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SE NON C'E' PIU' L'OPPOSIZIONE

Post n°18 pubblicato il 02 Marzo 2009 da semprefrank

Le controversie della sinistra e i guai elettorali del PD, sono eventi che hanno sollevato più di qualche preoccupazione persino nella maggioranza di governo.
Il ripetersi della perdita di voti e di consenso verso la sinistra, sembra aver superato il normale avvicendamento delle stagioni elettorali che premiano una o l’altra parte politica nell’alternanza democratica di governo per dar luogo ad un trend negativo costante.
Questa riduzione progressiva, dalle elezioni politiche dell’aprile 2008, sembra destinata a ridurre l’opposizione ai minimi termini.
Quali possono essere le conseguenze di questo?
E’ possibile la democrazia senza opposizione? (Ovvero senza un suo peso consistente?)
Sicuramente, in democrazia, No. (1)
Se l’opposizione, infatti, perde di peso politico, potrebbe venir meno la sua funzione, stabilita dal nostro ordinamento, di controllo e di stimolo all’azione di governo, specialmente in tempi di crisi e d’enormi difficoltà, come quell’attuale.
Che cosa potrebbe succedere con la sua definitiva “scomparsa”? (2)

Cerchiamo, prima di tutto, di capire i motivi che hanno confermato i punti seguenti:
1. la costante ascesa della coalizione di Silvio Berlusconi;
2. la costante discesa dell'opposizione e del suo maggior partito (PD); (3)

Premetto che, il precipitare degli eventi relativi alla crisi mondiale e nazionale, sta determinando una situazione d’emergenza di fronte alla quale poco più importa ad alcuno la disputa sui meriti di questa o quella parte.
Tuttavia, da un’analisi attenta sui principali eventi che hanno infuocato la cronaca e l’attualità di questi giorni, non mi sembra improprio giudicare esagerato il successo dell’una, a scapito della, (esagerata), sconfitta dell’altra.

A) -Lodo Alfano
(esenzione da procedure penali alle 4 principali cariche dello Stato)
Questa legge potrebbe essere giustificata in nome della stabilità di governo ove sussistessero situazioni d’emergenza che dovessero impedirne la continuità.
Ma, questo governo è retto da una maggioranza politico-numerica senza precedenti che ne garantisce la stabilità, la legittimità e l’operatività.
Perché mai tutta quella fretta?
Perché quell’urgenza era legata all’urgenza personale del premier di mettersi al riparo dal noto processo Mills in cui era già imputato per corruzione. (4)
Come si sa, quell’avvocato è stato poi condannato a quattro anni e mezzo di detenzione mentre l’”altro” imputato non è stato nemmeno “disturbato” grazie a quella legge (ad personam).
Il “lodo” è pertanto un’altra di quelle leggi (come tutte le altre ad personam) che configge con l’art. 3 della Costituzione.

Questo fatto, non solo non ha suscitato disapprovazione nell’opinione pubblica ma, al contrario, ha recato accrescimento di successo al premier.
Mentre l’opposizione n’è uscita punita.

B) -Caso Englaro e ddl “bio-testamento” (5)
Il ricorso affannoso al ddl, poco prima della morte di Eluana e il successivo dl sul “testamento biologico” contengono elementi d’anticostituzionalità. (artt. 20 e 32)
Il Capo dello Stato ne ha dato ampia spiegazione scritta, respingendo al mittente il ddl stesso.

Anche in quest’occasione ha prevalso il consenso verso le posizioni della maggioranza a discapito dell’opposizione.
Eppure il PD e la sinistra si richiamavano alla Costituzione a conferma e giustificazione dell’opposizione al dl.
Perché mai ne sono uscite penalizzate?

C) -Lotta alla criminalità.
Le politiche per la sicurezza, per contrastare la criminalità e l’immigrazione clandestina, hanno sollevato (e stanno sollevando) perplessità e polemiche.
L’impiego dell’esercito, (sembra più un “provvedimento ad effetto” piuttosto che un serio mezzo ai fini della tutela e della sicurezza pubblica. (6)
Frasi come “saremo cattivi con i clandestini”, del ministro dell’interno e d’altri noti esponenti della lega (partito di governo) con frasi minacciose, evocano paura e xenofobia.
Di questo comportamento la sinistra ha espresso il suo dissenso appellandosi ai principi della costituzione. (v.artt.18 e 13).
Nemmeno in questo caso il richiamo alla Costituzione le ha dato credito, come risulta dalle ultime elezioni in Sardegna...
----
Tutti e tre gli eventi di cui sopra(A,B, C), contengono, quindi, elementi in contrasto con la Costituzione.
Sia nell’opinione pubblica di sinistra che in quella che sostiene la maggioranza, sia in chiunque abbia a cuore il rispetto della legalità costituzionale, le ragioni costituzionali avrebbero dovuto avere la meglio e trovare almeno un consenso più “sensibile” nell’opinione pubblica
La sconfitta elettorale in Sardegna e le successive dimissioni del segretario del maggior partito d’opposizione hanno invece segnato il contrario: l’opposizione, anziché essere sostenuta nella difesa popolare della legalità costituzionale, n’è uscita perdente.
La maggioranza di governo, al contrario, premiata.
---
Nel mio precedente articolo (v.attualità: POVERTA’, GUERRA E IPOCRISIE l’avocetta n.86 febbraio 09), trattavo alcuni aspetti paradossali che riguardavano i problemi della povertà mondiale e della squilibrata ripartizione della ricchezza mondiale.
Anche in questo presente, altri paradossi (non meno gravi), sono evidenti. (7)
…ma la speranza è l’ultima a morire.

Franco Levi Minzi
francochi@tele2.it

(per discussione e approfondimenti:  forum-blog (http: //it.groups.yahoo.com/group/V_D_A/)
Fonti:
La Costituzione italianai:

Note:
(1) Se l’opposizione, infatti, ha il ruolo istituzionale, di controllo e proposta costruttiva sul governo ai fini dell’interesse generale del paese, cosa potrebbe succedere con la sua scomparsa?
Sarebbe come la scomparsa della valvola di sicurezza nella pentola a pressione ovvero all’assenza dell’eco-scandaglio in una nave.
(2) Anche nella maggioranza si riconosce, almeno ufficialmente, che la democrazia senza opposizione è un evento piuttosto preoccupante, così almeno è nell’opinione generale.
E’ molto probabile che tale situazione sia presto destinata a “normalizzarsi “ in un’opposizione in “formato ridotto”. Essa esprimerà in parlamento il suo peso, non certo in base alle sue dimensioni, ma sul valore delle sue proposte e dal riscontro politico di consenso nell’opinione pubblica ottenuto.
(3) dove:
-il caso di cui al punto uno, dovrebbe giustificarsi in merito ai risultati positivi, e dalle attese favorevoli del governo vincente;
-il caso al punto due, dovrebbe motivarsi nella disapprovazione e nello scontento dell’elettorato per le ragioni opposte.
(4) L'avvocato Mills ha avuto quattro anni e mezzo di condanna per corruzione subita.  Il corruttore è impunito grazie a questa sua legge voluta dal medesimo. Questo fatto avrebbe dovuto, almeno in teoria, far diminuire il consenso al premier che, invece, si è accresciuto. Leggi ad personam (falso in bilancio, “rogatorie”, Cirami ecc.), …sono tuttora vigenti, salvo la legge sul falso in bilancio parzialmente modificata. Molte di queste sono state volute dal premier in favore di propri interessi personali in conflitto con la sua carica.(conflitto d'interessi)
Eppure è un fatto che va contro l’art. 3 della la costituzione.(Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge.
(5) La delicatissima questione ha suscitato un interesse senza precedenti, perché riguarda la vita di tutti e situazioni che molti hanno vissuto e stanno vivendo con i propri cari e in cui, tutti potremmo trovarci alla fine della nostra vita.
Sta passando un disegno di legge che, se approvato, sarà in pieno contrasto con l’art.32 della costituzione.
Il capo dello stato aveva già negato il proprio assenso per incostituzionalità, al decreto che, al di là d’ogni considerazione, viola la costituzione.
 (6) Né l’esercito potrebbe servire contro la violenza verso le donne (che purtroppo sembra avvenire più all’interno delle mura domestiche e nell’ambito famigliare piuttosto che sulle strade.)
Anche l’istituzione delle “ronde” cittadine, non sembra priva di polemiche e contestazioni, e, francamente, non mi sembra la migliore delle soluzioni.
(7) Alla maggioranza degli italiani, sembra non importare quanto il governo rispetti o meno i principi costituzionali.
Dai risultati elettorali risulta perciò, che gli italiani sembrano più disposti a premiare questo governo (che più volte cade in errori anticostituzionali) piuttosto che condividere l'’opposizione che vorrebbe far rispettare quei principi.

 

 
 
 

GUERRA E IPOCRISIA

Post n°16 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da semprefrank
 

AUMENTA LA POVERTA’.CHE FARE ?  un inquietante articolo di Jean Fabre, vicedirettore del programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo – UNPD, pubblicato negli anni 1997-'98 e ancor oggi di una drammatica attualità)

Esaminiamo con realismo le cause delle guerre commentando l'articolo di Jean Fabre.
La guerra di Gaza, è l'ennesimo tragico capitolo di un conflitto le cui cause sono divenute un groviglio enigmatico inestricabile per le Nazioni Unite e per il mondo intero.
Le radici di questo “eterno conflitto”, di là da quella “biblica” e religiosa che richiederebbe un approfondimento più esteso, ha purtroppo le stesse cause, comuni a tutte le guerre.
Queste cause vanno evidenziate guardando davvero in faccia la realtà.
Si vedrà così che alla radice dei conflitti, sono spesso quegli stessi paesi "evoluti" che predicano la pace e la sacralità universale dei diritti umani.
Sono spesso gli stessi, causa di guerre, distruzioni, morte.
Si tace su queste argomentazioni, per i seguenti diversi motivi.
La complessità e la dimensione di questi drammi spesso non consentono un giudizio equo ed oggettivo, ma solo una presa di posizione spesso di parte.
La realtà politica, in cui per fortuna è il nostro paese in Europa, ci tiene ancora protetti dalla guerra e dal pericolo che succeda, ancorché nulla ci garantisca il futuro.
La cronaca che vediamo davanti al video, quando non è disinformazione, è informazione virtuale che ci coinvolge solo come spettatori, quasi davanti allo spettacolo di un film, e che agisce, al più, solo sul piano dell'opinione.
Malgrado la crisi economica che stiamo vivendo, il nostro tenore di vita, le nostre abitudini e le nostre condizioni generali, ci tengono ancora al riparo dalla miseria e dall’indigenza in cui molti paesi si trovano.
Perché sono argomentazioni scomode e quando dilaga l’anticultura, la perdita dei valori morali e spesso il buon senso, non ci si pensa affatto.

Emergerà così anche qualche “paradosso”.
a)
Molte cause che favoriscono la guerra, sono in molti casi, l'effetto ed il prezzo del  benessere e dei paesi ricchi.
Principalmente, come si sa, perché le guerre, da sempre, nascono dalla squilibrata distribuzione dei beni e risorse nel pianeta e dalle enormi disparità economiche e sociali nel mondo.
Per milioni d’esseri umani, è ancora impossibile accedere alle risorse prime della sopravvivenza come l’acqua ed il cibo. (*)
(*)Il 2% della popolazione adulta del mondo possiede oltre la metà di tutta la ricchezza mondiale: è quanto risulta da uno studio condotto dal World Institute for Development Economics Research delle Nazioni Unite (UNU-WIDER) che ha sede a Helsinki. Il più vasto studio sulla ricchezza personale mai intrapreso indica anche …(ndr)…..La concentrazione della ricchezza all’interno dei paesi, pur variando da nazione a nazione, è comunque anch’essa in generale molto elevata. Il 10% più ricco della popolazione adulta possiede in Cina il 40% della ricchezza nazionale, mentre negli Stati Uniti arriva al 70%. Il rapporto completo è scaricabile dal sito dell'UNU-WIDER.
------------------
Negli ultimi 15 anni il numero dei più ricchi è raddoppiato. Mentre il numero dei più poveri è triplicato…
Esso continua a crescere ad un ritmo spaventoso: 47 poveri in più ogni minuto che passa; 25 milioni in più l’anno. E’ una cosa che bisogna invertire perché la quantità di persone che vive nella miseria oggi rappresenta l‘equivalente della metà della popolazione del mondo di quarant‘anni fa.
……………….la dignità della nostra società che non interviene, eppure, siamo la prima generazione ad avere i mezzi e le capacità per eliminare la povertà.
Nonostante questo, ci sono 35 milioni di disoccupati nei paesi industrializzati, 120 milioni nel mondo, 700 milioni di persone che, pur avendo un lavoro, non riescono a mantenere se stessi e la propria famiglia….
(Jean Fabre)
- lo spreco nei paesi “evoluti” dei soli generi alimentari raggiunge cifre mostruose;
- incredibili ricchezze sono in mano a pochi mentre milioni di persone soccombono nella povertà;
Lo stesso sistema di sviluppo, basato sulla “teologia” del libero mercato, così come finora ritenuto, da tutti i grandi economisti, il migliore, anche se ha portato progresso e benessere, è di per sé causa di enormi squilibri.
La libera concorrenza, difesa quale unico regime a garanzia di libertà e progresso, non controllata da regole etiche, ha provocato negli USA la catastrofe cui stiamo assistendo e che sta mettendo a soqquadro l'economia mondiale.
(ndr)Con la “teologia del Mercato” sembra reggere solo l’idea della competizione. Ma cosa siamo diventati? Delle belve?
Compresa naturalmente la nostra.
Questo sistema crea ricchezza per pochi contro povertà per molti,
malgrado si continui a ritenere che il sacro “libero mercato” metterà a posto tutto….(**)

(**)La verità è che il Mercato, pure trionfante, non assicura alcuna redistribuzione equa della ricchezza, non prevede il futuro, non tiene conto dei danni ambientali, ignora le generazioni future. In altre parole il Mercato è miope, e nonostante i suoi lati positivi, non basta a risolvere i problemi... (ndr)...
Anche se inizialmente la crescita sarà accompagnata da un aumento delle disparità, poi le cose miglioreranno e tutti potranno avere benefici della crescita e del Mercato”.
La realtà è molto diversa. Negli ultimi cinquant’anni abbiamo conosciuto un progresso senza precedenti. La ricchezza mondiale è stata moltiplicata per sette. E, siccome nel frattempo la popolazione è raddoppiata, la ricchezza pro capite nel mondo (in termini reali) è triplicata.
Dovremmo, dunque, stare tutti meglio. Ma la disoccupazione va crescendo ed è in testa alle preoccupazioni degli italiani e di tanti altri in tutto il mondo. La protezione sociale si sta smantellando in tutti i paesi. Le assicurazioni sociali, la copertura medica, le pensioni sono tutte rimesse in discussione: mentre le ricchezze sono aumentate e, nei prossimi anni, potremmo produrre ancora di più beni e servizi con meno lavoro.

Paradossale è che, mentre la ricchezza complessiva aumenta, aumenta la povertà!
Questo sistema, fa funzionare il processo economico solo nei paesi dove, la ricchezza (o le basi di essa come l’acqua, l’agricoltura) esiste già e, dove, può essere combinata con la trasformazione in merce di scambio ed in fattori produttivi in grado di rinnovare se stessi.
Cioè, in quei paesi già sviluppati a differenza degli altri dove non esiste nulla, se non carestia e morte.
Molti paesi cosiddetti in "via di sviluppo", (ammesso che questa definizione presupponga un possibile sviluppo) sono, perciò, nell'impossibilità di svilupparsi, o lo saranno forse un giorno ove sussistessero le condizioni.
Nei paesi dove c’è petrolio, si verifica il seguente altro paradosso:
il ricavato della vendita dell’oro nero potrebbe sfamare milioni di persone e potrebbe diffondere il benessere in molti paesi poveri.
Avviene invece che la concentrazione della ricchezza è in mano a pochi ricchissimi (v. Emirati Arabi) e non viene investita nei paesi dove maggiore è il bisogno (per es: di impianti idrici, opere di bonifica e investimenti industriali).
Abbandonati a se stessi diventano a loro volta preda di malattie e guerre fratricide. Plaghe di terrorismo.
.(***) Oggi viviamo nel mondo dell’interdipendenza. Un mondo in cui pretendere di risolvere i problemi nazionali con misure esclusivamente nazionali è un modo inefficace, sbagliato, inadeguato.
Il mondo non si può governare guardando ciascuno al proprio giardino: occorre inserire il proprio giardino nel contesto più generale. Ed è in questo “contesto generale” che vediamo come la crescita della ricchezza mondiale va a vantaggio di un gruppo ristretto di persone. Negli ultimi 15 anni il numero dei più ricchi è raddoppiato. Mentre il numero dei più poveri è triplicato.
Esso continua a crescere ad un ritmo spaventoso: 47 poveri in più ogni minuto che passa; 25 milioni in più l’anno. E’ una cosa che bisogna invertire perché la quantità di persone che vive nella miseria oggi rappresenta l‘equivalente della metà della popolazione del mondo di quarant‘anni fa.

Quella ricchezza si accumula nei paesi già straricchi e potenti (es. Emirati Arabi e altri) che controllano poi l’economia e la politica mondiale, mentre nulla va in favore delle plaghe depresse del mondo che vedono aumentare la propria povertà.
La mancanza d'acqua e d'industria è l'equivalente della mancanza d'ossigeno per una fiamma e sono requisiti essenziali per ogni sopravvivenza prima ancora che di ogni sviluppo.
Eppure, è convinzione diffusa che quei paesi (in via di sviluppo), riusciranno a svilupparsi e raggiungere il benessere, senza peraltro indicare come e senza mettere in atto provvedimenti di investimento.
La realtà, quindi, è completamente diversa e molto distante da come la immaginiamo e da come viene dipinta nelle enunciazioni ufficiali e nei mass-media.
A parte l'India e la Cina, che sembrano seriamente impegnati nella via del progresso, in senso più equo e meno speculativo di quello che ha portato alla bancarotta la prima potenza mondiale, in molti paesi cosiddetti "in via di sviluppo", la situazione è semplicemente tragica.
Si può forse rendersene conto considerando l'ecatombe in cui vivono paesi (Darfur, Ghana, Burundi e altri dell’Africa sub-sahariana) dove regna solo fame guerra e violenza.
Non diversa è la situazione di molti paesi del mondo islamico dove persiste arretratezza e fanatismo (Afganistan, Iran ecc.).
Altre cause, non certo minori, sono determinate dalle differenze ed ingiustizie che impediscono il superamento di altri bisogni e la conquista di successivi livelli di benessere.
Vanno aggiunte le diversità culturali, etniche e religiose, e l’uso violento dell’ideologia contro l’altra, abbiamo davanti un quadro decisamente sconfortante sul piano della speranza in una pace mondiale duratura.

Tutto il mondo vive, in questi giorni, la speranza che l’insediamento e la politica preannunciata dal presidente Obama, riesca nell’immane impresa che dovrebbe risollevare le sorti economiche degli U.S.A. e del mondo intero
La sua proposta politica è certamente “epocale” e, proprio perché recepisce molte delle considerazioni qui contenute (e nell’art. di Fabre), dovrebbe essere  l’unica  giusta .
YES WE CAN vuole significare che:
Il “dovere di cooperare” non si può rispettare con le briciole. Ci sono solo due cose che misurano le priorità che abbiamo nella nostra vita individuale come nell’azione delle istituzioni: il tempo e i soldi che dedichiamo ad una cosa. Tutto il resto è puro sentimentalismo. (ndr)
Un patto internazionale di governo delle situazioni, e non delle istituzioni non comincia con una manciata di quattrini. Ci vuole l’espressione di una volontà politica e quindi di cospicui bilanci. E chi non vorrà pagare oggi, pagherà di più domani.
Come ricordava all’ONU un ambasciatore: “Non dimentichiamo mai che le Nazioni Unite, concepite per evitare il ritorno della guerra, non sono nate da un sogno, ma da un incubo”. Negli anni ’20 o ’30, il mondo ha perso varie occasioni di organizzare la pace. Il risultato è stato: l’invasione della Manciuria, la conquista dell’Etiopia, il tradimento di Monaco, gli orrori dell’Olocausto e le distruzioni della seconda guerra mondiale. Stiamo attenti a non assumerci oggi una simile responsabilità.

 

 

 

 
 
 

HAMAS CONTRO CHI?

Post n°13 pubblicato il 30 Dicembre 2008 da semprefrank
 

La tragedia infinita che insanguina il m.o. non è che uno dei tanti teatri di morte di cui si cerca invano una spiegazione. Eppure la spiegazione c'è ed è semplice.
La guerra di chi reagisce alla fame e alla repressione è fondata e in qualche modo giustificabile.
La disperazione di chi muore di fame e che reagisce con la violenza è purtroppo l'inevitabile risultato dell'esasperazione di chi non ha altra scelta.
Ma Hamas una scelta l'aveva e ancora potrebbe farne uso: quella di non ricorrere alla violenza e di accettare la coesistenza pacifica con Israele.
Se, come qualcuno in questa radio (radiocooperativa) ha detto: " Hamas ha vinto "democraticamente" le elezioni". è davvero giustificata quell'elezione di chi vuole cancellare Israele? E'legittimo il partito di Hamas che si fonda sull'odio e sulla rivolta armata, anche se votato a maggioranza in una realtà dove, tra miseria e fanatismo, chi la spunta è sempre il potere violento e fondamentalista?
Una democrazia così connotata è degna di questo nome?
Ma Israele non è da meno!
Quando si sterminano intere popolazioni come nemiche senza tener conto che esse stesse sono manovrate ed indottrinate dai capi del fanatismo religioso più violento(Hamas), Israele si adossa un'enorme gravissima responsabilità.
Anche quella democrazia non è più degna di questo nome quando si assiste ad una reazione così violenta e sproporzionata quale quella in atto.
Il criterio della legittima difesa, non vale più quando, all'innegabile vocazione violenta di Hamas, si risponde con altrettanta vocazione.
Hamas, tuttava, si propone l'eliminazione dello stato d'Israele ben sapendo che Israele non sarebbe rimasto "a guardare". Il popolo palestinese ha eletto Hamas legittimamente ma non eticamente.
Nessun popolo può consapevolmente e liberamente eleggersi dei capi sanguinari e violenti come il partito di Hamas.
Quando questo avviene, la storia lo dimostra, la violenza ed il sangue si ritorcono contro il popolo stesso.
Ecco contro chi è Hamas.

(vedi e commenta anche nel forum)

 
 
 

LETTERA APERTA A VELTRONI

Post n°12 pubblicato il 23 Dicembre 2008 da semprefrank
 

(post pubblicato nel forum del PD)(tema proposto nel forum:"IL DOVERE DI NON DELUDERE" )

Il dovere di non deludere? Ma quale?
Avevo da sempre riposto la mia fiducia nel PD e in Veltroni.
Con quanto è avvenuto (Abruzzo, Napoli, Villari) sono completamente deluso e tolgo la mia fiducia !
denuncio il comportoamento del PD che , a differenza delle enunciazioni, si è dimostrato uguale e forseanche peggio degli altri in fatto di "questione morale".
Non che credessi nell'integrità di nessuno (i ladroni ci sono dappertutto), ma perché Villari è stato subito espulso dal partito mentre Bassolino, (indagato per truffa e corruzione), il sindaco D'Agostino e chissà quanti altri NO?
poi se permettete ' sarà una mia debolezza, ma quel termine "capibastone" mi ha proprio irritato. Perché non dire chiaramente "corrotti" o almeno, "sospettati di corruzione" ?
Perché nessuno è stato buttato fuori?
Caro Veltroni, continua pure a opporti alle buffonate di Berlusconi come il "presidenzialismo".
Continua pure, se vuoi, a balbettare, se ci riesci, qualcosa di sinistra.
Io ero d'accordo che per l'interesse dell'Italia era giusto cercare il dialogo e la condivisione almenpo su certe riforme fondamentali e che non bisognava rincorrere troppo il massimalismo di Di Pietro.
Ora invece i tuoi "capibastone" hanno ricoperto di vergogna il PD e chi l'ha votato come me e chi ci credeva.
Ora, grazie a quelli, tutta l'opposizione (e forse tutta la democrazia italiana) è allo sbando. Nessuno ci capisce più nulla.
Nessuno crede più in nulla.
Eppure all'inizio le cose che dicevi (ricordi al Circo Massimo?) erano belle e giuste! Lo sono ancora, ma grazie alla tua eccessiva accondiscendenza con chi ti truffava alle spalle, tu e il partito avete (abbiamo) (e non per tua colpa) perso ancora una volta la faccia davanti all'opinione pubblica, anche quella più in buona fede.
Al giustizialismo di Di Pietro abbiamo preferito non parlare più di legalità e chiuso un occhio davanti ai corrotti.
Per paura di Di Pietro, ora la giustizia e tutto il potere è in mano a Berlusconi al quale anche tu e i tuoi funzionari di partito dovrete assoggettarvi e quasi elemosinare un pezzo di potere.
Mi dispiace dire queste cose, ma, credimi, le dico col cuore affranto.
Franco Levi Minzi


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Cos'è il giustizialismo?

Post n°11 pubblicato il 22 Dicembre 2008 da semprefrank

commenta anche sul forum
In nome dell'anti-giustizialismo è estinta la legalità, l'onestà, la voglia di lavorare,l'entusiasmo, la salute, la speranza. Vive e vegeta la frode, l'evasione fiscale, la mafia e l'odio. Dove andiamo a finire?
poesia di Luciano Somma:

                                   Speranza             

                 Quest'anno non voglio regali

                 Rinuncio stavolta agli auguri

                 I troppi episodi mortali

                 Mi rendono i giorni insicuri.

                 Qui l'aria è infuocata dal male

                 È mina che esplode la terra

                 Dove anche il respiro è fatale

                 Si vive ogni giorno una guerra.

                 Non voglio più un mare di sangue

                 Né rabbia del cielo in tempesta

                 La gente che trema e che langue

                 Ma un senso di vita più onesta.

                 Dov'è che sei Cristo mio Dio

                 Nessuna ferita è guarita

                 È tutto soltanto un oblio

                 Dov'è quella fede infinita.

                 Che nasce guardando il tramonto

                 Galoppa l'immenso universo

                 Portando al Natale ch'è pronto

                 Un nuovo domani diverso.

 

                                     Luciano Somma

http://www.partecipiamo.it/Poesie/Luciano_Somma/1.htm

 

 

             

 
 
 
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