Creato da sensibile_77 il 10/04/2006
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nooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! alla pedofilia Combattiamo insieme: aderisci Vi lancio una sfida! Nel mondo dei blog siamo numerosi ,pero', possiamo riuscirci a far girare un messaggio a tutti ed è per una causa buonissima ANTIPEDOFILIA! Perche' episodi su tanti bambini siano solo un brutto ricordo per tutti. Daremo un segnale......CREDIAMOCI INSIEME!! Ricopiate sul vostro blog questo stralcio e vediamo quanti di noi riescono realmente a dar vita a questa campagna e,dopo averlo copiato aggiungete la vostra firma.....come dire IO CI STO!! Combattiamo insieme: Goldrake, Actarus, Neruda74s, Antonio, missfiore, ladyviolet991, IL_RICORDO_DI_TE, grafic86, cercoilmiocentro, violazzurra2, ugualmenteabile, sensibile_77
 

SE E' VERO CHE CI SEI

 

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Certe volte guardo il mare
questo eterno movimento
ma due occhi sono pochi
per questo immenso 
e capisco di esser solo

E passeggio dentro il mondo
e mi accorgo che due gambe
non bastano
per girarlo e rigirarlo

E se è vero che ci sei
batti un colpo Amore Mio
ho bisogno di dividere
tutto questo insieme a Te....

 

 

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INSIEME A TE NON CI STO PIU’

Insieme a te non ci sto più
guardo le nuvole lassù

Cercavo in te

la tenerezza che non ho
la comprensione che non so
trovare in questo mondo stupido.

Quella persona non sei più
quella persona non sei tu
finisce qua
chi se ne va che male fa.

Io trascino negli occhi
dei torrenti d'acqua chiara
dove io berrò.......
io cerco boschi per me
e vallate col sole più caldo di te.

Insieme a te non ci sto più
guardo le nuvole lassù

E quando andrò

devi sorridermi se puoi
non sarà facile ma sai
si muore un po' per poter vivere.

Arrivederci amore ciao
le nubi sono già più in là
finisce qua
chi se ne va che male fa

 
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IL MIO CALVARIO - parte prima

Post n°11 pubblicato il 20 Dicembre 2006 da sensibile_77
 

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Avevo appena 18 anni,  mi sentivo un pò più carina. Cos'era cambiato? Ero dimagrita un pò, ma io non me ne ero manco resa conto. Ricordo gli ultimi anni delle superiori, la mia professoressa di geografia, un tipo molto giovanile, mi diceva che ero dimagrita molto. Mi diceva: "Guarda questa com'è dimagrita. Sonia adesso basta, così stai bene". E non dimenticherò mai la scenata della mia professoressa di francese: ero in quinto ragioneria, Lei non era più la mia insegnante, aveva lasciato la mia sezione l'anno precedente. E già in quell'anno, agli ultimi colloqui con i genitori, a mio padre non parlò di come sapessi il francese perchè disse che quello lo cantavo, bensì mi fece la predica perchè stavo dimagrendo. Non me lo aspettavo. Quando andammo via a me veniva da ridere. Ebbene, torniamo alla scenata dell'anno successivo.
Era un giorno di scuola come un altro, chiesi di uscire  per andare in bagno; coincidenza volle che mentre tornavo nella mia classe, la mia (ormai) ex-prof di francese riaccompagnava un gruppo di ragazzi nell'aula accanto alla mia. Alcuni di quei ragazzi li conoscevo. Io salutai sia Lei che loro. Avevo appena afferrato la maniglia della porta della mia aula quando mi guardò con gli occhi spalancati e quasi schifati: "Sonia! ma ti sei vista?"
Ed io:"cosa professoressa?"
E Lei:"Non ti sei vista quanto sei magra, sembri un'anoressica! Non ti vergogni?"
Io ero basita, mi vergognavo per la figura, Le risposi: "Ma cosa dice?" e rientrai in aula.
Voi starete pensando che forse ero ridotta pelle e ossa, ma Vi giuro non era così. Un pò di carne l'avevo addosso. In quegli anni nel mio Istituto veniva una ragazza malata di anoressia, aveva uno o due anni più di me. Era, è, del mio stesso paese. Ma la conosco solo di vista. Tutte le mattine percorrevamo lo stesso tratto di strada dalla fermata dell'autobus alla scuola e  spesso mi capitava davanti. Era ridotta veramente agli ultimi stadi. La ricordo curva per sopportare il peso del suo zaino. Sempre in tuta, dentro la quale sguazzava in maniera incredibile. I capelli ormai radi e sfibrati. Tutti ci chiedevamo: "ma come può essere ridotta così e non rendersene conto? Non si vede allo specchio?" Le classiche frasi di chi non può capire certe distorsioni mentali. Si, anch'io mi ponevo quelle domande, ma poi dentro di me aggiungevo: "no, così non voglio diventare, però almeno Lei può mangiare ciò che vuole, vabè ma tanto io così non ci diventerò mai". Ovunque camminavo andavo alla ricerca di persone magrissime, il mio sguardo si posava su di loro, non con malizia e invidia, ma come forma di idolatrìa. Oggi che sono in grado di fare un'analisi più razionale di me stessa, posso dire che quei pensieri erano più che ottimi campanelli di allarme. (Piccola parentesi meritata: questa ragazza alla fine è stata ricoverata e per un pelo è riuscita a salvarsi e a guarire.) Finiti gli studi, nel frattempo mi ero rifatta il ragazzo. Lui mi adorava, eppure io non mi piacevo, volevo essere più bella anche per Lui. Avevo intensificato molto la mia attivtà fisica. Il ciclo mestruale era scomparso. Ormai mangiavo solo frutta a pranzo e cena, verdura senza sale e senza condimento alcuno. Mi concedevo al massimo un pezzo di pane rigorosamente integrale con del prosciutto cotto e una fettina di emmenthal, ma guai se ne mangiavo un tocchetto in più di quanto mi ero stabilita. Così per ogni cosa che toccavo oltre quell'inesistente menù, figuriamoci poi se erano dolci o qualcosa di condito. Il cuore cominciava a battere, i sensi di colpa mi divoravano, una voce inconscia mi martellava il cervello, l'autostima scendeva a picco. Il pianto si impossessava di me, chiedevo e imploravo perdono per aver mangiato, ma a chi? a chi chiedevo perdono? Io non sono mai riuscita a vomitare. Per cui il mio sfogo era un pianto disperato che mi toglieva il respiro, a braccia conserte davanti alla pancia mi piegavo in due, come un neonato nel grembo materno. fino a sentire tutto l'intestino come una corda piegata e tesa al massimo. Poi una forza sovrumana si ribellava, come volesse rispondere a quel maledetto inconscio: "Ora ti faccio vedere come recupero questo sgarro" Allora cominciavo a zompettare in camera per scaldarmi, poi via su e giù per le due rampe di scale di casa mia. Magari pure con le lacrime, ma su e giù ininterrottamente per 100 volte...ma non bastavano "facciamo 120 se ce la fai".... ma non bastavano "puoi arrivare a 150".... "facciamo 170, si va bene"... Ecco avvertito un pò lo sfinimento pian piano iniziava a tornare la calma, come avessi espiato una parte della mia colpa. Piano piano tornavo a riprendere in mano la situazione, smaltivo i postumi di quel pianto che erano gonfiore e male agli occhi, dolori addominali, dolori ovarici. Tornavo al mio menù e nuovamente a sentirmi onnipotente, perchè capace di controllare quel senso di fame, un bisogno primario dell'uomo. Ma quanto durava? qualche giorno, poi desistevo ed il circolo vizioso ricominciava. E in tutto questo Vi chiederet forse dov'era la mia famiglia? dove il mio ragazzo?

Ora però ho bisogno di fermarmi, sono un pò stanca perchè non è il più bello degli argomenti.
Vorrei precisare solo una cosa.
Ho intitolato questo post "Il mio Calvario", non mi veniva in mente altro, ma mi sento un pò in colpa perchè penso che forse esistono persone che vivono situazioni ancora più dure, e allora mi sento una stupida. E' vero anche che non ci si può far carico di tutte le peggiori situazioni possibili, e che non siamo tutti uguali e quella che può essere una sofferenza per me, può risultare una semplice difficoltà da superare per qualche altro. Secondo me qualsiasi cosa ti faccia perdere la voglia di vivere ti induce a percorrere un tratto della tua esistenza che merita di essere definito tale. Io l'ho sentito così il mio percorso, per questo ho lasciato questo titolo cercando di relativizzarlo a me con un possessivo per non peccare di presunzione.
A prestissimo. Un bacio.
Sonia* 

 
 
 
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