Lo zibaldone

29 luglio: in Vespa fra il Sacro ed il Profano

Il 29 luglio è un anniversario importante per l'Italia intera e non solo. Le olimpiadi distolgono magari l'attenzione dei più, ma questa data è troppo importante per essere ricordata nel 2012 solamente per qualche medaglia.

Il 29 luglio 1983 nasce a Predappio Benito Mussolini e precisamente un anno dopo, a Galeata, 15 chilometri di distanza, nasce Don Giulio Facibeni.

Ho cercato invano su internet una foto dei due insieme; chissà se si sono mai incontrati. Coetanei e conterranei, sono stati a mio avviso l'esempio vivente della contrapposizione fra due poli,  ma definire uno positivo e l'altro negativo, potrebbere offendere la sensibilità dei tanti che oggi hanno commemorato il Duce a Predappio, al cimitero di San Cassiano, dove lui stesso aveva chiesto di essere sepolto insieme ai suoi cari. 

Parto alle ore otto con Neretta, ed opto per la strada più lunga ma più scorrevole: quella che passando dalle Croci di Calenzano, mi porterà a Predappio transitando da San Piero a Sieve, Borgo, e Dicomano, dove mi immetto nella statale 67 si, proprio quella che passa dalle Signe e che collega Tirreno e Adriatico da Pisa a Ravenna. Neretta si arrampica su alla grande ed anzi, superato di poco San Godenzo, viene rallentata da un gruppo di Harley che, impacciate, affrontano con un frenetico immobilismo i tornanti rischiando di farsi tamponare, salvo poi scorreggiare in uscita per portare affannosamente i tanti quintali da 35 mila euro, fino al passo del Muraglione dove Neretta, con tanto di parabrezza, fa bella presenza di se, come a snobbare tutta la parata di maximoto e di motociclisti ingessati nelle loro tute.

Sosta con foto d'obbligo e caffè orgoglioso e poi via in discesa, verso la lontana Predappio. Scelgo di proseguire lungo la statale 67 fino a circa dieci km da Forli prima di deviare per Predappio Alto, dove il campionato europeo di Speed Down, dei carretti simili, si fa per dire, a quelli che facevamo da ragazzi con i cuscinetti, mi costringere ad una deviazione con due km di sterrato.

Fatto un giro fra le simpatiche macchinine, riparto in direzione di Predappio Bassa, dove si trova il cimitero di San Cassiano.

Fortunatamente sono le 12,30 e lungo la strada incrocio le tante persone che, con bandiere e camice nere, hanno terminato la commemorazione e si stanno allontanando. Di fronte al cimitero è comunque presente un discreto schieramento di polizia e carabinieri, oltre ai vigili per la viabilità. Parcheggio Neretta di fronte all'ingresso dove si trovano altre moto, e mi porto all'interno, verso la tomba del Duce. Il caldo soffocante, non avrebbe consentito di sopportare una coda troppo lunga fuori dalla cripta e per fortuna l'attesa è breve ed entro all'interno; non sono l'unico che non veste di nero, ma sarò l'unico fra le tante persone di ogni sesso ed età che mi circondano, che non farà il saluto romano soffermandomi davanti alla tomba, dove è presente un picchetto di persone vestite con un mantello nero e fra queste una con i gradi di maggiore, che comanda l'attenti od incita al W l'Italia o W il Duce, in risposta al saluto romano. Firmo il registro e mi allontano senza che la mia temporanea univocità, sia apostrofata dai presenti che anzi, rispondono in maniera affermativa e con grande educazione, alla mia richiesta di scattare delle foto all'interno della cripta. 

 Quando esco non mi sento più un "osservato speciale" e mi propongo di studiare meglio il personaggio di Mussolini, che riesce a 70 anni di distanza, a mobilitare ancora un così grande numero di persone.

Salgo su Neretta che è rimasta da sola di fronte alla scalinata e parto in direzione di Galeata. L'ora è quella di pranzo e mentre proseguo per la provinciale che mi permetterebbe di evitare il Muraglione, decido di cercare un posto che sia in grado di farmi mantenere gli attuali 120 kg di peso. A cinque km da Galeata, in corrispondenza del bivio, la trattoria che fa per me: Alla Vecchia Osteria.

All'esterno un cartello indica il menù fisso a 13 euro ed opto per tale soluzione. Primo, secondo con contorno, 1 litro di acqua, 1/4 di vino e caffè, il tutto di buona qualità e super abbondante. Le tagliatelle al ragù sono veramente ottime e non si lesina sul ragù, proprio come piace a me. Felice dell'esperienza, aggiungo un limoncello. Esco che sono passate le 14 e, complice anche quanto in fase di assimilazione, il sole sembra veramente tosto. Telefono a casa e riparto a bordo di Neretta. La strada per Galeata, sale in maniera inaspettata fino ad un ennesimo passo. La dove osano le acquile, penso io in cima al passo e porto Neretta su un cocuzzolo sterrato che fornisce un senso di dominio sulla strada sottostante.

Felice della sensazione, inizio la discesa per Galeata, dove arrivo dopo pochi minuti.

Il paese sembra deserto; all'esterno solamente extracomunitari. Faccio tre volte il giro, alla ricerca della casa natia di Don Facibeni; non riesco a trovare neppure la sede locale della Madonnina del Grappa. Stanco, decido di non cercare oltre, anche perchè non avrei trovato più di tanto. Conosco la storia di Don Facibeni forse meglio di quella di Mussolini ed appare difficile non pensare ad un disegno preordinato, che ha voluto la nascita di un uomo esattamente un anno dopo quella di Mussolini, che ha operato come a voler riparare agli errori di un coetaneo e conterraneo che ad un certo punto della sua vita ha preso decisioni sbagliate.

Rientro alle 17, allungando ulteriormente per fare un altro passo e ripetendo poi la strada fatta all'andata. Il contachilometri segna 305 km in più chè ha comportato una spesa per la benzina di circa 16 euro.