Nato
a San Giovanni Bianco, Bergamo, il 9 Ottobre 1972. La sua carriera a
metà anni 90 sembrava lanciata verso un futuro radioso, ma, purtroppo,
prese la via sbagliata perché si impantanò tra le squadre bluff che la
“finanza creativa” dell’epoca aveva creato: l’Atalanta della vecchia
volpe Ruggeri fiutò l’affare e lo cedette al Verona, e di lì passò al
Parma dei Tanzi, dove giocò parecchio ma non vinse nulla. Si innamorò
della Puglia: era il gioiello del Brindisi, ma l’esperienza fallì dopo
pochi mesi, per ragioni caratteriali fu messo fuori squadra. Arrivò
all’Ostuni Sport e quindi al Mesagne dove chiuse la carriera di
calciatore ed iniziò quella di allenatore.
Chi è
stato Orlandini? Era la primavera del 1994… il nostro Pierluigi era una
delle colonne portanti dell’Under 21 di Cesare Maldini. Quell’Under 21
aveva una rosa impressionante, c’era gente del calibro di Paolo Negro
(ancora grazie per lo scudetto numero tre della mia amata Roma…),
Cristian Panucci, Francesco Toldo (allora giovane rampante portiere
della retrocessa Fiorentina), Cristian Vieri, Filippo Inzaghi, Demetrio
Albertini….insomma una squadra importante. La nazionale arranca, ma
riesce ad arrivare tra le prime quattro insieme a Francia, Spagna e
Portogallo.
A quel punto l’UEFA decide di cambiare il regolamento in corsa: non più
semifinali e finali con andata e ritorno, ma la riproposizione, in
chiave ridotta, della formula dei mondiali e degli europei maggiori (il
“golden-goal”). Si giocano Spagna-Portogallo e Francia-Italia. La sede
per questo nuovo europeo under 21 è Montpellier! La semifinale, contro
i padroni di casa, è un assedio: noi schieriamo Vieri e Inzaghi, ma
loro ci rispondono con persone del calibro di Blanc, Barthez, Thuram,
Makelele e Zidane! Ai rigori si qualifica l’Italia e va in finale con
il Portogallo di Rui Costa, Fernando Couto e Figo! Maldini sostituisce
Inzaghi con Orlandini. La partita scivola ai supplementari e qui
Pierluigi Orlandini entra nella storia del calcio mondiale: a metà del
primo tempo supplementare ha sul piede, all’altezza dell’angolino
sinistro dell’area di rigore portoghese, il pallone che lo avrebbe
consegnato alla storia, scaglia una mina di precisione che si infila
sotto l’incrocio dei pali alla destra del portiere.
È il primo golden-goal della storia! Ci fece vincere l’Europeo Under e
adesso è qui….per una missione impossibile e curiosa: salvarci dalla
retrocessione. Riuscirà ancora a fare l’impresa?
Inviato da: dadde_1995
il 05/01/2009 alle 21:46