La droga
è sempre un surrogato. E precisamente un surrogato della cultura.
[...]
la droga viene a riempire un vuoto causato appunto dal desiderio di
morte e che è dunque un vuoto di cultura.
Per amare la cultura occorre
una forte vitalità. Perché la cultura – in senso specifico o, meglio,
classista – è un possesso: e niente necessita di una più accanita e
matta energia che il desiderio di possesso. [...]
Anche a un livello
più alto si verifica qualcosa di simile [...] ma stavolta si tratta non
semplicemente di un vuoto di cultura, bensì di un vuoto di necessità e
di immaginazione. La droga in tal caso serve a sostituire la grazia con
la disperazione, lo stile con la maniera.
(Pier Paolo Pasolini; "La droga: una vera tragedia italiana"; p. 87)
![](http://www.lucaturi.it/upload/2006/04/ero.jpg)
...se leggessero tutti di più, quanto sarebbe meglio!