Creato da: k.r.i.s.t.o il 16/08/2007
VIAGGIO NELLO SPAZIO DI UNA DIVERSITA'

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" OPUS GAY " »

QUALE IDENTITA?

Post n°1 pubblicato il 16 Agosto 2007 da k.r.i.s.t.o
 

La prima Galassia che esploreremo è quella della IDENTITA'  Gay nel 2000.

Quale è secondo Voi il modello più attuale , o meglio, quello più funzionale alla emancipazione della figura omosessuale dagli stereotipi che infestano il mondo intero?

Vale a dire il modello "Gay pride" serve ancora alla causa o forse è il momento di cambiare?

E' chiaro che parlare di "modelli" è di per se riduttivo e, forse, è un approccio non completamente adatto  per descrivere fenomeni che sono in continua evoluzione : Proviamoci allora per gioco, senza avere la presunzione di fare "una cosa seria",e discutiamone come se fossimo ai tavolini di un bar in una bella sera d'estate.

Personalmente ritengo che è ora di superare un tipo di atteggiamento provocatorio, che sicuramente ha aiutato moltissimo tutti ma che oggi non rende possibile l'affermarsi di un modello interlocutorio adatto ad una societa' (parlo ovviamente del mondo occidentale) più aperta, che è ormai a conoscenza della vastità del fenomeno e che potrebbe essere pronta a discuterne senza essere spaventata.

Occorre, a mio avviso, riporre le piume e i lustrini,coprire i seni e i muscoli, se serve mettersi la cravatte e provocare con un "quotidiano conformismo".

Forse occorre incominciare ad essere educati, a rispettare chi non la pensa come noi e cercare di convincerli non provocandoli . Essere un po' Ghandiani.....

Che ne dite???????????

*****************************************************************************************

 
l'approccio scientifico  

 Mentre proseguiamo il nostro viaggio nella Galassia Identita' , diamo un' occhiata al materiale scientifico che abbiamo portato con noi dalla Terra, frutto degli studi dei nostri migliori scienziati:

IDENTITA' OMOSESSUALE

 

Scritto da Fabrizio Quattrini   

http://www.iissweb.it/index.php?option=com_content&task=view&id=77&Itemid=0 

  

"L’identità definita come il senso proprio della propria esistenza continuo attraverso il tempo e distinto, come entità da tutte le altre, sottolinea l’importanza di una naturalità nel vivere se stessi a prescindere dalle influenze socio-culturali. Questo elemento si dovrebbe ripercorrere in qualsiasi vissuto identificatorio del proprio essere e definire se stessi, ma quando si tratta di identità sessuale, il riferimento del contesto sociale, nonché gli stereotipi e i pregiudizi annessi possono rivelarsi estremamente pericolosi.

Come evidenziano Barbagli e Colombo (2001) durante la formazione dell’identità sessuale vengono integrati tre elementi significativi. Il primo riguarda i sentimenti, che sottolineano, per mezzo del desiderio e dell’affettività, l’attrazione e l’amore provati per un’altra persona. Il secondo si caratterizza con il comportamento dell’attività erotica, mentre il terzo elemento riguarda più propriamente l’identità dell’individuo, ovvero l’insieme di significati che una persona attribuisce a quello che sente e che mette in atto.

Fra sentimenti, comportamenti e identità sembrerebbe non esserci una piena corrispondenza. L’unico elemento che può creare un filo conduttore risulta essere la definizione dell’orientamento sessuale, ovvero la direzione verso la quale un individuo volge la sua energia erotica: orientamento bisessuale (verso entrambi i sessi), orientamento omosessuale (verso lo stesso sesso) e orientamento eterosessuale (verso l’altro sesso).

Nella ricerca dell’identità sessuale è quindi auspicabile riconoscere l’orientamento come indicatore che, precocemente, nella vita di un individuo emerga in modo immutabile o per lo meno tendenzialmente stabile. È in linea con questa affermazione che sottolineo l’importanza del coming out, a prescindere dal tipo di orientamento sessuale, come riuscita unificatrice della tendenza di vivere i propri sentimenti, nonché i propri comportamenti, quindi nella definizione chiara della propria identità sessuale.

L’identità omosessuale, come quella etero o bisessuale necessita di un’autoaccettazione, ovvero di un autoriconoscimento. Risulta essere significativamente importante il riconoscimento personale, la cognizione di avere sentimenti omosessuali, ovvero “..la consapevolezza intesa come sviluppo psicologico privato che favorisce una crescente comprensione psicologica”in toto (Del Favero, Palomba, 1996), infine, ma non di minore importanza, rimane il confronto con il contesto sociale di riferimento. Questo passaggio risulta essere necessario per poter radicare e rendere sicura l’identità omosessuale raggiunta.

A tale riguardo sono indispensabili tutte quelle esperienze sociali dettate da quegli interventi culturali, ludici, comunque di aggregazione, che possono rinforzare e chiarificare il momento di passaggio all’accettazione di sé: un sé multifunzionale che evidenzia il sentirsi uomo o donna, gay o lesbica, in generale un individuo sociale.

Essere gay e lesbica oggi sottolinea uno spazio dettato da lotte e conquiste sviluppatesi nella storia dei tempi. Fino a trenta anni fa gli omosessuali non riuscivano a fare emergere a pieno la propria identità sessuale e questo, spesse volte risultava d’impedimento nella formazione dell’intera struttura dell’identità personale, provocando ripercussioni catastrofiche nella realizzazione di sé come uomini e donne.

Dal momento in cui un gay o una lesbica integrano l’identità personale con la piena consapevolezza di provare un’attrazione erotico-sentimentale verso il proprio sesso biologico, hanno l’obbligo di corrispondere liberamente le proprie emozioni all’interno di una esperienza relazionale “sicura”, o comunque socialmente accettata e condivisa.

Senza addentrarsi nei cunicoli dei riconoscimenti istituzionali della coppia gay e lesbica del panorama italiano, credo fermamente che sia necessario arrivare a costituire una valida soluzione all’unione civile delle coppie di fatto omosessuali, affinché il percorso dell’identità e nello specifico dell’identità sessuale omosessuale, segua il corso naturale degli eventi."

 

 
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Commenti al Post:
la.gattanera
la.gattanera il 16/08/07 alle 14:55 via WEB
credo sia la cosa più giusta anch'io. Posso continuare a leggerti anche se sono rigorosamente etero? :) Ciao
(Rispondi)
 
k.r.i.s.t.o
k.r.i.s.t.o il 16/08/07 alle 15:20 via WEB
assolutamente si!!!! almeno qui evitiamo categorie ed etichette. Anzi è estremamente utile il tuo punto di vista. Grazie
(Rispondi)
 
D.a.r.k.S.t.a.r
D.a.r.k.S.t.a.r il 17/08/07 alle 10:58 via WEB
Il gay pride in un anno come questo, in cui "loro dicono gay e tu pensi ricchione" (come dice Silvestri nella sua provocatoria canzione), aveva un chiaro scopo politico: - si contrapponeva al Family Day per dire "esistiamo anche noi" - si contrapponeva a una chiesa che dichiara un omosessuale come un DEVIATO da curare, e non come una essere umano creato da Dio che ha semplicemente un diverso orientamento sessuale - si contrapponeva ad una fascia politica (di destra e sinistra) di fedeli schiavi del papa - si contrapponeva ai fascisti e leghisti che usano ancora il termine "culattone" In genere il pride è sempre stata una festa provocatoria ma quest'anno era un chiaro segno per dire che esistiamo anche noi. Beh, al pride ci sono stato e c'era una bellissima piazza piena di gente, piena di tutto e di tutti, bambini compresi. Poi sono arrivati i carri, ed i "ricchioni" giustamente hanno ben pensato che era giusto andarsene dalla piazza per seguire i carri e ballare e fare le pazze. Tornato a casa, ho seguito la replica su sky data da ECO.TV dell'intera manifestazione. Sono stati intervistati in presa diretta (nessun montaggio) dei ragazzi che passavano, e nessuno di loro era in grado di dire UNA cosa sensata. ho sentito cose del tipo gay: Manifesto perchè ci credo.. giornalista: in cosa credi? gay: ehm... (guardandosi intorno sbattuta) non lo so Questo è il fatto. Il mondo gay è purtroppo composto da una larga maggioranza di persone che non hanno nessuna coscienza, che di fronte ai problemi e di fronte a una manifestazione preferiscono seguire il carro allegorico... Dite che il mondo gay vuole provocare con il gay pride? no, per me dimostra solo se stesso così com'è: superficiale, glamour, cotonato. Ma niente altro. Scusatemi, ma l'esperienza di questo pride per me è stata distruttiva. Speravo in un minimo di senso comune, perchè purtroppo i ratzingeriani il senso comune ce l'anno, loro vanno avanti per la loro strada e noi non li fermiamo.... Marco. DarkStar
(Rispondi)
 
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Anonimo il 25/12/07 alle 23:31 via WEB
Auguri di un felice, sereno e splendido Natale dal blog Napoli Romantica...
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Anonimo il 23/03/08 alle 17:40 via WEB
Auguri per una serena e felice Pasqua...
Kemper Boyd
(Rispondi)
 
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