Lo zibaldone

Perchè Predappio 90 anni dopo?


"Novanta anni fa, un 39 novenne, maestro disoccupato e di umile famiglia, già rivoluzionario socialista, divenne padrone d'Italia senza elezioni e senza sparare un colpo di pistola". Questo è quanto scrivevo fra il serio e il faceto, nel post n. 201. Adesso che è giunto il giorno, non è certo mia intenzione ricostruire la vita, le opere ed i misfatti di Mussolini, non ne ho le competenze, così come inutile allo stato attuale, è elencare ciò che avvenne nel ventennio fascista, oppure nel dopoguerra, periodo ampiamente illustrato dallo scrittore e giornalista di sinistra, Giampaolo Pansa che ne "IL SANGUE DEI VINTI", narra "un itinerario dolente nel quale si dipana un tragico rosario di violenze e di sangue, costellato ora di semplici seppur dolorose umiliazioni e sopraffazioni, ora di processi sommari ed omicidi esemplari, sino a raggiungere la dimensione di vere e proprie stragi. Ne fanno le spese indifferentemente fascisti e personaggi accusati di essere spie o collaborazionisti, giovani e ragazzini - difficilmente individuabili come criminali - la cui colpa era a volte solo quella di essere imparentati con qualche fascista. Inseguiti a fucilate e talvolta assassinati i reduci, alle giovani ausiliarie delle milizie ed organizzazioni fasciste tocca spesso un duro calvario: umiliate e disumanizzate, rasate a zero e trascinate come bestie dome in pubblica piazza, sono esposte al pubblico dileggio cui, a volte, segue un'esecuzione sommaria" (Wikipedia). Si tratta della nostra storia, la storia di un Paese dalle mille sfaccettature, che attraversa una profonda crisi non solo economica, ma soprattutto ideologica e morale, come probabilmente mai in passato. Ed ecco allora che forse non è del tutto inspiegabile il perchè a distanza di quasi un secolo, migliaia di persone, sia pure con previsioni metereologiche avverse, si sono riversate anche quest'anno a Predappio, a commemorare quel 28 ottobre 1922 che segnò il destino dell'Italia.  Nostalgici? Rivoluzionari? Delinquenti? Prepotenti? Chi sono coloro che a tale distanza dai fatti, si recano in quel cimitero della cittadina che diede i natali a Mussolini? E quali i motivi che portano a questo?E' soprattutto per dipanare tale curiosità, che ieri mattina ho seguito l'amico Parretti e mi sono unito al gruppo delle Signe che con mezzi propri si è portato a Predappio. Ore 8 puntuali alla stazione di Signa, partenza in nove con altre quattro persone che si sono aggiunte a Lastra. La pioggia ci accompagna per l'intero viaggio, lasciando spazio ai piedi del Muraglione, ad un fitto nevischio: il termometro segna 1 grado. Dopo una serie interminabile di curve che mi fanno rimpiangere il precedente viaggio del 29 luglio, a bordo della mia vespa http://blog.libero.it/SIGNA/11477551.html , giungiamo a Predappio. Sono le 10.30, la cerimonia è prevista per le 11, tuttavia il parcheggio è già pieno e resta difficile trovare posto per le nostre auto. La nota positiva è che non piove più ed il tempo si stabilizzerà fino alle 17.30 quando riprende a piovere, ma siamo già in auto pronti per ripartire.Una moltitudine di persone, provenienti da tutta Italia; non mancano fez e gonfaloni degli arditi. Tanto folklore, con fasci littori e aquile romane sulle bandiere e sugli striscioni, ma è preponderante il numero delle persone che non ostentano nessun simbolo fascista. Polizia e Carabinieri, spiegati in forze sia al cimitero che lungo tutta la cittadina, eseguiranno forse il più tranquillo dei servizi d'ordine che possano ricordare.Alle 11 in punto, giunge il corteo e da questo momento per oltre un'ora, è l'ex prete lefebvriano Giulio Maria Tam a tenere banco, con un'omelia molto particolare, che alterna la preghiera a rievocazioni storiche ed accesi proclami di antipolitica e anti islam. Sono migliaia le persone che al termine della cerimonia lasciano il cimitero per invadere la tranquilla cittadina di Predappio, amministrata dal centro sinistra e che proprio da quest'anno, ha posto il balzello di 30 euro di sosta ai pulman. E' camminando fra la gente che si percepisce il suo pensiero e ti rendi conto che sei con l'artigiano, l'operaio, il disoccupato, il professionista; sei con la persona di tutti i giorni. La maggior parte di essi, le persone di media età, dichiara di non essere più disposta a votare una classe politica corrotta e rinuncerà a votare: «La marcia su Roma - dicono - bisognerebbe farla adesso, per portare via tutta quella gentaglia che si mangia i nostri soldi». I giovani si riconoscono soprattutto in Forza Nuova, mentre i più anziani, coloro che sia pur giovanissimi hanno vissuto quel ventennio, affermano che il fascismo "ha fatto qualche danno, ma le scuole, gli acquedotti, così come la sanità pubblica, sono ancora quelli costruiti da loro".  Una cosa unisce i partecipanti: la pretesa che tutte le commemorazioni siano rispettate perchè Mussolini ed i suoi coetanei, piaccia o no, furono anche gli uomini del Piave, gente tanto viva e fedele ai propri ideali, quanto cinica è gran parte di quella che ci governa oggi; furono uomini capaci di impegnarsi e di pagare di persona, loro come coloro che stavano dall'altra parte della barricata, uniti sia pure in ideali diversi. Dispiace, tornado a casa, vedere i servizi televisivi che trasmettono immagini parziali e faziose della manifestazione, con riprese puntate solamente su quella parte folkoristica che, sia pure presente, rappresentava una frangia minoritaria rispetto alla moltitudine. Ho potuto vedere l'intervista di un militante, che urlava una costituzione fatta da comunisti! Il popolo che ha invaso Predappio, sa benissimo chi ha fatto la presente costituzione e trasmettere certe riprese, vuol dire offendere l'intelligenza dello spettatore.  Ancora peggio i giornali, dove si legge di tutto, fino a scoprire che a Predappio erano presenti solamente un centinaio di nostalgici (Il Gazzettino.it). Come tutti, ho scattato un po di foto, rappresentazione indelebile della gente qualunque che era presente. Le foto sono state scattate sia all'interno che all'esterno del cimitero, non riuscendo questo a contenere tutti i partecipanti. Si potrà notare che la parte definita "folkoristica" ed inquadrata dai mass media, rappresenta una minoranza. Relativamente alla pericolosità, aggressività e senso civico dei partecipanti, basta chiedere a negozianti e ristoratori,  se avrebbero mantenuto i loro locali aperti anche in caso di manifestazioni di altro colore, anzi .........