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Post n°226 pubblicato il 01 Marzo 2011 da brottof RIPORTO DAL BLOG "AUTISMO":
Riporto dal sito Superando.it un documento dell’associazione Autismo e Futuro onlus, che sottoscriviamo in toto. Il trattamento che la pubblica amministrazione continua a riservare ai disabili e alle loro famiglie è vergognoso e desolante. Sta passando sotto silenzio [ma il nostro sito se n'è occupato nei giorni scorsi, con l'articolo disponibile cliccandoqui, N.d.R.] l’ennesimo insulto ai diritti dei disabili, che stavolta è arrivato nelle mani dei loro familiari sotto forma della cosiddetta Dichiarazione di responsabilità e consapevolezza [la si legga cliccando 13/10 del Dipartimento della Funzione Pubblica. Com’è noto, per chi assiste un familiare malato o disabile è prevista dalla Legge 104/92 la fruizione di permessi lavorativi, ma questo non configura affatto un privilegio, bensì un parziale e insufficiente tentativo di compensare la carenza di servizi nei confronti di chi presta la propria cura a congiunti con forti difficoltà. Le famiglie delle persone disabili, infatti, conoscono fin troppo bene i salti mortali che fanno quotidianamente per supplire alle croniche e strutturali carenze di uno Stato che le lascia sempre più sole nell’affrontare il peso delle difficoltà legate a questa situazione. Le persone con disabilità e le loro famiglie – al contrario di quanto queste parole sottintendono - non sono destinatarie di favori che per di più gravano in modo illegittimo sulle spalle dei Cittadini che pagano le tasse. Non ci sono favori, ma solo tentativi maldestri da parte dello Stato di sopperire alla totale insufficienza di erogazione di servizi. Quello stesso Stato che avrebbe il dovere di ampliare la tutela dei diritti dei più deboli, invece di penalizzare e “criminalizzare” chi usufruisce dei residui di Stato Sociale ancora a sua disposizione. La Legge 104/92 non fa altro che fornire una conferma di questo grottesco dato di fatto, formalizzando ciò che nei fatti avviene e cioè che le famiglie, lasciate sole, non possono fare altro che tentare come possono di rimediare alla carenza di servizi. Oltre al danno, però, c’è ora anche la beffa: mentre infatti si permette alle famiglie di sostituirsi allo Stato, si insinua che si tratti di “un favore”, ricordando loro, vigliaccamente, che questo comporta «un onere per lo Stato», come se questo “onere” non fosse stato già pagato in anticipo.
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