Parla Giuseppe Miserotti, presidente dell’Ordine dei medici di Piacenza e membro dell’Isde: «Le centrali producono trizio, iodio 131 e plutonio. Che, se inalato in una sola frazione di milligrammo, è letale per una persona»
Quante sono e cosa producono le centrali nucleari?
Le centrali elettronucleari sono a oggi 441 nel mondo, alle quali corrisponde il 17% della produzione elettrica totale. Innanzitutto distinguiamo tra funzionamento in condizioni normali e problematiche radioattive relative agli incidenti. Il primo problema è costituito dal trizio, idrogeno a massa pesante, tre volte di più dell’idrogeno normale. Questo gas si forma di norma negli strati alti dell’atmosfera per azione dei raggi cosmici sull’azoto e sull’ossigeno; una parte contribuisce a determinare il fondo radioattivo naturale. Ma ora la maggior parte del trizio presente sul nostro pianeta è di tipo antropico. Cioè prodotto dalle attività umane. Negli ultimi anni la quantità di trizio è aumentata enormemente. è definito un tossico di classe quarta dalla legge. In una centrale si produce un atomo di trizio ogni 10mila fissioni al secondo.
Il trizio poi dove va a finire?
Viene assorbito sia per ingestione, perché entra nella composizione degli alimenti, nonché sotto forma di acqua triziata, che per inalazione. Uno studio del governo tedesco ha dimostrato come vi siano aumenti d’incidenza di leucemie, in particolare nei bambini, e tumori vicino le sedici centrali nucleari del Paese, finanche a distanze di 20-30 chilometri da questi impianti. Le donne in gravidanza possono assorbire radiazioni: le staminali del feto sono sensibilissime e subendo una prima radiazione vi sarebbe una specie di preparazione proleucemizzante del clone; successive radiazioni potrebbero provocare la malattia.