Creato da antonioi0 il 05/02/2009
CULTURA E GIUSTIZIA
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Messaggi del 30/03/2024
Post n°4139 pubblicato il 30 Marzo 2024 da antonioi0
ALCUNI CASI DI RICOSTRUZIONE: VENZONE VENZONE, PAESINO DI MENO DI MILLE ANIME IL GIORNO DEL TERREMOTO, IN PROVINCIA DI UDINE, SI SVILUPPA NEL PUNTO PIÙ STRETTO DELLA VALLE DEL TAGLIAMENTO. E’ INSERITO IN UNA MOLTITUDINE DI PICCOLI RILIEVI CHE FORMANO UNO SBARRAMENTO NATURALE IN CUI FIN DALLE EPOCHE ANTICHE, FUNGEVA DA PASSAGGIO OBBLIGATO VERSO I PAESI DEL NORD341. ALCUNI RITROVAMENTI DI ORIGINE ROMANA, NEGLI SCAVI DEL DUOMO, FANNO PENSARE ALLA PRESENZA DI INSEDIAMENTI DEL IV-V SECOLO. LA PRIMA MENZIONE RIGUARDANTE LA CITTÀ È DATATA AL 923, QUANDO SE NE PARLA COME ABITATO A GUARDIA DI UNA CHIUSA, IN UN DIPLOMA CON IL QUALE L’IMPERATORE BERENGARIO I, CONCESSE AL VESCOVO DI BELLUNO, ALLONE, LE CLAUSE DI ABINTIONE342. PROBABILMENTE IL PRIMO NUCLEO URBANO SORSE PROPRIO LÌ DOVE ORA VI È IL DUOMO, POICHÉ DURANTE IL LAVORO DI RESTAURO POST TERREMOTO NELL’EDIFICIO VENNERO MESSE IN LUCE ALCUNE TRACCE DI UNA PRIMITIVA CHIESA RISALENTE AL IX-X SEC. CON L’INIZIO DELLA DOMINAZIONE OTTONIANA IN FRIULI, INIZIA ANCHE LO SVILUPPO DELLA CITTÀ DI VENZONE, NEL 952. IN PARTICOLARE QUESTO SI DEVE AI PATRIARCHI DI AQUILEIA, CHE SUBITO DOPO LE INVASIONI UNGARICHE DIEDERO INIZIO AD UNA VASTA OPERA DI RICOSTRUZIONE CHE VIDE COINVOLTE SIA VENZONE CHE GEMONA. NEL 1001 LE CLUSE DE AVENZONE VENNE DONATA DA OTTONE III AL PATRIARCA DI AQUILEIA, GIOVANNI IV. VENZONE ENTRÒ COSÌ A FAR PARTE DELLO STATO PATRIARCALE AQUILEIESE CON UN RUOLO DI ESTREMA IMPORTANZA VISTA LA POSIZIONE DI PORTA TRA L’ITALIA E I PAESI NORD-OCCIDENTALI. DA QUESTO MOMENTO, LA CITTADINA VIVE UN PERIODO DI AUTONOMIA POLITICA E RICCHEZZA ECONOMICA. NEL 1258 VENNE COSTRUITA LA CINTA MURARIA, POI IN PARTE ABBATTUTA E RICOSTRUITA NEL 1309, UNA DOPPIA CINTURA CON FOSSATO, COSÌ COME GIUNSE FINO AL MOMENTO DEL TERREMOTO DEL 6 MAGGIO 1976. ASSIEME ALLA CINTA MURARIA, UN’ALTRA COSTRUZIONE SEGNA UN CAMBIAMENTO IMPORTANTE ALL’INTERNO DEL DISEGNO URBANISTICO DELLA CITTÀ: LA COSTRUZIONE DEL DUOMO ROMANICO-GOTICO, AVVENUTA NEL 1338, E NELLO STESSO ANNO CONSACRATA AL PATRIARCA BERTRANDO. NEL 1348, UN TERREMOTO COLPÌ LE CITTÀ DI VENZONE E GEMONA. DAL VILLANI, NELLA SUA “CRONICA” VIENE RIPORTATO CHE VENZONE VENNE DISTRUTTA QUASI PER METÀ DELLE SUE CASE E CHE IL CAMPANILE DELLA CHIESA ROVINÒ DEL TUTTO: IN SEGUITO LA CITTÀ VENNE RICOSTRUITA, NELLA PARTI CROLLATE, IN STILE GOTICO. NEL 1381 DIVENNE LIBERA COMUNITÀ CON DIRITTO DI RAPPRESENTANZA NEL PARLAMENTO DELLA PATRIA343. NEL 1421 VENZONE, COME TUTTA LA PATRIA DEL FRIULI, PASSÒ SOTTO IL DOMINIO DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA344 E, SEBBENE, INIZIASSE DA ALLORA IL SUO DECLINO ECONOMICO, CONTINUÒ, ANCORA PER QUALCHE ANNO, IL PROCESSO DI RINNOVAMENTO STILISTICO URBANO. QUESTA OPERAZIONE SI PROTRASSE FINO AL SECOLO XVII MOMENTO DAL QUALE INIZIA UNA DECADENZA CHE, SE PORTA ALL’ABBANDONO PROGRESSIVO, AL DEGRADO ECONOMICO E ALLA PERDITA DI IMPORTANZA POLITICA DELLA CITTÀ, SICURAMENTE CI RESTITUISCE, ALMENO FINO AL 6 MAGGIO 1976, UN CENTRO STORICO SÌ STRATIFICATO MA AUTENTICO. QUESTA AUTENTICITÀ, LA PARTICOLARITÀ DI VENZONE DI ESSERE AGGREGATO STRATIFICATO RICONOSCIBILE IN OGNI PARTE, CINTO DA MURA, PORTA IL MINISTERO DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI AD EMANARE UN DECRETO, NEL 1965, CHE VINCOLA VENZONE AI SENSI DELLA LEGGE 1089 DELL’1 GIUGNO 1939 COME SITO DI IMPORTANZA STORICO ARCHITETTONICA, “UNITÀ MONUMENTALE”. IL 6 MAGGIO 1976 VENZONE È COLPITA DA UNA SERIE DI SCOSSE SISMICHE DI LIEVE ENTITÀ E DA UNA PARI AL IX GRADO DELLA SCALA MERCALLI. A SEGUITO DELL’EVENTO TELLURICO VI FURONO DANNI AL PATRIMONIO E, OVVIAMENTE, PERDITA DI VITE UMANE. LE VITTIME FURONO 47, SU UNA POPOLAZIONE DI MENO DI UN MIGLIAIO DI PERSONE; IL PATRIMONIO FU GRAVEMENTE DANNEGGIATO, MA NON IN MODO DA FARNE PERDERE IRRIMEDIABILMENTE IL VOLTO. NONOSTANTE LE SCOSSE, I CROLLI E LE LESIONI, MOLTI FRONTI RIMASERO IN PIEDI. FU PIUTTOSTO LO SCIAME SISMICO CHE INTERESSÒ TUTTO IL TERRITORIO FRIULANO DAL 6 MAGGIO AL 9 SETTEMBRE AD INDEBOLIRE LE STRUTTURE GIÀ LESIONATE, AL PUNTO CHE LE DUE SCOSSE DELL’11 E DEL 15 SETTEMBRE RISULTARONO DISTRUTTIVE PER MOLTA PARTE DEL PATRIMONIO EDILIZIO345. DOPO I PRIMI SOCCORSI, L’ACCERTAMENTO DELLE VITTIME E IL SALVATAGGIO DEI SUPERSTITI FERITI, A POCHI GIORNI DAL SISMA, SI COSTITUÌ IL “COMITATO PER IL RECUPERO DEI BENI CULTURALI”, FORMATO DA VOLONTARI E DA PROFESSIONISTI, ARCHITETTI, RESTAURATORI, ARCHEOLOGI, STORICI DELL’ARTE, PROVENIENTI DA OGNI PARTE D’ITALIA. LA PRIMA AZIONE FU IL RECUPERO DEI BENI MOBILI CONTENUTI IN CHIESE E PALAZZI, PER PRESERVARLI DA ULTERIORI DANNI POSSIBILI, DOVUTI AGLI EVENTUALI CROLLI DELLE STRUTTURE E AI FURTI. IL PRIMO PROBLEMA CHE IL COMITATO DOVETTE AFFRONTARE, COME CHIARAMENTE SUCCEDE OGNI QUAL VOLTA CI SI TROVA DI FRONTE AD UNA CATASTROFE DEL GENERE, FU LA RIMOZIONE DELLE MACERIE. COSÌ FU IN BELICE, COSÌ ACCADRÀ ANCHE IN IRPINIA: ALCUNI DEI MAGGIORI DANNI E LE PERDITE DI MATERIALE ANTICO, SI DOVETTERO ALL’USO INDISCRIMINATO DELLE RUSPE E A RIMOZIONI DI MACERIE NON PROGETTATE, SPESSO IMMOTIVATE. A VENZONE, LO SGOMBERO NON SI LIMITÒ A LIBERARE LE STRADE MA PROSEGUÌ, DIVERSE VOLTE, CON L’ABBATTIMENTO DI INTERI EDIFICI SENZA SPECIFICA MOTIVAZIONE DI PERICOLO DI CROLLO346. LE MACERIE DI INTERI ISOLATI ABBATTUTI FURONO DEPOSITATE NEL FOSSATO DELLA CINTA MURARIA, CON L’INTENTO DI SPIANARE L’AREA DEL CENTRO STORICO DI VENZONE347. LA MOTIVAZIONE CHE PIÙ DI TUTTE SOTTENDEVA LA DEMOLIZIONE VELOCE E FURTIVA DEGLI EDIFICI FU LA CONVINZIONE CHE SOLO CHI VANTAVA UNA TOTALE DISTRUZIONE DELLA PROPRIA ABITAZIONE AVREBBE AVUTO I CONTRIBUTI PER UNA NUOVA. IL COMITATO PERÒ CONTINUAVA A METTERE IN SALVO LE OPERE E LÌ DOVE NON POTEVA, COME NEL CASO DEGLI AFFRESCHI, SU QUALI SI DOVEVA AGIRE CON IL METODO DELLO STRAPPO, AGÌ PUNTELLANDO L’INTERO IMMOBILE, QUESTO PERMISE ALL’EDIFICIO NON SOLO DI NON CROLLARE MA, IN MOLTI CASI, DI RESISTERE ALLE SCOSSE CHE SI VERIFICARONO IN SETTEMBRE. MA QUELLO CHE POI VERRÀ DEFINITO COME “FENOMENO”, SI CONCRETIZZÒ NEL LUGLIO DEL 1976: IL COMITATO, NELLA CONVINZIONE CHE QUELLE MACERIE CONSERVASSERO ANCORA PARTE DELLA MEMORIA DELL’INTERA COMUNITÀ E DELLA FISICITÀ DEL CENTRO STORICO DI VENZONE E CHE, BENCHÉ SPEZZATI, SCHEGGIATI E SCOMPOSTI QUEGLI ELEMENTI FOSSERO ANCORA PARTE DI UN TUTTO E NON ERANO NÉ CANCELLATI NÉ IRRIMEDIABILMENTE DISTRUTTI, PRESENTÒ AL COMUNE DI VENZONE UN “PIANO DI SGOMBERO DELLE MACERIE”348, IN CUI SI DAVANO INDICAZIONI PER IL CONSOLIDAMENTO DEGLI EDIFICI ED IL RECUPERO DEGLI ELEMENTI CROLLATI. MA IL PIANO RIMASE INATTUATO PER TUTTI I MESI ESTIVI FINO ALLE SCOSSE DI SETTEMBRE. A SETTEMBRE IL PIANO ERA GIÀ ADOTTATO DAL COMUNE E APPROVATO DALLA REGIONE, PER CUI IL COMITATO INIZIÒ AUTONOMAMENTE I LAVORI DI ASPORTO DELLE MACERIE SALVANDO BIFORE, PORTALI, DAVANZALI, STEMMI E MURATURE SUPERSTITI, IL CHE PERMISE DI INDICARE CON PRECISIONE, IN DIVERSI CASI, IL PUNTO IN CUI SORGEVA UN EDIFICIO, L’ALLINEAMENTO DI UNA STRADA, LA BASE DI UN PORTALE349. IL RECUPERO DI TUTTI GLI ELEMENTI LAPIDEI FU PORTATO AVANTI PARALLELAMENTE AL LAVORO DELLE RUSPE STANDO ATTENTI A CATALOGARE, NUMERARE E CONSERVARE TUTTI I CONCI E GLI ELEMENTI CADUTI, INDIVIDUANDONE LA POSIZIONE E, DOVE QUESTO NON FU POSSIBILE, INDICANDO I RIFERIMENTI CATASTALI DELL’EDIFICIO DI APPARTENENZA. FU UN LAVORO PRECISO ED ESTENUANTE, MA METODICO ED AMOREVOLE CHE TUTTI GLI ABITANTI DI VENZONE SI IMPEGNARONO A PORTARE AVANTI. LA RICOSTRUZIONE DI VENZONE FU MERITO, QUINDI, PRINCIPALMENTE DEI SUOI ABITANTI. A PARTIRE DAL SISMA, ESSI PARTECIPARONO ALLA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE CHE OGNI ELEMENTO DELLA CITTÀ SIGNIFICAVA. DALLA CATALOGAZIONE DELLE PIETRE ALLA FERMA CONVINZIONE DEL RECUPERO, CONCRETIZZATASI NON SOLO NELLA FORMAZIONE DEI COMITATI MA IN UNA PETIZIONE DELL’AGOSTO DEL 1977, UN DOCUMENTO PLEBISCITARIO IN CUI GLI ABITANTI ESPRIMONO LA FERMA VOLONTÀ DI RICOSTRUIRE IL PAESE “DOV’ERA, COM’ERA”350, TENENDO LONTANA IL PIÙ POSSIBILE L’ESPERIENZA RECENTE DEL BELICE E SOPRATTUTTO CONSIDERANDO L’IMPORTANZA CHE LO STATO PER PRIMO, ATTRAVERSO IL SUO MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, AVEVA DATO A VENZONE APPONENDOVI IL VINCOLO NEL 1965 COME UNITÀ DI IMPORTANZA STORICO-ARTISTICA. ALLA SUDDETTA PETIZIONE IL MINISTERO RISPOSE CON DUE ORDINI DEL GIORNO, UNO DEL 5 DICEMBRE351 E L’ALTRO DEL 16 DICEMBRE 1977. IN QUESTI IL MINISTERO RICONFERMAVA IL VINCOLO DI
MONUMENTO NAZIONALE E AFFERMAVA LA NECESSITÀ DI RICOSTRUIRE VENZONE. |
Post n°4138 pubblicato il 30 Marzo 2024 da antonioi0
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