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Post N° 169

Post n°169 pubblicato il 18 Settembre 2008 da S.D.Esquilino

La Costituente e un nuovo centrosinistra

di Carlo Leoni

Il Governo Berlusconi sta recando al nostro Paese danni che ne segneranno il volto per molto tempo,il più grave dei quali è la lacerazione di un tessuto sociale e civile che con grande fatica le forze democratiche italiane avevano costruito per tenere insieme una società difficile e complessa.
Ma non c’è da stupirsi : la destra sta semplicemente facendo la destra. Sull’immigrazione, contro l’autonomia della magistratura,  sulla politica economica, sulla scuola, sta avanzando a tappe forzate un disegno reazionario fondato sul presidenzialismo di fatto, sull’emarginazione dei più svantaggiati, sulla tutela dei grandi privilegi economici.
In troppi pensano che tutto questo sia dovuto ad una particolare indole autoritaria, oltre che ai conflitti d’interessi, di Silvio Berlusconi, quasi che, tolto di mezzo il capo, si possa avere una cosidetta destra “normale”, moderata , più accomodante. Non è così. Nel corso di un quindicennio di vita la destra italiana ha prodotto, piaccia o no, una cultura politica, un senso comune, una idea dell’Italia e del mondo che ha conquistato il consenso della maggioranza dei nostri concittadini. E’ questo retroterra che consente oggi al Governo di marciare speditamente nella realizzazione del suo devastante programma di controriforma.
Gli elettori del centrosinistra assistono smarriti a tutto questo. C’è molto sconcerto e, purtroppo, crescente rassegnazione. Non passa giorno senza incontrare qualcuno di loro che si lamenta per una opposizione parlamentare troppo debole e troppo propensa al “dialogo”con Berlusconi. E’ mia convinzione che l’opposizione che il PD sta praticando nelle aule parlamentari sia percepita come fragile e inefficacie non perché quei parlamentari non facciano il loro dovere o perché non gridano abbastanza. La debolezza del PD sta nella mancanza, da parte di quel partito, di una chiara strategia politica capace di ribaltare i rapporti di forza nella società italiana e di produrre un’alternativa di governo alla destra.
Il PD non ha soltanto perso le elezioni di Aprile. Ciò che è naufragata è stata la strategia e lo schema politico con il quale si è presentato agli italiani dopo le primarie che incoronarono leader Walter Veltroni. Di fronte a una destra attrezzata perfino ideologicamente, I democratici si sono presentati con la debole retorica di una innovazione senza contenuti e di una modernità senza aggettivi, proponendo se stessi non come portatori di un progetto alternativo ma semplicemente come più affidabili per fare le stesse cose. La diatriba su chi avesse copiato il programma dell’altro è stata una delle pagine più tristi , ma anche maggiormente rivelatrici, dell’ultima campagna elettorale.
La rottura scientemente e da tempo preparata con la sinistra e il fallimento dell’alleanza con Di Pietro, lasciano quel partito privo di una politica di alleanze e di una rete di solidarietà politica. Il trenta per cento, qualora venisse confermato, lo si può anche presentare come un risultato apprezzabile. Ma è la condanna all’opposizione vita natural durante, se rimani privo di alleanze politiche. La stessa manifestazione del 25 ottobre, che il PD non ha inteso trasformare in un incontro di tutte le opposizioni, per quanto partecipata, rischia di essere la dimostrazione di una affollata impotenza, perché da quel palco Veltroni saprà dire tante cose cattive sul Governo e buone per il suo partito. Ma non dirà insieme a chi può e vuole aprire un percorso di alternativa.
Con l’Italia dei Valori l’intesa di Aprile non è più presentabile. Quei democratici che sognano un’alleanza con l’UDC ignorano o sottovalutano il fatto che mettersi insieme al partito di Cesa e di Totò Cuffaro provocherebbe una indignazione e un allontanamento consistente dei propri elettori e la fine senza appello della credibilità del PD come alfiere di una “nuova politica”.
Per questo penso che prima o poi il partito di Veltroni sarà costretto a guardare di nuovo alla sua sinistra.  Questa eventualità non va solo attesa ma anche, per quanto possibile, costruita perché noi che vogliamo che si realizzi un’alternativa alle destre, attraverso un nuovo centrosinistra, non possiamo certo restare indifferenti a ciò che accade nel maggiore partito dell’opposizione.
Il PD va dunque incalzato e sfidato sui contenuti e sulla qualità dell’opposizione al Governo in carica. Serve una sinistra che sia degna di questo nome e che per il suo stesso modo di essere sia capace di acuire le clamorose contraddizioni nelle quali si dibattono  il PD e le altre forze di centrosinistra.
Una sinistra puramente identitaria, chiusa nell’orizzonte dell’unità dei comunisti, che coltiva il piacere dell’opposizione a tutti i costi, è quanto di più rassicurante possano  immaginare nel PD i cultori dell’autosufficienza e quelli dell’intesa con l’UDC.
Ecco perché costruire una sinistra nuova , popolare e spendibile, è necessario non soltanto per dare una casa ai tanti che non si rassegnano né alla deriva moderata né all’inconsistenza identitaria, ma lo è soprattutto per costruire un’alternativa politica alla destra.
Ci sono mille ragioni per dare vita alla Costituente della Sinistra . Tra queste, e non per ultima, c’è la necessità di costruire uno strumento che spezzi l’immobilismo di questa nuova-vecchia politica, e riapra per tutti gli italiani una prospettiva di cambiamento.

Carlo Leoni del Coordinamento Nazionale di Sd

 
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