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S.O.S. MALATI DI INTERNET

Post n°3 pubblicato il 10 Gennaio 2011 da sig_copia_e_incolla

Tra le nuove dipendenze patologiche ne stanno emergendo alcune legate a Internet e al suo mondo e alcuni centri specializzati hanno inserito programmi di disintossicazione

Sembrerà strano ma oggi ci si può addirittura ammalare di Internet, tanto che alcuni centri specializzati hanno inserito queste nuove dipendenze patologiche nei propri programmi di disintossicazione. Tranquilli la sera davanti al proprio Pc, o distraendosi durante la giornata al lavoro ci si può quindi trovare, senza accorgersene, dipendenti dalle chat, dal sesso virtuale, dai giochi d’azzardo online o dai web games. Tra i numerosi rischi legati alla sicurezza, Internet ne introduce quindi alcuni legati al nostro vivere quotidiano e alla nostra personalità, e anche questi, al pari di virus e attacchi informatici, non sono assolutamente da ignorare e trascurare.

Internet Addiction Disorder

E’ questo il nome con il quale è indicata la patologia più comune legata all’utilizzo di Internet. Ne siete afflitti? Beh uno dei sistemi più semplici per farsi venire qualche dubbio è quello di cercare di rispondere alle seguenti domande:

1. sentite il bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per ottenere soddisfazione; 2. provate una sensibile riduzione di interesse per altre attività che non siano Internet; 3. avete notato lo sviluppo, dopo la sospensione o diminuzione dell’uso della rete, di agitazione psicomotoria, ansia, depressione, pensieri ossessivi su cosa accade on-line 4. avvertite la necessità di accedere alla rete sempre più frequentemente o per periodi più prolungati rispetto all’intenzione iniziale; 5. vi trovate nell’impossibilità di interrompere o tenere sotto controllo l’uso di Internet; 6. disperdete grande quantità di tempo in attività correlate alla rete; 7. continuate a utilizzare Internet nonostante la consapevolezza di problemi fisici, sociali, lavorativi o psicologici recati dalla rete.

Insomma, se siete tra quelli che appena arrivano a casa dall’ufficio accendono il computer per connettersi a Internet e riprendere la chiaccherata in messenger con gli amici, o per continuare le attività di un Web Game, allora potete iniziare a farvi venire il dubbio che ci sia qualcosa che non quadra. Se poi, dopo esservi connessi a Internet con l’idea di svagarvi per qualche minuto, vi trovata ancora connessi dopo ore, allora decisamente una qualche forma di dipendenza potrebbe esserci. Queste considerazioni sono state messe a punto dal Centro Studi e Ricerche di Psiachiatria, Psicologia e Psicoterapia “Nostos” ( www.dipendenze.com ) e sollevano numerosi e inquietanti interrogativi. In particolare, diverse ricerche hanno evidenziato come molte volte i soggetti che utilizzano le rete, oltre a non rendersi conto delle diverse ore già trascorse dinanzi allo schermo, tendono ad alterarsi facilmente con chi disturba la loro attività;esperienza questa che può essere paragonata alla risposta del fumatore che dice a se stesso “solo un’ultima sigaretta e andrò a dormire. Altra caratteristica importante tra gli internet dipendenti è la negazione del problema come spesso accade con qualunque altro tipo di dipendenza. Ogni giorno molti utenti rischiano di allontanarsi dai rapporti interpersonali reali, indispensabili per una vita sana e socialmente equilibrata, preferendo relazioni virtuali; queste inevitabilmente portano a una spersonalizzazione e ad una proiezione del proprio SE in un luogo non fisico che, data la facilità, la velocità e l’ampiezza geografica dei rapporti il soggetto preferisce. L’utente, nascondendo la propria individualità dietro al proprio monitor, si sente più protetto, più sicuro. Non per nulla fenomeni come quello di Second Life, dove sono già più di due milioni gli utenti registrati nel “mondo” creato dalla società Linden Lab nel quale sono sbarcati grandi produttori It, come Ibm, e la prima ambasciata virtuale svedese, stanno riscuotendo un successo senza precedenti. La possibilità di agire nell’anonimato, di poter essere qualcuno che nella vita reale è irraggiungibile, e la certezza di poter sempre trovare qualcuno con il quale interagire, sono solo alcuni dei motivi che spingono sempre più persone a ‘perdersi’ in Internet.

Cybersex e altri disordini

Nel cybersex addiction, rientrano diverse tipologie di comportamenti, che spesso non presentano caratteristiche omogenee tra loro. Il Cybersex, in maniera molto superficiale, può essere considerato, tutto ciò che di sessuale è possibile svolgere nella Rete, in particolare le Chat sessuali. La garanzia dell’anonimato rende particolarmente disinibiti soggetti che nella vita reale appaiono timidi e impacciati. Il potersi improvvisamente liberare dai limiti che si incontrano giornalmente nella vita reale può comunque generare disorientamento e incentivare comportamenti ‘anomali’. Si tratta di disturbi che possono avere un’esistenza anche nella vita reale, a prescindere dal pc, ma ciò che li rende particolarmente accentuati in questo caso, sono le caratteristiche proprie della Rete, di anonimato e di estrema facilità nell’accedere ai servizi. Si tratta di disturbi propriamente compulsivi, che possono diventare per il soggetto il centro della propria esistenza. Nonostante questa fase sia caratterizzata in parte da una partecipazione attiva del soggetto, quest’ultimo si muove comunque in un ambiente statico, progettato da altri, in cui l’unica cosa che si può fare è richiedere al sistema risposte a domande ed esigenze. L’utente si trova ad osservare e vivere in un mondo pensato da altri in cui il soggetto non è altro che uno spettatore passivo, e questo, può contribuire ulteriormente alla comparsa o all’evidenziazione di comportamenti patologici. Al cybersex Addiction Disorder possono comunque essere affiancati numerosi altri disturbi del comportamento come per esempio la dipendenza verso i giochi di azzardo online o i cosidetti Web Game. Il gioco d’azzardo virtuale per esempio esiste da quando si è diffuso l’utilizzo d’Internet: disponendo di un personal computer, di un collegamento ad Internet e di una carta di credito è possibile puntare e scommettere su tavoli verdi virtuali della roulette o giocare con slot machines on line stando comodamente seduti a casa propria. La pericolosità di tale fenomeno risiede nel fatto che il giocatore on line, soddisfacendo il desiderio di sentirsi svestito dal pregiudizio sociale negativo che accompagna i frequentatori di casinò, libero, nella comodità dei suoi spazi, di scommettere 24 ore su 24, può incorrere ad un uso incontrollato e inopportuno del gioco on line. Da una stima si contano circa 700 casinò virtuali, ma come spesso accade con le stime riguardati Internet, sono molto approssimative; si gioca puntando con la carta di credito, quindi in maniera discreta e solitaria. Una categoria particolarmente a rischio è rappresentata dai giovani. In Italia non esiste una normativa che proibisca o regoli la diffusione del gioco d’azzardo on line. Internet ha aperto le porte, inoltre, al tradizionale gioco del Lotto: si gioca accedendo ai siti che funzionano da vere e proprie ricevitorie virtuali. Cliccando, per esempio, su Totoservice si può giocare al Lotto, al Totocalcio, al Totogol, al Totip, Tris e SuperEnalotto. Insomma, attraverso Internet è possibile rovinarsi standosene tranquillamente seduti davanti al proprio Pc, nell’intimità dei propri affetti e senza accorgersene, se non quando è troppo tardi.

Conclusioni

Ultimamente ha suscitato clamore la notizia che Bill Gates ha imposto dei limiti orari nell’utilizzo di Internet ai propri figli. Sul fatto che Internet oltre a una comprovata utilità nasconda anche pericolose insidie non vi sono dubbi. In questi ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di una nuova tecnologia che ha ampliato le possibilità di comunicazione e di accesso alle f o nti di informazione fino ad ora sconosciuto. Il processo che stiamo vivendo apre scenari che fino a poco tempo fà erano impensabili e sicuramente i vantaggi che si trarranno da questo nuovo mezzo tecnologico permetteranno all’uomo di sviluppare capacità e potenzialità fino ad ora neanche immaginate. Ma, purtroppo, ogni medaglia ha il suo rovescio; infatti sembra che il rapido sviluppo di questo processo stia producendo dei fenomeni psicopatologici che si esprimono con una sintomatologia simile a quella che osserviamo in soggetti dipendenti da sostanze psicoattive. I comportamenti, le motivazioni e le reazioni dei nuovi malati di Internet sono infatti pericolosamente confrontabili con quelli di soggetti che dipendono da alcool, fumo e droghe.

 
 
 

MALATI DI INTERNET ? I FATTORI DI RISCHIO

Post n°2 pubblicato il 06 Gennaio 2011 da sig_copia_e_incolla

Oggi parliamo dei fattori di rischio che possono condurre un internauta a sviluppare una psicopatologia correlata all’uso di internet e vediamo di capire se internet ammala di per sé o se una persona con precedenti problematiche psicologiche sia più predisposta a fare un uso distorto della rete.
Intanto per cominciare è possibile leggere su questo blog che
cos’è l’internet addiction, quali sottotipologie sono state individuate e come si diagnostica.
In merito ai fattori di rischio possiamo individuare 4 categorie di elementi che contribuiscono all’insorgere di problematiche psicologiche legate all’uso di Internet:

a) le psicopatologie preesistenti. In più del 50% dei casi una internet addiction può essere indotta da alcuni tipi di disturbi psicologici preesistenti. I fattori di rischio includono una storia di dipendenza multipla, condizioni psicopatologiche come depressione, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo bipolare, compulsione sessuale, gioco d'azzardo patologico, o fattori situazionali come burnout da lavoro, contrasto coniugale o abuso infantile.
b) le condotte a rischio (“eccessivo consumo”, riduzione delle esperienze di vita e di relazione “reali”,ecc);
c) eventi di vita sfavorevoli (problemi lavorativi, familiari, ecc: “internet come valvola di sfogo”);
d) le potenzialità psicopatologiche proprie della rete (anonimato e sentimenti di onnipotenza che possono degenerare in: sesso virtuale, creazione di false identità, gioco d’azzardo, ecc).

Quello che mi preme sottolineare, e che vedo talvolta non perfettamente chiarito nelle discussioni su questo argomento, è che la relazione di causa ed effetto tra alta incidenza di problemi psicologici e uso massiccio di internet è ancora incerta. Potrebbe essere bidirezionale: le persone che sono sole o depresse o socialmente fobiche potrebbero rivolgersi maggiormente alla rete per alleviare la propria sofferenza, trovando on line la compagnia e il supporto che mancano  nella loro vita reale. Una volta on line gli effetti negativi di solitudine e depressione o fobia sociale potrebbero esacerbarsi. (Morahan-Martin, 1999; Morahan-Martin & Schumacher, 2000, 2003).
Alcune limitate ricerche longitudinali supportano l'ipotesi che l'impatto dell'uso di internet sul benessere psicologico dipenda dalle caratteristiche dell'individuo, con esiti positivi per gli estroversi e negativi per gli introversi (Kraut et al., 2002).
Per gli estroversi l'aumentato uso di internet è associato con un accresciuto senso di benessere inclusi ridotti livelli di solitudine, di emozioni negative e accresciuta autostima e coinvolgimento sociale. Per gli introversi gli effetti sarebbero opposti in ciascuna di queste misure.
La ricerca ha scoperto anche che chi fa un uso massiccio o patologico di internet usa la rete per modulare l'umore nero. Gli addicted hanno maggiori probabilità degli altri di fruire di internet per scappare dalle pressioni psicologiche, per migliorare il loro umore quando sono giù, ansiosi, o socialmente isolati.  (Anderson, 1999; Morahan-Martin & Schumacher, 2000).
Questo suggerisce che l'abuso di internet più che la causa possa essere il sintomo di altri problemi.
Ad ogni modo la comorbilità è molto frequente nei disturbi psicologici e non consente di determinare direzioni causali.
Dato lo stato embrionale della ricerca sull'abuso di internet è più corretto riconoscere la possibile coesistenza del comportamento di abuso di internet con altre problematiche psicologiche senza poter affermare in maniera inequivocabile, come fa qualcuno, che il primo sia la causa delle ultime, in un tentativo un po’ maldestro di demonizzazione aprioristica.

In generale si ritiene che l'uso di internet assume connotati patologici quando: 
-influisce sui pensieri del paziente in termini di ideazione eccessivamente focalizzata
-influenza il benessere psicologico del paziente (produce stress, alterazioni dell'umore)
-il tempo speso on line è giudicabile come eccessivo (e qui si potrebbe aprire un dibattito su cosa si debba intendere per “eccessivo”)
-ha effetti sulla vita quotidiana, sugli studi, il lavoro, le relazioni interpersonali, determina ritiro sociale e così via.
Negli ultimi anni la comunità scientifica ha decretato la ravvisabilità di un concreto uso problematico o patologico di internet  in una percentuale compresa fra il 5,09% e il 13% degli internauti.
Ne consegue che almeno l'87% degli internauti usa la rete in maniera sana, produttiva e utile. Una stragrande maggioranza di persone per le quali la “dipendenza da internet” è una formula iperbolica o ironica per indicare la passione per la rete, l'uso intenso, ma consapevole,  l'atteggiamento ammirato per una tecnologia e un “luogo” che ha cambiato le nostre vite.

 
 
 

LASCIATE UN VOSTRO COMMENTO

Post n°1 pubblicato il 02 Gennaio 2011 da sig_copia_e_incolla

PRECISO CHE SI INTENDE CHI COPIA  LAVORI, IDEE ALTRUI E QUANT'ALTRO, OMETTENDO LA FONTE, FACENDO SI CHE ALL'OCCHIO DI CHI NON SA, RISULTINO  ESSERE UNA PROPRIA CREAZIONE, IL CHE VA DA TESTI, POESIE ETC.

RIFORMULIAMO LA DOMANDA, PER EVITARE FRAINTESI:

E SE TU FOSSI L'AUTORE DI UN QUALSIASI TIPO DI LAVORO PUBBLICATO SU INTERNET,

E NE VEDESSI LA DIFFUSIONE SU ALTRE PAGINE,AL FINE DI ARRICCHIRLE SIA GRAFICAMENTE CHE DI CONTENUTI, SENZA LA CITAZIONE DELLA FONTE, COME INVECE è TACITA REGOLA FRA I NAVIGANTI CORRETTI???

 

 

 

Per trovare un lato positivo a quello che è successo è notare la solidarietà spontanea dei tanti veri blogger. E' bello constatare che nonostante internet sia molto esteso, prima o poi i nodi vengono al pettine! Grazie anche agli amici che vedono, segnalano, informano ... e ti guardano le spalle :-)
Chi copia è solo, triste e privo di fantasia.

 
 
 
 
 

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Un blog di: sig_copia_e_incolla
Data di creazione: 01/01/2011
 

 

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