIRO SUL TERRITORIO.
367 F. SCANDONE, POCO TEMPO PER I MONUMENTI, IN «IL MATTINO», 20 GEN 1981.
LA LEGGE 219/81: I PIANI DI RECUPERO E LA TUTELA DEI CENTRI STORICI
LA LEGGE 219/81
CONTEMPORANEAMENTE AI DIBATTITI SULL’EVENTUALITÀ DI RICOSTRUIRE I PAESI “DOVE ERANO E COME ERANO” O
DI TRASFERIRE A VALLE LE COMUNITÀ NELL’OTTICA DELLE “NEW TOWNS”, ATTUATE DI RECENTE NELLA
“RICOSTRUZIONE” DELLA CITTÀ DELL’AQUILA DOPO IL SISMA DEL 2009, DIVERSI FURONO I DISEGNI DI LEGGE
PREDISPOSTI DAI LEGISLATORI SULLA RICOSTRUZIONE DELLE ZONE TERREMOTATE. GIÀ NEL GENNAIO DEL 1981, A
POCO PIÙ DI UN MESE DAL SISMA, INIZIAVA LA STESURA DI UNA LEGGE CHE NELLA CONVINZIONE DI LEGISLATORI E
POLITICI AVREBBE DOVUTO NON SOLO RICOSTRUIRE FISICAMENTE TRE REGIONI DEL MERIDIONE MA INNESCARE UN
MECCANISMO DI SVILUPPO CHE AVREBBE, FINALMENTE, TRATTO IL SUD DAL DEGRADO IN CUI VERSAVA. UN
TERREMOTO CHE, PUR ESSENDO STATO UNA TRAGEDIA, AVREBBE POTUTO RAPPRESENTARE UN MOMENTO DI RIVALSA E
DI CRESCITA PER IL MERIDIONE.
DAI DIBATTITI E DAI CONVEGNI EMERSERO ISTANZE PER LE QUALI SI CHIESE AI LEGISLATORI RISPOSTA E, IN
PARTICOLAR MODO, UNA LEGGE:
- CHE METTESSE ASSIEME RICOSTRUZIONE E SVILUPPO;
- CHE RISOLVESSE IL DEGRADO DELL’ENTROTERRA;
- CHE PUR PROPONENDO UN PROGRAMMA DI SVILUPPO PER TUTTO IL TERRITORIO COLPITO DAL SISMA
RIUSCISSE AD AVERE PROGETTI DIVERSI PER OGNI FASCIA, DISTINTA SIA PER DANNO SUBITO CHE PER
CARATTERISTICHE INTRINSECHE DELL’AREA, DOVENDO RIVELARSI, QUESTO, SIA NELLA QUALITÀ DEL PROGETTO
CHE NELLA QUANTITÀ DI RISORSE STANZIATE;
- CHE PERMETTESSE DI POTER TUTELARE E RECUPERARE, OVE FOSSE POSSIBILE, IL PATRIMONIO STORICO,
ARCHITETTONICO E AMBIENTALE;
- CHE DESSE AUTONOMIA ALLE AMMINISTRAZIONI LOCALI, CON UN SOBRIO CONTROLLO REGIONALE E/O
STATALE CHE NON PRETENDESSE DI CALARE DALL’ALTO LE SCELTE;
- CHE AVESSE UN APPARATO BUROCRATICO SNELLO, IN MODO DA VELOCIZZARE LA RICOSTRUZIONE SIA FISICA
CHE ECONOMICA.
IL TESTO GOVERNATIVO, LA CUI SCRITTURA INIZIÒ GIÀ NEL GENNAIO DEL 1981, FU UNA PROPOSTA APERTA AL
CONTRIBUTO DI TUTTE LE FORZA POLITICHE; LUNGAMENTE DISCUSSO, EBBE DIVERSE STESURE E FU APPROVATO SOLO
NEL MAGGIO DEL 1981, DOPO TRE MESI DALLA PRESENTAZIONE AL SENATO381.
LA LEGGE N.219, DEL 14 MAGGIO 1981, IN PRIMO LUOGO, CONVERTIVA IL DECRETO DEL 19 MARZO 1981 E POI,
CON OTTO TITOLI DI 84 ARTICOLI, DEFINIVA LE MODALITÀ CON CUI SI SAREBBE AVVIATA LA RICOSTRUZIONE ECONOMICA E FISICA DELLE ZONE COLPITE DAL TERREMOTO. UNA LEGGE NON PERFETTA, A DETTA DI TUTTE LE FORZE
POLITICHE, MA NECESSARIA, NELL’IMMEDIATO, PER AVVIARE IL PROCESSO DI RINASCITA.
LE INIZIALI VALUTAZIONI DEL TESTO DI LEGGE NON FURONO DEL TUTTO NEGATIVE; VI SI RICONOSCEVANO SEGNALI
POSITIVI DI DISCONTINUITÀ DALLE LEGGI DI EMERGENZA USUALMENTE APPRONTATE IN MOMENTI SIMILI; VI FU LA
VOLONTÀ, PRIMA DI TUTTO, DI ISTITUIRE UN FONDO UNICO, FINANZIARIO, ED UNA APPOSITA CONTABILITÀ PER OGNI
INTERVENTO DI RICOSTRUZIONE E RIPARAZIONE: ERA COSÌ SPERABILE AVERE CONTEZZA QUASI ESATTA
DELL’ANDAMENTO DELLA SPESA; IN SECONDO LUOGO, DI ORGANIZZARE IN MODO “ORDINARIO” LA PIANIFICAZIONE
URBANISTICA COMUNALE E REGIONALE: I PIANI URBANISTICI E I PROGRAMMI DI INTERVENTO NON FURONO PENSATI
COME STRUMENTI ANOMALI, STUDIATI AD HOC PER IL MOMENTO, MA RIENTRAVANO NELL’ORDINARIETÀ DEGLI
ULTIMI AGGIORNAMENTI URBANISTICI PUR TENENDO PRESENTE L’EMERGENZA IN ATTO, SÌ DA EVITARE, DA UNA PARTE
GLI INCONVENIENTI E LE LUNGAGGINI DELLA PIANIFICAZIONE “A CASCATA” (DAL REGIONALE, A QUELLO COMUNALE,
A QUELLI ESECUTIVI), E DALL’ALTRA LA CONFUSIONE CONSEGUENTE A STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE ECCEZIONALI E
CON INCERTA EFFICACIA GIURIDICA, COME I PIANI DI RICOSTRUZIONE, INSERITI DEL D.D.L. GOVERNATIVO. VI È DA
AGGIUNGERE CHE LA POSSIBILITÀ DATA DALLA ORDINARIETÀ DEGLI STRUMENTI URBANISTICI CONSENTIVA, DOVENDO
ATTUARE I PROGRAMMI IN PROGETTAZIONI PLURIENNALI, UN PROCESSO DI PIANIFICAZIONE-ATTUAZIONE-VERIFICAGESTIONE
CHE DA UN LATO AVREBBE PORTATO AD UN CONTROLLO DELLA SPESA PIÙ SEMPLICE E DALL’ALTRO
CORREZIONI IN CORSO D’OPERA PER IL MIGLIORAMENTO DEGLI STESSI STRUMENTI SIA A LIVELLO PURAMENTE
PROGETTUALE CHE ECONOMICO-FINANZIARIO382. A QUESTO SI UNISCE LA NOVITÀ PIÙ IMPORTANTE, OSSIA
L’IMPOSIZIONE DI UNA PIANIFICAZIONE URBANISTICA TOTALE CHE, PARTENDO DA QUELLA PIÙ AMPIA REGIONALE,
SETTORIALIZZATA RISPETTO AD AREE DIFFERENTI (DALLE AREE SUB-REGIONALE DEL “CRATERE E DALLA CONURBAZIONE
NAPOLETANA, FINO ALLE AREE DENSAMENTE POPOLATE DELLA COSTA SALERNITANA E A QUELLE DELLE ZONE INTERNE),
GIUNGE FINO A QUELLA PIÙ IMPORTANTE, FORSE, RELATIVA AGLI AMBITI COMUNALI, LA MAGGIOR PARTE DEI
QUALI,SPROVVISTI TOTALMENTE DI STRUMENTI ORGANIZZATIVI DEL TERRITORIO, RIENTRAVANO NEL GRUPPO DEI
COMUNI DISASTRATI, PER I QUALI FU OBBLIGATORIA LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA. E INFINE, IL TENTATIVO DI
DARE ALL’AGGREGAZIONE DEI COMUNI, ALLE COMUNITÀ MONTANE, ALLE UNITÀ SANITARIE LOCALI E AI COMUNI
STESSI, IL POTERE DI GESTIRE IN AUTONOMIA E DI ORGANIZZARE SERVIZI IN MODO COMPRENSORIALE, IL CHE
RENDEVA LA LEGGE UN OTTIMO STRUMENTO PER FARE DA VOLANO NON SOLO AD UNA MIGLIORE ORGANIZZAZIONE
TERRITORIALE MA ANCHE AD UN TENTATIVO DI SVILUPPO ECONOMICO, PERSEGUENDO IL RAFFORZAMENTO DELLA
RESPONSABILITÀ TECNICA ED AMMINISTRATIVA DELLE REGIONI, DEI COMUNI E DELLE LORO EVENTUALI
ASSOCIAZIONI383.
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