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Creato da cellulestaminali il 23/12/2008
PROBLEMATICHE DI MEDICINA
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Da Agrigentonews.it
Le cellule staminali nella cura del diabete
Nel corso della quinta edizione del Convegno Internazionale sulle cellule staminali, che si è celebrato ad Agrigento e Favara dal 24 al 27 novembre 2010, il prof. Massimo Trucco, medico del Dipartimento di Pediatria di Pittsburg, USA, ha illustrato i risultati delle ricerche con le cellule staminali per la cura del diabete di tipo 1.
Tra le novità rilevate negli ultimi studi la possibilità di rigenerare la funzionalità delle isole pancreatiche. “La sperimentazione di fase uno nei primi 10 pazienti ha dato risultati positivi, e abbiamo chiesto l’autorizzazione per la sperimentazione di fase due su pazienti giovani con l’evento clinico del diabete abbastanza recente. Nella primavera del 2011 comincerà la sperimentazione di fase due”.
La sperimentazione di fase due è l’ultimo step prima della definizione del protocollo clinico per tutti i bambini diabetici. La possibilità di sconfiggere il diabete che insorge in età pediatrica sembra quindi un passo sempre più vicino. L’importante evento scientifico che si è celebrato ad Agrigento e Favara ha visto la partecipazione di numerosi ricercatori che si occupano di cellule staminali.
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NOVITA' DA GLASGOW
PER L'ICTUS ISCHEMICO
da ANSA:
GLASGOW - Riparare il cervello colpito da ischemia iniettando cellule staminali nella parte sana, in modo da stimolare la crescita di nuove cellule cerebrali: è il primo trattamento al mondo di questo tipo, ed è stato sperimentato oggi a Glasgow, in Scozia, su un uomo di 60 anno colpito dalla patologia neurologica 18 mesi fa e rimasto fortemente disabile.
L'equipe di medici dell'Istituto di neuroscienza e psicologia di Glasgow lavorano da anni al progetto pilota 'Indagine sull'utilizzo di cellule staminali nel trattamento delle ischemie', e ora intendono applicare i risultati ad altri 11 pazienti, tra i 60 e gli 85 anni.
Gli studi sugli animali hanno provato i benefici di simili iniezioni di staminali, in grado di curare i danni a tessuti e vasi sanguigni e, sperano gli scienziati, di favorire la nascita di nuovi neuroni. ''E' come se il cervello si autorigenerasse'', ha detto il capo della ReNeuron, la compagnia che ha sviluppato le staminali utilizzate oggi.
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E' QUASI OPERATIVO
PER LE NEUROPATOLOGIE
IL CENTRO DI TRIESTE
Ci giunge notizia che, su intervento del Presidente della Repubblica, ha iniziato ad operare, utilizzando le cellule staminali, il Centro di Trieste, collegato al Prof. Davide Vannoni. Appena ci perverranno altri aggiornamenti, saremo lieti di pubblicarli. Precisiamo, comunque, che le patologie oggetto di terapia sarebbero quelle neurologiche (ictus, sla, parkinson, sclerosi, ecc.).
Si precisa che da ulteriori notizie si è saputo che l'inizio attività ha riguardato solo un bambino mentre per altri pazienti occorre ancora attendere lo svolgimento delle pratiche burocratiche.
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COME SI SPRECANO GLI EURO
DEGLI ITALIANI!
ALL'OSPEDALE S. MATTEO
DI PAVIA
600.000 EURO PER UNA RICERCA
GIA' EFFETTUATA CON SUCCESSO
NEL 2003
PRESSO LE MOLINETTE DI TORINO
Un comunicato ANSA ci annuncia che l'ospedale S. Matteo di Pavia viene finanziato con 600.000 euro per una ricerca relativa alle staminali per la terapia dell'infarto cardiaco, quando analoga ricerca, coronata da successo, è già stata realizzata a Torino nell'antico 2003 presso le Molinette.
MORTE PER SLA
Un mio vicino di casa è morto per SLA. La notizia non sarebbe importante di per sé, se non si inserisse nelle migliaia di decessi dovute ai divieti di ricerca e, perciò, di terapia, mediante le staminali, persino relativamente ad ammalati terminali, divieti dovuti ad interessi criminali di certi gruppi.
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QUANDO IL
VITUPERATO TURISMO TERAPEUTICO
Una storia difficile da raccontare, quando si parla di bambini malati, ma è andata a lieto fine. Federico oggi ha 13 anni e sta bene. Non deve piu' sottoporsi a trasfusioni ogni 3 settimane, ne' tenere un ago nel braccio ogni notte per far si' che un farmaco abbassi il ferro nel suo organismo, ne' prendere la terapia anti-rigetto. Nonostante la legge 40, che nel 2004 ha vietato la diagnosi genetica preimpianto, sua madre e suo padre sono riusciti a dar vita a un altro bambino che non avesse la sua stessa rarissima malattia e usarne il cordone ombelicale per ricavare cellule staminali per fargli il trapianto di midollo. I genitori però si sono recati all'estero, a Istanbul e a Bruxelles, e dopo sette cicli di procreazione assistita, è nata finalmente Sofia, che oggi ha 2 anni. Grazie alle cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale della sorellina e al midollo osseo espiantatato dalla stessa neonata Federico è guarito e non deve più sottoporsi a trasfusioni ogni tre settimane e dormire tutte le notti con un ago nel braccio.
A raccontare quest'odissea, lunga 13 anni e 7 cicli di procreazione assistita, e' suo padre, Cesare Ponchiroli.
'Viviamo vicino Reggio Emilia. Nostro figlio e' nato - spiega - con l'anemia di Diamond-Blackfan, rarissima malattia genetica per cui il midollo osseo non produce globuli rossi. Patologia per cui le uniche terapie sono o delle cure cortisoniche, rivelatesi efficaci su Federico, o continue trasfusioni di sangue, che pero' portano ad un sovraccarico di ferro, che negli anni puo' uccidere o danneggiare gli organi. Visto che il trapianto di midollo non era possibile, perche' non era stato trovato un donatore compatibile, neanche in famiglia, abbiamo deciso di procedere con le trasfusioni, pur sapendo che la situazione sarebbe comunque peggiorata'.
Questo finche' un giorno Cesare non sente per radio di una coppia inglese, in una situazione simile, che ha dato alla luce un altro figlio per salvare il fratello malato. Cosi' lui e sua moglie iniziano tutta la procedura a Bologna, 'ma a meta' del ciclo viene approvata la legge 40 in Italia - aggiunge - e quindi il medico interrompe tutto'.
I due non si arrendono, e si rivolgono prima a una clinica di Istanbul, dove tutti e 3 i cicli falliscono. Poi provano a Bruxelles, con altri 2 cicli, e poi di nuovo a Istanbul con altri 2. L'ultimo ha finalmente successo, e cosi' nasce Sofia.
'Il suo cordone ombelicale e' stato congelato - continua Ponchiroli - per ricavare staminali. Sei mesi dopo la sua nascita le e' stato espiantato un poco di midollo, per integrarlo alle cellule del cordone, dopo di che si e' fatto il trapianto a mio figlio, che oggi sta bene'.
DA: NOTA SALUTE DEL 6 LUGLIO 2010
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Inviato da: vaiolin1
il 23/12/2008 alle 23:24